Europei, 4x100: "Apoteosi d'argento"



Se lo sono ripetuti dall'inizio alla fine. Quella frase l'aveva messa loro messa in testa il caposettore azzurro della velocità, Filippo Di Mulo che in call-room li aveva caricati così: "Ragazzi, oggi sarà l'apoteosi". L'hanno presa e l'hanno portata con sè, ognuno nella sua parte di questa impresa d'argento. Per farla finalmente esplodere sul traguardo. "Ci siamo caricati l'un l'altro - racconta il primo frazionista azzurro, il reatino dell'Esercito, Roberto Donati - ieri per colpa della squalifica siamo rimasti gelati per due ore, ma quell'attesa snervante ci ha messo addosso tutta la rabbia che serviva per fare questo risultato. Dopo il sesto posto a Berlino è scattato qualcosa ed oggi quella che vince è l'Italia. E il gruppo. Adesso non ci accontentiamo. Il prossimo step è provare a farsi largo tra le prime 4-5 staffette veloci al mondo".   

"Grazie a tutti i miei compagni - sono le parole del finanziere Simone Collio, il secondo degli italiani a portare il testimone - il record italiano era un sogno di tutti ed era destino che arrivasse. Io in frazione dovevo vedermela con "il mostro" Lemaitre, ma ho fatto quello che dovevo fare così come hanno fatto tutti gli altri. Senza paura. E' filato via tutto liscio, era importante sfruttare i cambi e noi non abbiamo sbagliato niente. Io non ho corso la finale dei 100 metri per non rischiare di non essere qui e compromettere questo risultato. Ringrazio il prof. Di Mulo e il mio tecnico Roberto Bonomi (che allena anche Donati, ndr)".   

"Questo record vuol dire tanto - le parole del terzo frazionista, il siciliano Emanuele Di Gregorio (Aeronautica), allenato proprio dal prof. Di Mulo - erano almeno due anni che lo aspettavamo e averlo ottenuto significa che abbiamo lavorato molto bene. Non sarebbe stato giusto uscire da un Europeo per colpa di una squalifica ingiusta come quella di ieri. Ci ha fatto stare due ore con il cuore in gola, ma allo stesso tempo ci ha dato più cattiveria".

"Oggi è la nostra festa! - commenta entusiasta il poliziotto toscano Maurizio Checcucci, protagonista dell'ultma frazione - Personalmente era dal 2000 che stavo dietro al record italiano e averlo fatto a 36 anni per me è una gioia immensa".

Elena Romagnolo porta a casa con il suo solito sorriso il sesto posto sui 5000: "Sono contenta per la posizione - dichiara la piemontese dell'Esercito - ma ho un po' di rammarico per non essere partita subito davanti. Poi nel gruppo dietro ci siamo praticamente ritrovate a fare una gara nella gara tutta in progressione. Il voto che mi do è sette e mezzo. Su queste distanze, forse, mi manca ancora l'esperienza e il coraggio per osare di più. Oggi, poi, non vedevo l'ora di correre, dopo questi giorni di attesa passati ad aspettare la finale. Ringrazio il mio tecnico Andrea Bello e la mia società che quest'anno mi "hanno buttato" su altre distanze, dai 1500 a 5000, dove ho trovato grandi motivazioni".

"Sono arrabbiatissimo - le prime parole di Andrew Howe - inutile nasconderlo, dopo una qualificazione fatta in quel modo, in una medaglia ci speravo eccome. Pensavo di cavarmela e di fare qualcosa di più. In gara, però, mi è mancata la reattività del piede, era sordo, e non riuscivo ad entrare "a cannone" come al solito. Non me l'aspettavo proprio che Reif potesse fare una misura del genere. E quando l'ho vista, la voglia di rispondergli mi è venuta per forza. Ma il vento era strano, girava, e così finiva sempre che mi ritrovavo troppo aperto o troppo chiuso. Di testa stavo a mille, fisicamente a cento. In compenso gli altri in pedana mi chiedevano come avessi fatto a riprendermi così dall'infortunio a nemmeno un anno dall'operazione. Ora ho voglia di saltare lontano, ci sarà da rimboccarsi le maniche, ma sono pronto a farlo un'altra volta. Pensando al 2011, agli Euroindoor e ai Mondiali in Corea. Intanto, salterò di nuovo a Zurigo e, forse, a Rieti".

Grazie a Marta Milani hanno trovato un motto anche le ragazze della 4x400. E' "Daga det" e in bergamasco vuol dire "Dacci dentro". "E' quello che abbiamo fatto - racconta la giovane bergamasca dell'Esercito - non me l'aspettavo mica che altre andassero così forte, le tedesche sono state una vera sorpresa!". "Ad una medaglia ci pensavamo - aggiunge Maria Enrica Spacca - ma aver migliorato di quasi un secondo un record italiano di 11 anni fa è una grande gioia". "Prima della gara - racconta Chiara Bazzoni - ero agitata, poi sui blocchi ho sentito il calore del pubblico è diventato una bella carica". Ultima parola a Libania Grenot che all'unisono con le altre si lascia andare ad un urlo: "Evviva il record italiano!"

Un velo di delusione sui visi degli azzurri della 4x400. "La stanchezza della gara individuale non mi ha pesato - dice Marco Vistalli - potrei anche fare subito un'altra frazione se servisse". "Quando ho visto che abbiamo cambiato per primi ed ero davanti mi sembrava un sogno - aggiunge Luca Galletti - nelle prime due frazioni abbiamo lottato in testa". "Poi - continua Claudio Licciardello - io mi sono ritrovato spalla a spalla con il belga, non volevo farlo passare. Intanto gli altri recuperavano e nel rettilineo abbiamo perso terreno entrambi. Peccato, con la mia condizione migliore sarebbe stata tutta un'altra storia!". "Sono dovto partire praticamente da fermo - conclude Andrea Barberi - rimediato una chiodata sul polpaccio dal tedesco e finendo con un piede sul cordolo. Rimasto così invischiato nella frazione dei più veloci era difficile tentare di recuperare. Oggi una medaglia sarebbe stata comunque un'impresa, ma qualche posizione in più potevamo salirla".

a.g.

Nella foto in alto, l'esultanza della 4x100 azzurra; sotto, Andrew Howe in azione (Giancarlo Colombo/FIDAL)

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