Internazionale: Chicago, con vista su new York
Il panorama settimanale dall’estero inizia con la maratona di Chicago nelle vesti di titolo principale. Vedremo anche quanto accaduto nelle altre competizioni su strada (maratone e non), su pista, dal solito Giappone (con un occhio a risultati estivi pervenuti solo negli ultimi giorni). Spazio anche alle anticipazioni sulla maratona di New York del prossimo 5 novembre. La caduta di Chicago Spettacolosa sul piano cronometrico, la maratona di Chicago ha riservato un finale con brivido per la caduta, che poteva avere effetti ben più rovinosi, di cui è stato vittima il vincitore della gara, Robert Kipkoech Cheruiyot (28 anni), naturale favorito della vigilia ed allenato da Gabriele Rosa. Il kenyano (da non confondersi con Robert Cheruiyot, 32 enne) è rimasto semi-esanime per alcuni minuti sul traguardo, ed è stato trasportato in ospedale per accertamenti cui è seguita una notte in osservazione. Senza conseguenze gravi, a parte un taglio e qualche escoriazione dietro la testa, la caduta del maratoneta africano è giunta nel momento in cui paradossalmente festeggiava la seconda grande maratona della stagione conclusa con una vittoria. Domenica ha corso in 2:07:35, a Boston (in aprile) trionfò in 2:07:14. L’eterno secondo Il Kenya, come da pronostico, ha centrato l'ennesimo en-plein sul suolo statunitense piazzando altri due specialisti sul podio: al secondo posto Daniel Njenga Muturi (2:07:40), fine maratoneta che in pochi ricordano essere stato campione mondiale universitario sui 3000 siepi a Fukuoka nel 1995, e che solo nel finale ha visto spegnersi i sogni di gloria per la reazione di Cheruiyot, ormai vicinissimo ma capace di reagire e raggiungere la vittoria. Al terzo Jimmy Muindi, un altro che raramente tradisce, capace di correre ad un solo secondo dal primato personale, in 2:07.51. Di Njenga è interessante notare come, giunto alla quinta partecipazione consecutiva a Chicago, abbia collezionato tre secondi posti e due terzi posti, correndo sempre sotto le due ore ed otto minuti: nell’ordine, 2:06:16 (tuttora primato personale), 2:07:41, 2:07:44, 2:07.14 e 2:07:40. Un metronomo. Bene gli americani: Abdi Abdirahman ha portato il personale a 2:08.56, Brian Sell a 2:10:45. Tra i due un altro grande del Kenya, Robert Cheboror (2:07:37 quest'anno), che ha chiuso in quinta posizione in 2:09.25. Terremoto Un vero sconquasso, quello portato dai risultati di Chicago nelle liste stagionali femminili di maratona. Le prime tre classificate hanno realizzato tutte il record nazionale, e che records! Berhane Adere ha vinto in 2:20:42 (nona di sempre), Galina Bogomolova ha migliorato il primato di Russia in 2:20:47 (seconda europea di sempre dietro la primatista Radcliffe) e Benita Johnson, nata Willis, ha festeggiato il primato nazionale e di Oceania con l'ingresso nel top 30 all-time con 2:22:36. Partita con l'intenzione dichiarata di scendere sotto le due ore e venti, la romena Constantina Tomescu-Dita, sulla carta nel ristretto novero delle favoritissime, ha cercato fin dai primi chilometri di costruire la grande impresa cronometrica transitando al quindicesimo chilometro in 48:14, al ventesimo in 1:04:30 ed alla mezza maratona in un eccezionale 1:08:07, oltre due minuti sul plotoncino costituito da Adere, Johnson, Perez (messicana) dalle russe Bogomolova e Petrova e dalla giapponese Ominami. La fine dell’illusione Dal trentesimo chilometro in poi la regolare rimonta della Adere e della Bogomolova ha iniziato a fruttare una riduzione del gap, in particolare nei successivi cinque chilometri, in cui le due inseguitrici hanno rosicchiato oltre cinquanta secondi alla Tomescu-Dita, leader della corsa, avvistandola e lasciandola praticamente sul posto nel giro di una manciata di minuti. Per la cronaca anche la quarta classificata, la messicana Perez, ha migliorato il primato nazionale (nonché di "area") in 2:22:59, mentre la Tomescu, stroncata dalla prima parte di gara troppo veloce e dal freddo, è riuscita a salvare almeno il quinto posto in 2:24.25, prestazione comunque notevolissima sul piano cronometrico. Ben dieci atlete hanno corso sotto le due ore e ventinove, a conferma della tradizione consolidatasi in tempi recenti che vuole Chicago come una delle due maratone più veloci del mondo. Dei migliori dieci tempi di sempre, quattro sono stati ottenuti a Londra, tre a Chicago, due a Berlino, uno a Pechino. Come se non bastasse, sei dei migliori undici performers di sempre hanno ottenuto a Chicago il loro "personal best". Maratone e dintorni A Losanna la maratona femminile è stata vinta da Meseret Kotu, un'etiope che nelle ultime tre stagioni aveva trovato tre volte il quinto posto a Milano, Roma e Torino. In Svizzera ha corso la prima 42 chilometri della stagione in 2:39.43. Vittoria maschile per Sammy Kibet Rotich, kenyano di 26 anni, primo al traguardo in 2:14:39. Per tornare negli USA, a Baltimora ha vinto l'ucraina Dubovik, 42 anni, in 2:35:45. Quarant'anni appena compiuti, la sudafricana Elana Meyer, primatista del mondo di mezza maratona (1:06:44 a Tokyo nel 1999) è tornata a gareggiare due settimane fa vincendo una "mezza" in 1:22:30, ed ha in animo di rientrare il prossimo anno dedicandosi alle ultramaratone. Per chiudere con le maratone, il kenyano Talam ha vinto a Dresda in 2:15:26. La corsa femminile è stata appannaggio della russa Glock in 2:35:26. Tempo da lupi Nel freddo e nel vento di Portsmouth si è disputata domenica la classica great South run, corsa su strada di dieci miglia: vittoria di stampo europeo per la britannica Jo Pavey in 52:46, affermazione africana per Simon Arusei in 47:17, solo un secondo meglio di Chema Martinez e Jon Brown. Scusate il ritardo A ben quattro mesi dall'evento giungono i risultati dei campionati di società della Corea del Sud, disputati in giugno, che hanno riservato alcune cose interessanti: il giavellottista Park Jae-Myong, con 82.38, è il miglior specialista continentale della stagione, mentre non meno interessante appare il 6.70 ventoso della saltatrice Kim Su-Yeon, un primato "legale" stagionale di 6.53. Ancora dalla Corea, 17.04 ventoso del triplista Kim Duk-Hyun, in seguito vincitore, a fine stagione, nel meeting di Yokohama con 16.88, ed i Giochi Nazionali Coreani terminati ieri l'altro: l'altra lunghista Jung Soon-Ok ha saltato 6.64 in lungo, e ben tre marciatori hanno concluso la prova dei venti chilometri sotto l'ora è ventitre minuti. Non molto più "freschi" i risultati che giungono dall'Estonia di inizio agosto: il discobolo Kanter, un mese prima dell'impresa di Helsingborg (73,38!), aveva lanciato a 69.05, precedendo il connazionale Tammert (66.82). A due settimane fa risale una delle ultime gare stagionali di Marco Lingua, che in territorio francese ha battuto, con un lancio di 70.16, lo stagionato specialista transalpino Epalle. L'ultimo squillo dal pianeta martello giunge dall'Ungheria, dove il Pars formato-super di fine stagione ha trovato un eccellente 81.83 a Szombathely. Entrino le..Eveline Praticamente in tempo reale giungono invece i risultati di un nuovo appuntamento giapponese su pista. Sabato scorso, a Kobe, due atlete del Kenya hanno dominato un meeting dedicato al mezzofondo femminile: Evelyne Wambui ha battuto sui cinquemila metri una folta pattuglia di specialiste di casa in 15:27.83, mentre Evelyne Kimwei ha macinato con profitto i venticinque giri di pista che l'hanno vista prima al traguardo sulla distanza dei diecimila. Per la diciannovenne africana un ottimo 31:16.50, nuovo mondiale stagionale junior. A seguire altre tre connazionali: Winfridah Kebaso con 31:55.43, Jane Wanjiku con 32:04.08, e la fresca scoperta (ma ventiseienne) Rahab Watetu con 32:04.67. Quinta, ed è questa la notizia a causa della popolarità del personaggio, la campionessa olimpica di maratona Mizuki Noguchi in 32:31.44, che rientrava alle competizioni dopo l'infortunio che privò la maratona di Berlino della sua partecipazione, giusto un mese orsono. Della Wambui riceviamo altre notizie recenti che risalgono a dieci giorni fa: a Fukuroi ha corso un tremila metri in 8:49.39 (seconda la 18enne Kobayashi in 8:52.77), mentre sui diecimila maschili Daniel Mwangi Murigi è sceso a 27:40.27. Marcia, cross ed altro dalla strada Nei campionati francesi di marcia (in gara i cinquantisti) Denis Langlois ha conquistato l'ennesimo titolo in 3:57:59. Il kenyota Charles Koech ha invece vinto il cross olandese di Hardewijk domenica scorsa, davanti a Jackson Matelong ed a Gert-Jan Liefers, che ha iniziato la rincorsa al titolo europeo di corsa campestre. In Spagna il portoghese Rui Silva ha messo in fila tutti i migliori mezzofondisti spagnoli nel miglio di Madrid: battuti Casado, Gallardo, i due Espana, Quesada, Rodriguez, Fernandez, Barrios, Jurado e Olmedo. Marta Dominguez è invece stata sconfitta dalla Fuentes-Pila, ottava a Goteborg nelle siepi. Count-Down per New York A poco meno di due settimane dallo svolgimento, la maratona di New York delinea un cast sempre più straordinario. Ecco nomi, cognomi e primati personali dei principali attori, in ordine "cronometrico": Paul Tergat (primatista del mondo con 2:04:55), William Kipsang (2:06:39), Hendrick Ramaala (2:06:55), Stefano Baldini (il campione olimpico forte del primato italiano di 2:07:22 ottenuto a Londra in aprile, e del titolo europeo di Goteborg), Rodgers Rop (2:07:34), Hailu Negussie e Daniel Yego (2:08:16), Daniel Cheribo e Frederick Cherono (2:08:38), Alan Culpepper (2:09:41), Meb Keflezighi (argento olimpico, 2:09:53). Dathan Ritzenhein sarà al debutto sulla maratona mentre vi tornerà and Thomas Nyariki (bronzo mondiale sui cinquemila metri nel 1997). Martin Lel, come anticipato in precedenza, non sarà della gara a causa di un infortunio, così come la britannica Mara Yamauchi-Myers. Ecco le migliori iscritte alla gara femminile: Catherine Ndereba (ex-primatista del mondo con 2:18:47), Deena Kastor (leader mondiale stagionale con 2:19:36), Susan Chepkemei (2:21:46), Lornah Kiplagat (iridata di corsa su strada, 2:22:22), Jelena Prokopcuka (2:22:56), Rita Jeptoo Sitienei (2:23:28), Lidiya Grigoryeva (2:25:10) e Tatiana Hladyr (2:25:44). Ecco Francoforte Nel prossimo week-end gli appuntamenti principali con le maratone sono tre: Francoforte, Lubiana (che comprenderà anche il mondiale militare di specialità) e Dublino. A Francoforte sono iscritti diversi specialisti dai personali "pesanti", tra i quali Mike Rotich (2:06:33), Vincent Kipsos (2:06:52), Wilfred Kigen (2:08:29), Boaz Kimaiyo (2:08:46), Julius Rutto (2:08:10), Peter Chebet (2:08:43) e Thomas Chemitei (2:09:21). Al debutto John Korir, conosciutissimo in pista. Ottima anche la partecipazione femminile grazie a Banuelia Katesigwa (2:24:59), Robe Tola (2:24:35), Worknesh Tola (2:25:42) e Kutre Dulecha (2:30:06). Marco Buccellato
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