Internazionale, antologia americana
Primo piano sui risultati provenienti dall'attività negli Stati Uniti. I protagonisti di questa settimana sono il podista Ryan Hall, autore di un colpo gobbo a Houston, e la giovane McCorory, distintasi nell'attività indoor. A seguire, una collana di autentiche perle (di fattura etiope) relativa al cross ed all'attività su strada, ed il resto dello scenario indoor dello scorso week-end. Hall..of Fame La maratona di Houston passerà alla storia per l'altra gara compresa nel programma, il campionato statunitense di mezza maratona, che ha regalato un risultato tanto sensazionale quanto inaspettato. L'autore è Ryan Hall, californiano di Mammoth Lakes di 24 anni, un buon undicesimo posto nel recente mondiale di corsa su strada (57:54, record nazionale), che ha corso, secondo atleta bianco nella storia e primo nordamericano, una mezza maratona in meno di un'ora. Con il 59:43 di Houston (giornata uggiosissima e grigia) Hall agguanta l'ottavo posto nella graduatoria di sempre di specialità, superando gente del calibro di Moses Tanui e Patrick Ivuti. Nelle mille possibilità che offre la rete è possibile assistere a larga parte dell'impresa, dalla partenza all'arrivo trionfante. Hall ha preso il comando fin dalle prime schermaglie, passando al quinto chilometro in 14:05 ed al decimo in 28:21, al passo di 4:43.3 per miglio, e maturando un vantaggio finale di circa due minuti e mezzo su Fasil Bizuneh (secondo in 1:02:20) e sul notissimo Meb Keflezighi (argento olimpico di maratona). Mezza e dintorni Il precedente primato nordamericano era detenuto in coabitazione dai messicani Dionicio Ceron (l'uomo sul quale intruppò Gelindo Bordin nella maratona olimpica di Barcellona) e German Silva (1:00:28). Il primato USA era invece detenuto dal 1985 da Mark Curp (1:00:55), ottenuto a Philadelphia. L'undicesimo posto di Debrecen è stato a tutt'oggi il miglior piazzamento di Hall in una manifestazione a dimensione globale: è stato anche diciannovesimo ai mondiali di cross 2006, mentre il suo miglior crono in pista è un 13:16 sui cinquemila risalente a due stagioni fa. Il 59:43 di domenica, più che essere letto in chiave maratona, lascia supporre che il ragazzo abbia nelle gambe una prestazione notevolissima sulla distanza dei diecimila, che in pista, tra l'altro, non ha mai disputato. Per la cronaca il titolo femminile è andato a Elva Dryer in 1:11:40, mentre la maratona è stata vinta da Dire Tune (Etiopia) in 2:26:52, e da Feyisa Tusse, che il sito della manifestazione dice essere di nazionalità marocchina, in 2:11:39. Sempre a proposito di mezza maratona, l'eritreo Zersenay Tadesse ha annunciato con largo anticipo che a metà aprile tenterà l'assalto al record mondiale sulla distanza (detenuto da Haile Gebrselassie) a Caceres, in Spagna. Gioiello nero La stagione statunitense attende i Millrose Games di New York per dare il meglio di sé. Nel frattempo ecco una rapida occhiata a quanto proposto dal week-end appena trascorso: aldilà del risultato, tecnicamente trascurabile, va menzionato con diritto di precedenza (per anzianità) il quarantenne Pat Manson, saltatore con l'asta che da diciannove anni va oltre i 5.50. Al debutto in Colorado, ha superato i 5.20. Splendido esempio di longevità, non inusuale tra gli acrobati made in USA. Ora i giovani rampanti: la cosa migliore l'ha messa giù Francena McCorory, una diciottenne che già nel gennaio dello scorso anno trovò gloria e notorietà sulla distanza dei trecento metri, centrando la migliore prestazione mondiale under 20 in 36.96, e che successivamente, a conclusione della stagione al coperto, chiuse i 400 metri nel tempo di 51.93 in un meeting del circuito high school. Nel 2005, sedicenne, corse i 200 metri all'aperto in 23.22. Venerdì scorso a Blacksburg, nella sua Virginia, la ragazza ha migliorato ancora il limite sui 300 metri, guadagnandosi i galloni da primatista americana con un sensazionale 36.67, che è anche la decima prestazione mondiale di tutti i tempi al coperto. Meglio di lei, ma su pista gigante, ha corso solo Natasha Kaiser-Brown quindici anni fa in 36.44. Il mondiale, ricordiamolo, è il 35.45 che Irina Privalova stabilì a Mosca nel 1993. Aggiungi un posto a tavola Centesimi di secondo a parte, la sensazione di grandezza lasciata dalla prova della McCorory è confutata dal fatto di aver nettamente battuto Shalonda Solomon (seconda in 36.93), una giovane sprinter di razza che vanta personali quali 11.09 e 22.36, e che in Italia ben conosciamo per averla vista trionfare sui duecento metri ai Campionati Mondiali junior di Grosseto nel 2004. Della McCorory è possibile ancora rintracciare in rete una lunga e divertente intervista, risalente alla scorsa stagione, in cui parla di sé e della sua famiglia: ha sette fratelli e ben altri quindici fratellastri, nati da precedenti legami di suo padre. Veloce non troppo Dal resto del settore velocità un eccellente 7.04 di David Oliver sui 55 metri ostacoli a Gainesville, ed un paio di sprinters sotto i 6.20 sui 55 piani. Sulla canonica distanza dei sessanta metri Trell Kimmons ha corso in 6.64 a Baton Rouge. Sempre sui 60 metri ecco il ritorno di Travis Padgett, sorpresa cronometrica da dieci netti nel 2006. Per lui inizio da rodaggio con un 6.27 sui 55 metri. Delle donne la migliore della settimana sui 200 è stata la ragazzina Knight, accreditata di 23.27. Per finire con le distanze brevi, 7.66 di Joel Brown sui 60 ostacoli a Lexington, in Kentucky. Per non farsi mancare nulla, l'americano ha vinto anche i 200 in ventuno secondi netti precedendo un velocista in progressocome il giamaicano Orlando Reid. Carosello americano 1 Di Nick Symmonds si fa un gran parlare negli Stati Uniti: di lui si dice che sia il miglior mezzofondista uscito dal circuito universitario dai tempi di Alan Webb. Finora può vantare il secondo posto ai campionati americani di Indianapolis dello scorso anno sugli 800 metri (1:45.83). In questo fine settimana è sceso per la prima volta sotto i quattro minuti nella gara del miglio (3:56.72), ma con l'aiuto della pista di Seattle, che ha un perimetro di ben 307 metri. Proprio a Seattle il primo 5.70 della stagione per Brad Walker, unico uomo a superare i sei metri nell'asta nel 2006, che in seguito ha fallito per tre volte la quota di 5.82. Parte4nza anche per Toby Stevenson, che ha superato i 5.60 in New Mexico. Carosello americano 2 Ancora dalle corse USA, specificatamente a Fayetteville: 52.16 della caraibica LaVerne Jones sui 400, 20.85 di Reggie Witherspoon sui 200, e segnalazione per il rientro, dopo un'eternità, del quattrocentista britannico Daniel Caines, già iridato indoor, settimo in un modesto 47.52 (gara vinta dall'afroamericano Kevin Mutai in 47.04). Nel miglio buon 3:58.78 di Eliud Njubi, e 7:55.67 di Peter Kosgei sui tremila. I Maciste al via Lanci indoor: prime parabole oltre i venti metri nel peso maschile. Il giamaicano Dorian Scott ha lanciato a 20.12 a Gainesville. Dopo trentacinque anni è caduto il record nazionale francese del peso: c'è riuscito il simpatico Gaetan Bucki con un getto di venti metri esatti, domenica scorsa a Lilla. La trinidegna Cleopatra Borel-Brown ha lanciato a 17.85 a Blacksburg. Prima per Rybakov, rientro per la Simagina Si è gareggiato prima a San Pietroburgo e poia Mosca. Nelle prima riunione das egnalare solo il 6.70 della lunghista Lebusova, mentre a Mosca si sono ritrovati alcuni personaggi di primo piano: Igor Pavlov, ex-campione del mondo indoor di salto con l'asta, è tornato su misure che non toccava da due anni con 5.70. Il fenicottero Rybakov ha superato i 2.28 nell'alto. Irina Simagina, al ritorno dopo la maternità, ha esordito nel lungo con 6.52 battendo la Pyatykh (6.45), mentre Yuliya Golubchikova ha migliorato il personale nell'asta con 4.65. Nella velocità miglior risultato della stagione per Yevgeniya Polyakova, che ha corso i sessanta metri in 7.20. Italiani in Slovenia Sabato scorso nel meeting di Sempeter, in Slovenia, sono stati impegnati alcuni atleti italiani: Giorgio Piantella ha vinto la gara di asta con 5.40; Tania Vicenzino ha vinto il lungo (5.90) ed il triplo (12.88). Anna Giordano Bruno (primatista nazionale dell'asta) ha saltato 3.90 perdendo dalla slovena Sutej. Un altro atleta italiano (ma sarebbe meglio dire italoamericano), Mario Bassani, ha vinto i 200 metri nel meeting di Albuquerque nel Nuovo Messico in 21.79. Varie dall'Europa: 4.70 per la Hingst Jennifer Meadows ha corso a Manchester i 600 metri in 1:25.81, risultato eccellente. In Germania si muovono con profitto le astiste: eccezionale il 4.70 di Caroline Hingst a Ludwigshafen (settima prestazione di sempre al coperto, primato tedesco), pieno di prospettive il 4.45 di Julia Hutter. Lo slovacco Horak avvicina i 2.30 nell'alto: dopo il debutto col primato personale di 2.26 si è migliorato ancora fino a 2.28 a Bratislava. Sulla rampa di lancio, o ai box Salteranno la corrente stagione indoor la triplista gimaicana Trecia Smith e l'ostacolista irlandese derval O'Rourke. Zeppa di impegni è invece l'agenda di Yamilé Aldama, prim'attice del salto triplo che gareggia con i colori del Sudan, dopo aver scelto di abbandonare alcuni anni fa la nazionalità cubana. Altro astro internazionale che non disputerà gare al coperto, stando ai programmi annunciati, è Asafa Powell. Al contrario, è imminente il rientro in pista (Gand, 2 febbraio) di un'atleta che nelle ultime stagioni ha fatto parlare di sé per ben altre ragioni: è Ekaterini Thanou, la velocista greca "stoppata" alla vigilia delle Olimpiadi assieme a Konstadinos Kederis. La maratona di Dubai L'etiope Magarsa Askale Tafa ha vinto la maratona femminile di Dubai in un buon 2:27:19 (primato personale). L'africana aveva vinto nella scorsa stagione la maratona di Milano in 2:27:57. Tanto Kenya nella corsa maschile: William Todoo Rotich vince in 2:09:53, seguito dai nomi nuovi Joseph Wambua (2:10:34) e Musa Kanda (2:10:40). Quarto Alphonse Yatich Kibor in 2:10:58, quinto Joseph Ngeny Kiprotich in 2:11:03. Per l'attività su strada segnaliamo altre due gare: nella mezza maratona di Egmond, in Olanda, la kenyana Hilda Kibet ha battuto (stesso tempo) una delle regine d'Etiopia, Gete Wami. C'era anche Tecla Loroupe, ex-primatista di maratona, quinta con quasi cinque minuti di ritardo. A Phoenix, in Arizona, Terefae Yae e Adenech Zekiros hanno vinto la locale Rock'n'roll Marathon. Per i due atleti etiopi tempi di 2:14:13 e 2:31:43. Tra i maschi, quattro etiopi nei primi cinque. Tra le donne, tre. Cross: il ritorno di Bekele Appena tornato, ha sbaragliato gli avversari, e che avversari: Kenenisa Bekele ha esordito nel cross di Edinburgo mettendo tra sé e Zersenay Tadesse, campione del mondo di corsa su strada, ben dieci secondi. La campestre scozzese si è così esaurita in un leit-motiv etiope, conclamato dalla vittoria di Gelete Burika nella gara femminile. Bekele ha superato anche Kipchoge, il miglior kenyano delle ultime stagioni sui cinquemila metri, il solito tanzaniano Joseph ed il gioellino USA Ritzenheim. La Burika ha lasciato a circa dieci secondi la kenyana Cheruiyot e l'australiana Johnson-Willis. Nel cross corto maschile Sergey Lebid si è preso la rivincita sul campione europeo di cross Farah, battuto in volata. Etiope ed ancora Etiopia: anche nel cross belga di Mol la lunga ombra dei connazionali di Bekele ha monopolizzato il gradino più alto del podio: Etalemahu Kidane (reduce dal successo di Belfast) e Abiyote Guta hanno rispettivamente preceduto la belga Dejaeghere ed il burundiano Gahungu. La Dejaeghere, tra l'altro, migliora a posteriori la sua classifica nella finale dei tremila siepi degli Europei di Goteborg, passando dal quinto al quarto posto per la squalifica (uso di sostanze illecite) della russa Lyubov Ivanova. La musica non cambia Non c'è storia nemmeno a Elgoibar, in Spagna, dove hanno trionfato gli etiopi nell'ennesima prova d'orchestra. Anche nel cross spagnolo come in quello belga, ad onor del vero, la resistenza kenyana era però assente. Tra i maschi si è imposto Sileshi Sihine (chi si rivede!), al rientro dopo un infortunio che ne ha precluso l'attività la scorsa estate, e la solita Mestawet Tufa. Sihine ha avuto la meglio sugli spagnoli Martinez e De la Ossa, mentre la Tufa ha vinto sulla connazionale Bezunesh Bekele, sulla portoghese Augusto e sull'ungherese Kalovics. Infine a Valladolid successi per Alberto Garcia (sul marocchino Lamdassem) e Alice Chelangat (quarta Marta Dominguez). Salutiamo l'Etiopia con un arrivederci dedicato a Tirunesh Dibaba, che sta preparando un tremila indimenticabile in occasione della centesima edizione dei Millrose Games di New York, dove farà il proprio debutto. Nel frattempo, ha portato il suo club alla vittoria nel campionato nazionale di maratona a staffetta ad Awassa, in casa. Chiudiamo la rassegna internazionale con il cross di Le Mans, in Francia, che fa notizia per la sconfitta di Micah Kogo (terzo, ma stesso tempo dei primi due classificati). Il leader mondiale 2006 dei diecimila è stato sconfitto da Edwin Soi (già castigamatti di Dinkesa a Fuensalida) e dall'ugandese Kipsiro, vincitore a Belfast la scorsa settimana. Julie Coulaud ha invece vinto l'ennesimo cross di quest'inverno ricco di soddisfazioni (compreso il quinto posto a San Giorgio su Legnano), battendo la kenyana Wanjiru (non una delle più celebri, ma una omonima diciassettenne) e la Ejjafini. Marco Buccellato
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