Il nostro ricordo di GEPI
06 Maggio 2022Guido Lai - webmaster
Davanti ad ogni morte, anche se non avvenuta in modo inaspettato, l’atteggiamento più vero è il silenzio. Il silenzio che parla attraverso il dolore ma pur sempre un silenzio carico di parole da ascoltare: le parole della fede dove il termine vita non si sgretola a contatto col dolore o con la delusione della perdita ma rafforza di più l’affetto e la memoria di chi ci lascia. Questi sentimenti non finiscono sepolti sotto una gelida lapide ma vivono e continuano nel tempo. Il ricordo di Gepi è forte ed il dolore pungente verso chi, come lui, ha cercato di darmi forza in questa guerra che tutti chiamano comunemente come “male incurabile”. Parole semplici, le sue, non retorica ma ricche di saggezza in completa empatia con la situazione. Un segno di grande amicizia e di sostegno. La stessa empatia e le stesse parole di incoraggiamento che dava agli atleti prima della partenza, durante la gara ed ai delusi al termine della stessa. Il credente trova il significato finale della sua vita nelle parole che il celebrante proclama nel Canone dei Defunti “Ai tuoi fedeli Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno viene preparata una abitazione eterna nel Cielo”. E’ questa la speranza di chi crede, speranza che si ottiene ponendosi umilmente al servizio degli altri come ha fatto Gepi Spanedda nella sua vita lasciandoci in eredità un grande insegnamento di umanità e di rispetto verso tutti e di appartenenza attiva all'Atletica Leggera che non ha mai interrotto anche quando poteva e doveva.
Alla Signora Maria Teresa, ad Emanuela con Andrea e ai cari nipoti un abbraccio sincero e la vicinanza nella preghiera.
Roberto Spezzigu - Giornalista
Tanta tristezza, amarezza e rimpianti per una persona unica nel sapersi confrontare, con grande umanità e signorilità, con chiunque. La scomparsa di Geppi Spanedda, quasi improvvisa visto che era stato presente a quasi tutte le manifestazioni di atletica disputate dall’inizio dell’anno in Sardegna dando il suo solito importante e fattivo apporto per il corretto svolgimento delle stesse, lascia un vuoto incolmabile nel mondo dell’atletica leggera sarda e in quanti, come il sottoscritto e tanti altri (che in questi giorni stanno inondando i social di commenti tristi di cordoglio e di stima verso questa persona), hanno condiviso con lui, sotto diversi profili, tanti decenni di attività.
Competente e preparato nella conoscenza dei regolamenti, dove mostrava una capacità unica nell’applicarli e farli osservare con una carica di umanità più unica che rara.
Unico indubbiamente il suo modo di essere e di proporsi con chiunque avesse a che fare e qualunque fosse la loro età, grado di istruzione e ruolo sociale. Sia che interloquisse con atleti, giudici, dirigenti e anche con chi doveva curare la diffusione delle notizie come noi i suoi modi garbati gli avevano guadagnato la stima, il rispetto e anche l’amicizia di tutti quelli che frequentavano i campi di atletica da una vita.
Senza mai porsi su un piano di superiorità, nonostante ne avesse ampie possibilità per cultura, conoscenze e esperienze, Geppi è stato per tanti e, per me in particolare che lo interpellavo spesso per chiarirmi dei dubbi sull’interpretazione e applicazione dei regolamenti e anche per tanto altro, una persona speciale .
Senza di lui, che si era voluto identificare con il titolo significativo del suo libro “La mia vita nell’atletica o …l’atletica nella mia vita”, tutto il movimento dell’atletica leggera sarda perde un importante punto fermo sotto tanti aspetti.
La sua assenza lascerà un importante vuoto nel mondo dell’atletica isolana e anche a livello mio personale. Tante le cose condivise in tutti questi anni assieme, impossibile da riassumere in poche righe. Andando a ritroso sono davvero tantissimi gli anni passati dai primi incontri dagli anni 70 . Grazie per avermi onorato della tua amicizia Geppi e per avermi fatto partecipe e aver condiviso la tua passione per l’ atletica .
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