Europei: Folorunso in finale, Desalu c’è
18 Agosto 2022La mattinata della quarta giornata agli Europei di Monaco regala la finale ad Ayomide Folorunso nei 400hs: la primatista italiana entra tra le migliori otto con 54.98 e tornerà in pista domani per il turno decisivo. Stasera, invece, è già l’ora delle semifinali per il campione olimpico della staffetta Fausto Desalu nei 200 metri, dopo aver superato con bella impressione le batterie della mattina, miglior tempo in 20.46 (-0.6). Anche Diego Pettorossi (20.65/+0.3) accede alla semifinale, turno dal quale inizierà invece Filippo Tortu, atteso alle 20.29 nella terza delle tre semifinali, fianco a fianco con il britannico Nethaneel Mitchell-Blake che l’azzurro rimontò nella memorabile frazione finale della 4x100 alle Olimpiadi di Tokyo. L’altra nota positiva della sessione mattutina è il passaggio in semifinale di Simone Barontini con il secondo tempo negli 800 metri (1:45.98). Avanti anche Elena Bellò che soffre nei cento metri finali e deve ricorrere ai tempi di ripescaggio per entrare in semifinale negli 800 (2:01.80), promossa Irene Siragusa nei 200 metri con 23.36 (+0.5): stasera la semifinale, turno dalla quale partirà Dalia Kaddari, mentre non ci sarà Vittoria Fontana, stamattina out con 23.63 (+0.3). Risale al dodicesimo posto Sveva Gerevini nell’eptathlon con 5102 punti, quando mancano soltanto gli 800 metri finali. Tra gli altri azzurri, eliminati in semifinale gli ostacolisti José Bencosme e Mario Lambrughi, entrambi 49.50 nei 400hs, come pure Rebecca Sartori (57.29). Fuori in batteria Catalin Tecuceanu (1:47.94) ed Eloisa Coiro (2:04.36) negli 800, escluse anche le siepiste Martina Merlo (10:12.13 dopo una caduta) e Laura Dalla Montà (10:28.20), e l’astista Max Mandusic con tre nulli alla misura d’ingresso di 5,30. Undici azzurri nella sessione serale, dalle 20.05, con la grande attesa per la finale di Gianmarco Tamberi nell’alto, insieme a Marco Fassinotti. Finali anche per Larissa Iapichino (lungo), Nadia Battocletti (5000) e Pietro Arese (1500).
LE GARE DEGLI AZZURRI
200 donne - Batterie - Dopo aver superato il primo turno nei 100 metri, l’azzurra Irene Siragusa ci riesce anche sulla doppia distanza. Arriva sesta la sprinter toscana in batteria, con 23.36 (+0.5) e una lieve flessione nell’ultima parte di gara che non le impedisce di staccare il biglietto con uno dei crono di recupero: “Speravo un po’ meglio, ma è comunque un buon crono per partire verso la semifinale”. Niente da fare invece per Vittoria Fontana, settima al traguardo in 23.63 (+0.3) frenata da un fastidio muscolare avvertito all’uscita dalla curva.
200 uomini - Batterie - Buona impressione di Fausto Desalu che si aggiudica la batteria nel round iniziale dei 200 metri. C’è il primato stagionale con il crono di 20.46 (-0.6) per l’oro olimpico della staffetta, ottenuto con apparente facilità e controllando nell’ultimo tratto. Una prova confortante del velocista lombardo, che fa ben sperare in vista del turno intermedio. “Mi è piaciuta la fase lanciata - le parole di Desalu - non mi darei un voto altissimo ma sicuramente più della sufficienza. Un po’ di vento mi ha fatto sbandare, però le sensazioni sono buone. Ora vorrei la finale, e poi penserò alla staffetta per riscattarci dai Mondiali”. Qualificazione diretta anche per Diego Pettorossi: il bolognese, campione italiano della specialità, coglie il secondo posto nella sua gara in 20.65 (+0.3) confermando la propria costanza di rendimento su questi tempi: “Dopo quaranta gare in questa stagione per me incredibile, non era facile arrivare qui. È il mio anno zero, ho fatto il salto di qualità”. Saranno quindi tre gli azzurri in semifinale, nella sessione serale, con Filippo Tortu già ammesso in base al ranking.
Eptathlon - Giavellotto - Al primo lancio supera i quaranta metri Sveva Gerevini con 40,64 che è la sua miglior misura delle ultime tre stagioni. La cremonese guadagna posizioni in classifica e quando manca soltanto una prova al termine (gli 800 metri) si porta al dodicesimo posto con 5102 punti. In testa la belga Nafi Thiam (5776) seguita dalla svizzera Annik Kalin (5604) e dalla polacca Adrianna Sulek (5560).
400 ostacoli donne - Semifinali - Missione compiuta per Ayomide Folorunso nei 400 ostacoli. L’azzurra conquista la finale dopo una gara coraggiosa, affrontata correndo a tutta fin dall’inizio, senza risparmiarsi. Negli ultimi metri l’emiliana paga il conto, è meno brillante sull’ultima barriera e la colpisce, ma non perde l’assetto di corsa per agguantare il terzo posto in 54.98 con un crono che garantisce il ripescaggio. È di nuovo tra le migliori otto “Ayo”, a sei anni dall’edizione di Amsterdam 2016 e nella stagione in cui è stata protagonista del record italiano ai Mondiali di Eugene (54.34). La tattica si rivela quella giusta, in una semifinale decisamente difficile, blindata dalla formidabile olandese Femke Bol (53.73 a poche ore dal trionfo nei 400 piani) davanti all’ucraina Anna Ryzhykova (54.25). “Questa finale la volevo, ci tenevo - sottolinea Ayomide Folorunso - e avrei preferito passare con la Q maiuscola, ma avercela fatta è una grande soddisfazione. Ho lasciato tanto sull’ultimo ostacolo, forse almeno mezzo secondo, in pratica non si piegava il ginocchio e allora ho spinto con le braccia, con tutto quello che era rimasto. C’è stato anche un contatto nella corsia a fianco con l’ucraina Ryzhykova, che nelle ultime gare era sempre un po’ avanti mentre stavolta ho provato a stare con lei. Domani ci sarò in finale, per cercare la ciliegina sulla torta di questa stagione”. Eliminata invece Rebecca Sartori che già al terzo ostacolo comincia ad avere difficoltà di ritmica tra le barriere e chiude sesta nella prima semifinale in 57.29.
400 ostacoli uomini - Semifinali - Provano a giocarsela nei 400 ostacoli i due azzurri, che combattono per un posto in finale ma entrambi vengono respinti con lo stesso crono di 49.50, identico anche al millesimo, per chiudere di fatto undicesimi a pari merito. Chi va più vicino al pass è José Bencosme, terzo in semifinale a soli quattro centesimi dal secondo posto che avrebbe dato la qualificazione. Tornato quest’anno a migliorarsi dopo alcune stagioni difficili, il piemontese corre bene fino all’ingresso nel rettilineo dove si presenta davanti ma perde velocità sull’ultima barriera, e si vede sorpassato dal turco Yasmani Copello (49.34) e dal francese Victor Coroller (49.46). Non lascia nulla di intentato neppure Mario Lambrughi, che aggancia l’ottavo ostacolo con la gamba di richiamo. Poi il brianzolo cerca di rilanciare la sua azione e si piazza sesto nella gara vinta in 48.38 dal fenomeno norvegese Karsten Warholm.
800 donne - Batterie - L’obiettivo della semifinale è raggiunto per Elena Bellò, anche se non nel modo che avrebbe voluto. Si qualifica con i tempi di recupero, quinta in batteria con 2:01.80, dopo essersi messa in testa dall’inizio con un passaggio decisamente rapido in 58.27. Tutto bene fino all’ultimo rettilineo, poi manca qualcosa all’azzurra che viene superata da quattro atlete: l’ucraina Nataliia Krol (2:00.89) che precede la svizzera Hoffmann, la turca Guliyev e la spagnola Pinacchio. Alla fine comunque è proprio la condotta di gara da “front runner” a premiare la vicentina, perché la sua gara è nettamente la più veloce: “Non sono soddisfatta per le sensazioni che ho avuto nel finale. È andata come volevo fino ai 700 metri, poi non ho cambiato e questo un po’ mi preoccupa. L’idea era comunque di fare una gara forte, per mettere in difficoltà le avversarie e avere maggiori possibilità di qualificarmi”. Resta fuori invece per soli quattro centesimi Eloisa Coiro, quarta nella seconda batteria in 2:04.36. La 21enne romana trova spazio al suono della campana, per inserirsi alle spalle della ‘brit’ Keely Hodgkison che si impone in 2:03.72, ma negli ultimi metri subisce la rimonta della polacca Angelika Sarna (2:04.12) e viene beffata per il decisivo terzo posto dalla finlandese Sara Kuivisto (2:04.32).
800 uomini - Batterie - Corre con personalità Simone Barontini, nel primo turno degli 800 metri, e guadagna il pass diretto per la semifinale con il secondo posto in batteria. L’azzurro si muove bene fin dall’inizio, nelle prime posizioni del gruppo, ma soprattutto riesce ad emergere nel rettilineo conclusivo per chiudere in piena spinta. Una prova di carattere, oltre che di una condizione di forma più che buona: è notevole anche il crono di 1:45.98, seconda prestazione in carriera mancando di soli sei centesimi il recente record personale. Davanti c’è soltanto un certo Jake Wightman (1:45.94 per il britannico campione mondiale dei 1500 metri), mentre l’anconetano risale ai danni del francese Gabriel Tual (1:46.08), finalista olimpico e iridato, del belga Tibo De Smet (1:46.48) e dello svedese Andreas Kramer (1:46.50), argento quattro anni fa, tutti comunque qualificati. “Volevo fare una gara da protagonista - racconta Barontini, campione europeo under 23 in carica - sempre nelle prime posizioni. Quando c’è stato il cambio di ritmo ho un po’ tentennato, poco prima dei 600 metri, ma sapevo che me la sarei giocata nel rettilineo finale. Ho cercato di non restare chiuso all’interno, sono uscito fuori e mi sono sentito molto bene. È già bello essere tra i migliori sedici, dopo essermi qualificato per Monaco con l’ultimo accredito del ranking, ma per domani voglio sognare in grande e non mi pongo limiti”. Si ferma invece l’avventura europea di Catalin Tecuceanu. Partenza fin troppo cauta, come di consueto, per il 22enne veneto che poi non riesce a replicare la prodigiosa rimonta messa a segno nella batteria ai Mondiali di Eugene. Stavolta è sesto in 1:47.94: “Molto deluso, mi sentivo bene e non mi aspettavo che andasse così”.
Eptathlon - Lungo - Riparte bene Sveva Gerevini, nella seconda giornata dell’eptathlon. Sulla pedana del lungo l’azzurra con 6,21 (+1.2) timbra il personale all’aperto, incrementato di nove centimetri, mentre quest’anno è arrivata fino a 6,34 indoor.
Asta uomini - Qualificazione - Finisce presto la gara di Max Mandusic nella fase eliminatoria dell’asta. Alla quota di ingresso di 5,30 il triestino incappa in tre nulli e quindi esce di scena senza una misura valida, condizionato anche da una lesione al bicipite femorale rimediata un mese fa. C’è il rammarico per essere salito ampiamente sopra l’asticella al secondo e al terzo tentativo, dopo una prima prova neanche abbozzata, non riuscendo a dare profondità al gesto tecnico.
3000 siepi donne - Batterie - Nemmeno un chilometro e Martina Merlo finisce a terra, per una caduta dopo aver superato la seconda riviera, e poi viene urtata dalle avversarie alle sue spalle mentre cerca di rialzarsi. La campionessa italiana, che poteva avere concrete ambizioni di passare il turno per aver corso quest’anno in 9:38.84 e stava viaggiando nella prima parte del gruppo intorno alla sesta posizione, in pratica vede svanire il sogno della finale in quel momento. Poi la torinese continua la sua corsa, per chiudere quindicesima in 10:12.13. Nell’altra batteria dei 3000 siepi Laura Dalla Montà si ritrova a corto di energie poco prima di metà gara. Alla sua prima volta in pista con la maglia azzurra (era presente come riserva l’anno scorso agli Europei a squadre), dopo aver agguantato la convocazione con l’ultimo posto utile del ranking continentale, la padovana arriva quattordicesima (10:28.20).
l.c. - naz.orl.
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