Europeo a squadre, Italia felicemente sesta

21 Giugno 2015

A Cheboksary azzurri a soli tre punti da uno storico quinto posto. Due vittorie con Donato nel triplo (17,11v) e Benedetti negli 800 metri (1:45.11), terzi posti di Floriani (3000st) e Demonte (200m, 20.67)

di Marco Sicari

Una bella Italia, volitiva, determinata, felice di indossare l'azzurro, accarezza fino all'ultima gara del programma dell'Europeo a squadre di Cheboksary il sogno di ottenere il quinto posto complessivo, traguardo mai ottenuto nelle cinque edizioni precedenti. Alla fine gli azzurri sono sesti, eguagliando la miglior classifica di sempre (Leiria 2009, Bergen 2010), a soli tre punti dai britannici. La Russia (quarto successo) si impone su Germania e Francia. A livello individuale, le due vittorie di Fabrizio Donato nel triplo (17,11v, +3.3) e Giordano Benedetti negli 800 metri (1:45.11) riportano l'Italia sul gradino più alto della manifestazione a 4 anni dall'ultima volta (Fabrizio Schembri nel triplo di Stoccolma 2011). Nel pomeriggio di oggi, altri due podi: quello di Enrico Demonte nei 200 metri (20.67, v. -0.9) e quello di Yuri Floriani nei 3000st (8:40.47), che, uniti ai sei di ieri, portano a 10 i piazzamenti tra i primi tre centrati a Cheboksary (secondo risultato di sempre, dopo i 12 dell'edizione inaugurale di Leiria 2009). Complessivamente, nel weekend russo, due vittorie, un secondo posto, e sette terzi. Ma sono tanti gli italiani capaci oggi di prestazioni da sottolineare: a cominciare da Giulia Riva nei 200m (quarta in 23.30, personale eguagliato), Claudio Stecchi nell'asta (quarto con lo stagionale di 5,45), la staffetta 4x400 donne (Libania Grenot, Marta Milani, Elena Bonfanti e Chiara Bazzoni, quarte con 3:29.83), Chiara Rosa (quarta nel peso con 17,88), Norbert Bonvecchio (quarto nel giavellotto, 77,33). Un'Italia che si fa apprezzare, in un contesto qualificato: Renaud Lavillenie vince l'asta con 5,85 e si concede tre tentativi a 6,02 prima di salutare il pubblico; Anita Wlodarczyck spara una martellata a 78,28, siglando la miglior prestazione mondiale 2015; Darya Klishina atterra a 6,95 nel lungo, eguagliando la miglior prestazione europea stagionale; Mariya Kuchina vola a 1,99 nell'alto.

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LA CRONACA DELLE GARE

4x400 uomini - Il sogno di centrare il quinto posto si infrange sugli scogli della staffetta 4x400. L'Italia non riesce nell'impresa di difendere i tre punti di vantaggio accumulati fino all'ultima gara sulla Gran Bretagna, risultato difficilmente pronosticabile alla vigilia. Il team GBR, per forza e tradizione nella specialità, è tra i migliori in Europa. Gli azzurri fanno quel che possono, ma con una formazione agguerrita ma certo rimaneggiata (Re, Cappellin, Haliti, Manenti) non vanno oltre il sesto posto nella serie migliore con 3:06.71. Vince la Francia 3:00.47, un signor tempo, praticamente bissato dai britannici, secondi con 3:00.54. Nel computo complessivo gli azzurri finiscono all'ottavo posto, battuti anche da Ucraina e Spagna (le prime due della prima serie).

4x400 donne - Le ragazze del quartetto del miglio svolgono bene il proprio compito, mantenendo vivo il progetto azzurro di centrare il quinto posto. Libania Grenot, in prima frazione, lancia bene il quartetto, ma è Marta Milani, autrice di una "signora" frazione, a portare le azzurre al secondo posto, alle spalle delle russe, in fuga dal via. Elena Bonfanti mantiene la classifica con un'altra frazione da battaglia, mentre Chiara Bazzoni si arrende solo alla classe della francese Flora Guei, resistendo al ritorno della Germania (tre soli centesimi di margine alla fine tra italiane e tedesche). Russia in 3:24.98, poi Francia (3:28.84), Italia (3:29.83), e Germania (3:29.86). In mezzo si infila l'Ucraina, vincitrice della prima serie con 3:29.79, che va al terzo posto scalzando Grenot e compagne dal podio.

Giavellotto uomini - Norbert Bonvecchio era stato l'uomo di Coppa lo scorso anno a Braunschweig, quando il suo over-80 aveva suonato la riscossa italiana nella seconda giornata. Il trentino non smentisce la sua fama, e centra un prestigioso quarto posto con 77,33 (al primo lancio). Vince la superstar Tero Pitkamaki, con un ultimo lancio ai suoi livelli, misurato a 84,44. In ogni caso, la bella prestazione di Bonvecchio conferma l'Italia al quinto posto, con tre soli punti di vantaggio sulla Gran Bretagna. L'Italia non è mai arrivata meglio che sesta nell'Europeo per Nazioni. Si può segnare un nuovo limite. Ma deciderà tutto la staffetta 4x400 maschile, dove i britannici partono tra i favoriti, per caratura e tradizione.

Alto donne - Vince Mariya Kuchina, per il tripudio del pubblico di Cheboksary. La russa è l'unica a valicare l'1,99, mentre Ruth Beitia, praticamente perfetta fino a 1,97, dopo due errori alla quota decisiva, lascia l'ultimo salto a disposizione a 2,01, fallendo però il sorpasso. La polacca Licwinko è terza con 1,97 (centrato alla seconda) quota superata anche dalla quarta in classifica, la novità svedese Erika Kinsey (primato personale). Alessia Trost è brava a fissare lo stagionale a 1,94 (al terzo tentativo), ma deve fermarsi nella rincorsa all'1,97 dopo il primo errore, a causa del regolamento della manifestazione (quattro falli complessivamente possibili). A conti fatti, pesa un banale errore a 1,84, che spinge giù l'italiana fino all'ottavo posto, lontano dalle posizioni che contano.

L'Italia è comunque quinta, prima della decisiva 4x400 metri maschile.

Lungo donne - Il pronostico diceva Klishina, e così è stato, ma con il contorno di un 6,95 (+1.6) che eguaglia la miglior prestazione europea della britannica Proctor, e fissa il primato dell'Europeo per Nazioni. Dietro di lei, la bielorussa Sudareva è seconda con 6,86. Tania Vicenzino, che aveva anche accusato un problema nel corso della mattinata, si difende abbastanza bene, e termina ottava con 6,29 (+0.2).

3000st uomini - Una gara di grande esperienza da parte di Yuri Floriani, uno dei veterani e più titolati degli atleti azzurri (brilla sempre la finale olimpica corsa dal trentino a Londra 2012). Il tema è come sempre tattico, considerata la posta in gioco e anche i 28 gradi sul terreno; Il britannico Seddon si incarica del ritmo ma l'andatura è ai limit del turistico (2:58, 5:53). Floriani segue sempre i battistrada, cercando di non spendere energie. Nel finale, quando esplodono le polveri, e il polacco Zalewski si invola (primo in 8:37.51), l'italiano battaglia bene, e si arrende solo al ritorno del russo Chavkin (8:39.39, secondo, Floriani è terzo in 8:40.47). E' il decimo podio per l'Italia nella manifestazione, il quarto di giornata. Il quinto posto dei britannici è a quattro punti e mezzo! 

5000m donne - Silvia Weissteiner, per una serie di ragioni, non aveva purtroppo molte carte da giocare in questa manifestazione. La sua condotta di corsa (a seguire i ritmi delle avversarie, cercando di tenere) era l'unica, di fatto, possibile. L'altoatesina in conclusione è sesta, dopo essere rimasta in scia alle migliori fino ai tre giri conclusivi; purtroppo quando le altre scalano le marce, facendo salire i giri, l'azzurra non ne ha, restando sul suo "pace". La polacca Plis si impone in 15:49.29 (passaggi di 6:29 e 9:40), Silvia chiude quasi al passo, sesta, in 16:15.09.

Martello donne - Il risultato di giornata lo piazza la polacca Anita Wlodarczyck, la wonder woman del martello, che centra la miglior prestazione mondiale dell'anno con 78,28 (misura che è anche il record della manifestazione). La gara è di livello mondiale, in sei vanno oltre in 71 metri, Betty Heidler è seconda con 75,73 (!). Silvai Salis non trova la giornata ideale e deve accontentarsi, in un contesto tra i più qualificati dell'intera manifestazione, del nono posto, con 67,80 (serie: 66,45; N; 67,80).

1500m donne - La doppia fatica richiesta alla volenterosa Margherita Magnani era un rischio, ma la romagnola ripaga la fiducia con una prova di grande volontà. Al traguardo è settima in 4:18.05, al termine di una gara ovviamente tattica (2:22 e 3:28 al passaggio di 800 e 1200 metri) e di difficile interpretazione. Quando la corsa diventa muscolare l'italiana reagisce come può: con una preparazione ancora parziale, impossibile attendersi di più. La disponibilità della Magnani merita però la sottolineatura, a dimostrazione che in azzurro, per la maglia azzurra, possono scattare motivi di natura diversa, superiori a quelli normalmente considerati dagli atleti.

200m uomini - L'occhio allenato di chi conosce l'atletica lo aveva già visto ieri pomeriggio, durante la staffetta 4x100: lo stato di forma di Enrico Demonte è di quelli che fanno ben sperare. Il 26enne ligure conferma le impressioni del Day 1 di Europeo a squadre centrando un eccellente terzo posto nella classifica complessiva, in forza di un ottimo 20.67 (-0.9, primato stagionale) che lo colloca alle spalle dell'ucraino Smelyk nella serie (in teoria) più debole del lotto; nella serie successiva, il solo britannico Talbot fa meglio dell'italiano (20.62, -0.2), disegnando una classifica da urlo per gli azzurri. Punti in doppia cifra, ancora una volta (la terza del pomeriggio, la nona nella manifestazione), per la formazione del DTO Massimo Magnani. 

200m donne - I giovani sono la forza di questa squadra azzurra a Cheboksary. I veterani fanno il loro, ma questa volta ci sono anche le nuove leve, a dare continuità e sostanza alla classifica italiana. Giulia Riva, 23enne milanese esplosa quest'anno, non si fa intimorire dalla responsabilità di correre una prova individuale in azzurro, anzi: sfodera una corsa tutta grinta e reattività, qualità in parte già messe in mostra ieri, nella frazione finale della staffetta 4x100, e piomba sul traguardo in 23.30, primato personale eguagliato (+0.5 m/s). L'ucraina Pohrebnyak è lontana (22.76), ma le altre sono vicinissime: Williams (GBR, 23.16) e Smirnova (RUS, 23.29) sono ad un passo. L'azzurra è quarta, portando nove punti alla classifica italiana. Lo scacchiere dello sprint azzurro ha una nuova pedina su cui contare anche a livello internazionale.

Triplo uomini - Il capitano Fabrizio Donato sceglie il modo migliore di dare l'esempio alla squadra: vince il triplo con 17,11v (+3.3), schiantando gli avversari dal primo salto a disposizione. Dopo, un paio di nulli, e la rinuncia finale a saltare quando i giochi sono definitivamente chiusi. Battuto il russo Aleksey Fiodorov, l'avversario maggiormente accreditato, secondo con 16,92. "Volevo vincere - racconta Donato nel dopo gara - e sono riuscito a farlo, anche se in gara, con il passare dei salti, il dolore al tendine d'Achille si è fatto sentire via via sempre maggiormente. In queste situazioni si finisce per saltare male, quindi ho preferito fermarmi. In effetti ho fatto il salto più lungo ma anche il più brutto, devo essere sincero.

E questo mi dispiace, perché era un'occasione per saltare lontano, anche per confrontarsi con il resto del mondo, cosa che io voglio fare, non basta solo primeggiare qui. Da capitano sono contento di vedere questa squadra azzurra: tanti ragazzi giovani che stanno facendo benissimo, si migliorano, un'atletica italiana che sta crescendo e lo fa vedere. Io mi sono messo a disposizione, volevo dare una mano a questi ragazzi, al nostro ambiente. Spero di averlo fatto nel miglior modo possibile".

800m uomini - Se il talento e la classe fossero valori misurabili e confrontabili, Giordano Benedetti sarebbe probabilmente uno degli atleti più forti del mondo. Il suo finale di gara a Cheboksary è una di quelle cose che restano impresse nella memoria di chi ama l'atletica. Travolge tutto e tutti, rimonta il francese Pierre-Ambroise Bosse (1:43.88 a New York il 13 giugno) ed il polacco Adam Ksczot (il campione europeo in carica) e si fionda sul traguardo in 1:45.11, crono che è anche il record della manifestazione (nella nuova formula). Il norvegese Roth lancia il ritmo, e passa a metà in 51.42; Benedetti segue in terza posizione, ma non si danna per ricucire lo strappo, anzi, sembra attendere il risalire dei due avversari più forti. Così è: quando ai 600 i due partono in tromba, l'azzurro segue la corrente, quando si entra in rettilineo inizia a produrre frequenze e spinte prodigiose, mentre Kszczot e poi Bosse vanno in difficoltà: sul traguardo il trentino fulmina il francese (1:45.11 contro 1:45.14) e riporta l'Italia alla vittoria a quattro anni dal successo di Fabrizio Schembri nel triplo di Stoccolma. "E' la mia più bella vittoria, non ci sono dubbi - racconta Benedetti nel dopo gara - sapevo di stare bene, e aspettavo l'occasione di dimostrarlo contro avversari di livello ed in una manifestazione di questo valore. Quando ho visto il norvegese partire, ho scelto di non seguirlo, sapevo che da dietro sarebbero risaliti i migliori, e così è stato; ho cambiato i miei piani in corsa, volevo attaccare ai 220 dal traguardo, ma mi sono accodato, in attesa di piazzare la volata. Sul rettilineo ne avevo, ed è stata una bella sensazione. Ora non gareggerò, mi fermo a lavorare, sarò al Sestriere per tre settimane, con El Kabbouri, voglio provare a costruire un grande Mondiale, e magari scegliere di fare qualche puntata sui 1500 metri".

Peso donne - Chiara Rosa porta a termine la missione, piazzandosi al quarto posto in una classifica che sembrava composta già fin dal via. Vince la tedesca Christina Schwanitz, con uno stupefacente 19,82 (record dell'Europeo per Nazioni), ottenuto al secondo lancio. Alle sue spalle la russa Tarasova (18,51), e la bielorussa Dubitskaya (18,38), facilmente pronosticabili alla vigilia. La veneta apre con il 17,88 che farà classifica, collezionando poi un nullo, 17,63 ed un altro nullo. Nove punti per l'Italia, e sorpasso completato ai danni dell'Ucraina (siamo a 26 gare sulle 40 del programma): maglie azzurre al sesto posto. 

110hs uomini - Il vento è implacabile, ma Hassane Fofana si difende bene, vincendo la prima serie in 13.78 (-1.7) e avvicinando lo stagionale (13.68). L'avvio del bergamasco non è dei migliori, malgrado lo 0.149 di reazione: impiega un paio di intervalli per entrare nel ritmo, ma poi va in crescendo, piombando sul traguardo con il polacco Czykier: primo posto per l'azzurro, ma stesso tempo assegnato all'avversario (che eguaglia così lo stagionale). La serie migliore è uno dei piatti forti, da intenditori, dell'Europeo per Nazioni: la sfida tra il russo Shubenkov ed il francese Pascal Martinot-Lagarde è vibrante, e fa gridare lo stadio. Vince il russo, con frequenze strepitose tra gli ostacoli, in 13.22 (vento contrario di ben 2.6 m/s)! Il francese è secondo con 13.42, ma la cosa più bella, in chiave italiana, è che Fofana è quinto nella classifica complessiva, portando altri punti pesanti a casa azzurri.

Disco uomini - Hannes Kirchler, roccia altoatesina, trova il lancio giusto per scalare la classifica al terzo tentativo: il suo 58,98 lo colloca, al termine dei primi tre lanci, sul terzo gradino del podio, a un solo centimetro dal tedesco Wierig. In testa, il polacco Urbanek, è unico a viaggiare con regolarità oltre i 60 metri (63,03 di miglior prova). Nel turno conclusivo, l'azzurro è superato dallo spagnolo Casanas (60,01), ma si migliora ancora con 59,03 (serie: 52,64; 58,05; 58,98; 59,03). Il tedesco Wierig reagisce, e si riprende il secondo posto (60,23), spingendo Kirchler al quarto. Sono comunque punti preziosi per l'Italia.

100hs donne - Inserita nella serie più debole, la 21enne friulana Giada Carmassi, esordiente in azzurro, chiude in 13.68, crono viziato da oltre due metri di vento contrario alla direzione di corsa (-2.2 m/s). Purtroppo a vincere la prova è l'ucraina Plototsyna (13.44), con i gialloblù che guadagnano dunque punti sull'Italia. Nella serie più forte, aiutata anche da condizioni meno penalizzanti (vento +0.4), la bielorussa Alina Talay stampa un ottimo 12.80, precedendo la russa Morozova (12.85) e la tedesca Roleder (12.92). La Carmassi è decima nella classifica complessiva di specialità.

3000m uomini - Non comincia benissimo, la seconda parte di programma a Cheboksary. Stefano La Rosa è solo nono in un 3000 metri ultra-tattico, vinto dal tedesco Ringer (8:34.35, ultimo mille da 2:26). Il toscano corre con attenzione i primi due chilometri di corsa, affiancato al battistrada, il britannico Butchart; ma quando suona la campana dell'ultimo giro, da dietro risalgono in molti, stringendo l'italiano alla corda. Lo sviluppo dell'ultima tornata dirà poi la verità, con la Rosa che, malgrado la strenua resistenza, scivola inesorabilmente indietro, fino al nono posto.

 



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