Giomi: ''Oggi parlano i fatti''
21 Marzo 2016Il presidente FIDAL commenta le assoluzioni da parte del TNA dei primi otto azzurri
"Oggi parlano i fatti. Ognuno ha svolto il suo lavoro e oggi siamo felici che sia stato confermato quanto noi in qualche maniera avevamo da subito affermato. Il doping non era un problema dell'atletica italiana, poi potevano esserci negligenze ma accostare l'atletica italiana al doping non era corretto". Lo dichiara all'ANSA il presidente della FIDAL Alfio Giomi commentando la sentenza di assoluzione del TNA per 8 dei 26 atleti della FIDAL deferiti dalla Procura Antidoping per "eluso controllo". "Ho sempre detto che l'atletica italiana - spiega Giomi - non ha mai avuto a che fare con il doping ma ho anche espresso piena fiducia per il lavoro della Procura e del Tribunale. Ora vogliamo solo andare avanti e pensare alle gare e a Rio 2016, per noi la vicenda è chiusa, non vogliamo fare recriminazioni di nessun tipo. Guardiamo avanti con la consapevolezza che c'è tanto lavoro da fare". Il primo atleta a chiamarlo è stato Fabrizio Donato: "Mi ha chiamato quando è arrivata la sentenza perché voleva condividerla - precisa il numero uno della FIDAL -, è una vicenda che ho sofferto molto, poi quando si soffre molto si gioisce anche molto. Tamberi ieri (campione del mondo indoor nel salto in alto, ndr), oggi gli otto atleti prosciolti, due fatti che riportano quella serenità nell'atletica che avevamo rischiato di perdere". Concludendo, Giomi preferisce non commentare la richiesta del Tna alla Procura di valutare le eventuali responsabilità dei dirigenti della FIDAL all'epoca dei fatti: "Non commento, sono contento che gli atleti siano stati assolti", ha concluso.
TAMBERI, LA CONFERMA DI UN TALENTO - "Tamberi? Troppo bello, la conferma di un talento che per noi non è una novità. A Rio sarà tra coloro che aspirano alla vittoria finale, non si può nascondere". Alfio Giomi esprime così la sua soddisfazione per il titolo di campione del mondo nel salto in alto indoor ottenuto ieri da Gianmarco Tamberi a Portland. "Credo che la Federazione - spiega all'ANSA il numero uno della FIDAL - su di lui ha investito perché ci ha creduto fin dall'inizio. Conoscendolo, lui e suo padre (Marco, ex atleta e ora coach di Gimbo, ndr), abbiamo subito capito che questa era una coppia che aveva delle potenzialità infinite. Gli siamo stati vicini e loro hanno dimostrato che valevano quanto ci immaginavamo. Un campione grandissimo gestito in maniera eccezionale, con l'aiuto del padre ha saputo incanalare la sua esuberanza nella maniera migliore, un grandissimo professionista che vive con grande passione il suo lavoro. Per noi è una fortuna averli tra le nostre file". Adesso andare a Rio 2016 per vincere l'oro non è più un sogno: "Le Olimpiadi sono la manifestazione più difficile in assoluto - chiosa Giomi - e vincere è sempre difficilissimo. Da oggi Tamberi è fra coloro che è giusto aspirino al massimo risultato, poi da qui a raggiungerlo c'è una strada lunga. Ma va bene che non si sia nascosto, perché vincere a 2.36 e tentare due volte 2.40 significa che ora sei il numero uno. Non si può nascondere, ma non è da Gimbo farlo...".
(fonte ANSA)
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