Il presidente Gola: non mi ricandido
Il presidente della FIDAL Gianni Gola ha annunciato questa mattina a Roma, nel corso della periodica riunione del Consiglio federale, la sua intenzione di non ricandidarsi alla guida della Federazione alla prossima Assemblea Nazionale elettiva (fissata per il prossimo 27 novembre). Il presidente ha così motivato la sua decisione: “Non è il timore di nuove sfide, ad avermi fatto muovere questo passo, anzi: se guardo indietro, direi che in passato ho fatto spesso scelte di segno diverso, mirate proprio alla ricerca del confronto. Questa volta però, per tutta una serie di ragioni, sono giunto alla conclusione opposta”. “Quali sono i motivi? Ne individuo soprattutto tre. Per cominciare, gli errori commessi da me personalmente e dalle persone che mi hanno accompagnato in questo cammino. Errori dei quali mi assumo la piena e completa responsabilità, sia che siano stati commessi da me, sia che provengano da operato altrui. Sulla mia decisione pesa poi anche la constatazione che il “sistema” federale, con la sua fitta trama di ostacoli burocratici, regolamentari, sta diventando sempre più impenetrabile, rispetto ai tentativi di indirizzo. E sono scettico sulla eventualità che cambi in futuro. Infine, credo che anche l’uso, come dire, disinvolto, delle legittime libertà democratiche messe in piedi dal nostro Statuto, abbia esercitato un ruolo decisivo. Pur dividendo, infatti, il ruolo svolto dalla minoranza consiliare dalle degenerazioni messe in atto da tanti, anche da veri e propri facinorosi che animano quelli che io chiamo i “bassifondi” di internet, resta un clima generale di censura personale, anzi, di vero e proprio rancore, che considero gratuito e ingeneroso”. “In definitiva, credo che l’atletica italiana viva in questo momento una vera e propria fase di “sonno della ragione”, pericolosa per il futuro, che spero di contribuire a risolvere facendomi da parte. Sì, l’atletica avrebbe potuto vivere questo passaggio in maniera decisamente migliore" "Mi rendo conto del fatto - ha detto poi Gola - che non sia questo il momento per un consuntivo della mia esperienza. Ma voglio dire comunque che sono fiero delle tante, tantissime cose fatte in questi quasi sedici anni (è stato eletto per la prima volta il 23 aprile 1989, ndr) alla guida della FIDAL. Fiero dello stile che ha sempre contraddistinto l’operato della Federazione, per il rispetto delle regole, il no deciso al doping, l’estrema trasparenza nella gestione, la capacità di organizzare manifestazioni internazionali al massimo livello, con un Golden Gala cresciuto fino ai vertici dell’eccellenza mondiale e l’ultimo, straordinario esempio, rappresentato dal bellissimo Mondiale Junior di Grosseto. Ricordo solo una dato: quando abbiamo candidato Roma all’organizzazione dei Mondiali 2005, ottenemmo dal sindaco Veltroni un impegno per 25 milioni di Euro: credo che sia la più consistente apertura di credito che l’atletica abbia mai ottenuto nella sua storia. E poi, sono fiero di aver raddoppiato bilanci e competenze dei Comitati regionali: il nostro decentramento amministrativo è diventato un modello per lo sport italiano, ripreso da tutti”. “Sul fronte tecnico, parlando di atleti di vertice, devo dire che molti settori sono cresciuti, e che altri sono destinati a farlo ancora. Cito per esempio i 400 metri ad ostacoli e il salto triplo maschili, specialità nelle quali eravamo fermi da decenni, e che ci hanno regalato altrettanti titoli iridati assoluti in questi anni. Rivendico poi il ruolo di questa Federazione nel rilancio dell’atletica femminile, intesa come movimento d’insieme”. Poi, il commento personale. “Lascio dopo 32 anni da dirigente volontario dell’atletica, visto che cominciai come consigliere regionale del Lazio nel 1972. Mi resta un misto di fierezza per le cose fatte, delusione per quelle che non sono riuscito a fare e di rammarico per gli attacchi personali che ho dovuto sopportare. Vengo dall’atletica e l’atletica, che mi ha dato tanto, porterò sempre nel cuore”.
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