Internazionale, Makusha 9"89 e 8,40
Il freddo e la pioggia hanno determinato in parziale negativo le due tappe della Samsung Diamond League di Oslo e New York: a farne le spese, sotto il profilo tecnico, soprattutto il meeting statunitense, flagellato da condizioni pessime. Nella settimana appena trascorsa, anche le finali universitarie USA, molti meeting in Europa e manifestazioni varie in Asia e Africa. Questo, comprensivo degli ultimi risultati in ordine cronologico, nella consueta rubrica che volge lo sguardo all'atletica internazionale.
Oslo, stavolta niente primati
Il meeting di Oslo non ha prodotto il primato numero 70 nella sua storia. Oltre al primo 200 metri dell'anno di Bolt, molte prestazioni di valore ma, complici condizioni meteo non propriamente estive, nessun acuto da leggenda come nella tradizione dello stadio Bislett. La pioggia iniziale ha dettato una tregua nella parte centrale del meeting norvegese, poi giù dall'Olimpo l'acqua è tornata impietosa ad allagare la pista al momento della discesa di Usain Bolt. Nonostante tutto, il primatista del mondo ha portato a 19"86 la miglior prestazione mondiale stagionale. Le altre leadership 2011 sono state realizzate da Paul Kipsiele Koech nelle siepi e dalla marocchina Hachlaf negli 800.
Bolt, ritorno in Giamaica
Dopo la terza apparizione europea, e la ventunesima prestazione della carriera sotto i venti secondi sui 200, Usain Bolt ha fatto ritorno in Giamaica per preparare la seconda parte della stagione, che non passerà necessariamente per i campionati nazionali di Kingston. Bolt non ha bisogno della qualificazione per i mondiali attraverso il meccanismo dei Trials, perché è campione del mondo in carica in entrambe le gare di velocità, e ci sono scarse probabilità che si presenti in pista.
Nella gara vinta da Paul Koech in 8'01"83 (anche primato del Bislett), il francese Mekhissi ha realizzato la miglior prestazione europea stagionale delle siepi in 8'14"38. Sempre nel mezzofondo, riemerge ai massimi livelli Asbel Kiprop, che nel "Dream Mile" ribalta il risultato di Eugene vincendo in 3'50"86 grazie a un imperioso allungo nel rettilineo conclusivo. Tra le altre gare maschili, menzione speciale per i 110 ostacoli (vento praticamente nullo e assenza di pioggia momentanea): molto bene Merritt in 13"12, primato di Giamaica per l'ex-centista Dwight Thomas (13"15) e personal best per l'esperto 31enne Joel Brown in 13"20.
Defar, sempre lei
Meseret Defar (14'37"32) ha vinto un 5000 dal finale mozzafiato contro le connazionali Ejigu (14'37"50), Dibaba (14'37"56) e Melkamu, in testa fino all'ultima curva (14'39"44). La piccola delle Dibaba, in attesa della caposcuola Tirunesh, è ormai nel lotto delle più forti. Per la Defar si è trattata della trentaseiesima gara di 5000 metri chiusa sotto i 15 minuti. Benissimo la spagnola Dolores Checa, alla miglior prestazione europea dell'anno in 14'46"30. Il mondiale stagionale è arrivato sugli 800 metri, grazie all'irresistibile finish della marocchina Hachlaf (1'58"27), che ha superato negli ultimi metri la russa Savinova. Altre due africane nell'ordine, la discussa SSemenya in 1'58"61 e la kenyana Jepkosgei ini 1'59"05.
Sprint breve e prolungato: grande prova della bulgara Lalova sui 100, dove aldilà del crono (11"01 con 2,2 metri di vento a favore) ha destato ottima impressione nella seconda parte di gara, fluida e quasi esente da sbavature. Erano anni che la Lalova non si esprimeva con continuità a questi livelli, a causa di alcuni infortuni, di cui uno molto grave che fece temere per la prosecuzione dell'attività sportiva. Sui 400 continua il momento-sì della Monsho (Botswana) che ha infiliato le avversarie senza esitazioni per chiudere in 50"10. Chiudiamo la retrospettiva su Oslo con i concorsi: la pedana bagnata non ha impedito nel triplo la realizzazione di buone misure da parte della Savigne (14,81) e della Saladuha (14,71). La Adams è tornata in Europa dopo un lungo periodo di carichi di lavoro e ha vinto il peso con 20,26 sulla Ostapchuk, con una serie media nettamente superiore a quella della bielorussa. Preparerà il mondiale con sede svizzera a Magglingen.
New York, Gay perde da Mullings
In condizioni atmosferiche ancora più critiche che a Oslo (cielo incolore, vento a raffiche contro la direzione di corsa e nei salti, pioggia, freddo), la Diamond League newyorchese esce mortificata dalle inevitabili controprestazioni tecniche emerse nelle sfortunate tre ore del programma del meeting all'Icahn Stadium. Breve sintesi tecnica del meeting: i superstiti dei cento metri uomini (squalificati Padgett, Rae Edwards e Rich Thompson) si sono battuti contro quasi tre metri e mezzo di vento. Gay ha perso con lo stesso tempo del giamaicano Mullings (10"26), ma dopo una partenza e una messa in moto nettamente inferiore alle sue qualità ha risalito la china nella seconda parte di gara recuperando quasi due metri a Mullings, raggiunto ma non superato sul traguardo. Battuto anche Bernard Lagat, che ha probabilmente atteso troppo prima di cercare il sorpasso sugli etiopi Gebremeskel e Tariku Bekele. Raggiunto e superato quest'ultimo, lo statunitense non è riuscito ad agguantare il primo, vincitore in 13'05"22 per 24 centesimi sull'ex-kenyano Lagat.
Wariner invece vince
Una delle migliori gare del meeting, penalizzata in parte dalle condizioni ambientali. Jeremy Wariner è riuscito a mantenere il vantaggio accumulato a metà gara vincendo in 45"13 nonostante il prepotente rettilineo del giamaicano Gonzales (a 3 centesimi) e del grenadino Bartholomew ( a 4 centesimi, al primo meeting internazionale della carriera). Gran figura di Pistorius, al solito nel limbo della prima corsia, tuttavia capace di una gara in cui ha distribuito più omogeneamente del solito le energie, conclusa al quinto posto in 45"69.
Ecatombe tecnica nel triplo
Nell'aria c'erano i diciotto metri, attesi nel duello che vedeva Teddy Tamgho opposto a Phillips Idowu. Con le rincorse compromesse dalla tormenta e dalla pioggia, il francese è naufragato in due nulli e un salto di 15 metri e mezzo. Idowu ha palesato minori difficoltà aggiudicandosi la surreale gara con 16,61.
Il ritorno dela Galkina, la sconfitta della Vlasic
La russa Galkina-Samitova, attesa al rientro già al Golden Gala e poi rinunciataria, ha disputato il primo 3000 siepi dai mondiali di due anni fa, chiudendo terza in 9'29"75 dietro le solite Chemos (9'27"29) e Assefa (9'27"37). Prima amara trasferta per Blanka Vlasic negli USA, dove non aveva mai gareggiato. La croata ha pagato più della svedese Green (prima con 1,94) le condizioni proibitive in pedana, arenandosi dopo il metro e novanta. Ottimo infine, in considerazione del maltempo, il 50"98 di Kaliese Spencer nei 400.
NCAA, Makusha superstar
L'uomo di Florida State ha ricoperto il ruolo del protagonista della rassegna universitaria statunitense. Makusha era conosciuto soprattutto per la bella stagione 2008, dove era riuscito a staccare il passi per le Olimpiadi, centrando un inatteso quarto posto nella finale del lungo. Per ragioni di team e per i progressi palesati negli allenamenti era stato schierato anche sui 100 metri in una delle fasi preliminari degli NCAA, in aprile, portandosi in batteria a 10"34 (aveva un personale superiore ai 10"50), poi beneficiando in finale della grazia di due metri di vento al secondo per segnare un clamoroso ed imprevedibile 9"97!
A Des Moines ha abbellito l'opera laureandosi campione universitario sia nel lungo (grandioso 8,40 legale dopo l'identica misura ottenuta due mesi fa in Texas con troppo vento a favore), sia nei 100, dove in finale (dopo una batteria controvento da 10"13) ha sfoderato il turbo sulla pista bagnata dalla pioggia negli ultimi quaranta metri sigillando un altro record nazionale (Zimbabwe), un 9"89 che ne fa il terzo africano di sempre e, in prospettiva, una mina vagante ai piani alti dello sprint. Con Makusha, un altro velocista ha infranto la barriera dei dieci secondi, lo statunitense Rakieem Salaam, secondo in 9"97.
Le altre gare
Eccezionale esito nella finale del triplo maschile, dove all'ultimo turno i due eterni rivali Christian Taylor e Will Claye hanno centrato grandi misure. Per Taylor 17,80 con 2,3 metri di vento (e 17,40 legale), per Claye 17,62 ventoso e 17,35 regolare. Nella fiale dei 400 il favorito Kirani James ha rispettato il pronostico ma soffrendo fino alla fine in 45"10 (stesso tempo di Gil Roberts, poi squalificato). Terzo McQuay, che in batteria aveva corso in 44"87. Sorpresa dagli 800, con il giovane Andrews (1'44"71) che ha superato Charles Jock (1'44"75), in una finale dove i primi quattro hanno tutti migliorato i primati personali.
NCAA donne
Kimberlyn Duncan, una delle "stelline" più attese al verdetto dei campionati, ha vinto i 200 metri nel nuovo mondiale stagionale di 22"24, ma dopo aver perso i cento per un centesimo dalla meno quotata McGrone, prima in 11"08 con vento entro i limiti, primato personale per entrambe. Solo settima la junior Gardner, neo-primatista USA junior. Sui 200, seconda la Tarmoh in 22"34, terza la Townsend in 22"58. Anche qui, primati personali per tutte. Maurice Mitchell, compagno di club di Makusha, vince i 200 in 19"99, ma con troppo vento a favore. Per Texas A & M un doppio, storico e rocambolesco trionfo, maturato per un solo punto nella classifica maschile e per quattro in quella femminile (decisive la staffette 4x400 conclusive).
A Clermont si vola ancora
Dopo il 9"79 di Gay e il 9"93 di Bledman della scorsa settimana, la pista della Florida ha portato fortuna anche al giamaicano Lerone Clarke, cronometrato in 9"90 ventoso (ma con un 10"08 legale a corredo in batteria). Nuovamente sotto i 10 secondi Gatlin, secondo in 9"97,
A Brazzaville esplode Veliz
Eccezionale risultato nel meeting africano di domenica del pesista cubano Carlos Veliz, che ha polverizzato il primato nazionale con un lancio di 21,40. Dietro Veliz, grandi progressi anche per il polacco Kusiak, che ha aggiunto oltre mezzo metro al personale portandosi a 20,65.
Heidler, ancora grandi lanci
La primatista del mondo del lancio del martello continua a sfornare grandi misure. Prima a Kassel ha vinto con 74,65, poi domenica a Fränkisch-Crumbach ha ottenuto la seconda miglior prestazione della carriera (la sesta assoluta nella storia della specialità) con 77,53. Alle sue spalle la cinese Zhang Wenxiu ha migliorato il primato asiatico con 75,65, collocandosi al quindicesimo posto nelle graduatorie all-time.
Il ritorno di Kozmus
Il campione olimpico e mondiale in carica di lancio del martello Primoz Kozmus è rientrato da poco alle gare dopo un ritiro prematuro durato una stagione e mezza. Alla terza gara della stagione (in Slovenia) ha iniziato a carburare migliorandosi fino a 77,17.
Salti baltici
Dopo la lettone Radevica, oro a Barcellona, nel lungo femminile emerge un altro nome dall'area baltica. Si tratta di un'altra atleta lettone, Lauma Griva, che nello scorso fine settimana si è migliorata con 6,86.
Campionati giapponesi
A Kumagaya Koji Murofushi ha vinto nuovamente il titolo nazionale del martello con un lancio di 77,01. Buoni risultati anche per il giavellottista Murakami (82,75) e per Kishimoto nei 400 ostacoli (49"28).
Europa
Ottimi salti dai francesi a Pierre-Benite (Kafetien Gomis 8,12, la Lesueur 6,78). Ad Istanbul l'ex-azero (ora turco) Ramil Guliyev ha centrato anche il record dei 200 in 20"32. In grande evidenza la bulgara Stambolova (51"43 sul piano e 54"33 sugli ostacoli), e la pesista USA Camarena (19,48). In Grecia eccellente 14,72 della triplista Paraskevi Papahristou.
Bailey e Blake sotto i 10 secondi
In Francia si va velocissimi. Dopo il 9"95 della settimana scorsa di Yohan Blake, l'antiguano Bailey ha vinto a Strasburgo in 9"97, superando per un centesimo proprio Yohan Blake, e Dwain Chambers (10"04, e 10"17 ventiquattro ore prima in Turchia). In evidenza anche Jonathan Borlée con 45"04 (leader europeo) e le ucraine Ryemyen e Povh (22"68 e 22"80 sui 200), che hanno battuto la campionessa d'europa Soumare.
Sorprende Kuc: 10"15
Il polacco Dariusz Kuc (sprinter di medio livello, tornato quest'anno a gareggiare con continuità) si è imposto a Cracovia in 10"15, superando Obikwelu (10"18). Altri buoni risultati: 21 metri di Majewski nel peso, 67.97 del discobolo Malachowski. Vanno forte un po' tutti i polacchi, che stanno riempiendo strada facendo i vuoti, dovuti agli infortuni, in alcune specialità, in vista dell'europeo a squadre.
Wesel, record della Demut
Il meeting tedesco di salti si è disputato oggi nel pomeriggio: record nazionale per Katja Demut nel triplo con 14,57. Nelle altre gare in pedana ben tre specialisti locali sono volati oltre gli 8 metri nel lungo (Reif 8,26, Camara 8,08, Koenig 8,07). Bianca Kappler ha raggiunto la misura di 6,81.
Ultime dalla Russia
Domenica a Mosca Svetlana Shkolina e Tatyana Mnatsakanova entrambe a 1,95 nell'alto. 6,75 della Kolchanova nel lungo. 1'59"17 Yekaterina Martynova sugli 800. Sul fronte maschile, 20,46 del pesista Sidorov. A Saransk si sono disputati i campionati nazionali di marcia. Nella gara dei 50km nuovo limite mondiale stagionale di Sergey Bakulin in 3h38'46". Nella 20km vittoria di Morozov in 1h19'18". La giovane Mineyeva ha vinto il titolo senior della 20km femminile in 1h28'09". La squadra per i mondiali, intanto, è stata definita. Tutti i selezionati sono allenati dal tecnico Chegin. Tra i nomi più accreditati, Valeriy Borchin, Stanislav Yemelyanov, Vladimir Kanaykin, Sergey Morozov, Sergey Kirdyapkin, Denis Nizhegorodov, Olga Kaniskina, Vera Sokolova e Anisya Kirdyapkina.
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