Internazionale, a Salonicco decolla Tsiamis



Prima tornata di Coppa Europa in archivio, con le gare di First e Second League, in attesa dell’appuntamento di Super League di Malaga (28 e 29 giugno). La vetrina di questa settimana è incentrata per la quasi totalità sull’attività in Europa. D’America torneremo a parlare molto presto, dopo lo svolgimento dei campionati degli Stati Uniti. Sipario sulle classifiche La doppia vetrina di Praga e Salonicco ha emanato i verdetti: Bielorussia (lo si temeva) e Grecia andranno nella Super League femminile del prossimo anno, il sorprendente Belgio ed ancora la Grecia faranno parte di quella maschile. Se la compattezza della squadra bielorussa femminile era fuori discussione, e l'exploit casalingo dei greci era nell'aria, il jolly l'ha pescato il Belgio, che ha mantenuto un profilo alto in quasi tutte le gare. Per raggiungere la prima promozione della loro storia in Super League, i belgi hanno raccolto una gran quantità di piazzamenti dal primo al quinto posto in ogni gara, tranne un sesto posto ed un ottavo. Sono sempre andati a punti, spesso pesanti e non previsti, autodeterminando per sé la dimensione di una squadra. Luci sui numeri: il triplo Esaurito il discorso-Italia nelle cronache del weekend, scopriamo quanto di brillante è uscito dalle piste e dalle pedane di Praga, Salonicco, e Banska Bystrica: livello generale così così (contava comunque mettere i punti in cascina), ma anche qualcosa di davvero grosso, ad iniziare dal triplo maschile, con protagonisti Olsson e l'ultimo fenomeno greco, Tsiamis. Dimitrios Tsiamis, prima di essere selezionato per la Coppa al posto dell'indisponibile Zalaggitis (17,30 pochi giorni orsono), vantava un 16,84 all'aperto, e solo nell'inverno scorso aveva superato per la prima volta la soglia dei 17 metri. Domenica a Salonicco il botto è venuto alla fine, questa la serie: 16,63/-0,4, nullo, 17,03/0,4 ed un incredibile quanto inatteso 17,55, con vento nella norma (0,8)! Record nazionale e tanti saluti al lusitano Evora, anch'egli a 17,03. Christian Olsson è tornato pienamente a regime, dopo il debutto di 17,09 di Karlskrona, con un 17,40 convincente che rilancia nel firmamento mondiale uno dei più esaltanti protagonisti delle ultime stagioni in pedana. Con lo svedese contro i greci, i due britannici, il romeno Oprea, il russo Burkenya e (speriamo) il nostro Donato, a Goteborg il triplo sarà una delle gare più luminose. Hulk vs Superman L'armadio sloveno Vodovnik ha sorprendentemente battuto l'olandese Smith a Salonicco. Smith era reduce dal sensazionale 21,62 della settimana precedente, ottenuto a casa sua. Vodovnik si è arrampicato fino al record nazionale (20,76) per battere l'argento mondiale di Helsinki, rimasto un metro sotto le attese. un altro sloveno, il martellista Kozmus, è il quarto specialista a superare gli ottanta metri quest'anno, grazie ad un lancio di 80.38. Nella velocità la prevedibile doppietta di Obikwelu (10"20 e 20"38) fa notizia soprattutto per la gara dei 200, che porta l'ex-nigeriano in vetta alle liste europee stagionali. Altra doppietta per la Devetzi, che al 14,44 del triplo ha fatto seguire il 6,71 del lungo. Individualità da Banska Bystrica e Novi Sad: in Slovacchia in evidenza Charfreitag, che sulla pedana amica ha lanciato il martello a 78,03, e la croata Vlasic, facile facile a 1,97 e tre errori sui 2,01. Da Novi Sad invece, altra sede della Second League, nessun risultato di particolare interesse. Ucraina al microscopio L'occasione di passare alla scansione il valore della squadra ucraina in vista della Super League di Coppa Europa ce la dà l'ultimo test pre-Malaga tenutosi a Kiev, da mercoledì a giovedì scorso nell'ambito del primo round dei campionati nazionali. Vediamoli da vicino, perché avversari della nazionale maschile in quel di Spagna. Nella velocità, in otto sessioni di 100 metri, il più veloce è stato Dovhal (10"37). Buio pesto dai 200 metri (il 21"26 dello junior Bodrov il crono migliore). Sui 400 discreta densità in funzione staffetta, con cinque atleti sotto i 47 secondi. Mentre nei 1500 si naviga sul piede di 3'41", il mezzofondo si affida al pezzo migliore Baranovskiy, tornato alla pista con risultati trascurabili dopo l'esplosione nella martona di Fukuoka di dicembre (2h08'29"). Sugli ostacoli è Demydyuk il numero uno (13"69), mentre nell'alto, con Sokolovskiy e Karumarenko in standby (solo 2,23 a Hengelo il primo, 2,20 a Lilla il campione del mondo), potrebbe essere schierato il 18enne Nartov (2,25) o il più esperto Shapoval (stessa misura). Il resto del settore salti propone individualità importanti ma incostanti: nell'asta gli ucraini vantano 3-4 specialisti da 5,80, nel lungo il regolarissimo Lukashevych (8,08 a Kiev), nel triplo Yastrebov (tre gare quest'anno tutte oltre i 17 metri). Nei lanci i pezzi migliori sono rappresentati dal campione olimpico Bilonog e dal giovane discobolo Pruhlo, oltre che dal veterano SKvaruk (78,63 a Varsavia l'altro ieri). In definitiva una formazione forte nei concorsi e con qualche vuoto nelle corse, ma nemmeno tanto. Le donne? In funzione Italia non ci interessano, ma mandiamo in archivio un paio di gemme provenienti da Kiev: l'1'57"34 di Tetyana Petlyuk sugli 800 ed il 72,60 della Syekachova nel martello. Tedeschi scatenati Venerdì-monstre a Schoenebeck. Si sono espressi a grande livello un po' tutti i divi del settore lanci: Bartels ha superato i ventuno metri nel peso, pur se di un solo centimetro, Riedel ha ritrovato il "braccio" di alcune settimane fa (68,40), Esser ha allungato ancora nel martello (81,06). In proporzione, ancora meglio le donne: 19,64 della Lammert nel peso, addirittura 68,51 della Dietszch nel disco (miglior risultato delle sue ultime sei stagioni, a un metro esatto dal personale), Heidler ancora in versione-catapulta con due soli lanci validi, ma a 73,20 e 74,08! Nellle retrovie (si fa per dire), 20,55 di Andy Dittmar, 64,98 di Moellenbeck, 79,46 di Kobs (al maschile), 19,15 della Kleinert, 71,67 di Kathrin Klaas (personale nel martello), 70,35 della Keil. Sottotono la primatista europea del giavellotto Obergfoell (56,49), sorpresa dalla ventunenne Suthe (60,17) e dalla Rittweg. Germania parte due Il giorno dopo si replica a Regensburg: ecco gli sprinter, dopo lunga latitanza. Al primo tagliando il motore di Ostwald (10"24) e di Unger (20"65) già ruggisce. In funzione staffetta segnali positivi anche da Broening e Wieser (10"33), ma i centisti hanno beneficiato di un vento al limite della norma. Con la staffetta "B" (che comunque contava Ernst e Helmke), il test col testimone ha parlato di un 39"44 che non dice granché. Cresce anche Blaschek sugli ostacoli (13"53). Dai concorsi 5,75 di Boergeling. Dalle siepi femminili 10'05"82 di Agnes Tschurtschentaler, nell'asta primato per Nastya Ryshich (4,60). Retrospettiva russa Ci eravamo lasciati con i primi vagiti dei campionati russi, eccoci al bilancio finale. Una edizione ricca di buoni risultati ma non stratosferica come in alcune recenti edizioni. Al solito i ruggiti sono stati registrati al femminile, ma andiamo per specialità, esaurendo in fretta il discorso relativo agli uomini: la sorpresa tecnica è venuta dal 13"37 di Igor Peremota sui 110 ostacoli, ma anche dal livello "normale" della finale dell'alto, condizionata dalle cattive condizioni atmosferiche, senza un solo atleta sopra i 2,30. Dal lungo si affaccia Sapinsky (8,17), in una finale con quattro specialisti ad 8,09 o più. Bene anche Burkenya (17,42) ed il pesista Sofin (20.58). Tutt'altra cosa dal settore femminile: 49"99 della Pospelova sui 400, 22"67 della Zayteseva sui 200, e soprattutto una memorabile finale degli 800 con il busto di Yulia Chizhenko che sopravanza in 1'57"07 tre atlete nello spazio di quattro centesimi (Klyuka, Cherkasova e Kotlyarova) da 1'57"21 a 1'57"24. Sotto l'1'58"30 anche la giovane Dryakhlova e la 35enne Tsyganova. Avanti con i 1500: cinque delle prime sette classificate hanno migliorato il personale. Soboleva winner in 4'00"47, 4'00"81 la Pantelyeva, 4'01"31 la celeberrima Yegorova. Altre tre corrono in meno di 4'05"; Nell'asta si è rivista la Feofanova (4,55 e via prima del temporale), nel lungo pari misura (6,97) per la Udmurtova e la Kolchanova. Nei lanci 66,55 della Sadova, oltre naturalmente al mondiale del martello della Khanafeyeva, per il quale avevamo dato in tempo la notizia la scorsa settimana. Ecco la Polonia A Varsavia impegnati diversi azzurri: Andrea Barberi ha debuttato in 46"03. In un'altra serie ha fatto meglio il polacco Dabrowski in 45"65. Lorenzo Perrone è giunto ottavo nel 1500 di Shabunin in 3'44"39, Di Pardo e Floriani sono rimasti nelle retrovie del tremila diel kenyano Busienei. Di Pardo nono ('04"74), Floriani quindicesimo (8'11"91). Staffetta polacca a 39"12, con il giovane Kuc in prima frazione (10"17 quest'anno). Ancora Polonia nei lanci, soprattutto con Ziolkowski (81,52 mondiale stagionale) e Majewski (20,63). Bravo ancora una volta Lingua, quarto con 76,82, battuto anche dal bielorusso Sviatokha e dal vecchio Skvaruk. Martellate importanti pure nella pedana femminile: spopola ancora la Heidler con 73,97, davanti alla ex-olimpionica Skolimowska (72,39) ed alla Tsander (71,81). Chiusura con l'alto, dove raggiungono il vertice mondiale stagionale anche Rybakov e Silnov, entrambi a 2,32. Diamante di un remoto futuro: è Sylwester Bednarek, poco meno di due metri per settanta chili, che sale a 2,26 alla tenera età di diciassette anni. Africa profeta in patria Dai campionati "Police" kenyani l'1'44"3 manuale di Ismael Kombich sugli 800, e doppia affermazione per la Ochichi su 1500 e 5000. Sui tempi della kenyana sorvoliamo, contava portare a casa la vittoria. A Tunisi vittoria di Paolo Capponi con 18,40 nel peso, e secondo posto per Stefano Dacastello nel lungo (7,44). Nel memorial imtitolato al grande John Akii Bua ecco emergere il talento dell'ugandese Abraham Chepkirwot, che dalla penombra del pianeta Africa esce alla luce in un inatteso 1'45" manuale sugli 800. A Rabat si conferma ad alto livello il saudita Al-Salhi (1'44"93 sugli 800), ma la curiosità è per la nuova carriera del marocchino Hachlaf, che dai 1500 emigra sulle siepi in 8'17"93. C'erano anche Clarissa Claretti, vincitrice nel martello con 68.36 in una gara senza avversarie di rango, e Stefano Lomater, vincitore nel disco con 58,77. Maratone super e normali La Comrades marathon sudafricana (87,5 chilometri) ha visto l'affermazione di due atleti russi, Oleg Kharitonov e la più conosciuta Elena Nurgalieva, che è anche ottima maratoneta. Europa orientale in vetrina anche a Duluth (Stati Uniti): si è gareggiato sabato, ed hanno vinto Sergey Lukin (russo, in 2h14'30") e Halina Harnatsevich (bielorussa, in 2h33'39"), già vincitrice a Belgrado in aprile. Oggi a Huelva inizia la nuova settimana internazionale, con debutto di Simona La Mantia. Da domani Indianapolis in delirio (campionati USA, occhio ai talenti under 23), ed a seguire i meetings di Algeri, Velenje (Slovenia), Kazan (Russia), Nivelles (Belgio), Kuortane (Finlandia) e Ratingen (Germania). Marco Buccellato


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