Internazionale, Vlasic subito in volo: 2.03
Con il debutto di Blanka Vlasic, nel tardo pomeriggio di ieri a Rijeka, si è chiusa in bellezza la lunga settimana dell’atletica internazionale che ci apprestiamo a ripercorrere. In sommario la vivace agenda indoor, la maratona di Osaka, appunti vari da piste all’aperto ed il ritorno della marcia.
Vlasic, mai così in alto all'esordio
Poche ore fa a Rijeka Blanka Vlasic è tornata in pedana ed ha sbattuto le ali per un debutto sontuoso a 2.03 (secondo tentativo, il resto senza macchia). Una “schiccherìa” cui non credeva nemmeno lei, tanto che i segnali degli allenamenti più recenti le attribuivano credenziali ben al di sotto di quanto realizzato in gara. Giovedì prossimo la croata salterà a Goteborg, dove troverà la Friedrich, già due volte a due metri negli ultimi giorni. Nella gara di Rijeka secondo posto per Viktoriya Slivka, ora signora Klyugina, al personale best al coperto di 1.98. Stesso risultato per Svetlana Shkolina, che le cronache dell’amico Alfons Juck riferiscono essere stata assai fortunata (salto validato dal giudice e asticella caduta dai ritti un istante dopo).
L'Europa che salta
Ivan Ukhov ha vinto il Moravian Tour di salto in alto: il russo si è imposto sia a Trinec (con 2.33) che a Hustopece (2.34). A Trinec ha preceduto Tereshin (2.30), a Hustopece l'altro russo Shustov ed il ceko Baba (2.27). Le gare femminili hanno avuto bisogno dell'arrivo della tedesca Friedrich per spiccare il volo. Deludenti a Trinec (1.92 per la vincitrice Styopina) quanto brillanti a Hustopece: oltre ai due metri della Friedrich, si è registrato il primato di Irina Gordeyeva (1.98, appena 1.85 a Trinec), e l'1.95 della ceka Strakova.
In Germania buon debutto di Raul Spank, grintoso agonista nella finale olimpica di Pechino, che a Dresda ha superato i 2.30. Nello stesso meeting conferma per Anna Battke, al secondo 4.60 nell'asta in sette giorni. 2.30 anche per lo svedese Thornblad a Malmoe. Arrivano le tripliste: sabato a Volgograd 14.67 della Taranova e 14.62 per la Udmurtova.
Bomba in extremis
Si è reso necessario l'ultimo lancio per far uscire la poderosa figura di Christian Cantwell dalla mediocrità di un debutto vincente sì, ma grigio. Sulla pedana tedesca di Nordhausen il vicecampione olimpico e due volte iridato indoor ha proiettato l'attrezzo a 21.47 dopo aver condotto la gara fin dall'inizio con 20.42 ed aver incrementato la misura di due centimetri al terzo turno di lanci. L'altrettanto medagliato Hoffa (due ori e due argenti mondiali tra outdoor e indoor) è andato così così: 20.34 e una serie scadente per le misure che gli sono abituali. Ottimo il giovane Storl, tedescone da 21.90 con il peso da junior.
Periscopio USA
Iniziamo dal meeting di Fresno, vecchio di sette giorni: pochi acuti e tutti al femminile: la giovane Day ha stabilito il personale nell'alto con 1.93, l'anziana Dragila è tornata a vincere una gara con 4.37, la bianca Adams ha corso un buon 55 ostacoli in 7.72. Nelle gare maschili curiosità attorno a Aaron Thigpen, velocista di discreta notorietà nella seconda metà degli anni '80, che a 44 anni suonati si fa ancora valere (6.48 sui 55 metri).
Qua e là dalle oltre quaranta riunioni del fine settimana sul suolo statunitense: da Gainesville l'esordio di David Oliver sui 55 ostacoli: 7.13 in batteria, falsa e squalifica in finale. Vittoria per il bahamense Sands in 7.05, che detto così non sembra chissà cosa e invece è il terzo tempo del nuovo millennio (nella gara femminile 7.50 di Damu Cherry). Bel ritorno di Tianna Madison, ex-iridata del lungo poi non confermatasi, che centra un ottimo 6.69 sui 55 metri. Come nel caso di Sands, nessuna aveva mai corso così veloce questa distanza dello sprint dal secolo scorso.
Un miglio di talento
In Arkansas un ragazzino di origini ispano-americane l'ha fatta davvero grossa: con 3:56.50 il fresco diciottenne German Fernandez ha abbassato di quasi due secondi il "mondiale junior" del miglio al coperto. Sulle pagine del web ora fioccano le interviste e i commenti su questo ragazzo, destinato a grandi cose. La gara è stata così ispirata da trascinare un altro novizio (il ventunenne Ulrey) a 3:57.60.
Mix indoor
Sulla pista "oversized" di Lubbock il bahamense Andrae Williams ha corso le 600 yards in 1:08.24, un crono che sulla distanza (corsa peraltro raramente e solo negli States) non si vedeva da nove anni. Sempre negli Stati Uniti 5.82 di Derek Miles nell'asta a Vermillion. In Europa, a Mosca, 2:01.53 della Zbrozhek a Mosca sugli 800 metri e 8:57.80 della Konovalova sui tremila. A San Pietroburgo 4:07.72 della Yevdokimova. In Svezia 20.93 di Wissman sui duecento metri. Tutti i numeri della stagione indoor sono elencati nelle graduatorie mondiali stagionali, fruibili nella sezione attività/statistiche del sito.
Outdoor, apre il Sud Africa
Potchefstroom (ad alta quota) ha ospitato il primo meeting del circuito nazionale Yellow Pages: come anticipato nelle news flash si è registrato il buon debutto del vicecampione olimpico del salto in lungo Mokoena, planato a 8.15 con vento regolare. Ottimo il debutto di Sunette Viljoen, 62.15 nel giavellotto. Qualche atleta europeo in gara: la britannica Okoro ha vinto i 400 in 53.37, la francese Manfredi il peso con 17.59, la promessa olandese degli 800 Hak si è imposta in 2:05.00. Restando in Sud Africa, è recentissima la notizia del ritiro di Alwyn Myburgh, quattrocentista ad ostacoli da 48.09. Sempre per l'attività all'aperto, da segnalare lo spagnolo Vivas, secondo nella storia del paese (dopo Manolo Martinez) a superare la barriera dei venti metri nel peso: è successo sabato a Malaga (20.01).
Portoghesi al palo
Nelson Evora non gareggerà nella stagione indoor. Il campione olimpico di salto triplo è appena guarito da un infortunio muscolare e rimanda l'esordio al sole estivo. Francis Obikwelu gareggerà, da quanto programmato in agenda, solo in Coppa Campioni a fine maggio e ai campionati di società di metà giugno. Più che correre, allenerà Olusoji Fasuba.
Miss Osaka
E' Yoko Shibui, trentenne dal viso da adolescente, una delle poche atlete capaci di correre una maratona di meno di due ore e venti minuti. A Osaka aveva già gareggiato, sia vincendo che prendendo sonore batoste. La sua unica maratona in una competizione globale fu ad Edmonton 2001, premiata con un signor quarto posto. Domenica mattina non ha avuto troppi pensieri nello scrollarsi di dosso l'edordiente Akaba e le altre connazionali, chiudendo con la migliore prestazione mondiale stagionale di 2:23:42. Discreta la profondità (per essere in gennaio), con otto ragazze sotto le 2 ore e 28 minuti, sei giapponesi, una kenyana, una romena, la famigerata Simon, una che è salita sul podio ben nove volte tra Olimpiadi, Mondiali, Europei e mondiali di mezza maratona.
Miss Kobe
La giapponese Fuchise ha migliorato il record nazionale dei 20 km di marcia in 1:28:03 a Kobe, nel corso dei campionati nazionali. Anche la Kawasaki, seconda, è scesa sotto il limite precedente, che deteneva con 1:28:56. Per la prima volta tre marciatrici giapponesi hanno chiuso contemporaneamente in meno di un'ora e mezzo. Nella venti maschile successo di Morioka, con riscontro più che soddisfacente in 1:21:16.
Marrakech Express
Buoni risultati dalla ventesima edizione della maratona di Marrakech, cui hanno posto il sigillo David Ruto in 2:10:31 e la etiope Yeshi Esayias in 2:29:52. Ruto ha preceduto l'etiope Yamana di diciassette secondi. Si è corsa anche la mezza maratona, con successi di Allan Ndiwa in 1:02:12 e Malika Assassah in 1:09:54. Un'altra mezza maratona ad Austin, in Texas, dove l'irlandese Fagan ha migliorato il decennale primato della corsa in 1:01:05.
Coming soon
Il mese di febbraio inizierà all'insegna del Giappone e delle lunghe distanze su strada: maratona di Beppu-Oita con i kenyani Kiprotich e Kemboi e con tre giapponesi da meno 2:10. Nella stessa mattinata mezza maratona a Marugame, con Mara Yamauchi, la kenyana Wambui, il connazionale Mogusu, uomo da 59:48 due anni fa sullo stesso percorso. In sala avremo il Russian Winter (sabato), L'Aviva International alla Kelvin Hall di Glasgow (con Germania e USA) e soprattutto la centoduesima edizione dei Millrose Games al Madison Square Garden di New York.
Marco Buccellato
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