Fabrizio Donato, capitano di Coppa
18 Giugno 2015Il triplista laziale torna in pedana nell'Europeo a squadre di Cheboksary. E lo farà da leader azzurro: "Voglio dare una mano alla Nazionale"
di Marco Sicari
Quello di Cheboksary, nel weekend, sarà l'ennesimo ritorno in azzurro per Fabrizio Donato. Superati gli infortuni che ne hanno condizionato il percorso durante il 2015 (privandolo tra l’altro, in inverno, della chance agli Euroindoor di Praga), il triplista laziale sarà di nuovo in pedana. A guidare, da capitano, la formazione italiana che sarà in gara nel Campionato Europeo per nazioni. Diventato papà per la seconda volta (il primo aprile scorso la moglie, Patrizia Spuri ha dato alla luce Viola, che va a far compagnia alla primogenita Greta), Donato è pronto ad una nuova sfida. Sarà la nona volta nella massima rassegna continentale a squadre: nelle otto partecipazioni precedenti, per l'azzurro due vittorie e tre secondi posti, compreso quello dello scorso anno a Braunschweig.
“Sto bene, altrimenti non sarei qui – racconta durante il volo che trasporta la squadra azzurra in Russia – non mi sono mai presentato ad un appuntamento importante senza la convinzione di poter essere competitivo. L’ultimo problema (uno stiramento muscolare, ndr) risale al 31 marzo, il giorno prima della nascita di mia figlia. Da allora, smaltito l’infortunio, le cose sono andate con una certa regolarità. Credo di aver raggiunto, con il supporto di Roberto Pericoli, il mio allenatore, una condizione adeguata".
Il campionato europeo a squadre da capitano. Alla nona partecipazione.
"Per me è una manifestazione speciale, qualcosa che va oltre il normale impegno agonistico. Ci metto anche la voglia di dare una mano alla squadra, alla Nazionale. E’ una cosa in cui credo, voglio dare il mio contributo, restituire qualcosa a chi lavora con me e per me”.
Che tipo di gara sarà quella di Cheboksary?
“Il russo Fiodorov è certamente un avversario ostico, ma a parte lui, non vedo marziani nelle liste di iscrizione. Ci sono diversi atleti che viaggiano tra 16,30 e 16,50, uno standard di medio livello in Europa. Proverò ad esprimermi al meglio, cercando di portare punti alla squadra, come ho fatto in altre occasioni in passato. La formula di gara (quattro salti soltanto, ndr) non è un problema, vale per tutti ed in fondo non è lontana da quel che succede nelle qualificazioni di una grande manifestazione”.
La stagione di Fabrizio Donato comincia qui.
“Sì, è bello esordire in Nazionale. L’obiettivo è di fare poche gare, quest’anno, cercando il massimo della condizione in occasione dei Mondiali di Pechino. E’ una scelta obbligata, perché il triplo è una specialità particolarmente usurante, che non ti consente ritmi agonistici sostenuti. Ma anche perché so di dover gestire la “macchina” con attenzione, evitando di sottoporla a stress ripetuti a breve distanza l’uno dall’altro. Mi conosco, ho imparato ad ascoltarmi, e credo che questo abbia contribuito ad estendere la mia carriera atletica”.
Il triplo è stato scosso dall’avvento di Pedro Pablo Pichardo, "Mister 18".
“E’ straordinario – ride – perché esegue il gesto con una semplicità ed una efficacia che lasciano senza parole. Non sembra nemmeno stia facendo quel che fa; poi, guardi dove atterra, e ti rendi conto di quel che è successo. Il record del mondo? Deve cercarlo, deve farlo quest’anno: non tutto gira sempre positivamente in questa specialità, meglio cogliere le occasioni quando si presentano”.
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