Il nostro mal d’Africa di corsa
27 Marzo 2017L’avventura di due laziali alla Marathon Des Sables in Marocco.
Si chiamano Cristian Zanetti e Giuliano Saudelli, due avventurieri dei nostri giorni prima che sportivi, alla partenza il prossimo 9 aprile per la corsa estrema tra le più celebri ed affascinanti, la Marathon Des Sables, evento unico sulla distanza di 240 km nel deserto del Sahara in Marocco.
Uno meccanico e l’altro carrozziere, entrambi con la propria attività a Roma in zona Farnesina, Cristian (46 anni) e Giuliano (50 anni) non hanno saputo resistere neanche stavolta al richiamo di quell’Africa selvaggia ed allo stesso tempo estrema, per riassaporare quelle sensazioni che provarono nel 2013 nella loro prima partecipazione alla manifestazione. Runners tesserati per l’Associazione Sportiva di Guida Sicura, società che organizza gare di triathlon e corsa su strada, sono allenati da Antonio Filippo Salaris, atleta sardo che proprio in Marocco si è classificato 4° assoluto nel 2013.
“Prepararsi ad una corsa di questo tipo è molto impegnativo, si tratta di un vero e proprio lavoro oltre a quello nostro che già abbiamo” commenta Cristian Zanetti “si tratta di correre da 150 a 180 km a settimana, il che significa dedicare almeno 2-3 ore al giorno”.
Il 6 aprile sarà il giorno della partenza alla volta del Marocco, poi dal 9 inizierà la gara vera e propria fino alla domenica di Pasqua. “La gara è dura, una vera missione, si parte la mattina presto quando fa più fresco, poi durante il percorso le temperature aumentano fino a toccare i 45°C” replica Giuliano Saudelli “l’unico bagaglio che ti porti dietro è uno zaino con acqua, tenda e quel minimo di oggetti per cucinare al termine della gara. Abbiamo cibo liofilizzato per un totale di 14000 Kcal, e un peso complessivo dello zaino di circa 8,5 kg da portare sulle spalle
Due laziali in Africa per sfidare un clima estremo e le difficoltà legate a chilometraggi al limite. “Abbiamo prima tre tappe da 35-40km l’una, poi una tappa più lunga da 85-90km prima di riposare un giorno e recuperare energie” precisa Cristian “una grande impresa è poi la maratona del sesto giorno, fondamentale per definire il piazzamento, quindi l’ultimo giorno ci sono 20km di beneficienza da affrontare anche camminando pur di tagliare il traguardo conclusivo”.
Sul percorso le difficoltà tipiche di chi corre su un substrato sconnesso e rovente come quello del deserto, con ghette sopra le scarpe per limitare l’entrata della sabbia, e qualche trucco per opporsi alle difficoltà dei luoghi. “Fondamentale è prendere scarpe più grandi, perché i piedi con il caldo si gonfiano” ci svela Giuliano “poi esistono anche creme apposite per indurire la pelle ed evitare abrasioni e vesciche”. Cristian ricorda a tal proposito quel collega che dopo la gara del 2013, una volta tornato in Italia fu costretto ad un intervento chirurgico ai piedi per rimediare a brutte ferite dovute proprio alle scarpe. “E poi per partecipare a questa gara bisogna essere anche predisposti a tollerare il caldo” rivela ancora Cristian “io sono a mio agio con le alte temperature, meglio che per esempio con il freddo delle corse in montagna”. La cosa che più li ha colpiti del deserto? “Sicuramente la sorpresa di trovare acqua e vegetazione quando meno te lo aspetti”.
Una spedizione che potrà essere seguita sulle pagine del quotidiano Il Tempo e sul sito www.marathondessables.com dove sarà possibile inviare messaggi, seguire in diretta live e geolocalizzare i concorrenti, per sostenere questi due laziali che cercheranno di portare in alto i colori italiani tra le dune di sabbia del deserto africano.
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