Internazionale, il report estero
La notizia della morte di Sammy Wanjiru apre la rubrica internazionale di questa settimana, che dedica la copertina al campione olimpico in carica di maratona, tragicamente scomparso nella notte tra domenica e lunedì a Nyahururu, la località a Est di Nairobi dove Wanjiru risiedeva con la moglie. A seguire, il report dell'attività estera degli ultimi giorni.
Sammy Wanjiru (1986 - 2011)
C'era voluto lui per regalare al Kenya la prima medaglia d'oro olimpica nella maratona. Wanjiru la vinse a Pechino in 2h06'32", in quella che doveva essere la corsa del martirio, considerate le pesanti condizioni ambientali di caldo ed umidità, le stesse condizioni che fecero optare il recordman Haile Gebrselassie per il rifiuto a correre la 42 km più suggestiva di quella stagione. Wanjiru la vinse con irridente facilità, a soli ventuno anni (il più giovane oro olimpico nela maratona degli ultimi settantacinque anni) e senza l'aiuto di pacemakers, abbassando di ben due minuti il miglior tempo mai realizzato, precedentemente, in una maratona legata a manifestazioni globali, quali sono Giochi Olimpici e Campionati del Mondo.
Talento precocissimo (le prime notizie di competizioni che lo riguardano risalgono all'età di quindici anni, già in Giappone a crescere nella locale colonia kenyana ricca di campioni), prima di passare alle remuneratissime corse su strada fece in tempo, a diciotto anni nel 2005, a stabilire il primato del mondo junior dei 10000 metri (26'41"75, con cinque diecimila corsi in quattro mesi, tutti al di sotto dei 27'42"!). Poche settimane dopo, in settembre, alla seconda esperienza sulla distanza (in luglio esordì con 59'43" nell'amato Giappone), determinò l'apertura di un nuovo regno tutto suo, con il record del mondo assoluto nella mezza maratona (59'16" a Rotterdam) e al tempo stesso miglior prestazione mai realizzata da un atleta di categoria junior.
Due stagioni dopo la conferma della consacrazione, col ritorno in pista durante l'estate (fece tappa anche a Roma nei 5000 metri), e ben quattro mezze maratone in cui fu capace sia di salire in paradiso che di inabissarsi all'inferno: in inverno toccò per due volte l'apice con altrettanti record del mondo, 58'53" a Ras Al Khaymah e 58'33" a L'Aja (dovè firmò di passaggio anche il primato del mondo sui 20 chilometri). A Udine (nel Mondiale disputato in Italia, dove si presentava da favorito) finì cinquantunesimo tra lo sconcerto generale.
L'anno dopo ottenne la selezione per correre la maratona olimpica, forte sia del sensazionale debutto di Fukuoka a dicembre 2007 (al primo assaggio della corsa delle corse vinse in 2h06'39, tempo che tuttora ne fa il settimo esordiente più veloce della storia), sia della travolgente cavalcata di Londra, quando chiuse secondo in 2h05'24" a nove secondi da Martin Lel. A Pechino diesgnò lo spietato capolavoro che interruppe l'astinenza storica del Kenya dall'oro olimpico sulla distanza, come detto. Fece in tempo a ripassare per l'Italia, perdendo da Soi nella 10 km di Scicli in settembre, prima di preparare il 2009.
Fu l'anno del doppio legittimo successo di Londra, in cui la città di svegliò per tutta la settimana col cielo sgombro da nubi e le temperature ben più che primaverili, e di Chicago. A Londra Wanjiru vinse portando il record della corsa e quello personale a 2h05'10", lasciandosi dietro Kebede, l'eterno Gharib, e quell'Emmanuel Mutai che due anni dopo gli soffierà il primato del percorso, nell'aprile di quest'anno. A Chicago trionfò in 2h05'41", ancora un tempo straordinario, su un altro marocchino, Goumri, e su Vincent Kipruto.
L'ultima stagione fu in chiaroscuro. Ritirato a Londra, ancora primo della classe a Chicago, nell'ultima maratona della sua vita, vinta in 2h06'24" ancora su Kebede, e sull'altro etiope Lelisa. Dopo chicago tornò in Kenya, a preparare un 2011 che non nasceva, però sotto i migliori auspici. La sua vita privata, negli ultimi mesi, è stata tormentata. Pesanti dissapori con la moglie Triza lo portarono, nello scorso dicembre, ad imbracciare un fucile AK-47. La riconciliazione della coppia permise a Wanjiru di non essere denunciato dalla moglie, ma era ancora in attesa di giudizio per il possesso illegale dell'arma. Un mese dopo rischiò la vita in un incidente stradale con un automezzo pesante, dal quale uscì con leggere ferite. Domenica, l'epilogo dai contorni tragici.
Un suo breve ritratto statistico nelle righe che seguono: sette maratone disputate nella carriera, con cinque vittorie, un secondo posto e un ritiro. Terzo maratoneta più veloce di sempre nella media che considera le migliori cinque prestazioni ottenute nel corso della carriera. Quindici mezze maratone disputate, con un bilancio di otto vittorie e tre record del mondo. Per due volte vincitore delle World Marathon Majors Series (classifiche relative alle edizioni 2008-2009 e 2009-2010). La sua attività in pista lo vede centrare prestazioni quali 13'12"40 sui 5000 metri e 26'41"75 sui 10000, tuttora record mondiale junior e tredicesima prestazione all-time.
Le altre notizie: Liu Xiang torna grande
A Shanghai (seconda tappa della Diamond League, otto nuovi primati mondiali stagionali) l'ex-campione olimpico ed ex-primatista del mondo dei 110 ostacoli Liu Xiang è tornato a livelli assoluti. Forte della nuova tecnica di sette passi fino al primo ostacolo, si è mosso benissimo sorprendendo David Oliver, fulminandolo in 13"07 e interrompendo la striscia vincente dello statunitense che durava da ventuno mesi. Nell'altra grande sfida di Shanghai, quella dei 100 femminili, Veronica Campbell (10"92) ha avuto la meglio su Carmelita Jeter (10"95).
Belle gare, soprattutto duelli allo spasimo fino alla fine, hanno regalato qualità al meeting cinese. Tra gli eventi più interessanti, le siepi con Brimin Kipruto che ha duellato con successo contro Paul Kipsiele koech, avendo la meglio in 8'02"28 (8'02"42 per Koech), i 5000 femminili andati a Vivian Cheruiyot in 14'31"92 davanti all'etiope Ejigu (14'32"87) ed alla Masai (14'32"95), e i 1500 maschili con il nuovo successo di Nixon Chepseba ((3'31"42) su Asbel Kiprop (3'31"76).
Le altre gare di Shanghai: Powell 9"95
Sprint: Asafa Powell si è ben espresso nella fase di accelerazione, poi nel finale ha smesso di spingere ma ha chiuso con un promettente 9"95. Salti: esordio di Blanka Vlasic, prima con 1,94. Ancora una grandissima gara dell'australiano Watt, in testa dall'inizio, che ha concluso con 8,44 (mondiale stagionale, suo, eguagliato). Non ha impressionato Dwight Phillips, alla fine quarto con 8.07, battuto anche dal cinese Su Xiongfeng (8,19) e da Gaisah, tornato oltre gli otto metri con 8,10.
Nelle gare di lanci, seconda uscita stagionale e seconda sconfitta per Thorkildsen (85.12 prima di farsi male), battuto da Pitkamäki che ha eguagliato al centimetro il mondiale stagionale con 85,33. Notevole la prova di Gong Lijiao: la cinese (prima vittoria per la Cina in Diamond League) non ha avuto avevrsarie nel getto del peso, vinto con 19,94. Ottima anche la giovane croata Perkovic, campionessa d'Eyropa del disco, che ha regolato di quasi tre metri la migliore avversaria, imponendosi con 65,58. Ostacoli: la giamaicana Kaliese Spencer ha migliorato il mondiale stagionale dei 400 con ostacoli in 54"20, battendo la Demus e l'ollimpionica e iridata Melaine Walker.
Daegu
Il meeting coreano, ricco antipasto consumato nell'impianto che ospiterà il mondiale estivo (disputato prima di Shanghai), ha mandato in archivio quattro primati mondiali stagionali e diverse altre buone prestazioni. In evidenza soprattutto Oliver (13"14), Dix (dieci netti nei 100 metri), la gazzella Felix (22"38) e la campionessa olimpica dei 100 ostacoli Harper (12"73). Interessante progresso del kenyano (ancora junior) Hillary Yego, che ha corso i 3000 siepi in 8'12"08. Pesante martellata della cinese Zhang Wenxiu (73,40). Nel triplo maschile, quinto posto di Fabrizio Schembri con 16,65 (successo con 16,99 del coreano Kim Duk-Hyun).
USA, primato nazionale junior dei 100 femminili
Moltissimi appuntamenti nel fine settimana, soprattutto relativi alle fasi preliminari dei campionati NCAA, le cui finali sono previste in giugno. Tra i tanti risultati, copertina per una illustre sconosciuta, la velocista dell'Oregon English Gardner (19 anni appena compiuti), che nel generale stupore ha portato il record nazionale junior dei 100 femminili a 11"03, migliorando di un centesimo il vecchio limite di Angela Williams, datato dodici anni.
Su di lei le notizie non sono molte: nel 2008 passò quasi inosservato un suo 11"49 ventoso a sedici anni e spiccioli. Poi, nell'inverno scorso, un robusto progresso nei 60 metri e l'11"30 corso a Walnut, dove migliorò di ben tre decimi il vecchio personale. A Tucson anche altre cose interessanti, come il 48"13 di Jeshua Anderson sugli ostacoli, il 44"91 sul piano della novità Michael Berry, il 13"39 dell'ostacolista Ames e, ultimo in ordine cronologico, l'ennesimo primato canadese nel peso femminile della 21enne Julia Labonté (18,21).
James 44"86
Il formidabile talento di Grenada ha corso ad Athens in 44"86, primato personale outdoor e primato junior dell'area centro-americana. Ancora in evidenza l'estone Niit, che sempre in Georgia ha migliorato il record nazionale dei 200 portandolo a 20"44. Nella stessa sede ottime gare di salti in estensione e di sprint. Sabato Will Claye ha vinto il lungo con 8,29 sul giamaicano Bachelor (8,19 ventoso) e sul bahamanse Higgs (8,15). Domenica lo stesso Claye ha fatto suo anche il triplo con 17,24, superando l'altro giovane Christian Taylor (17,15). Dalle corse veloci anche l'11"01 di Semoy Hackett, donna di Trinidad & Tobago, e il 22"27 di Kimberlyn Duncan, entrambi viziati dal vento. la Duncan ha anche corso i 100 in 11"02, battuta sia dalla Hackett che dalla statunitense Brookins, accreditata anche lei di 11"02. In Oklahoma 8,15 del lunghista Goodwin (di sabato) e notevole 20"05 del velocista Rakeem Salaam (domenica). Nella girnata conclusiva anche il 44"87 di Pinder (Bahamas) nei 400 metri. Sul fronte femminile, doppio successo nello sprint per Jeneba Tarmoh, che ha dato il meglio di sé sui 200 metri (22"46).
Il paradiso dei dischi
Altro meeting a Chula Vista, in California, e altre misure notevoli: l'estone Mart Israel cresce con 66,98, mentre lo svedese Niklas Arrhenius migliora il record nazionale con 65.80. In evidenza anche l'indiano Vikas Gowda, che studia negli States, con 64,89. Sempre dal pianeta lanci, 66,92 del campione mondiale Harting a Wiesbaden, e 66,62 dello spagnolo ex-cubano Casañas a Lisbona
Ponce: Ashmeade o.k, Wariner k.o.
Nel Grand Prix di Porto Rico conferma della crescita e dell'attuale stato di grazia del 20enne giamaicano Ashmeade (19"95 a Kingston la settimana scorsa), che ha vinto i 100 metri in 10"05 (polverizzato il prcedente personale). Illustre battuto, Justin Gatlin, rientrato da una lunga sospensione nella parte finale della scorsa stagione, ma capace di migliorarsi a 10"06, la miglior prestazione della seconda fase della carriera, inferiore al 10"09 ottenuto a Rovereto. Nei 400 si è ritirato Wariner, ancor prima di concludere la curva d'avvio dei 400 metri, per un problema alla schiena.
Brasile, Mutua 1'44"06
Doppio appuntamento a Fortaleza e Belem: da Fortaleza nessun risultato di particolare valore ma buona gara di peso femminile con la trinidegna Cleopatra Borel-Brown vincitrice con un miglior lancio di 19,17 sulla cubana Gonzalez (18,66). A Belem tutt'altra storia, grazie alo junior kenyano David Mutua, che ha vinto gli 800 metri in 1'44"06, in una gara sensazionale anche per i piazzati, il brasiliano Davide (1'44'28") ed il semisconosciuto colombiano Rodriguez (1'44"31!). Dwain Chambers non ha trovato il consueto muro di vento contrario delle recenti uscite, e ha vinto i 100 metri in 10"16. Nelle altre gare, 17,16 del cubano Osniel Tosca nel triplo.
Decathlon, Garcia al mondiale stagionale
Il cubano Yordanis Garcia ha stabilito a L'Avana la miglior prestazione mondiale del decathlon totalizzando 8.397 punti con i seguenti parziali nelle dieci diverse specialità: 10"86-7,00-15,90-2,07-49"15/14,47-45,22-4,80-67,70-4'31"40.
Asia, Tanui 27'18"58
Il kenyano Paul Tanui ha corso a Kita-kyushu il secondo 10000 metri più veloce della stagione in 27'18"58. Pochi giorni prima di compiere 19 anni, il lunghista di Taipei Ling Ching-Hsuan ha sensibilmente migliorato il primato personale portandolo a 8,11.
Novità Ouhadi, esordio di Galvan, secondo Tedesco
Il marocchino Aziz Ouhadi ha corso a Montgeron i 100 metri in 10"13, primato nazionale. Meno di un mese fa aveva corso in 10"22. Nel meeting francese anche il 14,33 della 36enne Trecia Smith nel triplo. Il debutto di Matteo Galvan si è consumato sulla più che insolita distanza dei 250 metri, con l'azzurro vittorioso in 27"18. Stefano Tedesco ha corso i 110 ostacoli in 13"78, perdendo dallo statunitense Thomas (13"78).
I campionati africani juniores
Conclusi e Gaborone, in Botswana, con ben 40 nazioni rappresentate e il Sud Africa primo nel medagliere con trecici ori e trentaquattro podi complessivi. Tra i risultati da segnalare, il 3'35"43 del 17enne kenyano Hillary maiyo sui 1500 metri, l'8'25"03 dell'altro diciassettenne Gilbert Kirui, il 52"09 della quattrocentista etiope Fantu Magio Manedo e il 15'24"66 della campionessa africana junior di cross Caroline Chepkoech.
New York, strada
Il primatista mondiale dei 10 km Leonard Patrik Komon ha vinto l'Healthy Kidney Run in Central Park in 27'35", primato della corsa, nonostante la stanchezza che gli ha impedito di conseguire un risultato cronometrico migliore. Il completamento del podio se lo sono giocato Micah Kogo, che deteneva il primato prima di komon, e Joseph Ebuya, con successo in volata del primo.
Gay sotto la pioggia
Tyson Gay ha vinto i 150 metri dei CityGames di Manchester sulla famosa pista in rettilineo, allestita ogni anno specificatamente per la manifestazione che si svolge nel centro della città inglese. Lo statunitense, non allenatosi al meglio per un problema al muscolo adduttore, è stato cronometrato in 14"51 (transitando ai 100 in 9"91). Con pioggia e basse temperature. Allyson Felix ha vinto i 200 in 22"12.
I Millrose Games cambiano sede
Il meeting indoor più vecchio del mondo cambierà sede nel 2012, non più nella quasi centenaria storica e suggestiva cornice del Madison Square Garden, ma nel più contenuto impianto dell'Armory Track and Field Center, a Manhattan. Alla base della decisione, ragioni finanziarie (i costi elevati del Madison Square Garden) ed il fatto che l'Armory foundation detiene i diritti dello storico meeting.
Nella foto d'archivio: Samuel Wanjiru trionfa a Pechino 2008 (foto Giancarlo Colombo/FIDAL)
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