Internazionale, il mondo in 42 km



Nel notiziario internazionale di questa settimana, primo piano sulle tante maratone disputate in Europa, Asia e nel continente americano. Ad Amsterdam, Toronto e Pechino, come da previsioni, si sono registrati i risultati di maggior spessore tecnico. In sommario l'intero panorama delle corse disputate nelle ultime 48 ore e le principali notizie pervenute a contorno dell'attività agonistica.

Amsterdam, Chebet e Gelana

Wilson Kwambai Chebet ha vinto la maratona di Amsterdam in 2h05'53", a nove secondi il record della corsa, stabilito lo scorso anno dall'etiope Feleke, proprio nell'edizione della maratona olandese in cui Chebet aveva esordito sui 42 km, classificandosi secondo. In primavera Chebet aveva vinto l'altra grande classica olandese di Rotterdam in 2h05'27", tuttora la terza miglior prestazione della stagione su percorsi omologati. Il kenyano ha lasciato la compagnia dei battistrada a 7 km dal traguardo. Secondo classificato il debuttante Laban Korir, coetaneo del 26enne Chebet, che ha chiuso in 2h06'05". Terzo il non ancora 19enne Eric Ndiema, partito come pacemaker, che in 2h06'27" ha realizzato la miglior prestazione mondiale sulla maratona da parte di un atleta al limite dei venti anni.

Una maratona di Amsterdam ancora una volta eccellente: vi si sono contati ben tredici primati personali tra i primi diciotto classificati. Tra questi, Nicholas Manza Kamakya, quarto in 2h06'34", Elijah Keitany (quinto in 2h06'53", non un primato personale), Paul Biwott (sesto in 2h06'54"). Ancora, debutto da incorniciare per il 22enne John Kiprotich (2h07'08"), e record nazionale per l'eritreo Tsegay in 2h07'28". Non ha concluso la gara l'altro esordiente sulla distanza Sileshi Sihine, cinque medaglie d'argento tra Olimpiadi e Mondiali. Miglior europeo lo specialista di casa Butter, un semi-esordiente, quindicesimo in 2h12'59".

Molto veloce anche la corsa femminile, vinta dalla 24enne etiope Tiki Gelana nel tempo-record di 2h22'08" (in fuga negli ultimi chilometri e in piena spinta all'ingresso nello stadio), quinta prestazione mondiale stagionale, un tempo che fa della Gelana la nuova leader cronometrica dell'onda etiope (un secondo più veloce di quanto fatto a Chicago dalla Dibaba una settimana fa). La connazionale Kuma, vincitrice ad Amsterdam due anni fa, è arrivata al secondo posto a suon di personale in 2h24'55", precedendo l'ex-kenyana Lornah Kiplagat, che in 2h25'52" ha ottenuto il minimo per i Giochi di Londra. Le piazzate: quarta Genet Getaneh Wendimagegneu in 2h25'57", quinta la russa Nailya Yulamanova in 2h26'392, sesta Penihah Arusei in 2h28'38".

Toronto, poker di Mungara

Per il quarto anno consecutivo il kenyano Kenneth Mburu Mungara (38 anni) ha vinto la Scotiabank Waterfront Marathon di Toronto, una corsa che anche quest'anno ha regalato sorprendenti prestazioni in campo femminile. Mungara (2h09'49", e lo scorso anno al primato della manifestazione in 2h07'58") ha preceduto negli ultimi metri un altro atleta di lunga esperienza, il 37enne etiope Abdullah Dawit Shami, secondo in 2h09'51". Terzo e quarto i canadesi e compagni di allenamento Reid Coolsaet (2h10'55") e Eric Gillis (2h11'28"), entrambi sotto il minimo richiesto dalla federazione canadese per le Olimpiadi (Gillis per un secondo!).
 
Eccellenti le prestazioni delle due etiopi che hanno dominato la gara femminile: Korene Jelila Yal, una 24enne che esordì sulla maratona a Venezia due stagioni fa, ha vinto la gara con un'azione decisiva al trentesimo chilometro, e ha chiuso in 2h22'43". Seconda l'altra etiope Hursa Mare Dibaba (2h23'25"). Terza, prima europea, la russa Skvortsova in 2h27'51". Velocissimi i passaggi a metà gara (1h08'36" per la Yal, 1h08'37" per la Dibaba). Note impossibili da non sottolineare: il centenario Fauja Singh, un signore britannico di origini indiane, ha concluso la gara in meno di otto ore e mezzo. E' sui giornali di tutto il mondo, ed è il più anziano maratoneta della storia. Non da meno, l'ottuagenario canadese Whitlock ha stabilito il mondiale Master di categoria in 3h15'51".

Numeri olandesi, canadesi, mondiali

Note statistiche a margine: considerando anche i risultati di Boston, sono ora ben tredici le prestazioni maschili inferiori alle due ore e sei minuti realizzate nel 2011, un record. Sotto le due ore e sette minuti il conto tocca quota venticinque, sotto le due ore e otto minuti si sale a quarantaquattro, due primati statistici anche questi. Non è ancora un primato, invece, il numero dei maratoneti che hanno corso la distanza quest'anno entro le due ore e dieci minuti. Siamo, al momento, a 110, mentre il 2010 si chiuse con oltre 120 atleti. Le donne: di gran lunga superato il numero di atlete che l'anno scorso corse la maratona in meno di due ore e trenta minuti: nel 2010 furono 107, quest'anno, al ritmo attuale, si avvicinerà quota 140. Per le etiopi un record nel record: a sfondare il muro delle 2h30', nel 2011, sono state circa il doppio rispetto alle kenyane.

Per Laban Korir, secondo ad Amsterdam, anche la soddisfazione del terzo debutto più veloce della storia, dopo Moses Mosop e, più indietro nel tempo, Evans Rutto. Il giovanissimo Ndiema, da parte sua, ha tolto la miglior prestazione mondiale junior all'etiope Bazu Worku Hayka, che a Parigi, nel 2009, corse in 2h06'15". Infine, ad Amsterdam si sono registrate le migliori prestazioni all-time per il settimo e l'ottavo classificato (Kiprotich e Tsegay), e per la terza volta nella storia della specialità, dopo la maratona di Boston di quest'anno e quella di Londra dell'anno olimpico 2008, ben sei atleti hanno infranto il muro delle due ore e sette minuti.

Le altre maratone internazionali: Europa

A Reims e Istanbul hanno tagliato vittoriosamente il traguardo atleti del Kenya e dell'Etiopia. A Reims il 23enne etiope Demise Tsega ha preceduto in 2h09'44" il connazionale Haylu Abebe Dogaga (2h09'52"), laddove il favorito Richard Limo ha chiuso terzo in 2h10'02". Africani anche i piazzati, i kenyani Abraham Kipkosgei Chelanga (2h10'15"), Victor Lagat (2h10'19"), Jacob Kitur (2h10'23") e l'etiope Abdisa Sorri (2h10'26"). Nessuna sorpresa nella maratona femminile, dove la favorita Julia Mombi Muraga (kenyana, 2h29'36"), ha preceduto un tris di etiopi formato dalle semisconosciute Abderash Bedasa (2h29'47"), Ayela Lemma Geda (2h32'26") e Ashete Dido (2h34'00"). Etiope anche la firma sulla mezza maratona femminile, vinta da Atsede Bayisa in 1h09'58" su Cynthia Jerotich (1h10'39"). Sugello maschile kenyano con Philemon Yator, primo in 1h01'47".

Nel freddo e sotto la pioggia, Vincent Kiptoo Kiplagat ha vinto a Istanbul, per il secondo anno consecutivo, la Eurasia Marathon in 2h10'58" davanti all'etiope Tariku Jifar (2h11'31"). Poker a firma etiope nella corsa femminile, con Alemitu Abera prima in 2h27'56" su Fatuma Sado Dergo (2h28'01"), Tsega Gelaw Reta (2h28'38") e Ashu Kasim (2h30'37", vincitrice nel 2010). La prima europa è la russa Albina Mayorova-Ivanova, quinta in 2h31'16". A Poznan (Polonia) vince il kenyano Cosmas Mutuku Kyeva in 2h22'53".

Le corse asiatiche: Pechino e Gyeongju

Nella capitale cinese vittoria di Francis Kiprop in 2h09'00", che ha staccato di 43 secondi il vincitore uscente Samuel Muturi Mugo e di un minuto e quindici secondi Benson Barus. Interessante il ritorno di Catherine Ndereba, due volte iridata, alla prima maratona in due anni, che ha chiuso al terzo posto in 2h30'14", battuta dalla cinese Wei Xiaojie (2h28'05") e dalla etiope Yeshi Esayias (2h29'29"). La maratoneta cinese aveva già vinto in 2h26'41" la corsa di Zhengzhou sei mesi e mezzo fa. A Gyeongju (Corea) tris kenyano con discreto 2h09'23" del kenyano Wilson Loyanai (personale migliorato con grande margine) su Michael Kimani Njjoroge (2h10'29") e Felix Keny (2h22'19").

Stati Uniti

A Des Moines vittorie africane: successi di James Kirwa (Kenya, 2h12'54") e di Atalelech Asfaw (Etiopia, 2h37'55"). Nella maratona di Detroit risultati non importanti, ma è da segnalare il secondo posto di un ex-grande del mezzofondo russo, il 42enne Vyacheslav Shabunin, cronometrato in 2h29'36", dieci minuti peggio che al battesimo sui 42 km, risalente alla scorsa primavera. Baltimora: l'ucraina Olena Shurhno ha stabilito il primato della maratona femminile in 2h29'11", seconda la russa Biktasheva in 2h29'57", terza Hellen Kimutai in 2h31'10".

Altre corse su strada

Mezze maratone anglo-francesi di stampo kenyano: in Galles, Alice Kemunto Mogire ha vinto la 21,097 km femminile in 1h11'26" (1h03'27" per Edwin Kiptoo); a Saint-Denis, Miriam Wangari si è imposta in 1h11'10" (1h02'50" per Moses Kwambai). Un ringraziamento particolare per i contributi alla diffusione dei risultati va a Alfons Juck, Ken Nakamura, Mirko Jalava, David Martin, Carles Baronet.

Varie dal mondo

L'atletica mondiale ha perso, all'età di 77 anni, il senegalese Abdoulaye Seye, medaglia di bronzo nei 200 metri ai Giochi Olimpici di Roma sotto la bandiera francese. A fine carriera Seye ricoprì importanti incarichi tecnici presso la federazione senegalese e il comitato olimpico nazionale. Sotto i ferri: diversi atleti si sono sottoposti a interventi chirurgici negli ultimi giorni, per risolvere infortuni più o meno seri occorsi nella seconda parte della stagione: tra i più noti, il discobolo tedesco Harting, campione del mondo, operato al ginocchio sinistro, e la ostacolista svizzera Lisa Urech, che tornerà ad allenarsi a pieno regime alla fine dell'inverno.

I Giochi Panamericani

Il programma dell'atletica partirà domenica prossima nell'altitudine di Guadalajara, in un impianto nuovo di zecca i cui lavori e collaudi definitivi sono stati ultimati solo nei giorni scorsi. E' lecito aspettarsi, pur se negli spiccioli finali della stagione, qualche prestazione sopra le righe. Tra i maggiori candidati, il cubano Dayron Robles, squalificato nella finale mondiale di Daegu, alla ricerca di un successo condito da una prestazione di rilievo, pur non essendoci, sulla carta, avversari in grado di impensierirlo. Negli ostacoli bassi, con l'obiettivo del secondo titolo dopo quello conseguito nel 2003, c'è il dominicano Felix Sanchez, già campione olimpico e mondiale.

 

 




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