Gioia Pennella ''Riparto da qui'
22 Febbraio 2014Dal Banca Marche Palas di Ancona le dichiarazioni degli azzurri in gara ai Campionati Italiani indoor 2014. La soddisfazione di Margherita Magnani, lanciata verso nuovi orizzonti internazionali, e di una ritrovata Giulia Pennella. La rinuncia ai Mondiali indoor di Sopot dei triplisti Fabrizio Donato e Simona La Mantia, con Paolo Dal Molin ed Abdellah Haidane già lanciati invece verso la rassegna iridata.
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60 hs M - Il vicempione europei dei 60 ostacoli Paolo Dal Molin (Fiamme Oro) si definisce soddisfatto dopo il 7.60 con cui ha vinto la finale, suo quinto tempo sulla distanza: “Mi do un nove e mezzo. Quel mezzo punto significa che posso ancora migliorarmi, soprattutto nel secondo e terzo appoggio dopo il via. Anche oggi, come spesso mi accade, sono arrivato al primo ostacolo troppo basso e troppo vicino”. Partenza da registrare? “Devo solo essere più concentrato”. Nel complesso ad Ancona è stata un’esperienza positiva “Cercavo più consistenza, un crono che mi portasse ai Mondiali indoor con una maggiore consapevolezza, e credo di averli ottenuti. 7.60 è un tempo che so di poter ripetere e che se corso a Sopot potrebbe portarmi in finale. Se poi dovessi abbassarlo, meglio”. Il primatista italiano della specialità ora torna in Germania, a Saarbrücken “Non credo che gareggerò ancora prima dei mondiali. Anche perché dopo l’arrivo ho preso una botta scontrandomi con Ivan Mach Di Palmstein: siamo rimbalzati sui sacconi e girandoci c’è stato un ‘abbraccio’ involontario e abbastanza violento. Ne hanno risentito il mio polpaccio e la sua coscia. Ma lo staff medico della nazionale mi ha già visitato ed è solo una contusione, non c’è assolutamente da preoccuparsi”.
Triplo M – A caldo, la rabbia e la delusione di Fabrizio Donato (Fiamme Gialle) si toccano con mano “Sei mesi di allenamento buttati. Ho ripreso la preparazione la prima settimana di settembre, e ora mi ritrovo a ripartire da zero”. Dopo un periodo invernale che lo ha visto lavorare con profitto e continuità – come aveva già dichiarato la medaglia di bronzo Olimpica – ora uno stop imprevisto. Il primatista nazionale dell’hop-step-jump arriva da un periodo a marce ridotte “Ho preso una botta al tallone destro sabato primo febbraio ad Ancona”. Una gara maledetta, visto che ha causato lo stop anche dell’altro triplista azzurro Daniele Greco, infortunatosi il giorno dopo nel lungo “Nelle ultime settimane ho ridotto i salti in allenamento – continua il finanziere – e anche oggi sapevo di avere poche cartucce. Il che non è un problema, ma certo non immaginavo questo esito”. L’azzurro, per cui i Mondiali indoor sono ormai fuori discussione, in pedana ha sentito riacutizzarsi in modo preoccupante il dolore al tallone. “Il problema non è Sopot, quello che mi fa arrabbiare è il tempo che perderò”. Nei prossimi giorni, dopo gli accertamenti medici, si saprà di più.
60 hs F - Dalle barriere dei 60 ostacoli emerge a sorpresa in 8.04 una Giulia Pennella (Esercito) capace di migliorarsi di quasi un decimo: “Non mi sono sorpresa, sapevo di valerlo. Nel 2011 ho corso in 8.13 e dopo due anni non posso stupirmi di questo crono. Ma tra il poterlo fare e il vederlo sul tabellone c’è sempre una bella differenza”. Il 30 gennaio a Linz aveva corso in 8.19 per poi migliorarsi a Padova con 8.13 (8 febbraio) “Già a Linz avevo capito di essere partita con il piede giusto. Sono felice soprattutto di aver ripreso un discorso interrotto nel 2012, un anno in cui mi ero migliorata sia indoor che all’aperto. Poi a settembre di quell’anno un grosso stiramento e, in qualche modo, ne ho pagato le conseguenze per tutto l’anno successivo”.
Inevitabilmente è di tutt’altro tono Marzia Caravelli (Aeronautica) “Questo titolo indoor è un ossessione, una maledizione! Mi sfugge dal 2011”. L’anno in cui vinse proprio Giulia Pennella, prima di un biennio targato Veronica Borsi. “La delusione è grande, ovivamente speravo finisse diversamente. Non riesco a mettermi l’anima in pace” Un capitolo che non vuole saperne di chiudersi.
Triplo donne – La dichiarazione che fa Simona La Mantia (Fiamme Gialle) subito dopo il tredicesimo titolo italiano è una rinuncia alla rassegna iridata che era già nell’aria: “Non farò i mondiali indoor. Io e il mio allenatore (Michele Basile ndr) abbiamo deciso di proseguire la preparazione sino alla stagione all’aperto. Sta andando tutto bene, è semplicemente una scelta di programmazione”. La siciliana aveva fatto il primo test il 30 gennaio a Dusseldorf (Germania) concluso con un poco probante 13,38 “Era stata una di quelle giornate totalmente negative, da dimenticare. Tanto che considero quello di oggi il mio vero esordio, un test agonistico utile a dare indicazioni per gli allenamenti”. Continua il bronzo agli scorsi Euroindoor “Mi dispiace perché con le rassegne indoor ho un feeling particolare, ma la consideriamo la scelta migliore: preferisco preparare con più calma Zurigo”.
1500m donne – Non c’è storia nei 1500 femminili. Margherita Magnani va in testa da subito, vince in 4:11.98, ma è l’ultimo giro a impressionare di più “Volevo riservarmi qualche energia per il finale, nel caso ce ne fosse stato bisogno”. Quest’anno è diventata la terza italiana di sempre al coperto sui 1500 (4:09.27 a Karlsruhe) e sui 3000 (8:51.81 a New York). Raggiungendo una nuova consistenza internazionale “Ai Mondiali di Sopot credo sia giusto ambire a una finale, anche se ancora non ho del tutto deciso quale delle due distanze affronterò. Domani intanto non penso che doppieró sugli 800”. La cesenate, rapida nel finale e capace di cambi di ritmo fulminanti, ha anche le caratteristiche giuste per emergere nei concitati finali del mezzofondo indoor “In sala mi sento particolarmente a mio agio, mi diverto”.
1500 M - Abdellah Haidane: “Mi sarebbe piaciuto scendere sotto i 3:40 ma da solo era difficile”. Il cronometro dice 3:44.26 per l’atleta della Pro Patria Milano che già due settimane fa si era migliorato notevolmente sui 3.000 (7:48.60 a Genova l’8 febbraio), distanza che correrà anche domani ad Ancona. Intanto pensa alle grandi rassegna del 2014: “I Mondiali per me sono ancora un palcoscenico difficile, anche se in una indoor può sempre capitare la sorpresa, se andasse tutto bene potrei riuscire ad andare in finale. Più che a Sopot penso a Zurigo: farò sia 1500 che 5000, anche se dopo il 3000 di Genova, dove ho avuto ottime sensazioni, mi sento più a mio agio nella gara lunga. Non mi nascondo, voglio una medaglia”.
5000 metri marcia M – La coppia Matteo Giupponi-Eleonora Giorgi oggi porta a casa due ori, un record italiano e un primato personale (19:51.07). Anche se l’umore, dopo il traguardo, è quasi agli antipodi. Tanto sorridente lei, quanto ombroso lui “Ho vinto ma non sono per niente contento, avevo immaginato tutto un altro risultato”. Qual è stato il problema? “Ho sentito una contrattura al quadricipite già dopo 400 metri. Poi, giro dopo giro, la gamba si è indurita sempre di più, anche se ho stretto i denti per finire la gara. Ma mi ha condizionato molto, e considero il crono deludente”. Giupponi a gennaio ha trascorso un periodo in altura a San Diego (California) con Giorgi e l’allenatore di entrambi Giuseppe Perricelli. “E’ stato un raduno molto positivo, abbiamo trovato un bel gruppo composto da atleti internazionali”.
Il carabiniere il 26 gennaio ai campionati italiani di Latina si era aggiudicato il titolo della 50km con un ottimo 3h51:49. Ora, smaltita la delusione di oggi, ritornerà alla 20km: “Marcerò a Lugano (EA Permit meeting il 16 marzo) e poi a Zurigo per gli Europei”.
Marcia 3.000 metri - Eleonora Anna Giorgi festeggia il primato italiano concedendosi a foto e autografi, impressionata più che dal crono dall’essere entrata nell’albo d’oro dell’atletica: “L’emozione più grande è entrare fra le primatiste italiane. Sapere di aver fatto meglio di nomi leggendari della marcia italiana, atlete che sono state le migliori al mondo mi da i brividi”. Sidoti, Rigaudo, Perrone, Alfridi non sono nomi a caso. Nel tono della milanese c'è rispetto e ammirazione. E come si conviene a una marciatrice, ci tiene a restare con i piedi ancorati a terra: “La gara vera sono i 20km, questo era quasi uno sprint. Userò questa velocità sulla distanza outdoor, per migliorarmi ancora”. Come è arrivato questo primato? “Non l’abbiamo preparato. Io puntavo a scendere sotto i 12 minuti”. Quando è arrivata la consapevolezza di averlo nelle tue corde? “Giro dopo giro, grazie al mio allenatore Giovanni Perricelli che mi dava indicazioni e mi dettava il ritmo da bordo pista”. Perricelli, tra i due, sembra il più emozionato “Confermo che non l’avevamo preparato in modo specifico – dice il tecnico, che allena anche Matteo Giupponi – ma sapevamo di valerlo. Io il record di Ileana Salvador di 22 anni fa (29 febbraio 1992 ndr) me lo ricordo. Ero a Genova a vedere i Campionati Europei Indoor, ed è bello pensare che oggi lo abbia migliorato Eleonora. Anche perché ha preso il primato a un’atleta che marciava forte, molto forte, capace di vincere medaglie importanti”. Il prossimo appuntamento agonistico per la portacolori delle Fiamme Azzurre, che si allena a Milano al campo XXV Aprile, sarà domenica 16 marzo sui 20km a Lugano "Già in Svizzera vorrei marciare vicina al mio primato personale. Poi ho in programma la Coppa del Mondo e gli Europei di Zurigo".
60hs (batterie) – Le prime battute e sensazioni di questi Campionati Italiani indoor arrivano dagli ostacolisti cui spetta il ruolo di primi a scendere in pista. Il più atteso è il vicecampione europeo in sala Paolo Dal Molin (Fiamme Oro) che, in terza batteria, porta a casa la qualificazione in estrema sicurezza (7.75). “Pratica risolta, in leggera progressione, in tranquillità. Non sono riuscito a fare un riscaldamento completo e quindi non ero al 100%, ma l’obiettivo era una qualificazione facile.”. Il poliziotto ha saltato tutta la scorsa stagiona all’aperto. “L’infortunio mi ha un po’ condizionato anche in inverno. A parte la preparazione, che è ovviamente partita in ritardo, anche mentalmente mi erano rimasti degli strascichi. Ma già con le prime gare ho cominciato a sciogliere le riserve e ora non ci penso più”. L’argento di Goteborg ha già dichiarato l’obiettivo stagionale, che legittimamente (per un atleta con un PB di 7.51, record italiano) è la rassegna iridata di Sopot “Ovviamente, ma intanto oggi pomeriggio c’è la finale e voglio migliorare lo stagionale”. Ivan Mach di Palmstein (Fiamme Gialle) dalla seconda batteria porta a casa subito il primato personale in 7.93, migliorandosi di cinque centesimi. “Ho finalmente trovato i miei equilibri. Oggi ero concentrato e sereno, correre con atleti più forti aiuta a dare il meglio”. In finale troverà un Dal Molin lanciato verso la rassegna iridata: “Faccio da sempre il tifo per lui. Oggi pomeriggio punto al secondo posto, ma anche a migliorarmi. Dal Molin da primatista italiano sarà il mio punto di riferimento: partire bene, attaccarmi a lui e cercare di non mollarlo, è questo il mio obiettivo”. Chi in batteria non ha scherzato è Marzia Caravelli (Aeronautica) “Non ho interpretato la gara come una batteria, volevo provare alcuni meccanismi e non mi sono risparmiata troppo”. Soddisfatta? “8.07 non è male, ma devo migliorare l’avvio e alcuni particolari tecnici, ma nel complesso va bene”. Domani sarà al via anche nei 60.
TV - Diretta su RaiSport 2 sabato 22 (ore 14:00-17:50) e domenica 23 febbraio (ore 15:00-18:00)
a.c.s.
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