Fabbri quinto, staffetta sesta, Derkach ottava

03 Agosto 2024

Il pesista azzurro chiude con 21,70 sotto la pioggia, la mista con Sito, Trevisan, Scotti e Mangione 3:11.84 (oro a super Bol), la triplista 14,14. Riva 3:32.84 vince il ripescaggio dei 1500. Oro dei 100 donne a Julien Alfred

Si piazza quinto Leonardo Fabbri nella finale del peso alle Olimpiadi di Parigi con 21,70. Non è la miglior serata per il campione europeo che al primo lancio dimostra di valere ampiamente i ventidue metri, superati in tutte le gare della stagione all’aperto, ma è nullo per aver toccato il fermapiede con il tallone. Al secondo con 20,96 il fiorentino (arrivato quest’anno a 22,95) si garantisce un posto tra i primi otto, poi inizia a piovere e al quarto allunga con 21,70 che viene annullato a posteriori, ma solo per qualche minuto, prima di essere di nuovo convalidato a gara conclusa. Nulli gli altri tentativi dell’azzurro, argento mondiale e bronzo iridato indoor, rischiando anche di cadere alla quinta prova sulla pedana bagnata. Terzo oro consecutivo per il fuoriclasse statunitense Ryan Crouser che domina con 22,90 ed è ancora d’argento per la terza volta il connazionale Joe Kovacs con 22,15 all’ultimo turno, stessa misura del giamaicano Rajindra Campbell, bronzo in base al secondo risultato. Undicesimo l’altro azzurro Zane Weir con 20,24. Nella 4x400 mista è sesta la staffetta dell’Italia in 3:11.84 con Luca Sito, Giancarla Trevisan, Edoardo Scotti e Alice Mangione. Vince l’Olanda di una straordinaria Femke Bol, in rimonta sugli Stati Uniti, 3:07.43 contro 3:07.74 a soli due centesimi dal record mondiale (Usa 3:07.41 nella batteria di ieri). Ottava nel triplo Dariya Derkach con 14,14 (+0.8) per replicare lo stesso piazzamento dell’anno scorso ai Mondiali, confermandosi tra le migliori specialiste a livello globale, mentre si impone Thea Lafond (Dominica) con 15,02 (-0.4).

La donna più veloce è la caraibica Julien Alfred, sprinter di Santa Lucia, che trionfa nella finale olimpica dei 100 in 10.72 (-0.1) sotto la pioggia dopo aver già vinto quest’anno l’oro mondiale nei 60 indoor. Surclassata la campionessa iridata Sha’Carri Richardson (Usa, 10.87), bronzo a Melissa Jefferson (Usa, 10.92). Eliminata Zaynab Dosso in semifinale nei 100 con 11.34 (+0.1). Al termine di un decathlon combattutissimo, festeggia a sorpresa il 22enne norvegese Markus Rooth che si migliora con 8796 punti dopo essere passato in testa nella penultima prova ai danni del tedesco Leo Neugebauer (8748), terzo Lindon Victor (Grenada, 8711). Due azzurri sbarcano in semifinale nei 1500 tramite il turno di ripescaggio. È splendido Federico Riva che si invola nell’ultimo rettilineo e vince con l’eccellente crono di 3:32.84, personale migliorato di oltre mezzo secondo, non lontano dal record italiano (3:32.13) pur senza spingere fino in fondo. Avanti anche Ossama Meslek, terzo nella sua gara in 3:35.32, e insieme al primatista nazionale Pietro Arese (già qualificato nelle batterie di ieri) torneranno in pista domenica sera.

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Peso uomini (finale) - Dopo il batticuore di venerdì sera, con la qualificazione raggiunta da Leonardo Fabbri soltanto all’ultimo appello, nella finale del peso è il primatista mondiale Ryan Crouser a fare subito la voce grossa con 22,64. Il campione d’Europa apre con un gran lancio che atterra intorno ai ventidue e mezzo, se non oltre, ma è nullo per ‘Leo’ che tocca il fermapiede con il tallone, quasi un replay della seconda prova nel turno eliminatorio. L’altro statunitense Payton Otterdahl fa 21,98, poi Crouser allunga a 22,69 e il giamaicano Rajindra Campbell insegue con 22,15. Al secondo lancio Fabbri piazza un 20,96 che vale il sesto posto provvisorio. Terzo turno con Otterdahl a 22,01 e un nuovo progresso di Crouser che si spinge fino a 22,90 prenotando il terzo oro olimpico consecutivo. Ancora una bandierina rossa per Fabbri: è settimo, comunque tra i primi otto che continuano la gara. Chiude undicesimo l’altro azzurro Zane Weir con 20,24 al secondo tentativo e due nulli. Intanto comincia a piovere e si riparte con Fabbri che cresce a 21,70 per il quinto posto, a un centimetro dal 21,71 di Joe Kovacs che è quarto. La pedana diventa bagnata: al quinto lancio Fabbri scivola, rischiando di cadere. Poi i giudici decidono di annullare il suo 21,70 e il fiorentino torna quindi in settima posizione. Difficile rimanere in equilibrio, a causa dell’acqua, ma ci riesce Kovacs conquistando il suo terzo argento di fila con 22,15 e una seconda miglior misura rispetto a Campbell. A gara finita, torna valido il 21,70 di Fabbri che è quinto. “Peccato per il primo lancio - commenta Leonardo Fabbri - che era veramente lungo, purtroppo è un errore che mi porto dietro da tanto. Mi dispiace, poi ho cercato troppo di controllare il tallone, ma sono stato bravo a fare 21,70. Poi ci ho provato ma non era facile: a iniziato a piovere, la pedana era sporca, stavo per farmi male. Una serata agrodolce, con una medaglia sarei stato più contento, ero il primo ad aspettarmela. Ma sto facendo qualcosa di importante, mi devo abituare e capire che sono al livello dei migliori, imparando a mantenere il mio gesto anche in lanci controllati. L’esperienza farà tanto. Ci tenevo a vincere, ma devo fare i complimenti agli altri”.

4x400 mista (finale) - Per la prima volta l’Italia è in finale olimpica nella staffetta mista, introdotta nella scorsa edizione. Dopo la frazione iniziale di Luca Sito, tocca a Giancarla Trevisan (al posto di Anna Polinari impiegata ieri in batteria) che si assesta al quinto posto e combatte dietro al gruppo di testa. Poi scende in pista Edoardo Scotti, superato da un paio di rivali prima di trovarsi in sesta piazza. Nel momento del cambio Alice Mangione deve districarsi tra gli avversari e taglia il traguardo in settima posizione con 3:11.84 ma in seguito alla squalifica della Francia, per aver ostacolato Scotti, gli azzurri sono sesti. Prodigiosa l’olandese Femke Bol (cronometrata in 47.93 lanciato!) che sorpassa la statunitense Kaylyn Brown e conduce all’oro i compagni di squadra Eugene Omalla, Lieke Klaver e Isaya Klein Ikkink, terza la Gran Bretagna (3:08.01). Sito: “La pioggia ha influito molto, credo di aver fatto un’ottima frazione e sono carico per le prossime gare”. Trevisan: “Abbiamo corso forte, ma c’è un po’ di rammarico per come è andata”. Scotti: “Speravo di fare meglio, le medaglie erano lontane”. Mangione: “C’è stato caos al cambio, ho preso il testimone con la mano destra, purtroppo ha influito parecchio”.

Triplo donne (finale) - Ancora tra le big. Come ai Mondiali dell’anno scorso a Budapest, finisce ottava Dariya Derkach nel triplo alle Olimpiadi di Parigi. L’azzurra è brava a cogliere subito il salto utile per entrare nelle migliori otto con 14,14 (+0.8) al primo colpo e supera i quattordici metri anche al secondo con 14,08 (+0.2), poi due volte a 13,79 e due nulli: “Mi dispiace non essere riuscita a gestire al meglio la rincorsa, a fare almeno come in qualificazione”. Nella serata del titolo olimpico dei 100 a Santa Lucia, un’altra isola caraibica festeggia l’oro: è la Dominica dell’iridata indoor Thea Lafond che decolla a 15,02 (-0.4) davanti a Shanieka Ricketts (Giamaica, 14,87/-0.7) e Jasmine Moore (Usa, 14,67/+0.7), niente podio per le cubane Liadagmis Povea (14,64/-0.1) e Leyanis Perez Hernandez (14,62/+0.6).

1500 uomini (ripescaggio) - Trema il record italiano dei 1500 metri, già nel turno di ripescaggio. Spettacolare la prova di Federico Riva, autore di una progressione irresistibile che lo porta a staccare nettamente gli avversari all’uscita dall’ultima curva, al culmine di una tornata entusiasmante che lo vede risalire dalla quarta posizione, smettendo di accelerare quando mancano pochi metri. Il crono è comunque da urlo, perché con 3:32.84 il romano toglie 69 centesimi al proprio limite e arriva a 71 dal primato italiano per consolidare la terza posizione di sempre a livello nazionale, vicinissimo allo storico 3:32.78 di Gennaro Di Napoli. Tutt’altra musica in confronto a venerdì mattina, che lo aveva visto spegnersi nel tratto conclusivo. Battuti il canadese Charles Philibert-Thiboutot (3:33.53) e il britannico George Mills (3:33.56). “Felicissimo per aver distribuito bene - sorride Riva - senza farmi prendere dalla voglia di stare davanti subito. Ho un po’ mollato negli ultimi metri, per preservare qualcosa per domani”. Il round aggiuntivo premia anche Ossama Meslek. L’azzurro timbra il biglietto che spetta soltanto ai primi tre, in rimonta, interpretando al meglio la tattica di gara: recupera posizioni nell’ultimo giro, poi agguanta il terzo posto in rettilineo (crono di 3:35.32) e lo difende dall’assalto del sudafricano Tshepo Tshite, per tre centesimi (3:35.35), dietro all’irlandese Cathal Doyle (3:34.92) e al francese Azeddine Habz (3:35.10). “Sapevo di essere in forma - racconta Meslek - e sono contento di come ho gestito la situazione, molto meglio di ieri”. Si torna in pista domenica sera alle 21.10 con tutti e tre gli azzurri (anche Pietro Arese) in caccia della finale.

Decathlon (1500) - In poco più di un anno, dal titolo europeo under 23 all’oro olimpico. Non era tra i principali favoriti, ma il nuovo superman del decathlon è Markus Rooth con quasi duecento punti di miglioramento (da 8608 a 8796). Nei 1500 il norvegese corre in 4:39.56 e aumenta il gap su Neugebauer (4:44.67) mentre Victor sigilla il bronzo (4:43.53), quarto in recupero l’olandese Sven Roosen con 8607 punti e quinto l’estone Janek Oiglane (8572) a precedere il connazionale campione europeo Erm (8569).

100 donne (finale) - È una piccola isola con meno di 180 mila abitanti e tra loro c’è la campionessa olimpica dei 100 metri, una delle gare più iconiche in assoluto. La prima medaglia ai Giochi nella storia di Santa Lucia, nei Caraibi, si materializza con lo sprint regale di Julien Alfred. Non era un fuoco di paglia la semifinale, perché ottanta minuti più tardi domina in 10.72 (-0.1) per migliorarsi di sei centesimi, ottava di sempre al mondo. E con ancora più margine davanti a Sha’Carri Richardson che parte male e poi non recupera sulla pista bagnata. Quarta la britannica Daryll Neita con 10.96, infortunata l’ivoriana Ta Lou.

100 donne (semifinali) - Non brilla Zaynab Dosso, che non riesce a cambiare passo rispetto all’opaca batteria di venerdì. L’emiliana si piazza al nono posto in 11.34 (+0.1) e lontana dalle migliori, nella semifinale vinta dalla statunitense Melissa Jefferson con 10.99 davanti a Marie-Josée Ta Lou, seconda in 11.01 (stesso crono del record italiano firmato dall’azzurra agli Europei di Roma dove si è messa al collo il bronzo). Poi c’è la sfida tra due delle principali candidate all’oro e impressiona la campionessa mondiale dei 60 indoor Julien Alfred che svetta sull’iridata Sha’Carri Richardson, 10.84 (-0.1) contro 10.89, mentre rinuncia Shelly-Anna Fraser-Pryce. Nell’ultima semifinale la non ancora ventenne giamaicana Tia Clayton sfreccia in 10.89 (+0.2).

Decathlon (giavellotto) - Dopo l’exploit nell’asta, il norvegese Markus Rooth coglie il personale anche nel giavellotto con 66,87 e va al comando, quando manca soltanto una prova. Sedici i punti di vantaggio su Neugebauer a cui non basta un buon 56,64 per rimanere in testa, ancora terzo Lindon Victor (8053) che lancia a 68,22. Miglior misura di sempre in un decathlon a cinque cerchi per il tedesco Niklas Kaul (77,78), stavolta troppo lontano in classifica per sperare in una prodigiosa rimonta.

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