Internazionale: il club dello sprint
Il week-end appena trascorso ci ha lasciato una striscia particolarmente ricca di risultati tecnici di primo piano: su tutti il primato mondiale dei 100 metri, ma anche una quantità notevole di perle dal settore dei lanci, dai salti ed ancora dalla velocità. La news di questa settimana perciò vengono ordinate per comparti: sprint, mezzofondo, ostacoli, salti, inine i lanci. Sprint: da Gatlin a Martina Alzi la mano chi si aspettava un primato del mondo dei cento metri a maggio: Il profumo del vento favorevole e l'esito della sorprendente batteria corsa in 9"85 hanno rodato il motore del campione olimpico per proiettarlo come una saetta un centesimo al di sotto del record di Asafa Powell. Vento regolare (l'ultima versione dà 1,7 metri al secondo) e secondo tempo corso da un umano in ogni condizione: Obadele Thompson corse in 9"69 slacune stagioni fa con oltre 5 metri di aiuto di Eolo. Per una curiosa coincidenza poche ore dopo si è affacciato nella storia statistica anche Churandy Martina, sprinter delle antille olandesi già in luce nel corso della stagione, che ha corso anch'egli in 9"76 tra le nuvole di El Paso, ma con 6,1 metri di spintoni alle spalle. In batteria Martina aveva già dato segnali di regalità siglando 9"95. Dietro l'antillano, 10"01 di Preston Perry, emergente di qualità nonostante la bufera favorevole. Martina concederà il bis sui duecento, a tornado placato, con un discreto 20"33 regolare. Fasuba pesca il jolly Tornando alla volata di Doha, ha destato ancor più stupore dello stesso Gatlin, dal quale ci si aspettava prima o poi la gemma del primato, anche se non così presto, la prestazione del nigeriano Fasuba, che con 9"84 ha centrato il primato africano, preceduto da un incredibile 9"92 in batteria (sempre alle spalle di Gatlin). La prestazione giunge assolutamente senza preavviso, non tanto per i ben venticinque centesimi di miglioramento sul precedente primato personale, quanto per l'andamento della prima parte di stagione del nigeriano: 10"13 dopo quattro turni a casa sua in febbraio, 10"11 (ancora al quarto turno) ai Giochi del Commonwealth (per l'argento), 10"26 ancora in Nigeria una settimana prima. Marion corre. Anche le altre In Messico è rientrata alle gare Marion Jones: il primo test dopo tanta desuetudine al confronto è stato ampiamente superato con un confortante 11"06 controvento, assegnando nell'occasione anche due metri e mezzo a Torri Edwards. Per restare con le americane, Lauryn Williams ha sorprendentemente perso da Stephanie Durst, a Doha, in 11"12 contro 11"18. La Durst ha perso però i duecento contro Alyson Felix, ripresasi dalla recente battuta a vuoto, che ha vinto in 22"77. Da Fayetteville il top dell'anno, a firma Kerron Stewart (Giamaica) che ha corso in 11"03 una gran volata che ha portato a 11"08 la trinidegna Baptiste ad e 11"09 Sholonda Solomon. Quarta la Harrigan (Isole Vergini), "appena" 11"13. Replica sui 200: 22"36 della Solomon, sotto i ventitré la Stewart e Cleo Tyson. A El Paso doppietta ventosa di Ebonie Floyd, 11"13 e 22"66. Ancora ad alta quota, a Provo, doppio primato delle Isole Saint Kitts per Virgil Hodge in 22"89, dopo il 23"04 della batteria. L'oscar femminile della settimana dello sprint però lo assegneremmo a Marshevet Hooker ed a Ginnie Powell: la prima a Waco ha fatto faville, con 11"09 sui 100, 22"75 sui 200 (entrambi primati personali), 6,70 ventoso nel lungo e gran ultima frazione nella 4x100 del Texas. La seconda (a Eugene) ha corso i cento in 11"10 (personale) ed abbassato il mondiale stagionale dei 100 ostacoli a 12"64. Sprint: i duecento E' stato un turno settimanale favorevole anche alle gare sui duecento metri: andiamo con ordine citando in primis il 20"18 ottenuto da LaShwan Merritt nel Banamex di Xalapa, in Messico. Vento intensamente sfavorevole, e le stime approssimative invertendo le condizioni ambientali dicono venti netti o giù di lì. Raccoglie consensi anche Rodney Martin, che acquisisce continuità e sfodera nella scia del compagno un buon 20"35. Walter Dix ha fatto meglio: ad Atlanta, meeting interessantissimo, ha corso in 20"25. Nel carosello delle Conferences e dei meetings universitari americani, ecco spuntare il ventenne Otis McDaniel, che dal nulla balza a 20"35 nelle altezze di Provo, nell'Utah. Non aveva mai corso quest'anno sotto i 21", solo una volta da junior in 20"96. A Eugene ancora progressi per Phillip Francis, autore di 20"39. A Fayetteville ancora Xavier Carter (20"30 ma anche 45"26 sui 400) ed il versatile Willie (20"42). Per l'Italia, torniamo a segnalare il positivo esordio di Koura Kaba Fantoni a Doha, 20"69, migliore prestazione italiana stagionale. Sempre in chiave europea, l'olandese Ward ha corso in 20"63 a El Paso, nella gara vinta da Churandy Martina. Pianeta 400 Nel cartellone il vertice messicano tra Tonique Darling-Williams e Ana Guevara: nettissima la vittoria della bahamense in 50"28 contro 51"08. Menzione per i progressi dell'ungherese Petrahn, terza in 51"50. La Repubblica Democratica del Congo ha da qualche anno un validissimo specialista della distanza, tale Gary Kikaya, famoso per aver raggiunto tre semifinali tra Mondiali ed Olimpiadi negli ultimi tre anni senza mai superarne lo scoglio: sempre in Messico ha messo a segno un buon colpo andando a vincere in 44"72 davanti al bianco americano (un altro!) Mitch Potter (45"06). Ancora dai 400 metri, 45"19 di Matt Scherer, bianco pure lui, e pure biondo, e 45"55 di Angelo Taylor, di ritorno dal limbo, che anticipa sul traguardo di un centesimo Milton Campbell. Mezzofondo veloce Alcune cose buone: in due serie distinte, a Doha, 1'44"85 del kenyano Bungei nella serie dei più forti, ed ancor meglio 1'44"79 del kuwaitiano Al-Azemi nella serie meno prestigiosa. Ancora in Qatar, buon approccio di Alexis Kipchirchir ai 1500 (3'34"29), dopo aver vinto un miglio in 3'57" la settimana prima negli Stati Uniti. Ancora a Doha vincente escursione sui 1500 metri di Meseret Defar in 4'06"11, ed interessantissimo 4'08"21 di Veronica Nyaurai, Kenya, classe 1989. Dagli USA; 1'45"76 del britannico Lancashire ad Atlanta. Corse di media lena Ottimo il tremila di Doha, con il trenino kenyano formato da Songok, Choge e Kipchoge ha messo il bavaglio a Bekelino (il fratello di Kenenisa, Tariku). Per il vincitore uno spelndido 7'28"97, quasi un secondo meglio del baby Choge (all'ultimo anno da junior) ed un secondo e mezzo esatto sul campione del mondo dei 5000 a Parigi. Attenzione al quinto classificato: Abreham Cherkos Feleke, targato Etiopia ed autore di 7'41"28, ha soltanto sedici anni e mezzo. Ostacoli ancora in spinta Dopo l'abbuffata di risultati da capogiro della precedente settimana, ecco una nuova infornata: Bob Hughes si è migliorato ancora dopo l'exploit di Kingston, portando in Messico le frequenze ad un solare 13"26. Conferme degli attuali standards anche per dave Payne (13"37) e Aubrey Herring (13"44). A Greensboro 13"39 controvento di Anwar Moore in batteria, luce spenta in finale per un 13"71 con vento a favore. Aries Merritt ha invece eguagliato il mondiale stagionale di Trammell e Liu XIang con 13"22 a Fayetteville, riunione ricca di prodezze assortite (vedi lo sprint femminile). Qualcosa di davvero buono anche dai 100 ostacoli: il meglio (assieme alla Powell di cui sopra) lo ha prodotto la canadese Priscilla Lopes, che a Waco ha migliorato il mondiale stagionale con 12"63, davanti alla giamaicana Walker (12"86). Ancora Giamaica con la Ennis-London a Doha (12"74, sei centesimi su LoLo Jones) Dai 400 ostacoli cose interlocutorie: dopo il boom di Osaka, Bershawn Jackson si è appesantito di un secondo a Doha (48"65). Di ben due secondi, un'enormità, il peggioramento del greco Iakovakis (49"82). Salti con e senza asta Primo summit Bergqvist e Vlasic (nel ricchissimo meeting di Doha): la misura è terrestre, 1,97 per entrambe, dopo le orbite tracciate nella stagione indoor (2,08 e 2,05 rispettivamente). Mondiale stagionale della Rogowska nell'asta (Doha) con 4,63: si scorre la classifica ed ecco uscire la polacca numero tre (c'è anche la Pyrek all'inseguimento della Isinbayeva). Trattasi di Joanna Piwowarska, di rcente acquisizione ad altissimo livello. Una settimana fa in Polonia un primo miglioramento con 4,40, ora l'exploit a 4,53. Dagli USA, personal best per Chelsea Johnson, 4,60 a Eugene. AValladolid record di Spagna per la Agirre (4,48). Dall'alto maschile una sola nota dal fine settimana: vale 2,30, per la prima volta valicati da Mickael Hahany, francesino d'oltremare che salta anche in lungo (7,83) e triplo (16,39): il tutto a El Paso. Salti in estensione Iniziamo dal lungo: il poster da appendere alla parete è quello di Irving Saladino, strabiliante col nuovo record sudamericano di 8,56 stabilito nel Grand Prix di Rio de Janeiro. Saladino si allena stabilmente in Brasile, ed in febbraio aveva già messo in cantiere un 8,29. La prestazione del panamense è l'undicesima di sempre, ed eguaglia quella dello spagnolo Lamela. Bene anche il brasiliano Bispo (8,21). Dalle altre sedi sparse per il pianeta: ottimo Dwight Phillips che in Messico ha toccato gli 8,30, con l'ex-footplayer Brian Johnson a 8,24. Il lungo femminile è vissuto sulle prodezze delle russe Udmurtova e Lebedeva, che a Doha hanno fatto l'uno-due con 7,02 e 6,97, dimostrandosi già in forma-Goteborg. La ritrovata Thompson, ex-numero uno stagionale, è andata bene ma non benissimo con 6,76. In Grecia Styliani Pilatou ha saltato 6,75m con vento entro i limiti. Nel triplo ecco Oprea, 17,29 ventoso a Doha su Gregorio (17,20). Il brasiliano prnderà poi il primo aereo per tornare a casa e vincere a Rio con 17,13. Gara sfortunata nella partecipazione italiana: appena 16,09 per Camossi e 15,69 per Sardano. Stessa macumba di cui è stato vittima Francesco Pignata, appena 69,13 nel giavellotto. Immune Zahra Bani, che ha affrontato le cubane (Menendez 63,45 e Bisset 61,84) per chiudere con un promettente 59,28. Ed eccoci già introdotti al capitolo mezzi pesanti. Lanci, gli uomini dal braccio d'oro Onore della prima menzione per l'immortale Lars Riedel: il tedesco cinque volte campione del mondo (oltre all'oro di Atlanta) ha spazzato via l'immagine del campione in pre-pensionamento, che in molti gli attribuivano, trovandosi tra le mani la misura di 69,38, cosa che non gli riusciva da tre anni. Il lancio si è materializzato a Wiesbaden, dopo un inizio sconcertante (58,77) ed un secondo giro di incoraggiamento (62,46). Poi la luce. Fanno esta anche Moellenbeck (65,52), il giovane Harting (65,22) ed un'altra immortale, Franka Dietzsch (64,80). Dischi: volano davvero Il giorno prima del Riedel-day, il lituano Alekna aveva incrementato il personale stagionale nel Grand Prix del Qatar con 69,47, seguito dall'ungherese Kovago, autore di 67,46. Terzo il capofila dell'anno, l'estone Tammert, con 63,98. Non è finita: sulla pedana di Chula Vista doppia sessione di lanci, sabato scorso: nella prima 67,42 di Ian Waltz, 66,40 dell'estone Kanter e primato egiziano di Omar El-Ghazaly con 65,33. Quarto (65,08) l'altro americano Rome. Si replica il pomeriggio e Kanter si riscatta con 67,49, seguito da un Waltz-fotocopia (67,35). Dal settore lanci, breve miscellanea di risultati: altro nome USA in vetrina, Brian Robison, che sta gareggiando moltissimo (ogni weekend si sciroppa peso e disco) e stavolta fa centro a Waco con 20,81. In Serbia 63,30 della giovane Tomasevic, ma la pedana irregolare impedirà l'omologazione del risultato. A Doha si è registrato lo straordinario 90,13 del campione olimpico del giavellotto, il norvegese Thorklidsen, che migliora il record nazionale ma non la sua posizione nelle liste di sempre della specialità, reinventate dopo l'introduzione del nuovo attrezzo: decimo era e decimo resta. Alle sue spalle uno che di Olimpiadi d'oro ha la collezione: il quarantenne Jan Zelezny, che doveva ritirarsi già un paio di volte ed invece, toh, 86,07. Gara magnifica: 85,79 per l'estone Rags ed 84,95 per il finlandese Jarvenpaa. Il martello è donna Il club dei 70 metri si arricchisce di due nuove iscritte: la prima è l'argentina Jenny Dahlgren, al quarto record nazionale in cinque gare, che ha trovato a Fayetteville anche il primato sudamericano con 71,78. La seconda è la slovacca Danisova, che a Kladno ha scagliato all'ultimo lancio a 70,97. Già iscritta al club e vista su pedane globali la cinese Zhang Wenxiu, che nel Grand Prix nazionale di Zhaoqing ha realizzato la misura di 72,09. Chiusura con il giavellotto: la cinesina Li Lingwei ha lanciato a 58,87, che no sarebbe niente di che se la ragazza non avesse diciassette anni. Appendice-Gatlin Asafa Powell ha portato il duello sportivo a distanza con Justin Gatlin su un altro livello, quello verbale. La schermaglia a mezzo mediatico riferisce di dichiarazioni del giamaicano sulla sua intenzione di riprendersi il record del mondo dei 100 metri. In una stagione dove non ci sono manifestazioni globali (Olimpiadi, Mondiali) è possibile che, se le condizioni ambientali saranno favorevoli come in Qatar, la storia del record possa arricchirsi di nuovi capitoli. Nel frattempo il giamaicano si è rilassato con la staffetta correndo a Santo Domingo in 38"73: il solo Frater come frazionista collaudato, le novità Carter e Forsyth partners per l'occasione. Disappunto per il nuovo serio infortunio patito da Felix Sanchez, che ha anticipato il rientro dopo uno stop risalente a due settimane prima, ed è tornato in pista con pochissime sedute di allenamento nella gambe. Altro da tutto il mondo Nel tradizionale meeting tedesco di Pliezhausen, dove si corre di tutto tranne le distanze classiche dell'atletica, una annotazione per il 5'46"40 di Marco Najibe Salami, terzo sui 2000 siepi: gara vinta dallo sloveno Buc in 5'29"95. Diversi italiani a Montgeron, in Francia: Andrea Giaconi ha vinto i 110 ostacoli con 13"65, mentre Hannes Kirchler ha perso di poco più di un metro dal polacco Krawczyk (61,93) e dall'ungherese Varga (61,55). Per Kirchler 60,83. Shami vince a Praga Il qataregno dalle lunghissime braccia Shami (allenato da Renato Canova) ha vinto la maratona di Praga in 2h11'11", seguito dal debuttante David Kemboi (2h11'42"). Tra le donne 2h29'20" di Alina Ivanova, 37 anni, nota ai più per l'inusuale percorso agonistico che l'ha portata dai successi nella marcia (nei primi anni '90) a quelli nella maratona. La russa ha battuto due Caroline, la Kwambai (2h31'08") e la Cheptanui (2h31'10"). In gara quasi 3800 partecipanti in rappresentanza di settanta nazioni. A causa della gran messe di risultati le liste mondiali saranno pubblicate in una versione top 20, ed elaborate più in profondità nei prossimi giorni. Già da oggi inizia la nuova settimana internazionale agonistica: si gareggia ancora in Brasile, a Fortaleza. A seguire meeting IAAF a Bangkok, tris carioca a Belém, Adidas Classic a Carson e di nuovo IAAF co meeting di Bangalore, in India. In Europa, ancora un vertice mondiale di lanci a Halle, in Germania, e la maratona di Copenhagen. Marco Buccellato
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