Internazionale: il mondiale degli altri
Mondiali indoor in primo piano, ma anche una nuova ottima edizione dei campionati universitari americani e gli ultimi risultati dal pianeta maratone. Come prima, più di prima Ad un anno dai mondiali di Budapest, la Russia ha confermato l'incetta di medaglie complessive (diciotto), mantenendo intatto il bottino relativo agli ori (otto), con un argento in più ed un bronzo in meno. Praticamente, la stessa cosa. Nonostante il primo posto nel medagliere ed il bilancio ampiamente soddisfacente, i russi hanno però perso l'occasione di migliorare il record di otto medaglie d'oro (Siviglia '91 ed appunto Budapest 2004), laddove avevano riposto fondate speranze: é il caso degli 800 maschili, dove Yuriy Borzakovskiy ha subìto l'onda africana Bungei-Mulaudzi. Stessa musica nel mezzofondo femminile, dove la sola Chizhenko ha rispettato i favori dei pronostici: la neo-primatista del mondo Shobukhova ha trovato sulla sua strada la Defar, campionessa olimpica dei cinquemila, mentre la Kotlyarova è crollata nella gara del record della Mutola, sette medaglie d'oro (record assoluto) ed otto complessive (altro record), su otto partecipazioni: in pratica, la mozambicana è andata sempre a medaglia nelle otto edizioni del mondiale indoor cui ha partecipato. In crescita gli USA, con ben sette medaglie d'oro a dispetto delle quattro di un anno fa. In aggiunta, per loro sfortuna, il programma non prevedeva lo svolgimento dei 200 metri, dove gli americani sono affondati nelle ultime due edizioni, ma che quest'anno avrebbero fatto loro senza difficoltà. Bene l'Africa, due medaglie in più rispetto a Budapest 2004, che dà il benvenuto al Botswana e festeggia il ritorno sul podio del Ghana. Serbatoio vuoto Tornano a casa con lo zero nel medagliere squadre come quella britannica e quella francese. Tiene la Svezia, nonostante l'eclissi di Olsson, l'infortunio della Bergqvist e la stagione storta di Holm. Due metalli per la Spagna, dopo il vuoto assoluto della scorsa edizione, tre per la Germania, unica nazione europea, blocco ex-sovietico a parte, a “tenere” nonostante la concorrenza sempre più disparata. Gli acuti Senza dubbio la conferma della leadership del lanciatore di peso Hoffa, che grazie alla misura di 22,17 è diventato il quarto di sempre nelle gare al coperto. Hoffa (argento a Budapest l'anno scorso) è anche il miglior lanciatore nero dai tempi del discobolo Tony Washington, l'ultimo settantametrista (nel disco) avuto dagli Stati Uniti. Sul fronte velocità la perla è giunta dall'eccezionale doppio 7"01 sui 60 metri delle americane Barber e Williams. Per dare una fisionomia alla cifra, basti ricordare che si tratta del record mondiale del nuovo millennio! Sul piano tecnico acquisiscono notevole spessore il sette metri della Kotova nel lungo ed il 17,73 dell'americano Davis nel triplo, che campione del mondo lo è anche a cielo aperto. I campionissimi che non hanno deluso: Bekele senior e le tre dive di Volgograd (Isinbayeva, Slesarenko e Lebedeva) hanno confermato le attese, che in particolare per la Slesarenko hanno il sapore di una rinascita dopo l'infortunio patito la scorsa stagione. Le novità Medaglie perse ma anche medaglie insperate sul fronte russo: la più inattesa di tutte è quella di Andrey Yepishin, velocista non di primo piano che ha soprendentemente bruciato Trammell, Fasuba e Pognon nella finale dei 60 metri in un eccellente 6"52, primato russo eguagliato dopo dieci anni. Novità anche dagli ostacoli: Cuba ha presentato l'erede di Anier Garcia nella sagoma di Dayron Robles, argento a Grosseto 2004, che ha pressato fino alla fine il plurimedagliato Trammell. Già abbastanza popolare, dopo la bella stagione scorsa e le notizie più recenti dal continente americano, Irving Saladino ha lasciato un solo centimetro al ghanese Gaisah nella gara di lungo, migliorando il primato d'area ed introducendo Panama (un debutto) in zona medaglia. Novità dall'Est, la 23enne bulgara Stambolova, argento sui 400 metri, ed annunciata da alcuni ottimi risultati ottenuti in Ungheria e in Grecia nelle settimane che hanno preceduto la rassegna moscovita. Ai Mondiali di Helsinki era stata eliminata in qualificazione sui 400 ostacoli, con un miserrimo 58"99. All'aperto, il suo miglior 400 riporta un enigmatico 52"99. A Mosca ha corso in 50"21, tirando il collo alla potentissima Krasnomovets. Da parte anglosassone, un po’ d’aria nuova dall'Irlanda, nei panni dell'ostacolista O'Rourke, sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo nonostante i recenti successi di Liévin e Belfast. Le delusioni Medaglie annunciate, svanite strada facendo: quella di Christine Arron, che ha preso un metro dal fantastico duo Barber-Williams e si è fatta precedere anche dalla belga Gevaert. Quella del romeno Marian Oprea, uomo-immagine del triplo 2006, rimasto ai piedi del podio in una gara tutta all’ inseguimento dell’americano Davis, che al primo turno di salti ha lasciato l’avversario più vicino a mezzo metro. Quella di LaShawn Merritt, incappato in una squalifica che ha spianato al strada al grenadino Francique sui 400. Quella del pesista USA Cantwell, che dall'oro di Budapest è passato alla bocciatura in qualificazione a Mosca, lo stesso destino riservato a Bartels, il tedesco che era tra i favoritissimi per le medaglie. Quella degli altri ex-iridati stoppati senza appello in qualificazione: due soltanto nell'asta maschile (Gibilisco, campione del mondo all'aperto nel 2003, e Pavlov, iridato indoor l'anno scorso). Delusa anche la pesista bielorussa Ostapchuk, che dopo il titolo mondiale in estate ed i super-lanci delle ultime settimane sentiva l'oro già al collo. In finale invece ha infilato due nulli iniziali che la hanno fatto saltare i meccanismi, arrivando a quattro nulli nelle restanti prove. Peggio di lei (ma più in alto in classifica) ha fatto l'olimpionica Cumba, addirittura cinque nulli. Sipario americano: gli NCAA Privata del palcoscenico mondiale di Mosca, la specialità dei duecento metri ha avuto la sua giornata di gloria nel corso dei campionati universitari di Fayetteville, soprattutto per merito di Walter Dix, un ventenne accreditato di 10"06 e 20"18 all'aperto (e 20"37 indoor), che ha siglato la settima prestazione all-time in 20"27. Intrinsecamente il crono vale ben più dei 23 centesimi di incremento rispetto al 20"50 della scorsa settimana: la pista di Fayetteville ha uno sviluppo tradizionale di 200 metri, mentre quella di Ames (dove aveva realizzato il 20"50) è del tipo "oversized", ben 300 metri di sviluppo. A soli tre centesimi da Dix (20"30) Xavier Carter, altro frutto della nidiata del fortunato triennio '84-'86, che ha completato l'opera con un magnifico 45"28 sui 400 metri (mondiale stagionale ed ottavo di sempre). Anche sui 200 metri femminili si è registrato il miglior risultato della stagione, grazie a Shalonda Solomon che ha corso in 22"57. Dal resto dei campionati segnaliamo il "martellone" dell'argentina Dahlgren (origini svedesi), che ha scagliato l'attrezzo a 24,04 (terzo risultato all-time), il 20,48 di Garrett Johnson nel peso e le belle gare di lungo: il lettone Abolins (che perse da Andrew Howe su questa stessa pedana in febbraio) si è imposto con 8,11, mentre la velocista-saltatrice Marshavet Hooker ha centrato un buon 6,71 (al suo attivo anche la vittoria sui 60 piani in 7"20 ed il secondo posto sui 200 in 22"86). Per finire, 7"51 di Aries Merritt sui 60 metri ostacoli maschili, e 7"84 di Virginia Powell su quelli femminili. Bollettino stradale Ad un mese dalle grandi maratone primaverili ecco gli antipasti di fine inverno, entrambi serviti sul palcoscenico d'Oriente, e con un sapore squisitamente femminile. A Seul l'impresa più rilevante, gestita con quasi un quarto d'ora di distacco sulla seconda classificata (!) dalla cinese Zhou Chunxiu, che ha stabilito la settima prestazione mondiale di ogni epoca (contando il miglior risultato per specialista) in 2h19'51", a soli dodici secondi dal record nazionale di Sun Yingjie, la stakanovista delle lunghe distanze recentemente sospesa. La Chunxiu non è nuova ad imprese cronometriche importanti: nello scorso autunno aveva corso la maratona di Pechino in 2h21'11", classificandosi seconda proprio dietro la Yingjie, poi sospesa di lì a poco. Nella corsa maschile nuova affermazione del 34enne sudafricano Thys, che dopo il successo di Beppu (2h09'45", poco più di un mese fa), si è ripetuto in 2h10'40". Hanno completato il podio i kenyoti Jason Mbote (2h11'40", ma un personale di 2h08'30") e Araya Haregot, una novità a questi livelli, terzo in 2h11'56". Haregot ha 24 anni, vive negli Stati Uniti e si è migliorato di oltre tre minuti. Al suo attivo la vittoria nella 42 chilometri di Salt Lake City, lo scorso anno. A Nagoya l'altra maratona importante della settimana, con un responso tutto casalingo: Harumi Hiroyama, una stagionatissima specialista dal personale di 2h22'56", ha trionfato in 2h23'26" davanti alle connazionali Shibui (2h23'58", ma un personale fantastico di 2h19'41) e Horie (2h28'01"). Tanto altro Giappone nelle retrovie, ed un po' d'Europa con un'altra veterana, la romena Alina Tecuta, sotto le due ore e trenta (2h29'30"). Passo olimpico (con record) E' quello di Haile Gebrselassie e Mizuki Noguchi, olimpionici ad Atlanta e Sydney il primo, ad Atene la seconda. L'etiope ha polverizzato il limite mondiale dei 25 chilometri su strada ad Alphen, in Olanda, correndo domenica in 1h11'37" (precedente 1h12'45" di Paul Kosgei), ed infliggendo al secondo classificato (Ali Mustafa Riyadh del Bahrain) quasi sette minuti di onore delle armi. La giapponese ha corso un'altra mezza maratona, a Yamaguchi, in 1h08'49", a poco più di un mese dall'1h07'43" di Marugame. Ad Alphen tuttavia si è corsa anche una 20 chilometri, andata a Salim Kipsang (58'17") ed a Mihaela Botezan (1h08'02"). Ancora notizie dal mondo delle maratone, con la vittoria del marocchino Boumlili a Casablanca (2h13'01"), imitato dalla kenyana Hellen Kiprop (2h34'43"). L'attività internazionale proseguirà questa settimana con la prima tappa del Grand Prix di marcia IAAF (a Tijuana, in Messico) e con la Coppa Europa di lanci invernali a Tel Aviv. Cross in Giappone (a Chiba) e maratone (Los Angeles in primis) completeranno il cartellone. Nella sezione statistiche sono già presenti le versioni aggiornate delle liste mondiali stagionali indoor ed all'aperto; nelle prossime ore saranno seguite da quelle all-time, in tutte e quattro le versioni (mondo, Europa, indoor, outdoor). Marco Buccellato
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