Internazionale: Boston a Merga e Kosgei
Primo piano sulla edizione numero centotredici della maratona di Boston, disputatasi nella mattinata americana, il pomeriggio in Italia. Vittorie "storiche" per Deriba Merga e Selina Kosgei, due carriere a confronto nel nostro inserto. Oltre alla corsa di Boston, luci sull'attività all'aperto del weekend.
Boston, luci dell’attesa ribalta
Drammatico il finale della maratona femminile (vinta allo sprint dalla kenyana Kosgei in 2:32:16 con l'etiope Tune giunta stremata al traguardo), una marcia trionfale l'ultimo dieci chilometri scolpito da Deriba Merga. Questa in sintesi la maratona di Boston, che ha premiato con il successo più importante della carriera due atleti che, per motivi differenti, avevano soltanto avvicinato le grandi affermazioni. A Boston anche importanti piazzamenti per gli specialisti statunitensi, premiati con i terzi posti di Ryan Hall e Kara Goucher, protagonista per tutta la gara. Merga ha preceduto Daniel Rono, un kenyano già secondo a Rotterdam e terzo a New York la scorsa stagione.
Le affermazioni di Merga e della Kosgei proiettano i due atleti rispettivamente al secondo ed al terzo posto nella classifica 2008-2009 delle World Marathon Majors, il ricchissimo circuito delle metropoli. Sammy Wanjiru comanda la classifica maschile con dieci punti di margine su Merga, segue Martin Lel. La Kosgei è preceduta dalla tedesca Mikitenko e dalla Tune. Aspettando che fiorisca Londra.
Merga story
Di lui si hanno le prime notizie agonistiche tre anni e mezzo fa, in una 10 chilometri corsa ad Addis Abeba, la stessa gara in cui si impone l'anno successivo. E' proprio il 2006 l'anno spartiacque che ne fa, da sconosciuto, un nome da annotare. Dopo un paio di cross in terra spagnola viene iscritto nella mezza maratona di Parigi, dove, nella sorpresa generale, vince in 1:00.45, unico etiope in un lungo elenco di maghrebini e kenyoti. Lo spediscono a Boston, hai visto mai, ma un guaio muscolare ne mina le possibilità e si ritira. E' l'anno del quarto posto di Bruna Genovese e della vittoria di Robert Kipkoech Cheruiyot. Rientra alla fine di agosto, vincendo ai campionati nazionali dei 20 chilometri e guadagnandosi il posto in squadra per i mondiali su strada di Debrecen, dove chiude ottimo sesto.
All’ombra di Wanjiru
Il 2007 è l'anno della prima maratona conclusa, nella cara Parigi, un decimo posto nel giorno del successo del qataregno ex-kenyano Shami. Ma è anche l'anno delle mezze maratone: ne corre quattro, concludendo per ben tre volte sotto i sessanta minuti. Terzo posto negli Emirati, terzo a Rotterdam, poi il quarto posto mondiale nella velocissima gara di Udine. In mezzo, il debutto scintillante su pista nei diecimila di Hengelo (27:02.62), ed in appendice la straordinaria 42 chilometri di Fukuoka, dove è secondo in 2:06:50 dietro il debuttante, e futuro campione olimpico, Wanjiru. Si ripresenta a Londra in aprile, nel proscenio più titolato del pianeta che corre nelle metropoli: è sesto in 2:06:38, dietro a cinque primati personali per i primi cinque classificati, ancora preceduto da Wanjiru (terzo), con Lel alla nuova conquista del Tamigi, e con tre specialisti tre sotto le due ore e sei minuti.
Da Pechino a Boston
La fama di eterno piazzato, che fino a quel momento poteva anche starci visto il pedigree relativamente recente, diventa granitica per Merga a Pechino, quando il compagno di squadra Kebede gli sfila la medaglia di bronzo dal collo all'interno dell'olimpico Nido d'Uccello, al termine di una faticosissima maratona che lo ha sfiancato nell'abbrivio finale, con la perdita di un vantaggio squagliatosi nel caldo pechinese. Una beffa e una delusione dura da rimuovere.
A Rio (mondiali su strada) non si riprende, causa ritiro, ma un mese dopo chiude la stagione col successo nella mezza maratona di Nuova Delhi, a suon di personale (59:15). Il 2009 rappresenta la scommessa per riprendersi tutto il maltolto: l'esordio è a Houston, in gennaio, dove per la prima volta vince una maratona in 2:07.52. Un mese dopo torna negli Emirati, dove il montepremi è stratosferico per la mezza maratona più ricca, ed è terzo dopo aver eguagliato il primato del mondo alla boa dei 15 chilometri. Infine l'affresco di oggi, un 2:08.42 firmato con dipinto un sorriso di liberazione sul viso più maturo dei 26 anni. Se vinci una maratona che ha superato le cento edizioni, se vinci il rompifiato dell'Heartbreak Hill, se vinci Boston, è valsa la pena perdere qualcosa per questo.
Kosgei, tanti piazzamenti
Diversa la storia di Selina Kosgei, una ragazza che nei primi anni di agonismo internazionale ha praticato tutte le distanze del mezzofondo a partire dagli ottocento metri. Il debutto in maratona risale al 2004, a Parigi, dove vince, e vince anche a Praga. Nel 2005 "rompe" ritirandosi ai mondiali su strada di Edmonton, e tenta l'avventura newyorchese, premiata con il quarto posto. L'anno dopo è ottava a Londra e splendida seconda a Berlino in 2:23:22, sconfitta solo dalla Wami. Due anni fa ritorna a Londra (stavolta è quarta) e poi vola in novembre a Tokyo, nella maratona femminile che ora non esiste più, dove è seconda. Sono i posti dove torna a correre anche lo scorso anno: ancora quarta a Londra, solo quinta a Tokyo. Nel mezzo, il decimo posto alle Olimpiadi.
La stagione USA: Walnut
Dalla lunghissima kermesse delle Mt. SAC Relays è uscita la volata a sensazione di Carmelita Jeter, prima donna del piabeta a scendere nella stagione in corso sotto gli undici secondi sui cento metri (10.96). Grande attesa per l'esordio all'aperto nel neo-primatista europeo e campione continentale dei 60 metri Dwain Chambers. Dopo la rinuncia ai 100, ha corso i 200, dove è stato sconfitto da un pimpante Larry (20.37). Per il discusso britannico 20.51.
Il mondiale stagionale nell'asta femminile di Chelsea Johnson (4.55) ed il6.75 della McKinney hanno rappresentato il top tecnico dei concorsi femminili. Allyson Felix si è esibita con la 4x100 (43.98) ed ha corso la frazione dei 400 nella staffetta Sprint Medley. Discreto il mezzofondo, con il messicano Barrios a 13:16.65 sui 5000 (su Famiglietti) ed il giovane Emanuel a 3:37.99 sui 1500. Kansas Relays: a Lawrence ecco in pista Muna Lee (23.05) ed Alan Webb, primo sul miglio in 3:58.90
Merritt 20.17
Nei Friendship & Freedom Games di Greensboro spettacolare debutto del campione olimpico dei 400 metri, LaShwan Merritt, che nell'occasione ha corso e vinto i 200 in 20.17, mondiale stagionale, con Xavier Carter che si è imposto in un'altra serie in 20.33 ventoso. Oliver si è imposto come da pronostico sui 110 ostacoli in 13.30. Dal settore femminile 22.74 di Shalonda Solomon (sulla Hooker). Baton Rouge: nell'impianto della Louisiana segnaliamo i successi degli sprinters di Trinidad: 10.15 per Richard Thompson e 11.18 della Baptiste. Una folata di vento particolarmente intensa ha proiettato il 20enne Henderson a 8.19 nel salto in lungo, dove ha sconfitto Pate e Brian Johnson. A Eugene successi per alcune grandi promesse dell'atletica USA: Wheating si è imposto sugli 800 in 1:58.78, Rupp sui 5000 in 13:55.75 ed il giovane Klech nei 400 ostacoli in 50.77.
Williams & Williams
Waco: nel Michael Johnson Classic 20.29 di Harts (che ha battuto Wariner e migliorato il primato del meeting stabilito da Michael Johnson ventidue anni fa), e giornata di gloria per Bahamas, che nelle due serie dei 400 maschili ha sfoderato Latoy Williams (45.01, personale migliorato di un secondo e mezzo) e Andrae Wiliams (45.13). Ad Austin si è rivisto Obadele Thompson, che ha vinto i 200 in 20.97.
Inglesi in trasferta: oltre a Chambers e Bingham (quest'ultimo ha corso in 45.32 a Coral Gables), hanno gareggiato sul suolo americano la Ohuruogu (11.37 e 23.72) e Christian Malcolm (10.41), tutte prestazioni con vento eccessivo, nel Long Beach Invitational. In California, ad Azusa, terzo poso nel peso (17.32) per Eugenio Mannucci. Fayetteville: prosegue la scalata internazionale dello sprinter panamense Alonso Edward: dopo la brillante stagione indoor e le prime promettenti uscite all'aperto (10.03 ventoso), eccolo al nuovo record nazionale sui 200 con 20.40 e con 10.15 in favore di vento.
Jamaican Hi-Tech
Secondo meeting universitario in poche settimane: ottimo rendimento dei cubani, con 20.38 di Roberto Perez (potrebbe trattarsi del Roberto Skyers già rivelatosi con 20.24) e 20.66 di Yunier Romero. Alla giovane Calvert i 100 donne in 11.19, deludente l'olimpionica Fraser sui 200 (battuta e autrice di un modesto 23.44). Ottime le staffette maschili: 38.46 per la selezione giamaicana, 38.61 per quella cubana.
Un'altra sprinter di punta dell'isola giamaicana, Kerron Stewart, ha vinto i cento metri ad Auburn in 11.10 (2,1 di vento a favore). Nei cento maschili ottimo 10.05 di Marc Burns di Trinidad.
Marco Buccellato
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