Il Ministero dell'Ambiente con Casa Italia Atletic
Casa Italia Atletica può contare, per la sua edizione 2007 (che culminerà nella trasferta di Osaka, in occasione dei Campionati del Mondo), sul sostegno di un partner prestigioso: il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, prima istituzione governativa ad aderire al progetto della FIDAL. Nelle righe che seguono, il Ministro, On. Alfonso Pecoraro Scanio, illustra le ragioni dell'adesione. Signor Ministro può indicarci quali sono le motivazioni che hanno spinto il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ad aderire al progetto di Casa Italia Atletica per Osaka 2007? Le ragioni sono molteplici. In primo luogo penso che lo sport sia un veicolo di diffusione straordinario per i messaggi positivi ed in particolar modo per quelli legati alla tutela dell’ambiente ed alla diffusione di un nuovo modello di sostenibilità dello sviluppo. Attraverso l’esempio degli atleti si può facilmente raggiungere l’attenzione di moltissime persone ed in particolare quella dei più giovani, contribuendo in maniera fondamentale alla diffusione di una nuova etica ecologica. Inoltre Casa Italia Atletica rappresenta una eccezionale vetrina per far apprezzare a tutto il mondo, nel corso dei mondiali di atletica del 2007, lo straordinario pregio dei tesori naturalistici italiani. E poi, le tematiche della tutela ambientale si legano bene ad uno mondo, quello dell’atletica leggera che ha sempre avuto una forte vocazione per il rispetto e la valorizzazione delle risorse ambientali e naturali. L’Italia ha assunto molti impegni per la sostenibilità con la ratifica del Protocollo di Kyoto, cittadina giapponese che dista solo 60 chilometri da Osaka. L’esperienza giapponese a Casa Italia Atletica potrà trasformarsi, per certi versi in un laboratorio di educazione ambientale? Il Protocollo di Kyoto, anche simbolicamente, ha rappresentato un momento di svolta nei confronti di un problema di natura mondiale, quello delle emissioni dei gas serra, e dei conseguenti cambiamenti climatici, che per troppo tempo è stato sottovalutato. Ora qualcosa si sta muovendo, soprattutto dal punto di vista di un’opinione pubblica più cosciente, ma ancora tantissima strada resta da fare sia sul piano nazionale che internazionale. Certo, la vicinanza tra Osaka e Kyoto aggiungerà un valore ambientale a tutte gli eventi previsti. Casa Italia Atletica potrebbe diventare lo strumento per diffondere ed amplificare un concetto di sostenibilità sia negli stile di vita che nei consumi. Sport e giovani: come incoraggiare questo connubio in un contesto sociale dove il fenomeno dell’obesità rappresenta un pericolo emergente? Il fenomeno dell’obesità sta diventando un problema comune a tutto il mondo occidentale: recenti studi ci dicono che vita sedentaria, associata a comportamenti sempre più inattivi sono correlati ai problemi di grave sovrappeso. Una patologia come l’obesità dunque, si inserisce in un quadro più ampio che riguarda le nostre “società del benessere”, nelle quali diventa sempre più urgente favorire una vera e propria rivoluzione delle coscienze e dei costumi. Lo sport è un elemento fondamentale in un processo come questo, perchè educa al rispetto per se stessi, per il prossimo e ancora, per l’ambiente che ci ospita. Sono convinto, quindi, che la pratica sportiva possa svolgere un ruolo cardine nell’affermazione di un nuovo stile di vita che promuova la nostra salute ed il nostro benessere fisico. Ambiente e giovani: l’atletica può recitare un ruolo da protagonista nella diffusione di una cultura sostenibile tra le nuove generazioni? Non c’è dubbio che l’atletica, con tutte le sue discipline, sia uno sport capace di coinvolgere attivamente i nostri giovani. Ma, più nel concreto, è anche uno sport grazie al quale si può sostenere fortemente l’ideazione e la promozione di soluzioni innovative che consentano di ridurre le pressioni sull’ambiente, anche con riferimento alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Penso, ad esempio, agli impianti sportivi, che dopo le abitazioni e i luoghi di lavoro, sono le strutture più frequentate, in special modo dai più giovani. Credo sia giunto il momento di concepire lo sport come una vera e propria risorsa per l’ambiente: non solo, quindi, come occasione di svago e socializzazione o di sana competizione, ma anche come veicolo di promozione di una nuova cultura sostenibile educando i più giovani al rispetto del Pianeta. Recentemente lei ha siglato un Protocollo d’intesa con il presidente del Coni, Petrucci, per la diffusione delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale negli impianti sportivi. È un passo concreto verso una seria introduzione del concetto di sostenibilità anche nello sport. Quali sono le prossime azioni? Come ho già avuto modo di sottolineare, negli impianti adibiti all’uso sportivo si registrano rilevanti consumi di energia elettrica e termica. È importante, quindi, continuare a promuovere anche in questo settore la diffusione dell’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, non solo per gli effetti benefici sull’ambiente che derivano da queste scelte tecnologiche, ma anche per il fondamentale valore sociale che ne può scaturire. Grazie all’accordo con il Coni, che riguardava i centri per la preparazione olimpica, abbiamo potuto contare su un buon patrimonio in termini di visibilità, per diffondere anche negli altri impianti sportivi, pubblici e privati, le pratiche del risparmio energetico e la sostenibilità ambientale.
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