Falloni a Caracalla: ''Ecco la mia storia''

11 Marzo 2019

"A scuola con gli azzurri", nel primo incontro il lanciatore del martello si racconta ai giovanissimi: "Da piccolo ero un marciatore. Il mio coach Nicola Vizzoni? Esempio da seguire"

Primo appuntamento con "A scuola con gli azzurri". Simone Falloni (dell'Aeronautica, e della Studentesca Rieti Milardi per i Campionati di Società) ha incontrato i ragazzi della Scuola di Caracalla e ha raccontato la propria esperienza di lanciatore del martello. Si prosegue mercoledì 13 marzo con la vicecampionessa europea juniores del giavellotto Carolina Visca (Fiamme Gialle) alla scuola delle Tre Fontane. Il giorno dopo, giovedì 14 marzo, allo stadio dei Marmi, l’incontro con la quattrocentista più volte azzurrina Ilaria Verderio (Fiamme Gialle). Lunedì 18 marzo alla scuola Paolo Rosi è la volta di Eloisa Coiro (Fiamme Azzurre), fresca campionessa italiana juniores degli 800 indoor, e la maratona sarà protagonista mercoledì 20 marzo con Andrea Lalli (Fiamme Gialle) ospite della scuola di Tivoli. Il sesto incontro sarà dedicato alla marcia, martedì 26 marzo, alla scuola dello Stadio dei Marmi con l’azzurro della 50 km Andrea Agrusti (Fiamme Gialle). Altri momenti di confronto con i campioni azzurri saranno organizzati ad aprile.

Chi è Simone e che hobby ha?

Simone è un ragazzo nato a Roma il 26 luglio del 1991 con la passione per l'atletica e in particolare per il lancio del martello che dopo numerosi sacrifici personali e familiari è riuscito a farlo diventare il suo lavoro grazie all'Aeronautica Militare.
Sono un ragazzo multilaterale ho diversi hobby, da piccolo mi divertivo a fare il dj alle feste con gli amici, mi piace fotografare, cucinare e poi lo sport in generale. Ah, non dimentichiamoci il cinema e per finire il mangiare!

Come ti sei avvicinato all'atletica e grazie a chi?

Mi sono avvicinato all'atletica nel 2005 grazie a Pino Iannuzzi allenatore della Libertas San Cesareo dove mi dilettavo nelle gare di marcia. Ah, dimenticavo, nel 2005 ero già così come sono adesso e finire una gara di 4km era come fare il record del mondo!

Che rapporto hai con il tuo allenatore?

Da quando ho intrapreso la mia carriera di atleta ho avuto diversi allenatori a partire da Walter Rizzi che mi ha allenato dal 2007 al 2010, dall'agosto del 2010 sono passato sotto la guida di Gino Brichese ex responsabile della nazionale italiana di lanci che tuttora, alla veneranda età di 85 anni a novembre, mi segue con costanza e grande passione quando mi trovo a Ostia, e dal 2015 al 2017 abbiamo avuto anche un aiuto da Tommaso Mattei sulla parte di programmazione. Dal 2017 mi sono trasferito a Pietrasanta (Lucca) per farmi allenare dal vice campione olimpico di Sidney 2000 Nicola Vizzoni. Con i miei 2 allenatori attuali ho un rapporto di rispetto e stima, per me è un onore allenarmi con due tecnici così, che in comune hanno una passione immensa per questo sport. Da una parte vedo una persona che dopo 60 anni di atletica a livello nazionale e internazionale continua ad avere la stessa passione del primo giorno che ha iniziato il suo percorso da tecnico. Dall'altra vedo un esempio da seguire per tutto quello che ha fatto nel lancio martello e per tutto quello che ha vinto nella sua carriera da atleta.

Hai sempre fatto martello o da piccolo preferivi qualche specialità diversa?

Come detto in precedenza ho iniziato con le gare di marcia, sorrido nel pensare al fine gara, arrivare e concludere la gara era una gioia immensa, dopodiché mi dilettavo sempre nei lanci prima nel peso e poi nel disco ma così per gioco!

Il tuo atleta preferito, chi hai avuto come modello a cui ti ispiravi?

Sono cresciuto guardando alla tv le imprese di Nicola Vizzoni e con i duelli tra lui e il suo rivale storico Marco Lingua che è diventato il mio rivale attuale.

Qual è stato il momento più emozionante della tua carriera?

Di momenti emozionanti nella mia carriera sono principalmente due: il primo agli europei U23 a Tampere dove sono arrivato 4° con il personale e la gioia della mia famiglia venuta lì a tifarmi; il secondo è stato ai Mondiali di Londra nel 2017, ancora ho i brividi a ripensare alla mia entrata in campo con lo stadio Olimpico gremito di persone perché in concomitanza della mia qualificazione c'era la finale dei 10.000 metri di Mo Farah.

Obiettivi per il 2019?

L'obiettivo del 2019 è qualificarmi nuovamente ai Mondiali, però questa volta a Doha in Qatar, e riuscire a esprimermi sulle mie misure migliori.

La tua seduta di allenamento più bella, quella che ti ha dato la convinzione di poter fare misure importanti?

Da quello che mi ricordo non c'è una seduta di allenamento che mi viene in mente in particolare ma se ci penso bene forse quella che riaffiora nei miei pensieri è l'allenamento che ho fatto nel 2017 prima di partire per Londra: mi ricordo che era venuto Tommaso Mattei e quel giorno ho fatto il mio personale in allenamento con l'attrezzo da gara.

Ci racconti un aneddoto divertente di qualche trasferta di gare?

Di aneddoti ce ne sono parecchi ma questo è di sicuro il più divertente: nel 2015 ho continuato ad allenarmi duramente anche durante l'estate, a stagione terminata, perché volevo a tutti i costi gareggiare a settembre e concludere l'anno nel migliore dei modi. A settembre trovo una gara a Napoli, c'era grande attesa da parte mia per vedere i risultati del duro lavoro estivo, durante la gara proprio al terzo lancio mentre stavo per entrare in pedana il giudice esclama: "Fermo!". Lì per lì avevo pensato di aver sbagliato qualcosa, poi il giudice continuò: "Stoppiamo la gara, pausa caffè"... rimasi allibito per questa esclamazione che in un primo momento mi fece anche arrabbiare ma poi mi venne da ridere. D'altronde il caffè a Napoli è sacro!

Qual è stato il momento di svolta della tua carriera?

La svolta della mia carriera da atleta è stata nel gennaio 2012, quando sono entrato a far parte dell'Aereonautica Militare e da quel momento ho potuto iniziare a praticare l'atletica a livello professionistico. Vorrei ringraziare ancora l'Aeronautica Militare per la fiducia e la tranquillità che mi consente di svolgere in maniera ottimale la mia carriera da atleta.

Intervista a cura di Alessia Manfredelli.


Simone Falloni a Caracalla (foto Michele Giove)


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