Idee chiare per Alessia Beneduce
29 Dicembre 2016Rubrica "L'atletica raccontata"
di Orlando Del Grosso
Dalla precedente intervista a un tecnico ritorniamo, per questo nuovo appuntamento, ad un’atleta. Forse non tutti sanno che questa rubrica, o meglio, l’idea di questa rubrica, ha avuto origine più di un anno fa, quando per gioco feci un’intervista ad Alessia Beneduce, la quale era appena rientrata dai Mondiali under 18 di Cali. Oggi, dopo la convocazione per il raduno invernale della nazionale under 23, crediamo sia giusto tornare a dar voce ad una delle nostre atlete di punta. Alessia, atleta della US Aterno Pescara, allenata dal Prof. Enzo Imbastaro, dopo due anni da Allieva passati al vertice nazionale della specialità del lancio del martello, con titoli nazionali vinti, record regionali infranti e un grandissimo ottavo posto ai Mondiali di cui sopra, nell’anno che sta per terminare ha chiuso la sua prima stagione nella categoria Juniores. Ripercorriamo questa nuova esperienza assieme a lei, cercando di conoscerla un pochino meglio e scoprire quali sono i suoi sogni nel cassetto.
Ciao Ale, come dicevo nel preambolo, se la rubrica “L’atletica raccontata” esiste è anche merito tuo. Quindi, voglio ringraziarti pubblicamente per aver creduto, in tempi non sospetti, nello spirito di questa iniziativa. Facciamo qualche domanda introduttiva. Hai da poco compiuto 18 anni, momento molto importante nella vita di tutti. Si diventa maggiorenne, tu ti senti tale? Il cambiamento che avverti maggiormente dopo aver compiuto 18 anni?
Buonasera Orlando. E’ un piacere essere qui e, in particolare, in questa rubrica. Diciamo che inizialmente non ho avvertito il cambiamento. Successivamente, mi sono resa conto che si è aperto un vero e proprio mondo. Ho la possibilità di fare cose che da minorenne non potevo fare, come per esempio guidare.
Entriamo nel vivo dell’intervista. La scorsa volta eri tornata da Cali con un fantastico ottavo posto, oggi ci ritroviamo con una nuova convocazione per un raduno nazionale. Questo vuol dire che sta procedendo tutto per il meglio, giusto? Raccontaci come è andato questo primo anno da Juniores, il terzo posto ai Campionati italiani e il record regionale infranto più volte, ti hanno soddisfatto?
All’ inizio del 2016 ero in difficoltà perché avevo cambiato da poco il peso dell’ attrezzo. Poi, però, mi sono sbloccata e ai campionati italiani è andata molto bene. Tuttavia non sono soddisfatta di come è finito quest’anno, avrei voluto lanciare ad almeno 58 metri. Essendo però ancora juniores ho ulteriore tempo per migliorare.
Per quanto riguarda il raduno sono molto felice di parteciparvi, perché è un’occasione che mi permette di imparare molto, soprattutto dagli altri atleti e tecnici che si alleneranno con me, un bagaglio di conoscenze sempre nuovo che mi permette, ogni volta, di ampliare le mie vedute riguardo la disciplina.
A Pescara siete un gruppo di martellisti che negli ultimi anni ha prodotto eccellenti risultati e il merito maggiore è sicuramente di voi atleti e del vostro allenatore. Ma, seconde te, quanto è importante la componente “gruppo di allenamento” in uno sport, il nostro, che per definizione è individuale? Ti va di raccontarci la tua esperienza? Vi lanciate sfide, vi sostenete, condividete altri interessi oltre l’atletica?
È vero, il nostro sport è individuale, ma credo sia positivo avere un gruppo con cui allenarsi perché in questo modo si ha la possibilità di imparare molto di più. Sono anche stata molto fortunata perché ho un gruppo fantastico. L’ allenamento mi ha sempre divertita ma, se fatto con il mio gruppo, è veramente entusiasmante.
Qualche volta, quando dobbiamo fare in allenamento dei lanci misurati, ci sfidiamo, in modo che possiamo dare il meglio di noi stessi e, inoltre, in questo modo si può avere anche la possibilità di imparare a reggere la pressione nelle gare.
Raccontaci il tuo rapporto con il deus ex machina del vostro gruppo, ovvero, il Prof. Enzo Imbastaro. Chi lo conosce e soprattutto chi ha avuto il piacere di allenarsi con lui, sa che è una persona preparata e che sa stare con i ragazzi. Ci puoi raccontare qualche aneddoto simpatico che può aiutarci a capire il vostro rapporto e anche chi è Enzo Imbastaro.
Ho sempre avuto un bel rapporto con il mio allenatore. Durante gli allenamenti ridiamo e scherziamo, ma quando ho un problema è sempre pronto ad ascoltare, ed eventualmente aiutare. Ha sempre avuto quella straordinaria capacità di ascoltare i ragazzi ed è questo che lo rende eccezionale. Non ho mai dubitato di lui e questo è veramente importante per me. Un episodio divertente è avvenuto agli inizi della mia carriera sportiva, nel lontano 2012, durante i miei primi campionati italiani. Ero bloccata sui 38 metri, pur esseno il mio personale di 41 metri. Al quinto lancio mi spingo a 45 metri e… il mio allenatore abbandona la sua imperturbabile calma per lasciarsi andare ad un tifo da stadio!
Se non erro, sei all’ultimo anno delle scuole superiori, ciò significa che dovrai affrontare, da qui a poco, delle scelte molto importanti per la tua vita. Sappiamo che, oltre ad essere un’atleta di livello, sei anche una studentessa di alto profitto. Ma l’esame di maturità spaventa tutti, vero? Hai già le idee chiare per le scelte successive?
Non sono particolarmente spaventata per la maturità, ma sono consapevole che non sarà facile. Tuttavia credo che inizierò ad essere preoccupata verso maggio, ah ah ah.
Per quanto riguarda le scelte successive ho le idee chiare: da quando avevo circa 4 anni ho sempre desiderato diventare un militare. Spero, prima o poi, di entrare in un gruppo sportivo, in modo da realizzare tutti i miei sogni.
Chiudiamo con il gioco che propongo a tutti gli atleti. Ti consegno una lampada di Aladino virtuale, con cui esprimere tre desideri da indirizzare alla FIDAL. Cosa chiederesti? Prima di rispondere a questo domanda, vorrei sapere se secondo te il gioco è una componente importante nella vita e se, magari, nelle attività che facciamo, si dovrebbe giocare di più.
Credo che il gioco sia una componente importantissima, che aiuta molto nella vita. Ho superato moltissime difficoltà grazie al gioco (ovviamente non d’azzardo! Ah ah ah), quindi se è possibile utilizzarlo, sfruttiamolo.
Infine l’unico desiderio che vorrei esprimere è quello di far conoscere in maniera estesa, ai ragazzi, il mondo dell’ atletica. È una richiesta piuttosto difficile, perché l’atletica è un sport che ultimamente viene sempre trascurato. Tuttavia, credo sia importante provarci, perché questo è un mondo che insegna i valori fondamentali per affrontare non solo il mondo dello sport, ma anche la nostra vita.
O.d.G.
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