Helsinki è una buona Italia
27 Giugno 2012Discreto bilancio azzurro nella prima sessione di gare dei XXI Campionati Europei, in corso di svolgimento a Helsinki. Promossi alle semifinali di questa sera gli sprinter dei 100 metri Fabio Cerutti (10.36), Simone Collio (10.31), Jacques Riparelli (10.42), così come la collega di specialità Audrey Alloh (11.53); semifinali (domani) anche per i quattrocentisti Marco Vistalli (45.98) e Lorenzo Valentini (46.64), e per l’ostacolista dei 400 metri Manuela Gentili (57.10). Vanno in finale (venerdì) la triplista Simona La Mantia (14,14) e la giavellottista Zahra bani (56,67). Eliminati Jose Bencosme nei 400hs (squalifica per invasione di corsia), Martina Amidei nei 100 (11.60). Nel pomeriggio, oltre ai 4 sprinter già citati (per loro, appuntamento con le semifinali), andranno in pista altri 10 azzurri: Daniele Meucci, Stefano La Rosa e Maksym Obrubanskyy nella finale dei 5000 metri, Chiara Bazzoni, Libania Grenot e Maria Enrica Spacca nelle batterie dei 400 metri, Silvano Chesani e Gianmarco Tamberi nelle qualificazioni dell’alto, Yuri Floriani e Patrick Nasti nelle batterie dei 3000 siepi.
LA CRONACA DELLE GARE
400hs donne
Un acquazzone si rovescia su Helsinki pochi istanti prima della quarta batteria, quella in cui è impegnata Manuela Gentili. La pista si allaga, e diventa difficile fare i conti con una gara di ritmo come questa. L’azzurra però non si fa prendere dal panico, conquistando il quarto posto (57.10) che le consente di passare alla semifinale con il ripescaggio dei tempi (penultimo crono di ammissione). La ceca Hejnova firma il miglior risultato delle batterie, con 55.24, ma la sensazione è che per poter valutare pienamente le protagoniste si debba attendere la semifinale di domani mattina (10.30 locali, le 9.30 italiane).
Giavellotto donne
I tre lanci di Zahra Bani non entusiasmano. La piemontese non sembra riuscire a trovare il ritmo giusto in pedana, e l’attrezzo finisce per non avvicinare nemmeno i 60 metri dell’accesso diretto alla finale. Il miglior lancio, il secondo, è misurato a 56,67, e vale il quinto posto nel gruppo. In testa, la sola ucraina Rebryk (61,84) merita la Q maiuscola; con 58,34 (la misura della tedesca Molitor) si è secondi. Nel secondo gruppo, si esaltano in poche: la sola SAayers (GBR, 60.90) supera la fettuccia dei 60 metri. La Bani accede alla finale con la dodicesima misura.
400m uomini
Corre bene per almeno 350 metri, Lorenzo Valentini. Il reatino sceglie la contesa gomito a gomito con il belga Gillet, che è al suo fianco in corsia interna, ed interpreta al meglio anche la seconda curva. In ballo c’è il quarto posto, l’ultimo utile per la promozione. Nel finale l’azzurro dimostra di aver speso tutte le energie: la spia della riserva è accesa, e malgrado la tenacia, il belga finisce per spuntarla, per la miseria di due centesimi.
La squalifica (l’ennesima della mattinata) del britannico Buck fa salire però Valentini al quarto posto, decretandone la promozione. Marco Vistalli, l’altro italiano impegnato nelle batterie del giro di pista, assicura il passaggio in semifinale con una bella prova, terminata al secondo posto in 45.98; lo precede il francese Yannick Fonsat (45.92), ma in effetti Vistalli, nei metri conclusivi, assicurata la promozione, non si danna più di tanto per vincere il confronto. Un dato che lascia intuire l’esistenza di margini di progresso. Il bergamasco appare in condizione, e firma il sesto tempo assoluto del turno (in sette scendono al di sotto dei 46 secondi); il migliore, è l’irlandese Brian Gregan, 45.63, seguito dal ceco Maslak, 45.87.
Triplo donne
Con la misura di qualificazione fissata a 14,20, l’ucraina Olha Saladuha (regolarmente in gara, e favorita d’obbligo) sceglie la strada più breve per far capire le sue intenzioni: un bel 14,77 (con vento nullo) al primo tentativo. Simona La Mantia apre invece a 13,85, per poi migliorarsi alla seconda prova, atterrando a 14,14 (-0.2). I sei centimetri che mancano alla promozione diretta fanno arrabbiare l’azzurra, ma forse quel che più l’inquieta è l’aria che soffia alle spalle delle avversarie impegnate nell’altra pedana: la portoghese Mamona (14,41, +3.0), la francese Mbango (14,38, +2.4) sono i casi più eclatanti. Sta di fatto che l’azzurra scivola in classifica fino ad un pericoloso decimo posto. Nulla però cambia quando il turno si chiude: Simona La Mantia (13,90 nel terzo salto) approda alla finale, in programma venerdì alle 21 locali (le 20 italiane). Potrà difendere fino in fondo la medaglia d'argento vinta a Barcellona due anni fa.
100m uomini
Un’ottima partenza è la base della positiva prestazione di Fabio Cerutti nella prima batteria dei 100 metri. Il torinese lascia i blocchi in 0.135, completando poi molto bene l’accelerazione. Nel finale emerge la maggior classe del francese Vicaut (10.18, +1.4), ma Cerutti è terzo, e promosso con 10.36 (in mezzo, l’ucraino Smelyk, 10.32). Anche Jacques Riparelli va direttamente in semifinale, finendo quarto nella terza batteria in 10.42 (+0.4); con lui, il francese Christophe Lemaitre, che corre in 10.14 in bella decontrazione. Disco verde anche per Simone Collio nella quarta batteria, chiusa al secondo posto in 10.31 (successo per il tedesco Jakubczyk, 10.26). Appuntamento per il secondo turno con tutti e tre gli azzurri alle 20.15 locali, le 19.15 italiane.
400hs uomini
L’emozione gioca un brutto scherzo a Jose Bencosme.
Il giovane cuneese di origine dominicana, impegnato nella quarta delle cinque batterie, ne combina di tutti i colori, in fatto di ritmica, fin dal secondo ostacolo, quando aggiunge un appoggio ai 13 previsti, finendo per inchiodarsi di fronte alla barriera. Da lì in avanti, l’azzurro si getta come una furia alla rincorsa degli avversari, che di fatto riprende grazie al suo talento, ma spreca energie a destra e a manca, finendo in riserva nei quaranta metri conclusivi. Il corpo a corpo per il terzo posto con lo spagnolo Cabello è in realtà del tutto inutile. La sentenza della giuria condanna Bencosme alla squalifica per invasione di corsia (frutto probabilmente dell’azione scomposta alla seconda o all’ottava barriera, al momento non sono note le motivazioni). E’ un peccato, perché sarebbe bastato un 50.89 (il tempo assegnato a Cabello) per il passaggio diretto nella batteria, e ampiamente al di sopra dei 51 secondi per il ripescaggio con i tempi. Il migliore del primo tuno è il belga Bultheel, 49.65; chiude l'elenco degli ammessi alla semifinale lo spagnolo Sagredo, 51.37.
100m donne
Martina Amidei, la prima azzurra in gara nell’intera manifestazione, ha una buona reazione allo sparo (0.137), ma dopo tre appoggi ha come una esitazione e interrompe, per un istante, la fase di avvio. Il lanciato non è male, ma ormai le altre sono andate, e l’11.60 (-0.3) conclusivo, peraltro da non disprezzare, è la logica conclusione. Vince Povh in 11.30, l’ultimo tempo utile per il passaggio diretto è l’11.48 della turca Karakus (record nazionale). Audrey Alloh, impegnata nella seconda batteria, non è rapidissima a mettersi in moto (0.174), ma si districa bene tra le avversarie, e chiude in quarta posizione, con un 11.53 che è frutto anche del generoso appoggio di Eolo (+1.7). La qualificazione diretta (il terzo posto della norvegese Okparaebo, 11.27) è fuori portata, ma le chances di passaggio con i tempi restano concrete. Vince una sontuosa Ivet Lalova, che ottiene un notevole 11.06 senza – almeno all’apparenza – particolare impegno (di rilievo anche l’11.14 della tedesca Verena Sailer). Il ripescaggio di quattro tempi per le semifinali premia Alloh con la quindicesima piazza pari merito, mentre la Amidei è ventiduesima: sette posizioni in sette centesimi appena.
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