Europei: Sibilio 48.07, finale per cinque

10 Giugno 2024

L’azzurro nelle semifinali dei 400hs avvicina il personale, tra le donne avanti Folorunso (54.52), out Muraro (54.73) e Olivieri (54.99) che si migliorano. Promossi Riva, Meslek e Arese nei 1500

di Luca Cassai e Cesare Rizzi

Altri cinque azzurri conquistano la finale agli Europei di Roma. Nella quarta mattina di gare si prende la scena Alessandro Sibilio che vola sui 400 ostacoli in 48.07 controllando negli ultimi metri, secondo tempo in carriera a soli 14 centesimi dal personale e miglior risultato delle semifinali, mentre il fenomenale norvegese Karsten Warholm passeggia in 48.75. Va in finale anche Ayomide Folorunso con 54.52 per un netto progresso sul primato stagionale nonostante un contatto con l’ultima barriera: arriva terza, ma viene promossa con il miglior crono di recupero e il quarto tempo complessivo del turno guidato dall’olandese Femke Bol (54.16). Escono a testa alta le altre due azzurre con il record personale: Alice Muraro è la prima delle escluse in 54.73, standard per i Giochi di Parigi diventando la terza italiana alltime, e Linda Olivieri con 54.99 scende per la prima volta sotto i 55 secondi, sesta di sempre. Appuntamento alle finali di martedì sera: Sibilio alle ore 21.05, Folorunso alle 21.18. Tre su tre per gli azzurri nei 1500 metri, qualificati per la finale in programma mercoledì (ore 22.26) nella serata conclusiva. Il romano Federico Riva (3:37.75) duetta sul traguardo con il norvegese campione olimpico ed europeo Jakob Ingebrigtsen che lo precede in 3:37.65, avanti anche Ossama Meslek (3:38.41) e nell’altra batteria raggiunge l’obiettivo il neoprimatista italiano Pietro Arese con 3:44.09 in una gara più tattica. Nei 200 metri Irene Siragusa passa il primo round con 23.12 (-0.1) e tornerà in pista nelle semifinali. Tutto facile nell’asta per Armand “Mondo” Duplantis: al fenomenale svedese basta un salto a 5,60 per andare in finale, out invece tra gli altri Claudio Stecchi e Simone Bertelli con 5,25. Nel decathlon dopo tre prove non brillano gli azzurri Dario Dester (19esimo con 2439) e Lorenzo Naidon (24esimo con 2310).

400 ostacoli donne (semifinali) - Corre nella prima semifinale Ayomide Folorunso che si presenta in testa all’ingresso del rettilineo, poi viene affiancata dalla francese Louise Maraval. L’azzurra colpisce l’ultima barriera, prova a rilanciare la propria azione ma viene superata anche dalla britannica Lina Nielsen e chiude terza in 54.52. C’è il personale per le prime due (54.36 la transalpina, 54.43 l’inglese) mentre l’emiliana delle Fiamme Oro deve sperare nei tempi di recupero. Nella seconda “semi” si comporta bene Linda Olivieri (Fiamme Oro) all’inseguimento della campionessa mondiale Femke Bol e la piemontese viene premiata con la prima discesa in carriera sotto il muro dei 55 secondi: 54.99 per guadagnare due posti nella lista italiana alltime (ora è sesta) anche se la sesta piazza al traguardo non consente il ripescaggio. Dietro al 54.16 della superstar olandese c’è il 54.59 in rimonta della ceca Nikoleta Jichova. Ancora meglio dal punto di vista cronometrico per Alice Muraro (Aeronautica) che toglie altri tredici centesimi al suo primato con 54.73 e timbra lo standard olimpico (fissato a 54.85) dopo averlo già sfiorato quest’anno. Ora è la terza italiana di sempre. La vicentina recupera una posizione nel tratto conclusivo, ma è terza alle spalle della norvegese Line Kloster (54.46) e dell’olandese Cathelijn Peeters (54.66), la prima delle eliminate mancando la finale per appena sette centesimi. “Nelle prime due gare di quest’anno ho provato la ritmica della scorsa stagione - racconta “Ayo” Folorunso - però non funzionava e allora ho cambiato qualcosa. Comincio a sentirmi come vorrei, ho avuto un piccolo inciampo sull’ultimo ostacolo ma il primato stagionale mi dà molta fiducia. Per fortuna non ho dovuto correre la batteria, avevo bisogno di un paio di allenamenti in più per ritrovare il mio abito. Una finale europea non è mai scontata, grazie a tutti per il tifo”. Muraro: “Davvero felice per il minimo olimpico, speravo di farlo a Roma. Era quello l’obiettivo, mi dispiace per la finale che è sfuggita di poco, ma le avversarie sono andate forte”. Olivieri: “È da anni che ho in testa questo 54 e adesso l’ho raggiunto, sono molto contenta. Penso di valerlo da tanto tempo, è bellissimo esserci riuscita qui perché siamo in casa, mentre la finale era molto difficile da ottenere”.

400 ostacoli uomini (semifinali) - Et voilà, Alessandro Sibilio: il partenopeo delle Fiamme Gialle stacca il biglietto per la finale di domani (ore 21.05) con una prestazione per certi versi clamorosa. L’azzurro, al via da secondo europeo dell’anno con 48.25, debutta all’Olimpico con una prova pulita guardandosi a destra e a sinistra dopo l’ultima barriera. Al traguardo chiude in un formidabile 48.07 per vincere la terza semifinale e stampare il secondo tempo in carriera dopo il 47.93 della semifinale olimpica di tre anni fa a Tokyo. Il suo pensiero, dopo la “semi”, è in bilico tra passato e futuro a breve termine: “Non avevo mai gareggiato in questo stadio, sapevo di dover partire forte, qualche errorino l’ho fatto. Non voglio dire quale sia l’obiettivo della finale, ma domani potremo divertirci. Gli infortuni delle ultime stagioni? Ho voluto a tutti i costi tornare a questo livello, la mia testa non mollerà mai”. Il crono dell’allievo di Gianpaolo Ciappa è il migliore del round intermedio. Il favorito numero uno e primatista del mondo Karsten Warholm conquista in scioltezza la prima semifinale in 48.75, nella stessa eliminatoria Mario Lambrughi (Atl. Riccardi Milano 1946) chiude sesto in 50.03 (21esimo tempo complessivo) con la dedica e il benvenuto al nipotino Elia, figlio della sorella Viola, nato cinque giorni fa. Nella seconda semifinale vinta dall’estone due volte finalista olimpico Rasmus Magi in 48.43 è settimo Giacomo Bertoncelli (Atl. Insieme Verona) comunque ancora sotto i 50 secondi in 49.83 (19esimo crono in totale).

1500 uomini (batterie) - La specialità è stata rivoluzionata nell’ultimo anno: al via il primatista italiano Pietro Arese (Fiamme Gialle), arrivato a 3:32.13 a Oslo, ma anche il terzo e il quinto azzurro di sempre, Federico Riva (Fiamme Gialle) e Ossama Meslek (Esercito). Due batterie con sei pass ciascuna per la finale. Nella prima Arese resta molto coperto nei primi 600 metri, poi inizia a guadagnare posizioni a due giri dal termine: parziali non irresistibili (2:38.53 al chilometro), i candidati ai sei biglietti per l’epilogo di mercoledì (ore 22.26) sono tanti. Il piemontese gestisce però la gara con autorevolezza, finendo in seconda posizione dietro il britannico Neil Gourley (3:44.05 a 3:44.09). Più densa di spunti di cronaca la seconda semifinale, con il campione olimpico ed europeo Jakob Ingebrigtsen costantemente in ultima posizione nel primo 500 e Meslek e Riva allo stesso modo pimpanti nelle prime posizioni del gruppo. Il norvegese riesce a dribblare una caduta all’inizio all’ultimo giro e ai -200 metri rientra sul sestetto di testa comprendente gli azzurri. Sulla retta finale lancia la progressione Riva, a sfidarlo è addirittura Ingebrigtsen: i due si guardano, sorridono, ma il vichingo non ci sta a perdere nemmeno in un’eliminatoria e si prende il primo posto in 3:37.65, Riva secondo in 3:37.75 e Meslek va comodamente in finale con la quarta piazza a 3:38.41. Nel dopo gara Arese (“Sono contento di come ho corso: sono arrivato un po’ di volte quarto, tra Europei, Giochi del Mediterraneo e Europei a squadre, mercoledì sera spero di sfatare questo mito, manteniamo la calma ma sto bene e ci giocheremo tutte le carte. Vado in pista con curiosità, ma si può provare ad andare sul podio”) e Meslek appaiono decisamente soddisfatti, mentre il romano Riva è quasi commosso: “Sono in questo stadio ogni due settimane (a seguire la Roma, ndr), qui è venuta talmente tanta gente a vedermi che faccio fatica a non emozionarmi. Mi sono imposto di correre davanti, è stata un’ottima batteria”.

200 donne (batterie) - Con Dalia Kaddari già ammessa alle semifinali di stasera (ore 21.05) tocca a Irene Siragusa (Esercito): impegnata nella terza e ultima batteria, la toscana dipinge un’ottima prima parte di gara nella stretta corsia due e completa un buon rettilineo per chiudere in 23.12 (-0.1). Passano le prime 12: in vetta due personali, il 22.83 di Talea Prepens (Germania) e il 22.86 di Helene Parisot (Francia), entrambe con vento -0.1. L’azzurra è sesta, tra emozioni e ricordi: “Ho dormito pochissimo per le medaglie degli altri e per l’emozione: ho gareggiato qui 16 anni fa per un campionato italiano cadetti, tornarci per un Europeo è bellissimo. Stasera spero di trovare una corsia più esterna per avere una curva più larga, ma in ogni caso ci sarà da correre forte”.

800 donne (batterie) - Quattro batterie verso due semifinali, con tre “Q” maiuscole per eliminatoria e quattro crono di ripescaggio: Italia in gara con due atlete che hanno corso anche quest’anno sotto i due minuti ma incappate all’Olimpico in una giornata decisamente storta. Nella seconda batteria gestita senza problemi dalla britannica campionessa in carica Keely Hodgkinson (1:02.56 al suono della campana, 2:02.46 per vincere), Eloisa Coiro cede allo sprint il terzo posto alla lussemburghese Charline Mathias e il 2:02.86 non basta per il ripescaggio. La 23enne romana delle Fiamme Azzurre non nasconde la delusione: “Non so cosa dire se non che mi dispiace tantissimo: ho spinto al massimo anche in volata, non so dire ora cosa ho sbagliato, ma sicuramente non era il risultato che mi aspettavo. Sono mortificata, non doveva andare così”. Ancora più complicata la retta finale per Elena Bellò (Fiamme Azzurre) nella terza batteria: un po’ chiusa dopo 200 metri, si colloca in ottima posizione alle spalle della slovacca Gabriela Gajanova, transitata in 1:00.09 a metà. Negli 80 metri finali, mentre Gajanova vince in 2:00.31, Bellò si spegne fino a chiudere settima in 2:02.75: “Rivedrò la gara per capire cosa sia successo nel finale, gli allenamenti dicevano ben altro. Quest’Europeo era un’occasione”. Il miglior crono alla fine è della tedesca Majtie Kolberg a 2:00.23.

Asta uomini (qualificazione) - Ladies and gentlemen, “Mondo” Duplantis: lo svedese campione di tutto (parlando di Italia, anche oro europeo under 20 a Grosseto 2017 quando di anni ne aveva solo 17) supera subito 5,60 valicando di due spanne l’asticella, buon biglietto da visita verso una finale che mercoledì sera potrebbe vederlo protagonista di misure siderali. Il 5,60 è la quota spartiacque per la qualificazione: ci riescono in 13 (dieci alla prima prova) e vanno tutti in finale. Tra gli eliminati eccellenti anche il tedesco argento uscente Bo Kanda Lita Baehre (5,45). Pochi sorrisi in chiave azzurra. In gara due portacolori delle Fiamme Gialle: Claudio Stecchi, arrivato in pedana dopo una serie di problemi fisici a partire da dicembre, non riesce ad abbozzare il salto nei primi due tentativi a 5,25, va a segno nel terzo ma poi nulla può a 5.45; il campione europeo under 20 Simone Bertelli, “matricola” azzurra di recente arrivato a 5,61, non ha problemi 5,25 ma non riesce a bypassare lo scoglio del successivo step a 5,45, disturbato anche dal vento.

Giavellotto donne (qualificazione) - Federica Botter ha vissuto un approccio movimentato agli Europei: la 23enne veneta dell’Atletica Brugnera Friulintagli giovedì ha lanciato a 52,78 oltreoceano, nelle finali Ncaa di Eugene. A Roma, con nove ore di fuso orario di differenza, si esprime in 52,99 che non basta per la qualificazione (22esima misura complessiva, l’ultima a entrare è 57,71). Il miglior lancio è della norvegese Marie-Therese Obst con 61,45, in cinque superano 60 metri.

Decathlon (peso) - Makenson Gletty, dopo il personale sui 100 e nel lungo (7,50/-1.2), griffa anche il peso con il miglior lancio a 16,27. Seconda misura per un altro transalpino, Kevin Mayer (15,31), mentre Markus Rooth arriva a 15,27 e Niklas Kaul ottiene lo stagionale a 15,10. Lontani dai propri limiti gli italiani: 12,43 per Dester, 11,94 per Naidon. Dopo tre prove Gletty guida sul regolarissimo estone Johannes Erm con nove punti (2788 a 2779), seguono i norvegesi Rooth (2754) e Skotheim (2670), Dester è 19esimo (2439 punti) e Naidon 24esimo (2310).

Decathlon (lungo) - Formidabile il norvegese Markus Rooth, che nonostante il vento a -1.1 vola oltre gli otto metri con 8,01 (personale). È un momento in cui è anche difficile gestire la rincorsa (sull’Olimpico arriva un innocuo scroscio di pioggia) per via del vento, visto che l’altro norvegese Sander Skotheim gli arriva vicino con 7,93 in questo caso ventoso (+4.0). Kevin Mayer atterra a 7,37 ventoso (+2.3) e poi rinuncia ai successivi salti, Niklas Kaul centra il personale a 7,44 (+0.9). I portacolori azzurri si esprimono su buone misure: il 7,32 (+0.4) di Dario Dester, primato stagionale, e il 7,18 (+1.5) di Lorenzo Naidon.

Decathlon (100) - Due azzurri nella prova multipla maschile, entrambi reduci da stop di natura fisica più o meno gravi. Il primatista italiano Dario Dester (Carabinieri) debutta all’aperto dopo l’infortunio muscolare che lo aveva fermato due giorni prima del Multistars di Brescia. L’esordio è molto incoraggiante per il cremonese, con il primo posto nella prima delle tre serie (-0.5) in 10.76, record personale pareggiato (nel 2022 aveva corso due volte nello stesso crono) e settimo posto complessivo. Lorenzo Naidon (Fiamme Gialle), bloccato nei 60hs agli Assoluti indoor da un problema tendineo all’inserzione del bicipite femorale, era invece rientrato a metà maggio con un buon 41,74 nel disco e 4,90 nell’asta. Nello sprint il trentino si mostra ancora un po’ in rodaggio con un per lui modesto 11.05 (+0.4). Il miglior tempo è di Makenson Gletty (Francia), che nella stessa serie di Naidon porta il personale a 10.55, mentre il connazionale e recordman mondiale Kevin Mayer apre con 10.72 sempre nella stessa volata e il campione in carica Niklas Kaul (Germania) nella prima serie corre in 11.34 (-0.5) ma è decisamente più competitivo nella seconda giornata.

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