Genova, Assoluti con la testa al Mondiale
E' l'ultimo appello. Una sorta di "last call" per i passeggeri del volo per Valencia, sede degli ormai imminenti Mondiali indoor (7-9 marzo). A Genova, sabato e domenica prossimi, chi vorrà essere della partita iridata dovrà dimostrare, con i fatti, di poter salire su quell'aereo. Di avere, in sostanza, nelle gambe (e sul passaporto sportivo) una idoneità agonistica a tutto tondo. Il Campionato italiano assoluto del prossimo weekend scioglierà i dubbi residui, e consentirà al Dt Nicola Silvaggi di tirare una riga in coda all'elenco dei convocati. Già nella serata di domenica (ma con più certezza nelle 48 ore successive) potrebbe essere comunicata la composizione della squadra che prenderà parte alla rassegna. Una formazione comunque contenuta nei numeri, stando a quanto visto finora, e a meno di una pioggia di impreviste performances di valore mondiale nella due giorni del Pala Fiera. Non si dovrebbe arrivare alle 20 unità complessive, restando dunque nella media di partecipazione ai Mondiali in sala delle ultime edizioni (14 atleti sia a Mosca 2006 che a Budapest 2004; il minimo a Maebashi 1999, 7 atleti, il massimo a Parigi 1997, con 25). A parte le situazioni ultra chiare (tipo Simone Collio nei 60 metri, Assunta Legnante e Chiara Rosa nel peso, per fare alcuni esempi), ci sono alcune posizioni, tra quelle potenzialmente già risolte in termini di minimo di partecipazione, da definire completamente. Posizioni che riguardano anche uomini e donne-copertina della nostra atletica. Il riferimento è ad Antonietta Di Martino ed Andrew Howe, le medaglie d'argento di Osaka 2007, che scioglieranno le riserve relative al Mondiale nel giro delle prossime ore. Stasera, la Di Martino sarà in gara a Stoccolma, dove andrà a caccia di una misura (probabilmente attorno all'1,95) che le consenta di affacciarsi a Valencia senza troppe remore. La salernitana (1,92 nell'esordio di Mosca di sabato scorso) non ha finalizzato la propria preparazione alla stagione indoor: una sua partecipazione al Mondiale sarebbe dunque da considerare solo un passaggio tecnico - una sorta di break di natura agonistica - verso la stagione estiva, oltre che un bel tributo ad un sentimento per la maglia azzurra mai tenuto nascosto. Howe si cimenterà nella sua prima gara "vera" a Genova (tale non può essere considerata la prova di Ancona di venerdì scorso, senza avversari e chiusa con un improbabile 7,63). Anche per lui vale il discorso fatto per la Di Martino: indoor non preparate e Mondiale da intendersi solo come strumento di analisi del lavoro svolto. Il lasciapassare - del tutto psicologico - scatterebbe intorno agli 8 metri. Appuntamento per sabato pomeriggio. Il discorso si fa però interessante anche analizzando la situazione di quelli che sono ad un passo - poco più, poco meno - dal conseguimento del minimo di partecipazione al Mondiale. Che non sono pochi, e che arricchiranno certamente di contenuti la due giorni del campionato tricolore. In campo maschile, la gara di triplo potrebbe rilasciare addirittura più di un visto (minimo a 17,00), se Fabrizio Schembri (16,92 quest'anno), ma anche Paolo Camossi (16,52) o Fabrizio Donato (16,48 ed un interessante 7,95 nel lungo), riusciranno a trovare la giusta alchimia tecnica. E' cresciuto molto e comincia a pensare concretamente al Mondiale anche l'ostacolista Emanuele Abate, che, con il suo 7.82, è ormai a ridosso del 7.72 d'ingresso. Più difficile invece che ci si riesca nell'alto, dove il solo Campioli (2,30 a Novi sad l'8 febbraio) è in possesso dei titoli per ambire alla partecipazione; Bettinelli, Talotti, e i due gemelli Ciotti - se in condizioni adeguate - possono però certamente sperare (cosa che continua ad essere consentita in forma gratuita). Nel mezzofondo è in bilico soprattutto Christian Neunhauserer, distante dal 3:42.10 che vale l'accesso all'azzurro nei 1500 metri l'inezia di poco più di mezzo secondo; ma ha diritto di crederci anche il giovane Marco Salami, 3:42.97 ad inizio febbraio ad Ancona (e anche 7:59.99 nei 3000). L'ottimo Livio Sciandra visto a Mosca (ma, perché no, anche il collega Maurizio Bobbato; la lista però è guidata dall'altoatesino Lukas Rifeser) è nella condizione di correre nell'1:48.30 del minimo; a patto però che trovi alleati che rendano il ritmo sollecito nella parte centrale di gara. Tra le donne, le situazioni d'incertezza sembrano minori nel numero, e concentrate in un paio di gare o poco più. Nei 3000 metri, l'occasione più ghiotta. Chi farà compagnia a Silvia Weissteiner, già in possesso del minimo (fissato in un abbordabile 9:03)? Federica Dal Ri lo ha sfiorato in nazionale, ad Ancona (9:04.73), ma sugli assoluti si avvicina a passi decisi, sospinta dalla buona stagione nel cross, anche la siepista Elena Romagnolo. Vale il discorso fatto per Sciandra - ovvero: c'è bisogno di qualcuno che si incarichi di tirare -, ma in questo caso l'operazione potrebbe essere addirittura più semplice. Nel lungo, Valeria Canella è a dodici - non due, maledetti refusi - centimetri dalla soglia richiesta: il suo 6,53 di inizio stagione ad Ancona è parente stretto del 6,65 imposto dalle norme, ma non ancora gemello identico. C'è margine però per sperare. Infine, l'impresa più ardua (ma non per questo impossibile): l'asta. Il limite - 4,40 - costituirebbe il nuovo record italiano, e questo la dice già lunga sull'impresa. Ma la miccia accesa dal confronto tra Anna Giordano Bruno ed Elena Scarpellini potrebbe, chissà, anche dar fuoco alle polveri. A Genova, per questa specialità, non sarebbe una prima volta. Marco Sicari Nella foto, Assunta Legnante nell'esultanza di Birmigham 2007 (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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