Europei, gli azzurri ci credono
Una medaglia per l'Italia con una dedica speciale alla sua città Pisa. Eccolo il terzo posto di Daniele Meucci, che sembra non volersi staccare più da quelle bandiera tricolore con cui si è fatto un mantello: "L'ho capito nell'ultimo chilometro e mezzo che poteva arrivare la medaglia. Ho puntato sempre il terzo posto e nel mirino avevo Thompson, i primi due mi sembravano troppo lontani e non volevo sprecare energie che mi potevano tornare utili nel finale. Ho aspettato l'ultimo rettilineo per la volata perchè sinceramente non credevo che Thompson ne avesse ancora e potesse reagire così. La volata l'ho fatta all'interno seguendo il consiglio che mi aveva dato un giudice di gara alla Roma-Ostia. Questo risultato arriva dopo 8 anni di sacrifici seguito costantemente dal mio tecnico Luigi Principato. Devo dire grazie a lui, alla mia squadra l'Esercito e a tutte quelle persone che mi sono state vicine in tutto questo tempo. L'atletica ad alto livello è bella, ma spesso ti fa andare incontro anche a momenti di stress che deve sopportare anche chi ti sta intorno. Mi mancano tre esami per la laurea in ingegeneria dell'automazione a Pisa. Lo studio mi impegna molto, ma riesco a conciliarlo bene con la mia vita da atleta. Progetto e realizzo robot che programmo e poi fanno le cose da soli. Le persone sono un'altra cosa: pensano. Ed io se penso ad una soddisfazione, non posso non guardare a questa fantastica medaglia vinta qui a Barcellona. I 5000? Ora non lo so, decideremo se correrli con il mio allenatore." Il finanziere Andrea Lalli commenta, invece, così il suo settimo posto: "All'inizio mi ero messo davanti per non prendere troppi colpi, poi sono finito nel gruppo e ho provato a resistere. Ad un certo punto, però, la gamba non andava più. E' da un mese che i tendini non mi danno pace. Comunque questo settimo posto alla prima esperienza e in queste condizioni non è poi così male. La medaglia di Daniele non me l'aspettavo. Sono sincero. Gli ho fatto i complimenti, ma ne sono un po' geloso. Sarà uno stimolo per migliorarmi e rifarmi di una condizione che dopo aprile, purtroppo, non mi ha assistito più di tanto".
Un ragazzo giovane, ma con le idee chiare l'altista Marco Fassinotti: "La qualificazione - dichiara il piemontese dell'Aeronautica - era quello in cui credevo e a cui puntavo da tempo. Non era così automatico, però. Vengo da una serie di gare in cui sono stato abbastanza costante su certe misure e oggi sentivo di dover fare altrettanto. L'atmosfera degli Europei? Mi ha condizionato solo a 2,19, poi in mezzo al pubblico ho cercato il volto della mia allenatrice personale Valeria Musso e mi ha dato una forza in più. Essere in finale con atleti di grandissimo livello come i russi mi fa pensare che ho ancora tanta strada da fare. Giovedì, però, vorrei potermi ripetere sul 2,28 del mio personale e magari sbirciare i 2,30. Se li saltassi sarebbe il nuovo record italiano Under 23".
E' disteso, ma pieno di motivazione il campione europeo indoor del triplo Fabrizio Donato: "La pedana è ottima, veloce e reattiva. La mia qualificazione forse è venuta fuori con il peggior salto che si è visto oggi in pedana, ma non potevo permettermi un altro nullo e dovevo pensare solo a passare il turno. Mi sento bene e le gambe sono al punto giusto. Il potenziale di Tamgho è notevole e come sempre da lui c'è da aspettarsi che tiri fuori la grande misura. Domani le medaglie, inutile fare i nomi, saranno un affare per cinque". Entusiasta il carabiniere Fabrizio Schembri: "Alla grande! Sono più che soddisfatto. Non l'avrei detto, 16,96 al primo salto. Ad inizio stagione mi mancava un po' qualcosa, ora mi sento ritrovato e in finale voglio proprio divertirmi e giocarmela fino in fondo". Un po' di delusione si legge negli occhi di Daniele Greco: "Se penso ai miei precedenti nelle grande manifestazioni, vedi Torino, Berlino e Doha, qui speriamo si sia chiuso un ciclo per me non ancora troppo positivo negli appuntamenti che contano. Purtroppo, non sono riuscito ad imbroccare il salto giusto, il primo era il più equlibrato ma nullo, il secondo mi è scivolato via e nel terzo mi è ceduto lo step. Peccato perchè pensavo di potercela fare, anche perchè nell'ultimo periodo ho lavorato molto sul gesto tecnico sotto la supervisione di Roberto Pericoli".
Arrivata in zona mista non ha troppa voglia di parlare Elisa Cusma, ma quello che l'ottocentista sente dentro le si legge chiaramente in viso: "Io c'ho provato. Il passaggio era giusto e non mi è mancato nemmeno il finale dove però è spuntata la ceca Masna. Non sono andata piano. Magari avrei preferito giocarmela a partire dalle batterie, così, invece, c'era da aspettarselo che ci sarebbe potuta essere qualche difficoltà in più". Ci ha provato anche Daniela Reina: "Sono passata troppo forte, ma dovevo assolutamente provarci. Non volevo fare lo stesso errore tattico di Berlino. Qui è stata un'altra storia, ma per andare in finale serviva portare il mio personale sotto i 2 minuti. Ora confido nella 4x400".
Amarezza nelle parole della primatista italiana del peso, Chiara Rosa: "Nei miei tre lanci di finale non sono riuscita ad essere abbastanza incisiva, eppure tenicamente erano tutti a posto, li ho chiusi tutti in mezzo, ma il peso purtroppo non andava lontano. Non è stata una questione di stanchezza. Stamattina dopo la qualificazione avevo 'adrenalina a mille e il 18,26 che ho fatto non era certo il miglior lancio che avevo in corpo. Peccato davvero, perchè tra le otto oggi potevo esserci anche io. Ringrazio le Fiamme Azzurre che non mi hanno mai abbandonato".
Correranno, invece, tutti e tre domani in semifinale gli sprinter dell'Italia. Il primo, in ordine di tempo, a passare il turno è Emanuele Di Gregorio: "Tutto sommato - commenta l'aviere siciliano - è stato abbastanza facile. Se c'erano energie da risparmiare io le ho risparmiate. Mi sono visto primo e poi nel finale ho controllato. Mi è piaciuta la partenza, poi ho prodotto un bel lanciato. Le sensazioni per domani sono ottime e la pista è buona". Gli fa eco Simone Collio a segno in terza batteria: "Sinceramente oggi non ho buttato dentro tanto motore - racconta il finanziere - Ho controllato senza esagerare, anche perchè dopo la falsa partenza siamo rimasti un po' tutti lì. La pista è veloce, peccato per il vento contro. Ho visto avversari molto forti, Chambers ma anche Obikwelu che viene sempre fuori per i grandi eventi. Domani in semifinale servirà andare veloci, ma anche un po' di fortuna nel capitare nel turno giusto". Soddisfatto e sicuro di sè anche Fabio Cerutti, al via nella stessa batteria del fenomeno francese Lemaître: "Più facile di così non poteva essere oggi. Questa batteria mi è servita anche per prendere confidenza con il meccanismo e l'atmosfera della manifestazione. Non era oggi che bisognava fare il tempo, bisognerà farlo invece domani, correndo ai livelli del mio personale per puntare alla finale. La pista? E' simile a quella del stadio Nebiolo di Torino dove mi alleno, forse solo un po' più morbida".
Meno sorridente la giavellottista Zahra Bani: "Sono arrabbiata solo con me stessa. Sì, il vento era un po' fastidioso all'inzio, ma sono riuscita a controllarlo. Avevo messo molto nel primo lancio e speravo che fosse più lungo. Nel secondo ho voluto forzare e ho finito per sbagliare i tempi, il terzo mi sono inspiegabilmente spenta. Ora stiamo a vedere cosa succede nel secondo gruppo...".Dubbio risolto nel migliore dei modi per lanciatrice delle Fiamme Azzurre che avrà un'altra chance in finale il 29 luglio alle 20:40.
a.g.
Nella foto in alto, lo sprinter Emanuele Di Gregorio; in quella in basso l'altista Marco Fassinotti (Giancarlo Colombo/FIDAL)
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