Gimbo tra la gente: “Ora vinciamo a Parigi”
12 Giugno 2024di Christian Diociaiuti
Ha scritto una delle serate più pazze e magiche dell’atletica italiana degli ultimi anni. Un abbraccio continuo con il tifo, con il “suo” Olimpico e con l’Italia azzurra che lo incitava. Gianmarco Tamberi, ‘the day after’ l’oro agli Europei di Roma, si è seduto sullo sgabello di Casa Atletica Italiana, prima del bagno di folla a Medal Plaza, per raccontare i salti vincenti, un ottovolante di passioni per uno stadio intero e per quasi 4 milioni di spettatori in tv. Ma anche di gag e di emozioni, tutto davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
SULLA GARA - “Sto bene, molto, dopo una gara come quella di ieri potevo riportare qualche ferita - analizza Tamberi - invece col mio team abbiamo lavorato alla grande. Da anni ero costretto ogni volta a misurarmi con problemi fisici dopo una gara del genere. Stavolta invece avevo ‘confidence’, sicurezza, ero convinto che sarebbe andata bene. Con la rincorsa e gli undici passi ho fatto il resto, anche nei momenti di difficoltà o quando mi trovavo ‘troppo sotto’. Io volevo il 2,37, ho pareggiato la mia miglior misura dal 2016, una vera iniezione di fiducia. Sono molto contento per come è iniziata la stagione, ma sarò davvero contento solo se vincerò le Olimpiadi”.
LO SHOW – Gimbo ha fatto di tutto martedì sera all’Olimpico, monopolizzando l’attenzione. Le clap, il “finto infortunio” che sfocia in un grande sorriso e tante piccole molle che gli escono dalle scarpe a dire, ancora una volta, di aver fatto qualcosa di straordinario senza l’aiuto di nessuno. Sui social le immagini rimbalzano a ritmi forsennati: “Non mi piace intimorire gli avversari - spiega a chi lo rimprovera di agire, sia nello spettacolo che nel percorso di gara, per stuzzicare gli sfidanti - dopo il 2,34 che significa ‘world leading’ eguagliata, non volevo innervosire JuVaughn Harrison. Dopo averlo saltato, però, dovevo mettere una misura e ho messo il record dei campionati: 2,37. Non ho fatto 2,40 perché tre centimetri sotto per quel momento andava bene. E non c’entra l’infortunio passato. So bene cosa ho sbagliato a 2,29. Infatti i salti successivi sono stati più lineari. Io faccio di tutto per raggiungere la performance migliore - aggiunge - lavoro ogni singolo giorno da anni per questo. E cerco ogni cosa mi aiuti a dare il massimo. Sono il primo ad alzare la clap per incitare gli avversari e non credo di essere un atleta che manca di rispetto”. E sulla gag di infortunio e molle dice: “Posso permettermi di scherzare su un infortunio, io che l’ho vissuto”. Per la misura di 2,40 di Gimbo, il dt della Nazionale Antonio La Torre, nella conferenza mattutina era stato chiaro: “Sarei entrato in campo...”, praticamente a vietarglielo. “Non lo avrebbe fatto mai. Sa benissimo che il mio percorso è autonomo. In questa nazionale andiamo bene perché ognuno è autonomo”, sorride il Capitano azzurro.
LA BANDIERA - Tamberi dopo la gara del trionfo (tre volte campione europeo) è corso verso la tribuna autorità dell’Olimpico per abbracciare il Presidente Sergio Mattarella, apparso divertito, emozionato, da una serata davvero unica. Tamberi incanterà ancora Mattarella per ricevere l’investitura ufficiale di portabandiera azzurro (con la schermitrice Arianna Errigo) e soprattutto per avere il tricolore da portare a Parigi. “La mia prima bandiera fu in nazionale giovanile a Tallinn 2011 - racconta Tamberi - e non avevo forse ben capito il valore. Adesso ho un attaccamento al tricolore, è una forza che mi spinge, mi dà consapevolezza. Domani sarà la bandiera più importante che riceverò: un onore essere un alfiere della Nazionale. Tre o quattro anni fa era impensabile. Il mio discorso per Mattarella è già scritto, gli chiederò se si è divertito martedì sera. Ma secondo me sì...”.
CURVE E ISPIRAZIONI - Pungolato dalla stampa, Gimbo ha parlato di ispirazioni: “Valentino Rossi? Il campione con la C maiuscola, ha saputo rimanere se stesso nonostante l’immenso successo. Ho guardato sempre le ultime gare prima del ritiro: i suoi valori li ho fatti miei”. E dalle curve della MotoGp si passa a quella dell’Olimpico, stracolma per il saltatore campione olimpico (e sì, Barshim gli ha scritto e si è congratulato, in molti se lo sono chiesto): “Quando entro in campo ho paura di vedere la curva vuota, mi sento sempre piccolo rispetto a questi grandi campioni e non mi rendo conto di quante persone ci siano, di quanti mi tifino”.
VINCERE - “Ora sono focalizzato sull’obiettivo Parigi tanto quanto per Tokyo - conclude Tamberi - lì venivo da cinque anni in cui pensavo di non essere all’altezza. Ora ho piccole Tour Eiffel sparse per casa, non vedo l’ora arrivi il 10 agosto. È un’ossessione”. Un’ossessione da “coltivare”: “Certo, farò altre gare prima delle Olimpiadi. In Ungheria a Szekesfehervar il 9 luglio, il 12 luglio a Montecarlo, nel Principato di Monaco, all’Herculis di Diamond League, e circa una settimana dopo un’altra gara, ad Ancona, davanti alla mia gente, alla mia famiglia. Mi piace l’idea di lasciare l’Italia per Parigi con una gara nella mia città”.
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