Internazionale, entrino i Giochi



A proposito delle Olimpiadi: l'ultima messe settimanale di meetings e manifestazioni non è servita ad altro che ad accrescere la tensione emotiva di chi, che come noi ama questo sport a trecentosessanta gradi, aspetta l'avvio del programma di atletica dei Giochi Olimpici per godersi uno spettacolo che auspica indimenticabile. Atleta contro atleta, immagini, esplosioni, trionfi leggendari ed arrivi al photofinish, imprese spettacolari, storie umane, storie leali, lacrime di gioia, favole a lieto fine ed iperboli. Questo è ciò che ci aspettiamo di ricevere, senza inganni frodi e classifiche rivisitate a distanza di settimane. O mesi. Almeno è quello che speriamo di avere, in cambio della nostra viscerale e spontanea passione. E adesso il film di oggi, con i trailers olimpici. Testimoni leggeri Visti i risultati, tanto varrebbe metterci sopra una croce fin d'ora. Le cronache bavaresi di ieri riportano prestazioni brillantissime da parte di ben nove delle dieci formazioni di staffetta schierate dagli Stati Uniti nel Team Challenge di Monaco, stravinto dagli atleti a stelle e strisce su Germania ospitante e Francia sparring-partner. Le staffette veloci hanno dato risultati eccezionali per le combinazioni vincenti, 37.92 e 41.67, ma abbiamo registrato anche 38.33 e 38.37 per le altre due formazioni maschili e 42.65 per la squadra femminile B. Sono scesi in pista i migliori, quelli sortiti dai verdetti dei Trials, meno la Devers, che probabilmente opterà per i soli ostacoli ad Atene, rimettendo in gioco la mina vagante: Marion Jones. Si sa, il testimone spesso tradisce chi lo maneggia con troppa disinvoltura, ma la strada intrapresa dagli USA, che hanno il materiale umano migliore in proposito di sprint, appare quella giusta. Americani a parte, la conferma è arrivata anche dalla Germania, attesa ad una prova del nove dopo l'exploit madrileno di tre settimane fa. Il quartetto, per tre quarti identico a quello capace di correre in 38.30, ha viaggiato a 38.50 ed appare collaudatissimo. Menzione per la Francia delle ragazze, che ha chiuso dietro i due teams USA in 42.84 senza schierare né la Arron né la Hurtis. A Monaco, oltre il supplemento di spettacolo offerto da USA 2 ed USA 1 nella 4x400 donne (tre centesimi di vantaggio per la squadra B composta da due ostacoliste e due riserve, 3:20.88 per il mondiale stagionale), si è avuto il ritorno di Amy Acuff oltre i due metri nell'alto ed il rabbioso 1:44.14 di Herms, una sorpresa a questi ritmi., dopo che non aveva trovato una mezza corsia libera a Zurigo. Il pubblico tedesco ha applaudito la "prima" europea di Jeremy Wariner, il bianco che guida le liste mondiali dei 400 e che ha dominato i campionati americani. Buona la prima con 44.91. Visti a Zurigo Sempre più vispo ed assetato di rivincite dopo lo stop impostogli nell'imminenza della gara mondiale di Parigi per una presunta positività ad un controllo antidoping (rivelatasi in seguito non reale), Bernard Lagat ha dato fondo a tutto il suo talento per inchiodare ad una nuova sconfitta El Guerrouj. I riscontri sono stati mostruosi per entrambi: 3:27.40 e 3:27.64. Dietro il marocchino, ancora una volta la giovane ombra nera di Isaac Songok, il cui talento precoce salì all'onore delle cronache per l'oro ai mondiali under18 del 2001. Se Lagat è stato il primattore zurighese al maschile, Hestrie Cloete lo è stata nel bilancio delle gare femminili. Sale ancora, fino a 2.04, in quella che ha più volte detto che potrebbe essere la sua ultima stagione prima della felicità dei fornelli e del matrimonio. Bis di Powell contro Maurice Greene. Stavolta la pantera è andata vicinissima alla preda in fuga, un solo centesimo il margine della sconfitta. Se a Londra l'americano era rimasto incredulo per il k.o., adesso ha preso le misure all'avversario, il giamaicano, che è in stato di grazia. Lo sta aspettando, più abbordabile, dopo tre turni e dopo aver qualcosa in meno da perdere visto com'è andata ultimamente. Si è parlato molto del figlio di Billy Konchellah, Youssef Saad Kamel (già Gregory Konchellah), che ha vinto la serie degli 800 che comprendeva Andrea Longo in 1:43.11, temporaneo mondiale stagionale prima dell'1:43.06 con cui Wilfred Bungei ha vinto la serie dei presunti migliori. Detto che la mamma di Bungei è cugina di Henry Rono, e che Longo ha corso in 1:44.83 finendo quinto, proponiamo con attenzione un altro atleta schierato nella serie 2: il marocchino Laalou, 1:43.68 ed una forma al top. Quella degli 800 sarà una delle finali più interessanti dei Giochi. Sulla carta, per il podio sono in gioco in molti, anche troppi, e qualcuno dei più forti si arenerà inevitabilmente in semifinale. Cinquantasei centimetri sono costati a Virgilijus Alekna un sacco di soldi. Ha perso dall'ungherese Fazekas (69.77), dando così addio al montepremi del Jackpot. Si è registrata la seconda sconfitta di Ana Guevara ad opera della Darling-Williams; la messicana è stata pericolosamente avvicinata nel crono anche dall'americana Trotter. Per quanto riguarda la Mutola, in difficoltà nell'ultimo periodo, in uno dei suoi stadi preferiti ha ritrovato il sorriso in 1:57.47, circa mezzo secondo sulla Miles, 38 anni. Delle russe c'era la Cherkasova, quarta, ancora in ballottaggio con la Raspopova per la terza iscrizione agli 800 olimpici della squadra russa. Nella serie under23 dei 1500 maschili l'Italia è stata rappresentata da Cosimo Caliandro, al suo miglior livello con 3:40.57; la serie è stata vinta dall'iridato junior Iguider Abdelati in 3:37.14. Caliandro ha chiuso undicesimo. Ultimo treno moscovita Alcuni nodi erano da sciogliere per le "x" della squadra russa. L'opzione Voronin nell'alto è andata apparentemente a buon fine, avendo l'ex-campione del mondo superato i 2.32 sabato scorso. Nell'alto femminile Viktoriya Seryogina, alla quale è stata preferita la più giovane ma regolarissima Novoseltseva, è salita a due metri e spera di riaprire la discussione in extremis. Sollievo per la presenza dell'astista Polnova (colei che fu russa, poi turca per matrimonio e tornò russa dopo il divorzio) della quale alcune cronache avevano riportato un infortunio di una certa gravità in seguito alla rottura dell'asta, qualche settimana fa. Ripresasi, è salita a 4.60 e l'asta è rimasta intera. Già vista a Tula per i campionati russi, Irina Privalova ci ha provato di nuovo ed ha corso i 100 in 11.58. Ultimi titoli nazionali da assegnare A ridosso dei Giochi i campionati per Svezia, Norvegia e Romania. In Svezia la Klueft si è divertita vincendo i titoli nazionali dei 100 in 11.48 e dell'alto con un metro e novanta. Assente giustificato Kristiansson, alla quota di 2.30 nel salto in alto, oltre il solito Holm, si è rivisto Strand, autore di una stagione più scura che chiara. In Romania bagliori dal salto triplo. Marian Oprea fa ancora parlare di sé dopo aver sconfitto Olsson lo scorso mese: sulla stessa pedana dove si rese autore del primato romeno lo scorso anno, plana a 17.48, ed una identica prodezza la serve Adelina Gavrila, che raggiunge 14.71 e quasi eguaglia il personale fatto a Rieti edizione 2003. Dal lungo allungano le misure la Anton (6.80) e la Militaru (6.73). In Norvegia, scontata la passerella per il giavellottista Thorkildsen, in odore di celebrità, si è rivista la marciatrice Plaetzer-Tysse che è stata cronometrata sui 3000 metri in 12:10.03. Campionati iberoamericani A Huelva la tre giorni spagnola ha proposto gli ultimi ritocchi dei paesi di lingua ispanica e del Portogallo. Per Cuba si sono distinte le solite lanciatrici (Moreno 71.06, Menendez 66.99, soprattutto Cumba che migliora di mezzo metro il personale nel peso (19.97). Un cubano, Joan Lino Martinez, ha recentemente optato per la Spagna, e qui ha saltato 8.26. In progresso anche Daimì Pernia, oro mondiale a Siviglia. In Spagna torna sotto i 55" sui 400 ostacoli vincendo in 54.84. La staffetta veloce brasiliana torna tale e chiude in 38.62. Meglio tardi che mai Fatti e misfatti da tenere nel conto, dagli ultimi giorni di attività internazionale. L'argento mondiale Andrus Vaernik è tornato a lanciare lontanissimo nell’amata Tallinn. Il suo giavellotto ha infilato il corridoio libero ed è atterrato ad 87.58, seconda misura dell'anno. Con lui festeggia Moonika Aava, che per il secondo anno consecutivo approda al record nazionale nello stesso meeting, e lancia a 61.42. A La Chaux-de-Fonds, dove Andrea Giaconi ha corso batteria e finale dei 110 in 13.63 e 13.77 non riuscendo purtroppo ad ottenere il visto per il viaggio più importante, l'impresa c'è stata, realizzata da un atleta che già nella finale parigina dei 400 metri impressionò almeno quanto il connazionale Raquil, che giunse al bronzo. Stiamo parlando di Leslie Djhone, ivoriano di origine, lunghista convertito ai 400, che in Svizzera ha fatto quanto ci si aspettava già dalla scorsa stagione, ovvero il primato di Francia con 44.64. Progressi anche alle spalle del francese, dove Nyongani dello Zimbabwe è sceso a 45.09, mantenendo le promesse dei primi mesi dell'anno, trascorsi con ottimi risultati in Sudafrica, e col gran ritorno del belga Van Branteghem, che fu sesto due anni fa a Monaco e che ora si ripresenta con 45.11. Una grande protagonista del 2003 si è rifatta viva in Svizzera, la velocista delle Bahamas Chandra Sturrup. Perde però in 11.51 dall'ivoriana Allou Affoe. A Poznan, in Polonia, prova generale della 4x100, che con la formazione tipo corre in 38.77. Dall'asta il temporaneo regno di Anna Rogowska come signora della Polonia è già terminato. Monika Pyrek, 67 primati nazionali in carriera (ha solo 24 anni...) torna dopo un periodo di assenza e valica i 4.67 che non le valgono un nuovo primato nazionale ma ci prova, pare anche bene, sui 4.72. Rogowska, quindici centimetri più in basso, stavolta ruba il talento con lo sguardo. Ahiahiahi-Ayhan Da quanto si è letto sui giornali, l'aggettivo più indicato per definire la reazione che avrebbe avuto protagonista Sureyya Ayhan al pressing sottopostole dai funzionari della WADA che si erano da lei recati per testarla, è "sconcertante". Una storia, che se autentica, inabissa l'immagine, già da alcuni ritenuta poco chiara, della turca campionessa d'Europa ed argento mondiale nel 2003. Sconcertante sì, ma non originale. Richiama alla memoria la fuga di un gruppo di atleti di un paese europeo da uno stage invernale in Germania in una stagione indoor di alcuni anni fa o l'escamotage del presunto tentativo di sostituire i campioni di urina da far testare, da parte di un altro gruppo di atlete, sempre europee, all'inizio degli anni '90, dopo un controllo a sorpresa in Sud Africa. Appena venerdì la turca aveva annunciato formalmente forfait olimpico causa infortunio. Via libera ad Elvan Abeylegesse, che avrà le batterie dei 1500 il giorno successivo la finale dei 5000 metri. In settimana invece è saltato Calvin Harrison, è ormai alla disperazione Torri Edwards (ultima speranza per evitare la sanzione è la Corte internazionale di Arbitrato per lo Sport), è decisamente al capolinea Jerome Young, che pare ora sia positivo anche all'EPO. Per lui il rischio life-ban, squalifica a vita, come per l'ucraina Pavlysh nei mesi scorsi. Altro atleta del quale è stata diffusa la notizia di una positività all'eritropoietina è l'irlandese Cathal Lombard, approdato quest'anno al primato nazionale dei 10000 metri. Sembra già chiuso invece il caso dell’ostacolista romena Zamfir. L'ostacolista è stata sospesa dalla sua federazione per una nuova positività dopo un controllo "B" negativo che l'aveva in un primo momento salvata dalla squalifica dopo un primo controllo "A" positivo. Dillo con parole tue Basta parlare di cose sgradevoli come il doping, che infondono un po' di tristezza: un cenno all'aspetto mediatico dello sport, con la notizia di un reportage trasmesso da una televisione greca che ha intervistato il campione europeo, mondiale ed olimpico Kenteris, attualmente in stage di allenamento in Messico assieme a Katerina Thanou ed al suo allenatore Christos Tzekos. Il campione ha raccontato di sé che sta benone, che ha risolto i problemi che lo costrinsero a saltare i mondiali dello scorso anno, che non pensa a nessun avversario e che è concentrato solo su se stesso. L'allenatore ha invece formalizzato il suo pensiero così: "Siamo pronti per correre veloce. Se correremo veloci, l'oro sarà nostro". Tamburi lontani In Gran Bretagna una ragazzina di 15 anni ha corso i 300 metri in 38.3 manuale. Si chiama Joey Duck. Seguiremo gli sviluppi del caso. Il calendario internazionale propone oggi il meeting EAA Permit di Lubiana, in Slovenia, poi a cavallo di Ferragosto un po’ di Europa francofona con Nivelles e Friburgo. Finalmente, fra poche ore, le Olimpiadi, con il prologo dell'atletica (in programma dal 20) del 18 agosto, in cui è stato collocato il getto del peso maschile in segno di omaggio culturale e romantico alla culla dello sport, della cultura, della storia. In omaggio a “quella” Grecia. Per noi l’arrivederci è a dopo i Giochi. A giochi fatti. Marco Buccellato


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