Il saluto di Arese l'abbraccio dell'Assemblea
02 Dicembre 2012Emozionato. Appassionato. A tratti commosso. Franco Arese lascia la presidenza della Federazione con un discorso di grande presa sull’Assemblea nazionale di Milano, che, al termine, gli riserva un applauso unanime e per niente di circostanza. Di nuovo in pubblico dopo la lunga pausa per malattia, il campione europeo dei 1500 metri di Helsinki 1971, ha toccato, nel corso dei 25 minuti di intervento, numerosi temi, a cavallo tra le sue origini, l’esperienza nell’atletica, e nel mondo del lavoro. “Sapete – le parole di Arese – quando si sta male si ha molto tempo per pensare, soprattutto di notte. E ho pensato molto all’atletica, ai cinquant’anni che ho passato, in vario modo, in questo ambiente. E dico: ho dato molto, ma credo di aver comunque ricevuto più di quanto abbia dato. L’atletica? Per me è stare sul campo: e dovremmo tutti tornare a questa dimensione, dirigenti, tecnici, atleti. Oggi si fanno troppe parole, si scrivono commenti, si mandano messaggi, email... si è perso troppo tempo in questo, piuttosto che sul campo. L’esempio, per me, è Fabrizio Donato: un grande atleta, serio, di molti fatti e poche parole, assistito da un tecnico preparato e una società organizzata”.
Poi, l’esame delle cose fatte, con una premessa: “Potevamo, insieme al Consiglio, fare meglio, credo che questo sia chiaro. Nessuno, a cominciare da me, vuole dire che tutto sia andato come nelle previsioni. Ma sono state fatte tante cose. Ci siamo mossi in un contesto difficile, con una riduzione del budget superiore al 30% nel confronto tra 2005 e 2012. E lasciamo una federazione sana, con i conti in regola; per una scelta etica non abbiamo voluto toccare il patrimonio, che anzi è cresciuto del 45% nell’ultimo quadriennio. Sono risorse che consentiranno all’atletica italiana di affrontare al meglio gli anni difficili che ci attendono”. Menzione per il lavoro sui giovani, con una citazione ad un quintetto di loro (Greco, Bencosme, Trost, Tamberi, Stecchi) già pronti per il confronto al vertice. “Il Golden Gala, nell’ultimo triennio, è cresciuto in modo straordinario: quest’anno, siamo riusciti a portare oltre 50.000 spettatori allo stadio Olimpico, anche grazie alla partnership con il CONI.
E su questo punto, lasciatemi dire: ma dove lo si può trovare, oggi, un socio, di quell’esperienza e capacità, disposto ad accollarsi in eguale misura costi e ricavi? Restando comunque proprietari del meeting, ditemi, dove lo avremmo mai trovato?”.
Sottolineature anche per la crescita della presenza dell’atletica italiana nelle Istituzioni sportive (“Siamo in Giunta del CONI, e nei consigli IAAF ed EA), e per la ristrutturazione della Scuola di Formia (“patrimonio per tutta l’atletica”). “Devo però anche togliermi un sassolino – ha detto verso la fine del suo discorso Arese – riferito al rapporto dell’Asics con la Federazione. Per anni ho subito attacchi vergognosi, che mi hanno fatto male. Io sono conosciuto come un professionista serio. L’Asics è sponsor della Fidal dal 1997, ben prima che io diventassi presidente. In questi anni l'azienda ha portato alla Federazione oltre 9 milioni di Euro di sponsorizzazione, ma voglio dirvi che, stanco delle polemiche, prima dell’ultimo rinnovo (con Asics Europa, non con la società che presiedo, che è Asics Italia), avevo chiesto di non proseguire nel rapporto. Il Consiglio, all’unanimità mi ha invitato ad andare avanti, dopo che la gara europea per lo sponsor tecnico era andata deserta. Questa è la verità”.
Poi, i ringraziamenti. “La mia famiglia, in primis. Poi il Consiglio, lo staff tecnico, il Dt Uguagliati, dirigenti, tecnici, atleti che ho conosciuto in questi anni. Un grazie di cuore a tutti loro. Grazie anche alla struttura federale, dove ci sono tante persone che lavorano seriamente ed in maniera professionale, e alla stampa, che non è mai andata oltre il limite con le critiche. Un ringraziamento particolare va poi al CONI. Mi chiedo ogni tanto cosa io abbia fatto al Presidente Petrucci: non ha mai smesso, con il Segretario generale Raffaele Pagnozzi, di starci vicino. Concretamente, non solo a parole”.
Chiusura (“Voglio farmi un regalo”) con il filmato della gara di Helsinki 1971. Emozione in sala. Standing ovation, tutti in piedi per il presidente dell’atletica che lascia. Per un momento Arese si piega, nasconde il volto. Prende fiato. Poi, alza le braccia al cielo. Come su quel traguardo, quarantuno anni fa.
m.s.
File allegati:- Le FOTO dell'Assemblea/Photos
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