Internazionale, fine della corsa all'oro
Non è stato il fiume Oregon a premiare i cercatori del jackpot della Golden League, rimasti in cinque dopo l'appuntamento romano del due luglio, e ridottisi a due dopo il meeting post-olimpico di Bruxelles. Le pepite, nascoste a Berlino, sono andate agli olimpionici Christian Olsson e Tonique Williams, come nei pronostici prima del rendez-vous decisivo tedesco. Diverso il destino degli altri tre atleti che erano in corsa fino al meeting di Zurigo. Mentre per Hestrie Cloete non si può parlare di beffa visto il grande momento di forma di Yelena Slesarenko, proseguito dopo la gara di Atene, Felix Sanchez può imprecare alla sorte nera per l'infortunio che gli ha attanagliato i muscoli nella penultima tappa (Bruxelles). Dal canto suo, il lituano campione olimpico del disco Virgilijus Alekna è l'unico a potersi dire davvero danneggiato e probabilmente non sa più cosa maledire, battuto per poche decine di centimetri dall'ungherese Fazekas a Zurigo, colui che si è reso protagonista di un autentico "caso da moviola" in sede antidoping ad Atene. Vincere l'oro olimpico per squalifica altrui ed almeno sentire l'inno nazionale è una cosa, perdere centinaia di milioni a causa di un avversario che subito dopo ha clamorosamente giocato sporco è un'altra. Argomentazioni berlinesi Inesauribile e sbalorditivo, il serbatoio di talenti africani nel mezzofondo ha lanciato in orbita nei cinquemila metri Augustine Kiprono Choge, già campione mondiale under 18 e sceso da un personale di 13:20 dello scorso anno a 13:09 a fine luglio a Stoccolma. Vincitore di un grande tremila a Rieti due domeniche fa, il kenyano dichiarato diciassettenne ha corso sotto i 13 minuti (12:57.01) portando con sé al di là del limite anche il velocissimo etiope Wendimu (già a 3:31 sui 1500), uno junior, sconfitto per soli quattro centesimi. Il muro dei tredici minuti è stato ancora sfiorato ma non infranto da Jawher, che corre per il Bahrein, precedentemente noto come Leonard Mucheru Maina sotto la bandiera del Kenya. Naturalmente l'attenzione era tutta per i due contendenti in lizza per il premio in denaro, e se Olsson ha chiuso la pratica al secondo salto con un "normale" 17.45, la bahamense Williams ha tuonato a suon di record nazionale (49.07), entrando nella top ten di sempre dei 400 metri femminili. Altri risultati di gran rilievo sono venuti dagli ostacoli, grazie al 12.46 della Hayes, e dal solito due metri della Slesarenko, nell'occasione appaiata nella misura da Amy Acuff. Altri temi: Tatyana Tomashova ha battuto Kelly Holmes. L'inglese era alla prima uscita dopo la straordinaria doppietta olimpica, ed ha trovato un'avversaria più motivata. Carriera agli sgoccioli, Frankie Fredericks ha perso davvero di un nulla contro Asafa Powell sui duecento metri. Il namibiano è stato uno dei più grandi interpreti della distanza di ogni tempo, ed è ancora capace di far vedere i sorci verdi nella gestione della curva a tutta la corte degli uomini veloci. Rientro anche per Allen Johnson dopo le giornatacce greche. Buono il tempo di 13.16 in una gara dove il solo Wignall era potenzialmente in grado di non prendere troppe lunghezze di ritardo dall’americano. L'asta parla ancora a stelle e strisce: dopo l'oro olimpico Tim Mack ha vinto sia a Rieti che a Berlino e nel computo di tutte le gare stagionali è stato davvero più bravo del seimetrista Stevenson nelle occasioni importanti (nel suo carnet anche la vittoria di Zurigo). Detto che l'etiope Adere, esclusa all'ultimo momento dalla squadra per i Giochi con spostamento della maggiore delle sorelle Dibaba sui 10000 (sul podio con l'argento) e per la gioia della Defar (da riserva dei cinquemila a medaglia d'oro!), è rientrata vincendo i 5000 dopo una specie di guerra con la sua federazione, e che le Lebedeva fresca di Sardegna ha vinto il lungo ancora con 6.89 (in pedana, all'ultima recita, anche la grandissima Heike Drechsler, nona con 5.92), chiudiamo col giavellotto: scontato successo per la Menendez ma margine assai ridotto rispetto alla gara olimpica sulla Nerius, che va vicinissima al personale ottenuto proprio ad Atene e ribadisce che il suo argento non è giunto per caso, pur se in extremis. La 32enne tedesca va da tre stagioni sul podio della manifestazione di punta dell'anno. Argento a Monaco, bronzo a Parigi, argento ad Atene, senza scordare il quarto posto di Sydney. Prologo tedesco Consueto antipasto dell'ISTAF di Berlino, la Stadionfest di Koenigs Wusterhausen non è stata all'altezza delle ultime edizioni. Fra tutti i risultati val la pena di citare il 9:45.21 della norvegese Wigene nelle siepi, la martellata di Klose (78.80) e la sfrecciata controvento del giovane nigeriano Fasuba (10.18) che farà parlare di sé negli anni a venire. Impressioni di settembre In Ungheria il meeting di salto in alto di Somosko ha allungato la stagione senza sconfitte di Stefan Holm, salito ancora a 2.30. Alcuni grandi di Polonia hanno gareggiato in occasione dei campionati di società a Cracovia. Korzeniowski ha vinto i cinque chilometri di marcia in 19:14.74, la Pyrek non si è dannata l'anima nell'asta (4.40), mentre proprio giù appare il campione europeo under 23 dell'alto Walerianczyk, che ha superato appena 2.14 dopo la delusione della mancata selezione olimpica. In Spagna il classico appuntamento di Andujar è stato cancellato, e l'attività è già incentrata sulle "corride" pre-autunnali. Dalla Francia chiusura di stagione con la Montebrun che trova ancora i 70 metri nel martello (70.58), e con un mille metri vinto dal siepista Tahri in 2:22.06.ì, entrambi i risultati nell’ambito del meeting di Nantes. Uno-due in Slovacchia nell'ultimo weekend, con due riunioni attese dagli amanti del giavellotto. Sabato a Banska Bystrica apparizione vincente dell'argento olimpico Vasilevskis, dietro al quale è approdato al primato nazionale il lituano Intas (82.94). Domenica a Dubnica nad Vahom invece una delle ultime occasioni per vedere all'opera Jan Zelezny, che ha superato proprio Vasilevskis in una gara chiusa con misure al di sotto degli ottanta metri. Meglio è andata al sudafricano Robberts che ha trovato le condizioni giuste per lanciare il peso a 20.91. Attività italiana oltre confine Proprio a Dubnica l'Italia è stata rappresentata da Marco Lingua, quarto nel martello con 74.78 nella gara che è stata appannaggio del solito ungherese Pars, vincitore con 77.99. Se non andiamo errati è l'unica gara stagionale del magiaro chiusa con un lancio inferiore (si fa per dire) ai settantotto metri. Inoltre recuperiamo dalla passata settimana un'altra apparizione di Laura Bordignon in Nord Europa. Sabato 4 la lanciatrice ha gareggiato a Merksem, in Belgio, chiudendo la gara del peso al secondo posto con la misura di 15.10. Risultato-top della riunione è stato il primato uzbeko del triplo femminile (14.35) di Anastasiya Zhuravlyova. Riecco le maratone d'Europa Ce ne aspettano parecchie nelle prossime settimane di qui alla fine dell'anno. Iniziamo con l'ottava edizione della Ford Marathon di Colonia. Kenyani non tra i più conosciuti ma abituali presenze sul suolo europeo (già visti ad Amburgo ed Amsterdam) hanno dominato la corsa maschile (James Rotich 2:10:22, Henry Cherono 2:10:26, Thomas Chemitei 2:10:32, e la novità etiope Abiyote Guta quarto in 2:10:38). Fra le donne successo di Claudia Dreher in 2:32:04 davanti alla kenyana Nyangacha che ha chiuso in 2:34:19. Mezze maratone in Inghilterra: nessuna memorabile performance né a Bristol né a Nottingham, ma successi per due atlete africane già in evidenza in corse su strada del recente e meno recente passato, Miriam Wangari (Kenya) e Hawa Hussein (Tanzania). A proposito di maratone, sono definitivamente tramontati i progetti di Haile Gebrselassie per una grande maratona da correre in autunno. Tre mesi di assenza dalle competizioni sono il risultato dell'intervento cui il grande etiope è stato sottoposto in Finlandia nel corso della settimana. Cronache varie dall'Africa: squalificata la tunisina Awatef Benhassine (quattrocentista da 51.66 ai recenti giochi africani di Brazzaville) perché positiva ad un controllo antidoping in patria. Prospettive multiple per Baya Rahouli, la triplista algerina che ha preceduto Magdelin Martinez di un centimetro nella finale olimpica, nonché già quinta ai Giochi di Sydney. Comunicati provenienti dal continente africano danno come probabile il suo debutto nell'eptathlon nel corso del 2005. Il prossimo fine settimana offrirà il World Athletics Final (ex-finale del Grand Prix) a Montecarlo, si presume con i botti finali della stagione. Oltre alla pista, sono in programma prestigiose corse su strada in Europa e negli Stati Uniti. Per l'osservatorio internazionale, l’appuntamento è a martedì. Marco Buccellato
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