Internazionale, Bolt e NCAA in primo piano
La stagione indoor 2009 si è virtualmente conclusa con l'assegnazione dei titoli universitari degli Stati Uniti. Dall'aperto molta carne al fuoco, ad iniziare dall'esordio sui cento metri di Usain Bolt, dai campionati del Sud Africa e dal consueto contorno di notizie e risultati dal mondo.
Bolt con la rincorsa
L'esordio sulla distanza breve dello sprint del primatista del mondo a Spanish Town è stato all'insegna dell'inseguimento. A scappare sotto gli occhi del giamaicano è stato il piccolo Daniel Bailey, velocista battente bandiera antiguana, raggiunto solo ai sessanta metri dal campione olimpico e sorpassato in scioltezza, prima del caratteristico finale controllato. Il cronometro, più che Bolt, ha premiato il coetaneo caraibico, che lo ha affiancato nel tabellino delle cifre con 9.93, seppur con l'aiuto di un vento refertato a due metri e tre al secondo. In una seconda serie successo in 10.08 di Yohan Blake, vent'anni compiuti il giorno di Santo Stefano, che per ora è il tempo legale più veloce di inizio stagione, davanti ad un altro ventenne, Winston Barnes, cifrato a 10.16. Il prossimo impegno di Bolt è per l'inizio di maggio, in occasione del Jamaica Invitational di Kingston.
Campionati del Sud Africa
Nella rassegna nazionale di Stellenbosch in evidenza il solito Mokoena, vincitore del lungo con 8.21 ventoso (secondo il senegalese Badji con 8.10 legale), e soprattutto il siepista Ramolefi, che ha abbassato il record nazionale a 8:16.04, e Mulaudzi, tornato a splendere sugli 800 in 1:44.81. Nella velocità una nuova generazione di sprinters neri ha preso il sopravvento sui tradizionali afrikaneer: il quotato Dreyer è giunto solo quarto nella finale dei 100, battuto dalle quasi novità Makgakwe (10.21), Mpuang (10.27 e vincitore dei 200 in 20.66) e Kumbane (10.32). Ancora un personal best per il quattrocentista Smith, cronometrato in 45.63.
Tra le altre cose, ricordiamo la seconda gara in otto giorni per il redivivo Sepeng (sul podio ad Atlanta), terzo negli 800 in 1:46.38 dietro il già citato Mulaudzi ed il 19enne Olivier (1:45.41), la sorpresa del quarto posto di Van Zyl sui 400 ostacoli, la bella finale dei 1500 con quattro uomini sotto i 3:39 (vincitore Cronje in 3:36.48). Sul fronte femminile da segnalare la multiforme accoppiata di Tsholofelo Thipe, vincitrice dei cento in 11.36 e dei 400 in 51.15, il titolo degli 800 alla 18enne Semenya, ed i 400 ostacoli di Janet Wienand (56.23), vincitrice sulla ventenne Wanda Theron, scesa abbbondantemente sotto il precedente personale fino a 56.45.
Copello decolla con 17.62
Il triplista cubano Alexis Copello è stato il protagonista di un meeting disputato allo stadio Panamericano, a L'Avana, portando il mondiale stagionale della specialità a 17.62, che è anche il suo primato personale. Yoandri Betanzos è stato brillante secondo con 17.25, terzo il finalista olimpico Hector Fuentes con 17.15. Nel salto triplo femminile Mabel Gay si è imposta con 14.42 su Yarianna Martínez (14.15). In pista 12.90 dell'ostacolista Anay Tejeda e 10.25 dello sprinter Victor Gonzalez.
Oceania
Ottimo anche l'australiano Watt, in costante espansione, capace di 8.17 domenica scorsa. Sul fronte dei lanci lunghi, ma dall'Australia, arriva il 63.49 della giavellottista Kimberly Mickle, ottenuto a Perth sabato scorso. Dalla vicina Nuova Zelanda bel miglio a Christchurch, con vittoria di Jeff Riseley in 3:54.24 sul sempre puntuale Birmigham, secondo in 3:43.36.
Epilogo indoor: gli NCAA
Non i campionati al fulmicotone di altre edizioni, ma una interessante rassegna di giovani di belle speranze, ad iniziare dal duo di giovanissimi che ha dominato il salto triplo maschile, Christian Taylor e Will Claye (quest'ultimo classe 1991, 16.98 per Taylor e 16.80 per Claye), e dal prepotente ritorno alle promettenti esibizioni di gioventù di Francena McCorory, un talento bersagliato dalla sfortuna, che ha dominato i 400 in 51.55.
Aldilà del contesto strettamente giovanile, ben quattro mondiali stagionali (nonché un "world best") sono stati realizzati nella due giorni di College Station: due sui duecento metri (22.80 di Murielle Ahoure e 20.63 di Trey Harts, in una finale con tutti gli otto partecipanti sotto i ventuno secondi, che in sala è sempre un gran bel correre) uno sui 400 metri maschili, dove l'ex-statunitense (ora britannico) Mike Bingham si è laureato campione universitario in 45.69 (due centesimi sul ventenne Roberts), ed uno nella 4x400 maschile grazie al 3:05.81 dell'università di Baylor. Nella doppia sessione di finale dei 400 delusione per Betters, sulla carta il talento migliore del lotto, che è stato ammesso alla finale dopo reclamo ma è giunto solo ottavo (nel computo complessivo) in 46.85.
Il miglior tempo di sempre è scaturito dalla stralunata quanto classica staffetta femminile di distanze miste (Distance Medley), per mano e gambe delle ragazze dell'università del Tennessee, capaci di chiudere in 10:50.98. Nelle altre gare, finalmente all'altezza (è il caso di dirlo) delle doti fornitegli da madre natura la saltatrice e pallavolista Destinee Hooker, neo-campionessa universitaria dell'alto femminile con 1.98 (su Liz Patterson, seconda con 1.95), e capace anche di un ottimo tentativo a 2.01. In pedana 8.03 del ventenne giamaicano Gordon nel lungo maschile e 20.16 di Whiting nel peso; nella velocità breve titoli a 7.13 di LaKya Brookins, nome semi-nuovo della velocità espressasi su livelli di eccellenza, ed a Jacoby Ford, 6.51 in batteria e 6.52 in finale su Trindon Holliday.
Per finire, 7:48.94 di Galen Rupp sui tremila metri. Splendide gare nel mezzofondo femminile: un miglio tirato allo spasimo si è deciso al photofinish tra Sarah Bowman (4:29.72) e la kenyana pluri-campionessa universitaria Sally Kipyego (4:29.75), mentre la siepista Barringer ha fatto il vuoto sui tremila approdando al primato NCAA in 8:42.03. Festa per tanti giovani americani, ma anche per i diversi europei (britannici, olandesi) e caraibici (Trinidad, Giamaica, Barbados, Bermuda, Bahamas) protagonisti della kermesse texana. Con l’inserimento di tutte le gare universitari, sono già disponibili nella sezione attività/statistiche del sito, le liste mondiali stagionali indoor, e una prima edizione di quelle outdoor.
Cina, Europa, America
L'attività al coperto ci lascia le ultime cifre della stagione in tre continenti: in Nord America, nel corso dei campionati universitari del Canada, è terminata la buona stagione del velocista Effah, approdato al personale di 6.60. In Cina la finale del Grand Prix è stata nobilitata dal gran lancio della pesista Gong Lijiao (19.24) e da qualche riscontro interessante nei salti (14.15 di Xie Limei, 2.24 per il record nazionale junior di Wang Chen). In Repubblica Ceka, ultima apparizione per il vice-campione d'Europa Tomas Janku, che ha deciso di abbandonare l'attività.
Gebre battuto, ma insaziabile
Haile Gebrselassie è stato sconfitto dal kenyano Sammy Kitwara Kiprio nella mezza maratona olandese disputata sabato a L'Aja, nonostante avesse manifestato propositi di attacco al primato del mondo. Il cronometro si è fermato su prestazioni rilevanti, quali 59:47 per il vincitore, 59:50 per Gebre, 1:00:02 per l'altro etiope Tesfaye ed 1:00:36 per Getu Feleke, altro prodotto del serbatotio di Addis Abeba, alla prima competizione importante. Ottimo il comportamento dell'irlandese Fagan, alla seconda esperienza in un mese, quinto in 1:00:57.
Gebrselassie ha intanto dichiarato che andrà a caccia del suo primato del mondo dell'ora di corsa in pista ad Hengelo, il primo giugno, dopo aver sostenuto un test di dieci chilometri su strada a Manchester, a metà maggio. Nello stesso prestigioso meeting farà il suo ritorno in pista anche Kenenisa Bekele, che ha ripreso gli allenamenti da pochi dopo l'infortunio che gli impedirà di correre sui prati di Amman il prossimo 28 marzo.
Sempre su strada, attività in Asia e USA: il barbuto mezzofondista di origini italiane Anthony Famiglietti ha vinto il titolo nazionale dei 15 km a Jacksonville in 43:33, prestazione incoraggiante a dispetto del freddo e dell'umidità causata dalla nebbia lungo il percorso. In Giappone, vittorie della britannica Yamauchi a Matsue (mezza maratona in 1:10:09) e dei kenyani Joseph Gitau (1:01:23) e Flomena Cheyech (1:08:44) a Yamaguchi. Nella maratona di Seul eccellente 2:07:54 di Moses Arusei, davanti all'etiope Yirdaw (2:08:30), e Sylvester Teimet, ancora Kenya, terzo in 2:10:11. Nella corsa femminile 2:25:37 della etiope Tola sulla coreana Sun-Young (2:27:48).
Marcia, si macinano chilometri
Diverse competizioni sparse un po' in tutto il mondo, oltre al Grand Prix di Chihuahua, dove si è classificata terza Elisa Rigaudo: in Australia titoli nazionali dei venti km assegnati a Tallent (1:19:42) e a Cheryl Webb (1:29:44). Campionati nazionali anche in Ucraina: vittorie per Vira Zozulya in 1:33:33 e Ruslan Dmytrenko in 1:21:50. In Giappone, ai campionati asiatici di Nomi, buon 1:20:38 del cinese Li Jianbo sull'altro cinese Yu Wei (1:20:41) e sul coreano Chil-Sung (1:20:45). Doppietta per le atlete di casa nella 20 km donne, con successo della Fuchise in 1:30:49 sulla Otoshi (1:31:42).
Cross, ecco i mondiali
La sede, come tutti sanno, è Amman, nel fantastico teatro della Giordania: a due settimane dalla rassegna mondiale è stata comunicata la selezione kenyana, che potrà contare, nella categoria senior, sull'apporto di Moses Mosop (tra i favoriti), Leonard Komon, Mangata N'Diwa, Matt Kisorio, Mark Kiptoo e Linus Chumba. Per le donne, Ines Chenonge, Pauline Korikwiang, Linet Masai, Linet Chepkurui, Ann Karindi e Florence Kiplagat.
Marco Buccellato
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