Internazionale, fratelli d'Etiopia
Il notiziario internazionale, raccontata la fantastica impresa di Bruna Genovese in Giappone, riprende con le campestri e le corse su strada cui sono dedicati i titoli di punta, la pista con qualche annotazione retroattiva in attesa dello Zatopek Classic di Melbourne, e notizie di varia natura ed interesse. Subito le campestri, regine del freddo. Il lungo inverno del cross Sabato ha preso il via con l'appuntamento portoghese di Oeiras il cammino delle campestri IAAF per la stagione 2004-2005, che terminerà la prima settimana di marzo a Fukuoka in Giappone, due settimane prima del gran finale in occasione dei Campionati Mondiali di cross che saranno ospitati dalla Francia, a Saint-Etienne. La tappa della prossima settimana sarà in Spagna,per il classicissimo cross di Llodio, al quale seguiranno i cross di Bruxelles, Belfast, Edinburgo, Siviglia, Tourcoing, Albufeira, San Vittore Olona, Nairobi, Diekirch e Chiba. Ma torniamo ad Oeiras. Dynasty Già in luce nell'estate appena trascorsa in pista con la medaglia di bronzo sui cinquemila metri che si è messo al collo ai Mondiali junior di Grosseto, Tariku Bekele stavolta l'ha fatta grossa, quasi quanto il celebre fratello Kenenisa, sei volte iridato di cross, iridato ed olimpionico in pista. Il nome dell'atleta battuto allo sprint dal diciassettenne etiope in Portogallo è di quelli che contano davvero: Paul Tergat, primatista mondiale sulla maratona e maratonina ed a sua volta cinque volte campione del mondo nel cross. Bekele junior ha mostrato sagacia tattica e nessun timore reverenziale nei confronti dell'asso kenyano. Cambiano i fratelli. La musica resta però la stessa. Il Kenya ha comunque avuto le sue soddisfazioni grazie alla vittoria nel cross femminile da parte di Alice Timbilil, atleta che si era messa in luce a quindici anni (ora ne ha ventuno) e che nella stagione appena trascorsa ha fatto vedere cose buone, anche al Golden Gala. La Timbilil si è lasciata alle spalle un grosso personaggio come Leah Malot, ora trentaduenne e nella fase discendente della carriera, almeno stando a quanto mostrato quest'anno. Il circuito EAA del cross era di scena a Soria, nell'undicesima edizione del cross internazionale spagnolo, dove erano in gara alcuni grossi nomi: l'eritreo Zersenay Tadesse, bronzo olimpico sui diecimila metri, ha vinto sul qataregno Hassan, alias Albert Chepkurui, e su David Chemweno, abituale ospite delle siepi nel circuito dei meetings europei estivi. Doppietta etiope sui 6km del cross femminile, con Werknesh Kidane e Merima Hashim che hanno fatto il vuoto sulle avversarie; prima fra le inseguitrici la veterana (ma ha soltanto 26 anni) Sally Barsosio. Migliori spagnoli José Rios (ottavo) e Jacqueline Martin (quinta). Cross anche nei dintorni di Londra, terzo atto del circuito Reebok, con affermazioni per Mohamed Farah (è inglese) e Hayley Yelling che ha preceduto Helen Clitheroe, ex-signorina Patterson. Titoli universitari USA di cross assegnati a Terre Haute, nell'Indiana: l'università del Colorado domina entrambe le classifiche a squadre, mentre sul traguardo dei 6km maschili primeggia il canadese Simon Bairu per il Wisconsin e per le donne si impone Kimberly Smith, neozelandese, accreditata studentessa a Providence. Primati sfiorati a Nijmegen Un altro protagonista assoluto della finale olimpica dei diecimila metri, Sileshi Sihine, ha illuminato la ventunesima edizione della Seven Hill Run (o Zevenheuvenloop), corsa su strada di 15 chilometri che si snoda su una delle più belle strade d'Olanda. L'etiope ha mancato di soli nove secondi il primato del mondo (ora ufficialmente riconosciuto) stabilito sullo stesso percorso da Felix Limo tre anni fa (41'29"). I reports indicano che Sihine avrebbe potuto ottenere una prestazione tecnicamente più vicina al limite mondiale del kenyano se a 150 metri dall'arrivo non si fosse fermato per il malinteso che gli aveva fatto intendere che il traguardo fosse altrove. Ancora più vicina al primato del mondo Lydia Cheromei, vincitrice in 47'02" ad appena cinque secondi dal limite che Elana Meyer stabilì a Città del Capo nel 1991. Al solito, anche le piazze d'onore sono targate Africa: Moses Mosop e Tadesse Fayissa hanno completato il podio maschile con risultati eccellenti (42'25" e 42'59"), mentre le etiopi Alemu (che di nome fa Diribe, omonima della Elfenesh battuta da Bruna Genovese l'altro ieri a Tokyo) e Bizunesh Bekele sono giunte dietro la Cheromei rispettivamente in 48'25" e 49'13". Un bagliore bianco in tanta neritudine: l'ungherese Aniko Kalovics, quarta classificata in 49'24". Profondo nero La mezza maratona di Lagos è stata di appannaggio kenyano, nonostante la concorrenza continentale fosse tutt'altro che scarsa. John Korir e Jennifer Chesinon si sono imposti rispettivamente in 1h03'05" e 1h16'34", a scapito di Wilson Kiprotich ed Alene Emere (battuti da Korir) e di Leila Aman e della veterana Elana Meyer nella classifica femminile. Alcuni atleti, notissimi in Italia per aver partecipato più volte a corse su strada sul nostro territorio, tra gli altri battuti: Elijah Nyambuti, Robert Kipchumba e Yusuf Songoka. Spostiamoci in Kenya: alla presenza del vice-presidente della IAAF Helmut Digel, la 10 chilometri della pace organizzata da Tegla Loroupe a Kapenguria, in Kenya, è stata vinta da David Plimo ed Elizabeth Rumokal. L'evento era alla seconda edizione. Ultime dalla strada da Hyattsville, Maryland, dove si correva una otto chilometri che ha visto il successo della etiope Atalelech Ketema, ventunenne che vive nel Bronx, davanti alla più conosciuta russa Tatyana Chulakh, entrambe sotto il record della corsa detenuto da Olga Romanova. Affare tutto kenyano fra i maschi, nell'ordine Nicholas Kurgat, Edwin Maranga e Reuben Chebii. Dischi da collezione Alcune competizioni di lanci nei paesi baltici hanno trovato solo da qualche giorno visibilità internazionale: due mesi fa a Tallinn l'ultimo grande lancio stagionale di Virgilijus Alekna (68,75), che ha battuto il campione locale Kanter (67,42). Lo stesso Kanter, in un altro meeting disputato pochi giorni prima della gara di Tallinn, ha lanciato a 67,60. Sempre a Tallinn chiusura in bellezza per il lituano Vasilevskis, argento olimpico del giavellotto, autore di un lancio di 84,68. Colombia a 200 all'ora Proseguiamo nella segnalazione di primati nazionali junior stabiliti di recente: nel paese sudamericano, Bogotà ha ospitato una manifestazione di categoria che ha prodotto due primati under 20 sui duecento metri, autori Daniel Grueso (21"01) e Darlenis Obregon (23"35). Ancora tra le ragazze limite nel peso per Leidy Arbodela (15,36). Il peso femminile ha visto anche il rientro della neozelandese Valerie Adams (un metro e novantasei per centoventi chili!), finalista olimpica ad Atene, che ad Auckland ha ottenuto nei giorni scorsi la misura di 18,52. Bugie cronometriche Come ogni anno, in chiusura di stagione emergono i dettagli su alcune iperboliche prestazioni primaverili uscite dall'universo High School USA, che vengono regolarmente ridimensionate. Nella fattispecie è il caso di tre poco credibili prestazioni nello sprint, 9"91 di Trell Kimmons, 10"09 di Ralph Curtis e 20"40 di Marcus Pugh, tramutati in ben più verosimili 10"1 manuali e 20"84 con vento oltre il limite. Kimmons però è uno sprinter di acclarato valore: è stato primo frazionista nella 4x100 USA che a Grosseto ha portato il limite mondiale di categoria a 38"66. Di tutta la nidiata il personaggio più sorprendente appare però il compattissimo J-Mee Samuels, classe 1987, autore nel corso della stagione di 10"25 e 20"58 con vento legale e di 10"07 ventoso. Storie vecchie e nuove di doping: parla Vainio Martti Vainio, uno dei più conosciuti avversari di Alberto Cova ai tempi dei trionfi del mezzofondista azzurro, ha dichiarato di essersi dopato in una autobiografia uscita da pochi giorni, ed ha ammesso l'uso di testosterone in occasione dei Campionati Mondiali di Helsinki del 1983, dove fu medaglia di bronzo sui cinquemila metri e quarto sui diecimila. Fronte inglese L'eptatleta Rosalyn Gonse, trovata positiva ad un glucocorticosteroide in occasione del confronto di prove multiple di Merignac (Francia) del primo agosto scorso, è stata squalificata per la suddetta competizione ma non ha subito sospensione ed è libera di gareggiare. La sostanza proibita, triamcinolone acetonide, era presente in un medicinale prescritto all'atleta, la quale ignorava di dover fare richiesta della TUE (Therapeutic Use Exemption), come richiesto nelle norme procedurali antidoping della IAAF. Fronte greco Konstadinos Kederis ed Ekaterini Thanou sprinteranno in un aula di tribunale. I due atleti greci sono stati formalmente incriminati per la simulazione del noto incidente motociclistico che avrebbero inscenato alla vigilia dei Giochi Olimpici per sottrarsi all'ennesimo controllo antidoping da parte dell'organismo competente. Il reato addotto ai greci è falsa testimonianza, che si aggiunge alle accuse di aver ostacolato i controlli antidoping cui dovevano sottoporsi. A proposito di antidoping, l'agenzia mondiale WADA ha rieletto il presidente uscente, l'avvocato canadese Dick Pound. Galeotto fu il ginocchio Innamoratisi nel conforto che lui le diede dopo l'infortunio alla rotula da lei patito nella scorsa estate, l'inglese Chris Rawlinson e l'australiana Jana Pittman hanno annunciato che si uniranno in matrimonio dopo i Giochi del Commonwealth, in programma tra qualche mese a Melbourne. Il dilemma futuro, come dichiarato dall'ostacolista di Rotherham, sarà: "Per quale bandiera gareggerà nostro figlio?" Tempo di premiazioni In Messico il National Sports Award è stato assegnato per la seconda volta ad Ana Guevara, argento olimpico sui 400 metri. Roman Sebrle è stato eletto per la terza volta atleta dell'anno nella Repubblica Ceka. In Slovenia, i titoli di numeri uno stagionali nell'atletica sono andati a Jolanda Ceplak (davanti a Merlene Ottey, che si consolerà con una statua eretta in sua onore in Giamaica e che la raffigurerà) e Primosz Kozmus, il martellista. Lutti nell'atletica Sono recentemente scomparsi l'ex-primatista sudafricano dei 110 metri ostacoli Pierre Spies (13"5 nel 1978), appena cinquantatreenne, ed il più anziano Antonio Pocovi, 83 anni, ex-campione argentino e sudamericano dei 400 e degli 800 metri, che partecipò ai Giochi di Londra del 1948, e che successivamente ebbe incarichi tecnici con la nazionale. Fukuoka superstar L'ultima grande maratona internazionale dell'anno, in programma il 5 dicembre a Fukuoka in Giappone, annovera tra gli iscritti tre fra i primi tredici performers di sempre sulla distanza: i kenyani Sammy Korir e Michael Rotich, ed il sudafricano Gert Thys. Oggi è in programma a Chiba il classico Ekiden, ricco di personaggi di primo piano. Alcuni nomi: Yoko Shibui, fresca di primato nazionale sulla maratona a Berlino, Hiromi Ominami, Megumi Oshima-Tanaka, le russe Lidiya Grigoryeva e Liliya Shobukova, le romene Mihaela Botezan ed Ancuta Bobocel (argento a Grosseto sulle siepi), e le kenyane Wangui e Wanjiku in campo femminile, senza dimenticare la selezione etiope, presente anche fra gli uomini e favorita, nonostante l'assenza dei nomi più prestigiosi. Martin Irungu Mathati e i due Maina , Julius e Simon, saranno in gara per il Kenya, mentre tre olimpici di maratona correranno con la squadra giapponese, Aburaya, Kunichika e Suwa. Il prossimo weekend prevede il cross del challenge IAAF a Llodio, altre campestri EAA a Torres Vedras in Portogallo ed a Roeselare (Belgio), e la corsa su strada di Tilburg, in Olanda. In programma anche la maratona di San Sebastian, ancorché i due eventi su strada più importanti saranno di scena nel nostro paese, a Firenze ed a Milano. Marco Buccellato
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