Europei indoor: Weir peso d’oro con 22,06!
03 Marzo 2023Fantastica medaglia d’oro per l’Italia ai Campionati Europei indoor di Istanbul. Nel peso trionfa l’azzurro Zane Weir con uno straordinario lancio a 22,06 e abbatte due volte il record nazionale al coperto, dopo averlo già migliorato con 21,89. È la medaglia italiana numero 100 nelle 37 edizioni dell’evento, ma anche il secondo titolo nel getto del peso a 27 anni dal successo di Paolo Dal Soglio che ora allena il nuovo campione d’Europa. Una gara esaltante in cui il 27enne delle Fiamme Gialle diventa il secondo azzurro di sempre oltre la barriera dei ventidue metri: soltanto l’olimpionico Alessandro Andrei ci era riuscito all’aperto arrivando fino al 22,91 dell’allora record mondiale. Spettacolare il botta e risposta tra Weir, capace di superare ampiamente (al secondo e al terzo turno) il suo primato italiano indoor di 21,67 stabilito un anno fa ai Mondiali in sala di Belgrado ma anche il personale outdoor di 21,99, e il ceco campione uscente Tomas Stanek, che al secondo lancio balza provvisoriamente in testa di un centimetro con 21,90 prima di doversi accontentare dell’argento, mentre il bronzo è dell’ucraino Roman Kokoshko a 21,84. Per il gigante azzurro, brillante quinto alle Olimpiadi di Tokyo, è il riscatto dopo l’infortunio alla mano destra che lo ha bloccato nella scorsa estate. Nato e cresciuto in Sudafrica, ha origini italiane da parte del nonno materno e dall’autunno del 2019 è entrato in contatto con Dal Soglio, per decidere poi di spostarsi in Italia. Finisce senza misura Leonardo Fabbri, autore di sei nulli. Ai piedi del podio sui 3000 metri Nadia Battocletti, quarta con 8:44.96, mentre è nona Ludovica Cavalli in 8:53.97. Dal mezzofondo tra gli uomini anche il quinto posto di Pietro Arese nei 1500 in 3:38.91. Sesto nel triplo Tobia Bocchi con 16,39, ottava Sveva Gerevini con 4363 punti nel pentathon del record mondiale per la belga Nafissatou Thiam (5055). Nell’alto si qualificano per la finale Marco Fassinotti e Christian Falocchi, entrambi a 2,19.
L’EMOZIONE DI WEIR - “Non ho parole! Dopo nove mesi senza lanciare - racconta Zane Weir - non è stato facile, ma sono contento di essere tornato a questo livello. Poter festeggiare con la bandiera tricolore per me è una grande emozione. E devo ringraziare chi mi ha aiutato ad arrivare fin qui, il mio tecnico Dal Soglio, la Federazione e le Fiamme Gialle, senza di loro non ce l’avrei fatta”.
DAL SOGLIO: “UN CAPOLAVORO” - Soddisfazione enorme per chi ha condotto Weir sul tetto d’Europa, il coach Paolo Dal Soglio. “Zane ha fatto un capolavoro: tornare così dopo la frattura alla mano di lancio, rispondere subito al sorpasso dell’avversario. Ha avuto una forza di volontà incredibile, tanta determinazione. Mi ha contattato nel 2019 e ci siamo incontrati nel raduno all’inizio del 2020 in Sudafrica, poi è venuto in Italia rimanendo a casa mia durante il lockdown. Da lì è nata l’amicizia, un rapporto particolare. E questo è solo il primo passo”.
PESO: DUE RECORD PER IL TITOLO - È il giorno di Zane Weir, il momento tanto atteso dal lanciatore che tre anni fa ha compiuto una scelta di vita: dedicarsi all’atletica gareggiando in maglia azzurra. Per la prima volta sul podio e sul gradino più alto, per la prima volta sopra i ventidue metri accarezzati l’anno scorso con 21,99 all’aperto vincendo in Coppa Europa. Costante nei progressi e solido nelle gare che contano, dal quinto posto nei Giochi di Tokyo al sesto nei Mondiali indoor della passata stagione a Belgrado, fino allo stop dello scorso maggio al meeting di Ostrava per la frattura all’indice della mano destra. Ma ora torna più forte di prima con un altro salto di qualità, raccogliendo l’eredità del suo coach Paolo Dal Soglio, campione europeo indoor a Stoccolma nel 1996. La sfida è appassionante, nella prima finale di questa edizione: subito oltre i 21 metri Weir con 21,18 e secondo posto provvisorio dietro al 21,25 dell’ucraino Roman Kokoshko. Arriva al secondo turno la formidabile spallata di Weir che scuote la gara con 21,89 migliorando di 22 centimetri il suo record italiano indoor. Pronta la replica del ceco Tomas Stanek a 21,90 ma al terzo turno Weir sferra il colpo vincente: 22,06 diventando il quinto europeo di sempre al coperto, con la migliore prestazione continentale dell’anno, poi tre nulli dell’azzurro ma il primo posto non cambia. All’ultimo lancio Kokoshko (21,84) toglie il bronzo dal collo del croato Filip Mihaljevic (21,43), oro outdoor a Monaco. Gara da dimenticare per Leonardo Fabbri che aveva vinto il duello agli Assoluti di Ancona (21,60 contro 21,46) e invece qui infila una serie di sei lanci nulli.
BATTOCLETTI QUARTA NEI 3000 - Ci prova Nadia Battocletti nella finale dei 3000 metri. A metà gara va in fuga un terzetto con la locomotiva Kostanze Klosterhalfen, che imprime un ritmo sostenuto (secondo mille in 2:50), la connazionale tedesca Hanna Klein e la britannica Melissa Courtney-Bryant. L’azzurra viaggia nelle prime posizioni del gruppo trainato dall’olandese Maureen Koster (sesta al traguardo in 8:47.17) e poi si lancia all’inseguimento, per terminare in un comunque notevole 8:44.96 al quarto posto, davanti anche alla ‘brit’ Hannah Nuttall (8:46.30). Davanti si materializza la sorpresa: doppietta Germania ma Klein (8:35.78) riesce a beffare Klosterhalfen (8:36.50) nell’ultimo giro, bronzo Courtney-Bryant (8:41.19) con la trentina a quasi quattro secondi dal podio (e non lontana dal suo record italiano di 8:41.72), nona Ludovica Cavalli in 8:53.97.
1500: ARESE QUINTO - Ancora un piazzamento di prestigio per Pietro Arese, quinto a Istanbul dopo il quarto posto della scorsa estate a Monaco. Subito un imprevisto nella finale dei 1500 perché quando Jakob Ingebrigsten si porta a tirare, dopo nemmeno un giro, dietro si sgomita con la caduta del britannico George Mills in cui rimane coinvolto anche l’azzurro Ossama Meslek, costretto a fermarsi. Sull’azione del fuoriclasse norvegese, che conquista il suo decimo oro europeo assoluto con 3:33.95, il gruppo si spezza: l’ultimo ad arrendersi è il britannico Neil Gourley (3:34.23), terzo il francese Azeddine Habz (3:35.39). Crono difficili da raggiungere, perché un paio di secondi più veloci di quanto mai fatto da un italiano, ma il torinese corre in 3:38.91 nella scia dello spagnolo Jesus Gomez che è quarto con 3:38.11.
TRIPLO, SESTO BOCCHI - Per qualche minuto accarezza il sogno della medaglia Tobia Bocchi e alla fine l’emiliano chiude al sesto posto nel triplo. Il suo miglior salto a 16,39 è il terzo, allungando di una manciata di centimetri il 16,29 ottenuto in precedenza. Poi l’azzurro, condizionato da un fastidio fisico accusato nei giorni scorsi, cerca di incrementare però non va oltre il 16,35 del quinto tentativo. C’è ancora da aspettare per il podio, dopo i quarti posti nella scorsa edizione di Torun e anche a Monaco di Baviera all’aperto. Non senza rammarico, perché bastavano misure tutt’altro che impossibili: argento con 16,58 al greco Nikolaos Andrikopoulos, appena davanti al 16,57 del tedesco Max Hess mentre è chiaramente di un altro livello il portoghese Pedro Pablo Pichardo, incontrastato a 17,60.
PENTATHLON - Ottava in Europa, sempre più stabilmente tra le migliori in campo internazionale. Si fa valere nel pentathlon Sveva Gerevini, già undicesima in agosto a Monaco, in quel caso sulle sette prove della rassegna all’aperto. Per l’azzurra il totale è di 4363 punti dopo essere stata in vantaggio sulla tabella di marcia del record italiano (4451) nelle prime tre gare. Finisce con 6,08 nel lungo e 2:15.88 sugli 800 metri la sua giornata, illuminata dal personale nell’alto a 1,74. Meraviglioso il duello per l’oro, con la belga Nafissatou Thiam che firma il record mondiale con 5055 punti, ma anche la polacca Adrianna Sulek (5014 per l’argento) supera dopo undici anni il primato dell’ucraina Nataliya Dobrynska (5013). Bronzo alla belga Noor Vidts, 4823.
LE ALTRE FINALI - Dopo l’oro mondiale indoor, anche quello europeo. Vola al successo nei 60 metri Mujinga Kambundji in 7.00 ed è netta la superiorità della svizzera sulla polacca Ewa Swoboda (7.09) e sulla britannica Daryll Neita (7.12). Nel peso fa il bis la portoghese Auriol Dongmo, al secondo titolo di fila con 19,76 e quasi un metro di vantaggio nei confronti della tedesca Sara Gambetta (18,83) con il bronzo alla svedese Fanny Roos (18,42).
ALTO - Due azzurri conquistano la finale nell’alto. Non più di otto atleti in qualificazione superano la misura di 2,19 che quindi si rivela sufficiente per andare avanti e tornare in gara domenica alle ore 17.05. Riescono ad approfittare dell’occasione Marco Fassinotti e Christian Falocchi, entrambi con il terzo e ultimo tentativo a disposizione, dopo aver valicato 2,08 e 2,14 alla prima prova. Giornata no invece per Stefano Sottile, che incappa in tre nulli a 2,14 ed esce quindi di scena.
400 - In semifinale è sesta Alice Mangione sui 400 metri. Quando si va alla corda l’azzurra, scattata dalla scomoda prima corsia, frena per l’urto con la lettone Gunta Vaicule e poi viene a contatto con la finlandese Vivi Lehikoinen, correndo per qualche appoggio all’interno del cordolo per rimanere in piedi. La siciliana si trova quindi a inseguire, ancora più di quanto previsto, continuando a lottare per la posizione prima di chiudere in 53.66 nella gara vinta dall’olandese Lieke Klaver (51.43) che in finale proverà a fare uno-due con la connazionale Femke Bol (52.19 nell’altra semifinale per la primatista del mondo).
60 - Stesso crono di 7.39 e anche stesso piazzamento, l’ottavo e quindi il meno gradito, per le due sprinter italiane nelle rispettive semifinali dei 60 metri. Corre nell’ultima Anna Bongiorni, quella vinta dall’iridata svizzera Mujinga Kambundji con il miglior tempo complessivo in 7.05, nella prima invece l’altra toscana Irene Siragusa e qui svetta la polacca Ewa Swoboda (7.10). Nel lotto delle candidate alle medaglie con 7.07 si propone la britannica Daryll Neita. L’ultimo crono di ammissione è il 7.24 della portoghese Arialis Martinez, fuori portata in questo momento per le due azzurre.
l.c.
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