Gentile e Donato doppio triplo di bronzo
27 Agosto 2012Quarantaquattro anni a dividere le loro imprese, una medaglia, il bronzo olimpico, ad unirle. Giuseppe Gentile, il mitico triplista romano, che fu terzo (con record mondiali in qualificazione ed in finale) a Messico 1968, e Fabrizio Donato, la fiamma gialla capace di ripetere l’impresa dieci edizioni dei Giochi più tardi, a Londra 2012, si sono incontrati questa mattina, a Roma. Due generazioni di atleti a confronto, molto più simili per idee, visione dello sport, e dell’atletica, di quanto probabilmente loro stessi, alla vigilia, avevano immaginato. Con Gentile e Donato, al centro sportivo delle Fiamme Gialle, a Castelporziano (padroni di casa il generale Campione ed il colonnello Parrinello), anche gli allenatori artefici dei loro successi: il grande Gigi Rosati (che ha tramandato a generazioni di studenti di educazione fisica, a Roma, il “ritmo” musicale del salto triplo), e Roberto Pericoli, che di Rosati fu atleta, prima di diventare l’indiscusso punto di riferimento tecnico della specialità.
“Non scherzo, ho davvero i brividi – le parole di Donato – incontrare Gentile mi ha davvero emozionato. Lui è un mito per l’atletica italiana, e ancor di più per chi, come me, pratica il salto triplo. Ho scoperto una persona che condivide i miei stessi valori, un uomo semplice, umile, che ama il nostro sport. Ed è bello che accada qui, alle Fiamme Gialle, dove vivo, tutti i giorni, la mia vita da atleta”. “La gioia è soprattutto la mia – la pronta risposta di Gentile, l’uomo che Pasolini volle sul set, con Maria Callas, nel suo “Medea” – perché incontrare Fabrizio mi ha permesso di rivivere le emozioni che ho vissuto ormai tanto tempo fa. Sì, siamo simili: ci accomuna la passione che mettiamo in tutto quello che facciamo, i valori che sono alla base della pratica sportiva che considero corretta. Del passato mi restano i ricordi, e devo dire che ho riallacciato una corrispondenza con l’amico Nelson Prudencio (il brasiliano che fu secondo a Mexico City, dietro il sovietico-georgiano Saneyev, e davanti all’azzurro, ndr)”.
Chi il migliore di sempre nel triplo? I due non hanno dubbi: “Jonathan Edwards è quello che più di tutti si è avvicinato alla perfezione – le parole di Gentile, sottoscritte da Donato – nessuno si è mai avvicinato a lui nell’esecuzione del gesto, e nessuno credo riuscirà mai a superarlo, nemmeno quando riuscirà a saltare di più”. Donato è felice (e ci mancherebbe) della stagione che si sta concludendo (sarà a Zurigo giovedì, poi a Padova domenica): “Il quarto posto ai Mondiali indoor da infortunato, l’oro europeo a Helsinki, il bronzo olimpico: difficile immaginare di meglio. Anche se, ad essere sincero, non sento di aver ancora fatto il salto della vita. Adesso sono molto stabile tecnicamente, e questo mi consente di arrivare sempre intorno ai 12 metri dopo lo step. Ecco, diciamo che mi manca una chiusura da 6 metri tondi, per chiudere il cerchio…”. Anche a 36 anni, con risultati simili, si può pensare al futuro: “Mi manca una medaglia mondiale. Chissà, l’anno prossimo, a Mosca, potrebbe essere l’occasione giusta”.
Marco Sicari
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