Europei, La Mantia: "Non ci credo!"
Non ci crede ancora la triplista Simona La Mantia, mentre ha una scintilla di emozione che le accende gli occhi e pizzica l'aria con le punte azzurre delle sue unghie: "Non mi sembra vero! Io è da un po' di tempo che sapevo di riavere queste misure nelle gambe e prima di venire qui puntavo al massimo il bronzo. Non avrei mai pensato che 14,56 bastasse per l'argento. L'ho sognata tante volte questa medaglia e ancora non mi sembra possibile. Stasera sono arrivata in pedana superconcentrata e mi sono detta che dovevo buttarmi subito, serviva tirar fuori il miglior salto della stagione per provare a realizzare il mio sogno. Ed è successo per davvero! Non penso che chiuderò occhio stanotte. Vengo da tre anni di infortuni e problemi ai tendini che puntualmente si mettevano in mezzo prima dei grandi appuntamenti. Nonostante questo non c'è stato mai un attimo in cui ho pensato di mollare. Devo dire grazie soprattutto al mio allenatore Michele Basile e alle persone che mi sono state sempre accanto. Stasera in tribuna è venuta tutta la mia famiglia, la mia amica Chiara Rosa e il mio ragazzo Alessandro che mi ha preparato un megastriscione con scritto sopra: "Dalla Sicilia a Barcellona per vedere i salti di Simona". E' vero ci sono ancora diverse cose in cui posso migliorare, come lo step e la chiusura, ma certo è che da oggi per me è come se si riaprisse un portone. E, come ha detto oggi, la mia corregionale Anna Incerti dopo la maratona: ricomincio da qui!".
Voleva una medaglia anche l'astista Giuseppe Gibilisco: "Non sono soddisfatto, ma se si voleva andare sul podio questa era secondo me l'unica progressione possibile da fare. Ed io una medaglia volevo prendermela senza troppi "ma" e troppi "se". E' vero in quattro salti è come se fossi tornato alle misure che facevo quattro anni fa. Io, però, mi sentivo sicuro perchè in allenamento mi venivano belle cose che poi finora in stagione, per un motivo o per l'altro, non ho mai avuto modo di dimostrare. Qui io ci ho provato perchè quando si è in una manifestazione importante come gli Europei, troppi calcoli non servono se sai di essere un vero agonista. E, poi, io credo che in occasioni del genere non si debbano fare neppure troppi salti, ma mettere subito le carte in tavola. Il primo salto a 5,85? Ho avuto una buona spinta, bastava solo che riuscissi a "ribaltare" un po' di più l'asta e l'avrei fatto senza problemi. E magari ora sarei qui a parlarvi di una medaglia d'argento. La mia stagione non finisce qui. Spero, infatti, di poter prendere parte alle prossime tappe della Diamond League a Londra e Bruxelles".
Entra in zona mista sorridente Daniele Meucci dopo i suoi 5000: "Io ci ho provato, ero davanti nel gruppo e ho reagito subito al primo scatto dei miei avversari. Mi ripetevo: "Finchè ce la faccio, sto con loro". Poi, però, all'ultimo cambio di ritmo, li ho dovuti lasciar andare. Inutile dire che l'energia per arrivare in finale anche qui l'ho presa tutta dal bronzo vinto sui 10000. Con un morale alto così, le gambe è come se andassero da sole!" Meno contento l'altro azzurro Stefano La Rosa: "Peccato, mi sono spento dopo appena 3 km. Avevo sentito un doloretto al tendine dopo la semifinale, ma non ha influito più di tanto perchè in finale mi si è proprio spenta la luce. Ora correrò i 3000 a Rieti, un altro 5000 e poi qualche gara su strada".
a.g.
Nella foto in alto, Simona La Mantia; in quella in basso Daniele Meucci in azione sui 5000 (Giancarlo Colombo/FIDAL)
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