Internazionale, Oliver nell'orbita-record
Torna la rubrica rivolta all'atletica internazionale. Questa settimana in primo piano la sesta tappa della IAAF Diamond League di Eugene, ultima su suolo extra-europeo prima del tour de force degli otto restanti meeting che si disputeranno nel Vecchio Continente, a partire da Losanna, il prossimo giovedì. Oltre a Eugene, il quadro di quanto successo nelle ultime 72 ore..
La rincorsa al record di David Oliver
Che la sua stagione fosse iniziata sotto ottimi auspici si era capito con la vittoria ottenuta nell'unico faccia a faccia con Dayron Robles e per i due sub-13 già ottenuti recentemente. A Eugene l'ostacolista statunitense, pur incocciando la maggior parte degli ostacoli, ha eguagliato in 12.90 il record nazionale di Dominique Arnold e "vede" molto da vicino il mondiale del cubano, distante solo tre centesimi di secondo. La prestazione di Oliver è stata la ciliegina in un meeting che ha proposto risultati spettacolari, certamente il migliore, sotto il profilo squisitamante tecnico-statistico, di quelli finora disputati nell'orbita Diamond League. Gara con condizioni perfette, vento amico ma nei limiti, ed ecco in parte spiegate le sei prestazioni al di sotto dei 13.30 dei primi sei classificati.
Sono troppi per citarli tutti, ma i numeri di Eugene meritano una sosta per ricordarne i più significativi, ad iniziare dal clamoroso 10.78 di una strabiliante Veronica Campbell-Brown, che ha fulminato la campionessa olimpica e mondiale Fraser (10.82), e quella Jeter (10.83) che sul finire della scorsa stagione ha smesso di indossare il binocolo per avvistare il surreale primato del mondo di Flo Jo Griffith. Molto veloce il miglior 800 femminile della stagione, con tre atlete sotto l'1:58 e la vittoria della campionessa europea indoor Savinova in 1:57.56, ottenuta contro la campionessa olimpica dei 1500 Lagat (1:57.75) e Janeth Jepkosgei (1:57.84), che si è liberata dell'incubo-Jelimo (ancora deludente e lontana parente di quella dell'anno dell'esplosione), ma non più, almeno al momento, solitaria sulla vetta della specialità.
Duecento maschili al fulmicotone
La volata bruciante di Walter Dix e Tyson Gay non ha avuto un plebiscito di commenti mediatici che tenessero nella giusta considerazione la prestazione dei due sprinter: Gay, al rientro dopo i soliti acciacchi di cui soffre ormai quasi stabilmente, ha perso correndo in 19.76! La dimensione disegnata da Usain Bolt a partire da Pechino 2008 inganna la valutazione della scala dei valori tecnici. Un 19.80 è salutato ora come una cosa quasi normale, ma basti pensare che solo sette anni fa (che nell'atletica è l'altro ieri, mica un secolo), nessun atleta al mondo riuscì a sfondare il muro dei venti netti, per di più in un anno con un campionato del mondo in agenda (Parigi). Walter Dix, vincitore in 19.72 a conferma dello stato di grazia visto all'Olimpico, vuole Bolt. La velocissima pista di Losanna, sulla quale se lo troverà a fianco tra 48 ore, sta per prendere fuoco.
Il record del meeting è 19.63, stabilito prima da Xavier Carter (in ottava corsia..) e poi dallo stesso Bolt, che rientra dopo il malanno che ne ha impedito la partecipazione alla Diamond League di New York. Lashinda Demus ha confermato lo status di numero uno mondiale dei 400 ostacoli correndo nuovamente contro il cronometro in 53.03. Quest'anno è fuori per infortunio la giamaicana Walker, e la Demus, tornata più forte di prima dopo un parto gemellare, sta probabilmente rimpiangendo di aver trovato una simile condizione nell'anno in cui l'evento di maggior richiamo si svolge in un altro continente e non la riguarda.
Menzione anche per il sudanese Kaki, che correndo i mille metri in 2:13.62 ha fatto registrare il miglior risultato degli ultimi dieci anni in questa specialità allestita solo in particolari occasioni. Ancora, Christian Cantwell, autore di una serie-catapulta nel peso (21.78-21.50-21.70-21.58-21.89, con l'eccezionale 22.41 di chiusura), ed Irving Saladino, che ha trovato la parabola dei giorni migliori (8.46, ma aiutato dal vento), ed ha battuto Dwight Phillips, 8.41 ma con vento nei limiti. In gara c'era curiosità per il rientro di Sebastian Bayer, sotto tono e lontanissimo dagli 8 metri. Sorpresona per il terzo posto del cinese Li Jinzhe, 8.29 con Eolo a dare più di una mano.
Per finire Tariku Bekele: non vinceva una gara all'aperto in pista da oltre tre anni, pur se, dopo un lungo stop per infortunio l'anno scorso, era sempre stato competitivo ma sempre tradito dal finale di gara. Stavolta ha spazzato la cabala negativa che durava da troppo tempo, precedendo in un bel finale i connazionali Gebremeskel e Merga, che l'aveva beffato diverse volte in questa stagione.
Svizzera, conferma Gillick
Già sul piede dei quarantacinque secondi nelle ultime uscite, il quattrocentista irlandese ha corso a La Chaux-de-Fonds in 44.98, primato europeo stagionale, battendo il fortissimo francese Djhone, campione di lungo corso che sogna di vincere l'Europeo e migliorare il record continentale. Sempre in Svizzera, un vento al limite consentito ha permesso alla britannica Turner di vincere i 100 femminili in 11.11.
Slovenia
Ancora una conferma dal giovane saltatore russo Shalin, regolarissimo bel oltre gli otto metri, che ha vinto la gara di lungo del meeting di Velenje con 8.08. Tra gli altri risultati il 45.19 del cubano Collazo nei 400 metri e l'1.59.56 della ceka Klocova sugli 800 femminili. Iscritta, ma non arrivata in Slovenia, la campionessa olimpica di salto in lungo Maggi, che ha esordito in Spagna con un modesto 6.36.
Campionati nazionali in Europa
Quelli ucraini di Donetsk sono durati ben quattro giorni: nessuno acuto particolare come in passato ma un livello medio discreto. Si va dal 45.79 del 23enne Ostrovskyy nei 400 al 14.27 della triplista Kulyk. Assente la numero uno della specialità Olha Saladuha. Nei campionati israeliani primato nazionale nel salto in alto femminile per la giovane Frenkel, issatasi fino a 1.91.
Germania
Nel meeting di getto del peso di Gotha top stagionale per Nadine Kleinert (19.64). A Mannheim gare giovanili e un po' di sessioni di velocità ed ostacoli, con buone cose dei tedeschi sia a livello individuale (Unger 10.14 e Ernst 20.38), sia con la staffetta (38.50, primato europeo stagionale eguagliato). La cos migliore dai cento maschili junior, col francesino 18enne Vicaut che segna l'impresa tecnica di giornata migliorandosi di quattro decimi in un sol colpo: 10.16 in batteria e 10.17 fotocopia in finale. Non bastava Lemaitre..
Qatar d.o.c.
Stavolta l'Emirato arabo non è ricorso all'acquisizione della nuova nazionalità di ex-kenyani e africani di diversa provenienza. Il fenomeno ce l'hanno in casa, e si chiama Mutaz Essa Barshim (o Barshim, o Bershim, le foti sono tutte diverse). Diciannove anni da pochi giorni, questo filiforme saltatore con gambe e braccia infinite, ha vinto la gara di alto dei campionatici asiatici junior di Hanoi con la misura di 2.31, ma c'è da pensare che la crescita del giovane asiatico non si fermerà qui. Vive e si allena in Svezia, dove le pedane hanno visto fenomeni di livello mondiale come Sjoeberg, Holm e Kajsa Bergqvist.
Marco Buccellato
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