Il rettilineo di Losanna
07 Luglio 2015Giovedì 9 luglio si svolge Athletissima, occasione per alcune fra le più spettacolari prove di sprint della storia. Una velocissima carrellata da Leroy Burrel sino a Xavier Carter, passando per Frankie Fredericks e Asafa Powell.
di Giorgio Cimbrico
Lo stadio della Pontaise ha ospitato i Rolling Stones e Michael Jackson. Dal momento che si trova a Losanna, quartier generale del Cio, è normale che porti l’etichetta Olympique. La sua fama deriva soprattutto dal rettilineo, considerato rapidissimo, una caratteristica che un tempo aleggiava attorno a quello di Varsavia. I fatti dicono che non si tratta solo di una voce: sufficiente rovistare nel ricco archivio di Athletissima, che giovedì 9 luglio taglia il traguardo delle 40 edizioni, per rinvenire prove solide. Non resta che iniziare dalla più solida.
Il 6 luglio 1994, Leroy Burrell, considerato il Delfino di Carl Lewis, scavalcò il maestro nelle liste storiche correndo in 9”85 e soprattutto strappando il record mondiale al Maestro. In realtà, non era la prima volta che gli atleti del Santa Monica Track Club si disputavano il limite che aveva subito scosse telluriche con le cancellazioni dei tempi (9”79 e 9”83) di Ben Johnson.
Con il 9”90 dell’annata ’91 a New York Burrell aveva superato il 9”92 che Carl aveva ottenuto a Seul, nella scia del canadese. Poco più di due mesi dopo, a Tokyo, Lewis era sceso a 9”86 piegando proprio Burrell (9”88, il record personale non gli era bastato) e trascinando altri quattro uomini sotto i 10” in quello che, al tempo, risultò il più veloce scontro della storia.
A Losanna Leroy ritrovò due degli avversari di Tokyo e curiosamente entrambi finirono nella stessa posizione della finale mondiale: Dennis Mitchell terzo in 9”99 e Bruny Surin ottavo e ultimo in 10”15. Il fotofinish attribuì il secondo posto al nigeriano Davidson Ezinwa, 9”99. Il vento soffiava favorevole 1,2 e Burrell ebbe un perfetto tempo di reazione di 140 millesimi.
Due anni dopo, Frankie Fredericks minacciò il record del meeting e ottenne un record personale, 9”86, che risultò quello definitivo nella lunga carriera argentea del namibiano. I fuochi d’artificio vennero con il nuovo millennio: iniziò Asafa Powell, 9”72 nel 2008, ritoccando il 9”74 reatino dell’anno precedente e portandosi a 3 centesimi dal Bolt pechinese. Nel 2011 ancora un Asafa da 9”78 (su Michael Frater 9”88), un altro dei gioielli che, nel suo caso e considerata la quantità, dovrebbero essere conservati nella Torre di Londra e non in una banale cassetta di sicurezza. Ma il record del meeting gli venne strappato tre anni fa da Yohan Blake che anche nel dopo-Giochi seppe dare un violento colpo d’ala: 9”69, secondo tempo più veloce realizzato da essere umano, alla pari con Tyson Gay e a 11 centesimi da Bolt che sulla pista svizzero si è proposto sulla distanza che ha amato sin dall’adolescenza: 19”58, 19”59 e 19”63, cancellando il record di Athletissima che nel 2006, improvvisamente, Xavier Carter, detto Mister X, aveva portato a un mai ripetuto 19”63.
Ora, sulla gomma magica sta per scendere Justin Gatlin per offrire il primo faccia a faccia di stagione contro Powell e Gay. Blake è in apprensione?
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