Il match per la presidenza IAAF

29 Gennaio 2015

Gli olimpionici Sergey Bubka e Sebastian Coe a Pechino si sfideranno per succedere a Lamine Diack al vertice della federazione mondiale

di Giorgio Cimbrico

A trent’anni dal volo di Parigi, dalla prima escursione nell’aria fina dl 6,00 (sei metri: in lettere fa più effetto), Sergei Bubka prova a salire su quello che, al tempo di Primo Nebiolo, veniva chiamato il trono del’atletica, dando vita a un duello tra campioni che mai era stato registrato per conquistare la presidenza della Iaaf. Bubka vs Coe, solo dieci battute, e così perfetto per stampare un’affiche degna di un match di boxe da lungo tempo atteso. Qui, niente guantoni ma la posta è alta e la lotta finirà per essere serrata.

A parte Lord Burghley, marchese di Exeter, campione olimpico dei 400hs nel 1928, la federazione internazionale non è mai stata guidata, in un secolo appena abbondante di vita, da un campione che ha segnato un’epoca. Ora la sfida ne coinvolge due: l’elegante mezzofondista che con i suoi record chiuse gli anni Settanta e aprì gli Ottanta e che due volte fu campione olimpico dei 1500 e l’uomo nato a Voroshilovgrad (oggi Lugansk) che grazie a un’intuizione di Igor ter Ovanesian, si rivelò ragazzo a Helsinki ’83 e finì per gareggiare sotto tre bandiere (Urss, Cis e Ucraina) per dar vita a uno dei più lunghi regni che la storia dell’atletica abbia registrato: trent’anni lassù e, per quanto riguarda le ascensioni all’aria aperta, ancora lassù.

Lo zar di tutte le aste – corona onorifica - contro chi di titoli molto solidi ne ha accumulati tanti da avvicinarlo ad un illustre connazionale, il duca di Wellington. Coe è Obe e Kbe (prima membro, poi comandante dell’Impero Britannico), è stato cancelliere dell’università di Loughborough (dove ha studiato) e dal 2000 è Baron Coe di Ranmore nel Surrey. Solo un altro campione dello sport, William Wawell Wakefield, rugbysta, capitano dell’Inghilterra negli anni Venti, aveva avuto in sorte una baronia. Socio dell’East India club – molto esclusivo - ha condotto al successo prima la candidatura di Londra, poi i Giochi del 2012 finendo nel firmamento.

Seb è vicepresidente della Iaaf, proprio al fianco di Sergei, che ha provato l’avventura assoluta, l’assalto al vertice del Cio, per finire infilzato da Thomas Bach, che ha rinverdito la sua fama di fiorettista, oro olimpico a squadre. Dando un’occhiata a immagini molto recenti, è il caso di dire che lo sport fa bene: Coe ha compiuto 58 anni, ne dimostra dai dieci ai quindici di meno e non ha etto in eccesso addosso; Bubka ne ha 51 e a occhio vale almeno ancora 5 metri, se non di più. A Pechino, tra poco più di sei mesi, l’incoronazione. L’atletica ha bisogno di un imperatore. E che non sia l’ultimo.

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