Golden Gala story: 9 record del mondo (più uno)
04 Giugno 2022di Marco Buccellato
Uno stadio magico. Una città magica. Un'atletica magica. Il trittico da sogno di Roma e del suo splendido meeting. Il Golden Gala, oltre alle innumerevoli performance strepitose, ha visto realizzare primati che restano cementati nelle cronologie dei record del mondo ed europei. Undici imprese scritte a fuoco nella storia dell'atletica moderna, in particolare per il mezzofondo e il salto con l'asta. Il primo a issarsi sulla vetta del mondo, nell'edizione del 1983, fu il francese Thierry Vigneron. Da lui e con lui, di lì a poco, parte l'era Bubka.
1983. Il primo di settembre dell'estate del Mondiale di Helsinki, il primo della storia dell'atletica. Vigneron torna all'Olimpico dopo la delusione finlandese (ottavo), senza medaglie in un podio monopolizzato dagli atleti dell'Est. Il giovane Bubka, l'altro sovietico Volkov e il bulgaro Tarev. Il francese è alla terza partecipazione al Golden Gala, dove nel 1980 si presentò con due record mondiali in successione in un mese (5,75), vincendo con 5,70. Dopo due anni, il quarto posto ad Europeo appena concluso (Atene, quinto). Nel frattempo, il record mondiale è passato di mano in mano. Da lui al polacco Kozakiewicz, poi ancora lui (primo a superare i 5,80), poi ancora record per il sovetico Polyakov e infine per il connazionale Quinon (5,82), che solo tre giorni prima del meeting romano aveva portato il primato a 5,82 a Colonia. L'aria di Roma, a lui abituale per averci gareggiato spesso, gli porta finalmente fortuna. Progressione netta a 5,40, 5,60 e 5,70 con gara già vinta. Al terzo tentativo vola sopra i 5,83, e firma il primo record del mondo nella storia del Golden Gala. Quinon, solo 72 ore prima punta estrema del movimento, sbaglia tutto e lascia lo zero in tabellino.
1984. Un anno esatto dopo, 31 di agosto. La specialità è in pieno fermento, un capogiro firmato da Sergey Bubka, che in poco più di quaranta giorni ha issato il mondiale a 5,85, 5,88 e, primo a riuscirci, 5,90. Il Golden Gala cade a tre settimane dalla conclusione dei Giochi di Los Angeles, dove Quinon si è fatto beffe di tutti, Vigneron compreso (bronzo). Bubka non ha potuto volare negli States, ma arriva all'Olimpico da recordman per la sua prima volta sulla pedana di Roma. Lui e Vigneron si spartiscono una delle gare di asta più belle e incerte di sempre, una partita a poker che fa la storia della specialità. Vigneron apre a 5,50 poi aspetta il sovietico, che entra in gara 5,60 e ingrana la quota al secondo tentativo. Ora Bubka aspetta, e Vigneron sale a 5,70 con due prove. Bubka alza la posta, 5,81, e sbaglia. Si riserva i due salti rimanenti a 5,84, dove ha subito successo. Vigneron, che pareggia la misura ancora con due salti, insegue. Si sale a 5,91, dove non è mai salito alcuno. Sbagliano entrambi il primo assalto, il francese va oltre al secondo. Record del mondo! Bubka dice niet, saliamo. E sale davvero: 5,94 con il primo dei due salti in cascina. Altro record del mondo di una gara e due uomini spaziali. C'è ancora spazio per sognare. Vigneron cerca di riprendersi il record, dopo averne stabiliti cinque in carriera. Sbaglia a 5,97. Il record di quella sera, per il francese, è l'ultimo della carriera, tenuto in pugno una manciata di minuti. E' anche la serata magica del primo assalto dell'uomo ai 6,00. Bubka li sbaglia, e le coronarie, stavolta, esultano. Il muro nell'aria, i sei metri, Bubka lo abbatterà l'estate successiva a Parigi. La coppia tornerà al Golden Gala per sfidarsi anche nel 1985. Vincerà ancora Bubka (5,85), Vigneron secondo con 5,80. Due anni dopo, nella memorabile edizione dei campionati del mondo a Roma, stessa musica. Bubka d'oro. Vigneron d'argento.
1987. Crolla il muro dei tredici minuti sui 5000 metri. E' il primo record mondiale nel mezzofondo a trovare casa all'Olimpico. E' il marocchino Saïd Aouita, detentore del primato del mondo e campione olimpico, a riuscire nell'impresa, il 22 luglio, un mese e mezzo prima dei Mondiali di Roma, dove coglierà anche l'oro iridato. Aouita, due anni prima, ha strappato il primato mondiale al britannico Moorcroft, per l'inezia di un centesimo, in 13:00.40. Poco prima delle ventidue, si parte. Fanno il ritmo il fedele scudiero di Aouita, il connazionale Brahim Boutayeb, che lascia dopo quattro giri, e il tunisino Baccouche, che porta Aouita ai tremila in 7:46.4, prima di lasciare. Aouita va da solo contro il tempo, il pubblico lo segue con il respiro in gola, l'impresa è a vista, corre contro se stesso e vince. Ultimo giro in 57.4. Per la storia, 12:58.39. Durerà quasi sette anni.
1995. A Roma il calendario segna l'8 di giugno. Un anno prima, a Hengelo, il 21enne Haile Gebrselassie ha migliorato il record di Aouita di quasi due secondi e mezzo, in 12:56.96.
Il cast assemblato per il 5000 metri dell'edizione '95 del Golden Gala è galattico. Il keniano Moses Kiptanui porta in dote i due ori di Tokyo e Stoccarda sui 3000 siepi. Sparring partner designato, il 19enne Daniel Komen, doppio oro mondiale junior l'anno precedente. Al via altri immensi campioni, del presente e del futuro: Bikila, Di Napoli, Hissou, Baldini. Komen, delfino designato, arriva fino al traguardo, dove è Moses Kiptanui a migliorarsi di cinque secondi e mezzo e abbagliare la notte romana in 12:55.30. Komen, magnifico secondo, porta il mondiale juniores a 12:56.15, anche lui sotto al record di Gebrselassie. All'etiope servirà un fazzoletto d'estate per riscrivere tutto e correre nel futuro. Il titolo mondiale a Goteborg, ed appena cinque giorni dopo, a Zurigo, l'ingresso in un'altra dimensione: 12:44.39. Ma l'impresa dei keniani, in quella calda serata di giugno, è storia.
1998. L'unico atleta, oltre a Vigneron, a centrare due record mondiali al Golden Gala, il marocchino Hicham El Guerrouj. A differenza del francese, i cui primati sono stati migliorati a ripetizione (e nel 1984 nella stessa serata), quelli dell'elegante nordafricano sono ancora lì, in cima all'Everest dei record, ai nostri giorni. Il primo atto cade il 14 di luglio del 1998. El Guerrouj è il campione del mondo dei 1500 metri di Atene, a due anni dall'argento di Goteborg. E' il suo giorno, dopo che il primato del mondo espresso in centesimi è passato di mano, dai britannici Cram e Ovett e da quelle di Maree, statunitense nato in Sudafrica, ai maghrebini Aouita e Morceli, che detiene il limite in un sensazionale 3:27.37. La coppia keniana Kibet e Ngeny fa da apripista: quest'ultimo porta ai mille in 2:18.5, El Guerrouj lo tampina a tre decimi, e libero dall'ombra del keniano viaggia verso l'impossibile. Lo fa davvero, con un ultimo giro in 53.5, per un immaginifico 3:26.00 netto che più netto non si può.
1999. Atto secondo. Stavolta El Guerrouj azzanna il miglio, terra di conquista di Oceania, States e United Kingdom, prima dell'avvento di Morceli, che nel 1993 a Rieti toglie quasi due secondi al limite mondiale di Steve Cram, scendendo a 3:44.39. E' il sette di luglio, e come nell'impresa Kiptanui-Komen, in due scendono sotto il primato del mondo. El Guerrouj fa ancora coppia con Ngeny, nell'impresa delle imprese della storia del miglio. E' ancora Kibet a dettare il ritmo, poi tocca a William Tanui, che lascia la strada alla coppia leggendaria dopo un mille da 2:18.8. Ai 1500 metri è già un boato, il record sta per crollare, passaggi-monstre di 3:28.21 per El Guerrouj e 3:28.6 per Ngeny. Il traguardo impazza con 3:43.13 per il marocchino, 3:43.40 per Ngeny.
2000. Tre centimetri. Quanto basta alla primatista mondiale di lancio del giavellotto Trine Hattestad per aggiornare la cronologia del record. E' il terzo primato del mondo consecutivo stabilito al Golden Gala, nel triennio che va dal 1998 al 2000, dopo la formidabile coppia di Hicham El Guerrouj. La norvegese ha già collezionato quattro record del mondo, tre in patria e uno nel territorio-tempio della specialità, la Finlandia. Arriva a Roma il 30 giugno, onorando l'ultima stagione della carriera con il primo dei tre exploit che caratterizzeranno quella sua indimenticabile estate. Il record arriva al quarto lancio, un 68,22 che aggiunge tre centimetri al 68,19 di un anno prima, ottenuto in Norvegia. Nemmeno un mese dopo, l'ultimo lancio ai Bislett Games della sua Oslo vale un formidabile 69,48. Chiude da regina con il successo ai Giochi di Sydney e un'altra parabola da fiato sospeso, 68,91.
2008. Si torna al pianeta asta, con la Zarina in persona. Yelena Isinbaeva, beniamina dell'Olimpico e dello sport mondiale, non fa i primati del mondo. Li colleziona. Regna incontrastata dall'alto del 5,01 ottenuto al Mondiale di Helsinki, tre estati prima. Al Golden Gala la Isinbaeva apre la stagione estiva, dopo l'oro iridato indoor di Valencia. E' l'11 di luglio, una data cara a noi italiani, entrata nell'immaginario collettivo ventisei anni prima, Mundial de España. La russa incolla il pubblico romano fino alla fine di una lunga competizione, entra in gara alla misura di 4,70 (mai visto prima). Con il 4,85 senza sbavature, e gara già vinta, una macchia a 4,95, prima di riuscirci al secondo assalto. Primato del Golden Gala. Decide lei la quota successiva: 5,03. Primo assaggio, errore. Seconda rincorsa, valicamento perfetto, luce ampia tra sé e l'asticella. A fine mese sale a 5,04 a Montecarlo, poi a 5,05 alle Olimpiadi di Pechino. Un anno dopo, 5,06 a Zurigo. Come El Guerrouj, la Zarina è ancora lì, insuperata.
2020. Il record nell'atmosfera irreale, nella gabbia del distanziamento. Niente pubblico, niente tranne gli atleti, l'organizzazione e i media.
Il Golden Gala ha cambiato nome, intitolato a Pietro Mennea. Il meeting è tra gli eletti del circuito maximo, la Diamond League. E' ancora l'asta a fare la cifra-record. Firma l'exploit il talento purissimo di Armand Duplantis, svedese di padre e scuola statunitense, figlio della Louisiana. Esploso giovanissimo, campione europeo da under 20, ha demolito il primato del mondo "overall" in inverno, due volte, in otto giorni. 6,17 prima, 6,18 poi. Nell'anno della pandemia e del lockdown, lui, come i colleghi dei concorsi, gareggia un po' più degli altri. Il distanziamento che conta, nel suo caso, è lassù, con l'asticella. Quindici giorni prima, a Losanna, aveva riconciliato gli appassionati con l'atletica, tramortita dal coronavirus, con una gara superlativa in piazza, 6,07 e gran divertimento con l'amico Kendricks (6,02). All'Olimpico, vince con 5,85 e poi va da solo in cerca della frontiera. Sei metri al primo tentativo, record del Golden Gala. L'assalto successivo è dove nessuno è mai salito all'aperto, 6,15. Un centimetro più di Bubka, 6,14 in quota Sestriere, 1994. Primo round, no. Secondo, sì. Non c'era il pubblico, ma sembra ancora di sentirle, tutte quelle urla distanziate.
2021. Il Golden Gala esce dall'Olimpico causa forza maggiore, e fa breccia nel cuore di Firenze. Si torna a respirare record, l'ultimo in ordine cronologico nella storia del Golden Gala. Stavolta il limite è continentale, un record europeo pazzesco, firmato dal più sensazionale dei fratelli Ingebrigtsen, il 21enne Jakob, campione d'Europa a diciassette anni su 5000 e 1500 metri. Il norvegese abbatte un record storico in in 12:48.45 (precedente 12:49.71 del belga di origini marocchine Mohamed Mourhit datato 2000), ma non il primato del Golden Gala, detenuto dal gigantesco Eliud Kipchoge (12:46.53 nel 2004). E' anche il miglior crono mondiale 2021, il primo successo di un europeo al Golden Gala dal 1992, e il 5000 più bello della stagione. Gara spaziale, con altri sei atleti sotto i tredici minuti, tra cui il primatista del mondo Joshua Cheptegei. Tanto per ricordarci che al Golden Gala i 5000 metri non si corrono soltanto. Sono i più belli e clamorosi.
RECORD DEL MONDO AL GOLDEN GALA
Asta Thierry Vigneron (Fra) 5,83 - 1983
Asta Thierry Vigneron (Fra) 5,91 - 1984
Asta Sergey Bubka (Urs) 5,94 - 1984
5000 Said Aouita (Mar) 12:58.39 - 1987
5000 Moses Kiptanui (Ken) 12:55.30 - 1995
1500 Hicham El Guerrouj (Mar) 3:26.00 - 1998
Miglio Hicham El Guerrouj (Mar) 3:43.13 - 1999
Giavellotto Trine Hattestad (Nor) 68,22 - 2000
Asta Yelena Isinbaeva (Rus) 5,03 - 2008
Asta Armand Duplantis (Sve) 6,15 - 2020 - Migliore prestazione mondiale all'aperto
BIGLIETTI DISPONIBILI ONLINE E NEI PUNTI VENDITA TICKETONE
Sul circuito TicketOne è possibile acquistare i biglietti per godersi lo spettacolo del Golden Gala Pietro Mennea, il 9 giugno allo stadio Olimpico di Roma. Questi i prezzi (ai quali vanno aggiunti 2 euro di diritti di prevendita), con le rispettive riduzioni per gli under 16. Monte Mario Arrivi: 40 euro (ridotto 25 euro); Distinti Arrivi: 25 euro (ridotto 20 euro); Monte Mario Partenze: 20 euro (ridotto 15 euro); Tribuna Tevere: 15 euro (ridotto 10 euro); Curve e Distinti (escluso Distinti Arrivi): 10 euro (ridotto 7 euro).
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