Grande Rigaudo, bronzo nella marcia 20 km
L'Italia fa finalmente capolino nel medagliere olimpico delle gare di atletica e lo fa grazie al solito inesauribile pozzo di soddisfazioni che è la marcia. Lo fa per merito di una ragazza cuneese, Elisa Rigaudo, col palmares già ricco di medaglie ma che a Pechino disputa la gara della vita conquistando uno splendido bronzo: "Per me questo vale come un oro - afferma la piemontese delle Fiamme Gialle subito dopo la conclusione - e devo ringraziare innanzitutto Sandro Damilano, la mia società e la Federazione che mi hanno sopportato portandomi a questo risultato".
Sotto un autentico nubifragio la Rigaudo ha disputato una prova attentissima premiata alla fine da una medaglia che vale davvero più del suo metallo. Sin dal via la russa Kaniskina si è involata per non essere più ripresa, a testimonianza di una superiorità schiacciante sulle avversarie. Dentro lo stadio la Rigaudo ha inizialmente provato ad accodarsi insieme a due cinesi, ma poi ha saggiamente scelto di lasciarla andare visto il ritmo proibitivo. Dietro la russa si è formato un gruppo di una decina di unità che è andato scremandosi per l'azione veemente della campionessa europea, la bielorussa Turava. La Rigaudo ha subìto in questa parte scivolando fino all'ottavo posto, ma non si è mai persa d'animo, sapendo che la gara era lunga e soprattutto che le condizioni atmosferiche avrebbero potuto rivoluzionare le gerarchie.
Infatti lo sforzo era letale per la Turava, che accusava problemi di stomaco che la costringevano a rallentare proprio mentre la Rigaudo, dopo il 10. km, iniziava a rimontare avversarie in crisi. Dietro la Kaniskina rimanevano la norvegese Platzer e la spagnola Vasco, quest'ultima però sotto minaccia di squalifica. Nel finale convulso, a due km dalla conclusione, la Vasco cedeva di schianto e la Rigaudo si trovava proiettata in terza posizione, vicina anche alla Platzer che però sul traguardo conservava 5 secondi di vantaggio sull'azzurra al settimo cielo, mentre la Kaniskina vinceva in 1h26:31, con 36 secondi sulla Platzer e 41 sull'azzurra, autrice di un'autentica impresa.
Per il resto da sottolineare la squalifica postuma nei 200 maschili per Churandy Martina, inizialmente argento, a causa dell'invasione di corsia in curva (stesso "peccato" nel quale era incorso l'americano Spearmon): il podio viene così ridisegnato: primo l'extraterrestre giamaicano Bolt con il record mondiale di 19.30, secondo l'americano Crawford, terzo l'altro americano Dix. La sessione mattutina, proprio a causa della pioggia, ha subìto notevoli ritardi per le qualificazioni di giavellotto maschile e alto femminile: in quest'ultima gara ottima impressione destata da Antonietta Di Martino, che ha superato al primo tentativo 1,93. Proprio le difficili condizioni atmosferiche hanno convinto la giuria a sospendere la gara a 1,93 permettendo l'accesso alla finale alle 15 atlete che hanno superato la misura, tra cui tutte le favorite.
Gabriele Gentili
Nella foto, l'esultanza di Elisa Rigaudo (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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