Internazionale: Defar, monologo da primato



La sintesi della settimana ha un prologo d’eccezione: un record del mondo, che pur se dato da tempo per possibile sui 5000 femminili, val sempre l’apertura d’obbligo. Io corro da sola E' un po' la storia di Meseret Defar, etiope piccolina e coriacea agonista, neoprimatista del mondo dei cinquemila metri. E' lei che partendo da riserva olimpica (Atene 2004) venne ripescata dai selezionatori per correre i 5000 a svantaggio della Adere, e che partendo da "quarta scelta" andò a vincere l'oro olimpico. A New York ha corso da sola, il cronometro nei neuroni e le frequenze nei piedi. Quasi da sola anche fuori pista, visto che, terminato il Gatlin-show ed essendo imminente il diluvio dal cielo, all'impresa hanno assistito un manipolo di spettatori. Il record (14'24"53) toglie quindici centesimi a quello della turca ex-etiope Abeylegesse, ed è incorniciato da un ultimo giro in sessantuno secondi. La campionessa olimpica dei diecimila, la cinese Xing Huina, ha corso in circa 15'40". Da Oslo a New York le condizioni ambientali dettano legge sui guasconi dello sprint: in Norvegia Asafa Powell centra un 9"96 in batteria che lascia l'acquolina in bocca per la finale, dove invece la brezza è contraria e permette al giamaicano solo di regolare gli avversari in 9"98. A New York 9"87 di Justin Gatlin, che se letto con ben altre condizioni di vento(e non lo scialbo 0,1 di brezza contro) avrebbe scritto a fuoco chissà cosa. Chi sta tornando su bene è il fuoristrada delle piste, Shawn Crawford, che con 10"01 e 10"02 (ad Oslo) ha fugato ogni dubbio sull'avvenuta guarigione dal malanno al piede che ne minò la scorsa stagione. Fasuba, ancora con la testa al 9"85 di Doha, torna a recitare la parte dell'oggetto misterioso uscendo in batteria. Altro dai Bislett Games La notizia più rumorosa è la sconfitta di Kenenisa Bekele, sorpreso da Isaac Songok, che da ottimo miler si è trasformato in un paio di stagioni in un mezzofondista di primissimo livello. Nomi nuovi sotto i tredici minuti: Mike Kigen, Edwin Soi ed il baby dell'Etiopia Feleke. Wariner ha iniziato la scalata al montepremi con la consueta abile distribuzione delle risorse: il 44"31 finale vale già meno. Di Saladino cos'altro aggiungere? Si tratta del saltatore (di tutto il settore salti) più in forma del momento, con costanza attorno agli otto metri e mezzo, ma non deve essere considerato una sorpresa: a Helsinki, nell'eccitante finale mondiale del lungo, finì a soli cinque centimetri dal podio. Andreas Thorkildsen ha scalato diverse posizioni nella lista all-time del giavellotto in una sera: con 91,59 ha subito regolato il neo-novantametrista Vasilevskis, strabattuto Pitkamaki e dimostrato che ad Atene, in fondo, ha vinto perché era davvero il migliore. Ciò che non è riuscito alla combriccola delle Dibaba è riuscito poche ore dopo alla Defar a New York, come visto. Ma Tirunesh è stata immensa in 14'30"40, e la sorella Ejegayehu non gli è finita distante (soli tre secondi). Primato anche per la Masai (39 anni), per la novità Ngetich e per la junior Burika, targata Etiopa pure lei. Ultimo appunto perl'alto femminile: vittoria della croata Vlasic ad 1,98, dove sorprende ancora l'eptatleta belga Hellebaut, che pareggia la misura pur perdendo, ma batte l'olimpionica Slesarenko e l'iridata Bergqvist. Altro da New York Della riunione americana ricordiamo il personale di Kerron Clement sui 400 (44"71), che ha preceduto l'altro grande bianco del giro, Andrew Rock, la solita sassata di Cantwell (21,68) davanti a Dan Taylor (21,59, personale), e la conferma definitiva del ritorno a pieni giri di Marion Jones, non tanto per l'11"06 quanto per la netta vittoria su Veronica Campbell, I martelli di Thor Il momento d'oro dei martellisti prosegue, anzi aumenta la risonanza. Dopo il ritorno di Murofushi e la ritrovata vena di Ziolkowski (quasi 80 metri a Bydgoszcz prima del grande 81,36 di stasera a Rehlingen), ecco le donne che fanno tremare il record del mondo. In settimana Gulfiya Khanafeyeva ha lanciato a pochi centimetri dal primato della Lysenko a Mosca, ma non è solo la punta dell'ultimo lancio a sorprendere (76,94) quanto la serie: 74,37 - 71,08- 75,01 - 75,79 - 75,01 - 76,94. Nemmeno la Kuzenkova dei tempi d'oro. Proprio la Khanafeyeva, già distintasi in febbraio a Adler, aveva morso il collo alla Lysenko nella gara di Sochi. Nella stessa manifestazione anche il ritorno di Zagornyi con 78,18. Sul fronte bielorusso, con Tikhon che balbetta e Devyatovskiy in carburazione (ma vicinissimo agli ottanta in Polonia), si segnala Valery Sviatokha, 26 anni, che a Brest pochi giorni fa ha ottenuto 81,49. Anche domenica si è chiuso col botto: l'eco è tedesca, e porta Betty Heidler ad un clamoroso 75,16, che disintegra il freschissimo 72,91 di Ostrava. Progressi minori ma pur sempre progressi nel versante maschile, dove lo scarsicrinito Esser ha lanciato a 80,32. Non male Kobs, con 78,90. Per chiuderla col martello, è sempre sulla breccia Andriy Skvaruk (39 primavere) che a Kiev sabato è tornato con 78,43. Contrappeso femminile, il 72,28 di Iryna Sekachyova. Note USA Eagle Rock ha ospitato l'ultimo show americano prima degli attesissimi NCAA, al via tra poche ore: tra i migliori risultati quello di Carlos Moore, velocista non di prima grandezza, che ha corso in 10"07 con vento regolare, e quelli sugli ostacoli bassi di Jonathan Williams (49"10) e Shauna Smith (54"93). Nei concorsi profumo di settanta per la martellista Jessica Cosby (69,50). Panorama europeo In chiave azzurra, Marco Lingua ha lanciato oggi a Rehlingen a 74,17, classificandosi sesto, nella gara vinta da Ziolkowski. Micol Cattaneo ha gareggiato in Lussemburgo sabato scorso vincendo in 13"35 dopo aver siglato il nuovo primato personale in batteria (13"25, vento 0,7). In Francia invece Thaimi O'Reilly ha saltato solo 12,92 a Nantes (terza). Nel nono meeting internazionale di Gava (Spagna) trasferta di Nicola Comencini (secondo in 14"11 sui 110 ostacoli,vento a 4,1 metri al secondo). Nelle altre gare 13'17"57 del 18enne Vincent Chepkok (Kenya). Sabato a Lubiana, in Slovenia, gran progresso per Marija Martinovic (ora sposata con il quattrocentista Sestak), che ha portato il personale nel triplo a 14,51. A proposito di balcani continua a sorprendere la bulgara Stambolova, che dopo esser stata uno dei personaggi della stagione indoor, ha debuttato a Kalamata con un sontuoso 50"88 sui 400 metri. Nel meeting greco Antonietta di Martino si è classificata seconda nell'alto con 1,90 (quinta Elena Brambilla con 1,82). Secondo step per Fani Halkia, l'olimpionica dei 400 ostacoli: al primo riscontro serio fa 54"66 e dà ben più di un secondo a Sandra Glover, stagionata sì ma sempre tra le più forti in assoluto. A Saragozza vola Obikwelu Con 9"84 (vento oltre i cinque metri al secondo) l'ex-nigeriano Francis Obikwelu ha realizzato il più veloce cento metri di sempre corso da un atleta con passaporto continentale. Il miglior risultato legale è il suo 9"86 della finale olimpica di Atene, ovviamente record d'Europa. Il miglior tempo da parte di un europeo non naturalizzato (o comunque non di origini afroamericane) è curiosamente di uno svedese, 9"98 (ventoso) di Peter Karlsson, ottenuto una decade fa a Duisburg. Poi c'è Pietro Mennea col suo 9"99 di Bari, e finalmente il legale (due metri di vento..) dieci netti del polacco Woronin. Folate impazzite anche in pedana: Kenta Bell è stato sbalzato a 17,58, il russo Burkenya a 17,19; già di suo cavalletta umana, la russa Lebedeva non ha trovato un salto omologabile ma un bonus di oltre quattro metri a favore per planare a 7,09. Nelle siepi, ritiro per Marzena Michalska. Per restare alla Russia, segnaliamo l'1'58"17 della Soboleva a Mosca, dove è tornata a roteare la quasi 40enne Khudorozhkina, il cui peso vale ancora 18,58. Sebrle, ok la seconda Dopo la magra di Goetzis, il primatista del mondo di decathlon si è rifatto ad Arles (Francia), vincendo con 8.333 punti davanti al finnico Ojaniemi ed al cinese Qi Haifeng. La sempre più autoritaria canadese Zelinka si è imposta nell'eptathlon (6,314 punti) sulla sudafricana Josephs e sull'ucraina Melnychenko, già seconda a Desenzano. Ultim'ora da Praga La Di Martino seconda nell'alto con 1,90, a tre centimetri dall'olimpionica Slesarenko: nell'asta superano i 5,70 il giapponese Sawano, il tedesco Schulte ed ancora una volta il polacco Czerwinski. Per le martellate, un solo centimetro ha diviso il divino Murofushi (79,57) dal compatto Devyatovskiy. Da mercoledì via ai duelli al sole di Sacramento (campionati universitari USA), ma il calendario in Europa è ricchissimo, con i meetings di Tampere, Kassel, Lilla, Gateshead, Ginevra. Le graduatorie mondiali stagionali saranno aggiornate in tempo reale nei prossimi giorni nella sezione statistiche del sito. Marco Buccellato


Condividi con
Seguici su: