Impianti, un nuovo piano nazionale

20 Gennaio 2020

Al via il gruppo di lavoro FIDAL che ha l’obiettivo di continuare a rinnovare l’impiantistica italiana. Tutti i numeri allo stato attuale e le iniziative federali

Nel corso dell’ultimo Comitato Nazionale del 2019 (19 dicembre) il vicepresidente con delega agli Impianti Sportivi, Prof.ssa Ida Nicolini e l’Ufficio Impianti Sportivi della FIDAL hanno presentato e consegnato ai presidenti del Comitati Regionali e al Consiglio Federale il documento contenente lo stato della nostra impiantistica a livello nazionale attualizzato alla data. Corredato delle necessarie chiavi di lettura, il documento rappresenta la sintesi di quanto conservato e censito nei tre archivi federali: lo storico Archivio Impiantistico Cartaceo (del 1938 la prima documentazione di collaudo), l’Archivio Informatizzato (GIAL) che per quanto datato consente comunque ancora di interpolare i dati nello stesso inseriti e l’Excel Impianti, un mega file di immediata consultazione che riporta i dati di sintesi, essenziali per “inquadrare” ogni singolo impianto.

Prima di introdurre i numeri dei nostri archivi e del relativo “patrimonio impiantistico noto”, per meglio comprenderne le genesi è opportuno conoscere quali siano ad oggi le modalità di acquisizione degli impianti al patrimonio:

  • per rapporto diretto con l’Ufficio Impianti Sportivi FIDAL attivato dalle amministrazioni proprietarie o realizzatrici l’opera;
  • per segnalazione di soggetti vicini alla FIDAL;
  • per segnalazione delle imprese realizzatrici l’opera quando interessate all’omologazione sportiva delle stesse;
  • per rapporti di consulenza fornita dall’Ufficio Impianti Sportivi FIDAL ai progettisti;
  • per casualità (viaggi, consultazione/visione di aerofotogrammetrie, Google Earth, ecc.)

Anche se riteniamo che oramai il territorio sia stato pienamente “scandagliato”, è possibile che vi siano ancora impianti non inseriti negli archivi federali. È inoltre opportuno sapere come allo stato attuale i soggetti che realizzano gli impianti sportivi non sono obbligati a richiederne l’omologazione sportiva. Altra ragione, questa, che può concorrere alla nascita di quelli che noi identifichiamo come “impianti fantasma”.

 

I NUMERI TOTALI

1380 (circa 5000 fascicoli) sono gli atti conservati nell’archivio storico che si riferiscono a generiche attività di impiantistica finalizzate e non;
132, ovvero il 9,80% dei 1380 atti, sono gli atti riferiti ad impianti che non sono mai stati realizzati;
350 (25,35%) sono gli impianti (outdoor e indoor) realizzati e tutt’oggi riscontrabili sul territorio nazionale che non sono mai stati omologati per difetti di costruzione non sanati o perché le Amministrazioni proprietarie non ne hanno mai richiesto l’omologazione;
898 (64,85%) sono gli impianti (outdoor e indoor) che negli anni hanno ricevuto almeno una omologazione;
290 sono gli impianti (outdoor e indoor) oggi in Vigenza di Omologazione (14 anni); rappresentano il 32,30% degli 898 impianti con almeno una omologazione;
38 impianti (su 290) sono gli impianti in Classe A (8 corsie outdoor, indoor ad anello da 200 e 160 m) in vigenza di omologazione dei 74 omologati almeno una volta nella stessa Classe;
148 impianti (su 290) sono gli impianti in Classe B (6 corsie outdoor; indoor rettilinei) in vigenza di omologazione dei 619 omologati almeno una volta nella stessa Classe;
43 impianti (su 290) sono gli impianti in Classe I (Incompleti) in vigenza di omologazione dei 90 omologati almeno una volta nella stessa Classe;
54 impianti (su 290) sono gli impianti in Classe IE (Esercizio) in vigenza di omologazione dei 100 omologati almeno una volta nella stessa Classe;
3 impianti (su 290) sono gli impianti in Classe P (Promozionali) in vigenza di omologazione dei 4 omologati almeno una volta nella stessa Classe;
4 impianti (su 290) sono gli impianti in Classe R (Ridotti) in vigenza di omologazione degli 11 omologati almeno una volta nella stessa Classe;

A seguire il dettaglio degli Impianti Indoor, i cui dati sono comunque compresi nei numeri di cui sopra:
47 sono gli atti relativi ad impianti indoor realizzati e non, demoliti o in fase di costruzione;
28 sono gli impianti che risultano utilizzati/utilizzabili, suddivisi nelle seguenti classi di Omologazione:
Classe A:  3
Classe B:  6
Classe I: 19
2 sono gli impianti di ipotetica Classe B in fase di completamento (Milano XXV Aprile e Cagliari);
3 sono i progetti relativi ad impianti indoor per i quali l’Ufficio Impianti FIDAL ha emesso il Parere Preventivo;
14 sono gli atti riferiti ad impianti indoor mai realizzati.

Come si può evincere dal grafico grandissimo è il divario della distribuzione regionale degli impianti.

 

UN GRANDE PATRIMONIO

Escludendo i centri sportivi militari, tutto il restante e consistente patrimonio nazionale degli impianti di atletica leggera è di proprietà di pubbliche amministrazioni o altri enti pubblici. Aspetto questo che condiziona fortemente la crescita organica e qualitativa degli impianti di atletica leggera, in ragione delle difficoltà che FIDAL spesso incontra nel far recepire dalle pubbliche amministrazioni le sue normative tecniche, procedurali e progettuali. 

Il risultato è un movimento che stenta, dovendo operare su di una generazione di impianti certamente non pari alle attese tecniche e di tendenza del mercato sportivo.

Si tratta comunque di un patrimonio di assoluto rilievo che pur nella sua disomogeneità territoriale crediamo nessun Paese possa vantare in Europa e verosimilmente anche nel resto del mondo; quasi certamente in termini numerici assoluti, senza alcun dubbio se rapportato al territorio, alla popolazione residente, ai tesserati e alle società affiliate alla FIDAL.

Per le ragioni di cui sopra e per quanto risulta alla FIDAL, pochissimi sono gli impianti concessi in gestione; noti sono quelli che su mandato della FIDAL sono condotti dalle strutture territoriali della stessa. 

Diversa la situazione relativa al numero di impianti gestiti dalle società affiliate. Si stima che comunque siano inferiori a trenta gli impianti a vario titolo oggi gestiti da soggetti direttamente riconducibili al mondo dell’atletica leggera. Molti, al contrario, sono gli impianti misti atletica/calcio, condotti da società affiliate alla FIGC, nei quali sia pure in condizioni di subordine è praticata l’atletica leggera.

La grande contrazione dei contributi pubblici concessi alla gestione degli impianti sportivi e la “vetustà tipologica” dei nostri impianti, vetustà che li rende poco appetibili al mercato e ai possibili gestori, sono le principali tra le cause del ridotto numero di impianti gestiti dall’atletica leggera.

Al contrario, molte sono le forme di finanziamento destinate alla realizzazione e/o alla ristrutturazione degli impianti sportivi e di atletica leggera, ai quali oggi possono accedere le pubbliche amministrazioni come pure le associazioni sportive:

  • Fondi Europei
  • Fondi Regionali
  • Sport e Periferie
  • Mutui ICS (es.: a tassi agevolati e a tasso 0 per impianti di particolare interesse federale o per società storiche con impianti in gestione per periodi di concessione pari quanto meno alla durata del mutuo).

La FIDAL, per il tramite del suo Ufficio Impianti Sportivi, assistito dalla Commissione Nazionale degli Impianti Sportivi, ha da tempo avviato un vasto programma di interventi e progetti, in ambito interno e con vari altri soggetti istituzionali, mirato al miglioramento di quella qualità impiantistica ritenuta vitale per la crescita del movimento e delle società.

I primi strumenti di consultazione a disposizione di tutti, oltre a quanto fatto dallo stesso Ufficio Impianti Sportivi nel quotidiano e diretto contatto con aziende, amministrazioni e progettisti, sono rappresentati dalla “Circolare SmarTrack FIDAL 2019” e dal “Manuale per la Progettazione degli Impianti di Atletica Leggera”.

Sono stati già avviati i rapporti con l’Ingegneria di Sport e Salute affinché quanto prima la Norma CONI per l’Impiantistica Sportiva recepisca e renda obbligatori i nuovi contenuti infrastrutturali previsti dalla Circolare SmarTrack 2019 per gli impianti di nuova generazione o ristrutturati. Contenuti che proprio tramite la diffusione di nuovi modelli impiantistici di atletica leggera, renderà gli stessi appetibili e remunerativi dal punto di vista gestionale.

In fase di definizione dei contenuti è anche l’incontro che FIDAL a breve avrà con l’ANCI al fine di garantirsi una più capillare e certa diffusione/conoscenza delle sue normative presso gli assessorati allo Sport e gli uffici tecnici dei Comuni aderenti.

 

VERSO IL FUTURO

L’ultimo Consiglio Federale del 2019, convocato il 20 dicembre, ha poi approvato la delibera presentata dall’Ufficio Impianti Sportivi, in virtù della quale è stata autorizzata l’istituzione di un gruppo di lavoro federale che, entro giugno 2020, dovrà sottoporre allo stesso Consiglio Federale le attività previste nell’ambito di una nuova Programmazione Nazionale degli Impianti di Atletica Leggera. 

Programmazione che sulla base di quanto sopra, di un approfondito screening nazionale dell’intero movimento, proporrà le diversificate iniziative mirate ad individuare gli ambiti di intervento che a livello nazionale dovranno nel tempo riequilibrare la nostra impiantistica, migliorandone l’efficienza e la capacità di dare visibilità e ricchezza al movimento.

Da tempo si sollecitano iniziative tendenti ad uniformare costi e modalità di accesso agli impianti di atletica leggera. È evidente che fino a quando la gestione di questo grande patrimonio impiantistico sarà totalmente dipendente dalle differenti strategie, esigenze e visioni che ogni singola amministrazione proprietaria vorrà mettere in atto, sarà impossibile pensare di poter soddisfare tali richieste/esigenze.

Una rete di impianti di nuova concezione gestiti da soggetti riconducibili alla FIDAL potrà, forse, in futuro creare le condizioni per tentare di uniformare quanto più possibile modalità di accesso e tariffe agli impianti di atletica leggera, sempre però tenendo ben presenti quanto differenti sono i contesti di riferimento: Città Metropolitane e piccoli Comuni, impianti a livello locale e grandi impianti, differenze socio-economiche delle differenti aree geografiche, ecc.  

Nella speranza quindi che anche in futuro si voglia proseguire sulla strada di questo profondo rinnovamento impiantistico e culturale, che non potrà in alcun caso prescindere dalla fattiva partecipazione dei comitati territoriali e delle società e potendo quindi contare su una generazione di impianti adeguati ai tempi e alle esigenze, si potrà iniziare a lavorare alla creazione di una sistematica rete nazionale di impianti, nella quale i tesserati potranno trovare ideali e calmierate condizioni di accesso e uso.

 

Gianfranco Renzulli
Responsabile Ufficio Impianti Sportivi 

Per chiarimenti e approfondimenti
Federazione Italiana di Atletica Leggera
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E.mail: gianfranco.renzulli@fidal.it / impianti@fidal.it

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