Internazionale, l'Imperatore di Fukuoka è ucraino



La prima tornata dicembrina delle news internazionali è dedicata alle molte maratone disputate nel fine settimana ed al programma della pista, che offre ancora spunti dall'Oceania e dall'Asia. Primo giro con l'Australia, poi a seguire tutte le maratone delle ultime ore, pista, cross, corse su strada. Nel nome di Emil Il classico Zatopek Memorial di Melbourne, fino a qualche stagione fa foriero di ottimi risultati nel mezzofondo, ora offre la parte migliore nei lanci e nelle corse brevi. Disputato nella cornice del Parco Olimpico venerdì scorso, è stato disertato da alcuni big dell'atletica australiana, tutti tesi a preparare i Giochi del Commonwealth della terza decade di marzo, in programma nello stesso impianto. Tra i risultati sono da segnalare i buoni riscontri dei quattrocentisti (Mark Ormrod 45"62 e Clinton Hill 45"76) e del lanciatore Scott Martin, già in vista nell'ultimo mese di attività, che con 62,37 ha eguagliato il personale nel disco. Tra le donne si è rivelata la siepista Donna MacFarlane (9'51"60), una ventottenne che dopo un'assenza di ben sei anni dalle competizioni in pista è tornata alle gare non più tardi di quindici giorni fa, e che sulle siepi era al debutto assoluto. Il mezzofondo? Quello che una volta costituiva il boccone prelibato del meeting di Melbourne ha segnato ancora il passo, regalando prestazioni scialbe come il 33'17"78 della neozelandese McIlroy (prima in Coppa del Mondo di corsa in montagna) ed il 29'07"30 di Brett Cartwright. A Fukuoka decolla Baranovskiy La migliore maratona estera del fine settimana (Fukuoka, Giappone, cinquantanovesima edizione) ha lanciato il maratoneta ucraino Dmytro Baranovskiy, ex-campione europeo under 23 dei 10000 metri e vicecampione dei 5000, che col tempo di 2h08'29", di grandissima fattura considerate le condizioni atmosferiche tutt'altro che favorevoli, ha realizzato primato nazionale e migliore prestazione di sempre da parte di un atleta dell'ex-blocco sovietico, primo atleta dell'Est a trovare spazio in un elenco che finora, in Europa, ha delineato una gerarchia di spagnoli, portoghesi, italiani, francesi. In altre parole, mediterranei. Il 26enne ucraino, alla quarta maratona della carriera escludendo quella non conclusa dei Giochi Olimpici, ed anche alla prima corsa fuori dall'Europa, aveva già gareggiato nel corso della stagione, chiudendo al quinto posto la maratona di Amburgo (in aprile) col tempo di 2h11'57". Il percorso di Fukuoka, di per sé non dei più facili, unito ad un mix micidiale di pioggia e vento, ha fatto saltare più di un nome prestigioso, come il tanzaniano Ramadhani (quinto ai Mondiali di Helsinki e leader fino al venticinquesimo chilometro), il duo dei Wainaina (Erick e James), deludenti sopra le due ore e quindici minuti, e l'altro kenyano Isaac Macharia, già vincitore a Nagano in primavera. Tra gli atleti surclassati da Baranovskiy alcuni personaggi di tutto rispetto, come Julio Rey (2h07'38" ad Amburgo, leader europeo 2005 della specialità), secondo con 2h09'41", Atsushi Fujita (detentore del record della corsa con 2h06'51", terzo in 2h09'48") e Dejene Berhanu, etiope da 12'56" sui 5000 (al Golden Gala) e 27'12" sui 10000 metri, che ha chiuso in quarta posizione in 2h11'48". Nel bagno turco Di tutt'altro tenore i capricci del tempo a Singapore, nell'altra maratona orientale delle ultime ore. Nel caldo, riferito come torrido, ed in condizioni di estrema umidità, si è imposto il prossimo sposo Amos Matui in 2h15'55", che ha preceduto l'etiope Demissie (anche lui in gara ad Amburgo, in aprile, come Baranovskiy e Rey, protagonisti a Fukuoka) ed un gruppo di altri quattro kenioti capitanati da Joseph Ngolepus (2h10'10" a Berlino in settembre). Leggermente meglio in proporzione il riscontro cronometrico della gara femminile, dove Irina Timofeyeva, recente vincitrice della mezza maratona di Nuova Delhi, ha preceduto di una trentina di secondi la kenyana Helen Cherono (2h34'37" per la russa). A Singapore era in gara anche Matthew Birir, campione olimpico delle siepi a Barcellona, finito nelle retrovie con 2h26'27", e prossimo al ritiro dall'attività. Ancora dall'Asia, e precisamente da Pune (India), risultati di tono minore: vittorie per Josphat N'Deti in 2h19'35" tra gli uomini, e per la russa Yulamanova, che si è imposta sulla mezza maratona in 1h15'05". Le città della luce Maratone americane: a Las Vegas primo posto per Stephen Kiogora in 2h11'56". Il kenyano aveva già corso una maratona sul suolo statunitense quest'anno, precisamente a San Diego, laddove la pendenza del percorso (76 metri) ha impedito l'omologazione del suo 2h09'51" (secondo posto). A circa un minuto e mezzo da Kiogora è spuntato Titus Munji, che vanta addirittura un 2h06'15" risalente alla maratona di Berlino di due stagioni fa. Adriana Fernandez, una grande della specialità (prestigiosissimo secondo posto a Londra nel 1999), è tornata su discreti livelli vincendo la gara femminile in 2h31'54", precedendo la polacca Gruca, la russa Bogomolova e la romena Olaru. Tra i nomi più conosciuti in gara: Girma tola, etiope, Yusuf Songoka, kenyano molto conosciuto in Italia, l'altro etiope Assefa Mezgebu, atleta da tempi-monstre in pista su cinque e diecimila metri in un passato neanche troppo remoto, e Merima Hashim, che da giovanissima sembrava lanciata verso una carriera eccezionale, prima dell'avvento della generazione delle Dibaba e Defar. A Sacramento la ventitreesima edizione della California Marathon ha premiato il russo Fedotov (2h18'30") e la russa Orlova (2h37'38"). Secondo nella maratona maschile l'ex-promessa dei 1500 metri Gabe Jennings, un 26enne che ottenne la sua miglior prestazione sulla distanza a Rieti cinque anni fa, e che domenica ha debuttato nella maratona. La pista infinita Non è ancora terminata la lunghissima stagione giapponese, che come ogni anno assesta discreti colpi di coda con i meeting dedicati al mezzofondo nel bimestre ottobre-novembre. A mercoledì scorso risale l'appuntamento di Hachioji, del quale riceviamo i risultati grazie alla puntualità dell'amico Nakamura. Due etiopi stabilmente in attività in Giappone, Girma Assefa ed Abere Chane (un ventenne) si sono classificati rispettivamente primo e secondo in 27'44"12 e 28'05"44, impartendo lo stop al kenyano Josephat Muchiri Nadmbiri (13'05" e 27'19" nel 2005); il terzetto ha lasciato le briciole ad un nugolo di specialisti giapponesi, tra cui i noti Ota e Isomatsu. L'Asia minore Si sono conclusi a Manila i Giochi del Sud Est Asiatico: nel medagliere 42 metalli (di cui 11 d'oro) per la Tailandia, ed a seguire otto medaglie d'oro per Filippine, Vietnam e Malesia. Tra i risultati pervenuti il discreto 7,81 nel lungo del filippino Henry Dagmil ed il 39"74 della 4x100 tailandese maschile. Per le donne, primato nazionale nella velocità della vietnamita diciannovenne Vu Thi Huong (11"49) e l'altro limite ottenuto dalla staffetta 4x400 di Myanmar, sorprendentemente approdata al crono di 3'35"68. Tadesse riscrive la costituzione L'eritreo Zersenay Tadesse si è imposto nel "cross internazionale della Costituzione" di Alcobendas, in Spagna, succedendo nell'albo d'oro a Fabiano Joseph, tanzaniano di grido, vincitore dell'edizione di un anno fa. Tadesse, bronzo olimpico sui 10000 metri, ha preceduto di circa trenta secondi Abraham Chebii e Yonas Kifle, altro eritreo, che fu terzo anche un anno fa. Carlos Castillejo, spagnolo, è stato anche quest'anno il migliore degli europei, giungendo quarto. L'etiope Melkamu, dopo la rinuncia agonistica della scorsa settimana (sempre in Spagna) ha vinto senza patimenti il cross femminile regolando la kenyana Beatrice Chumen e la polacca Bak. Spagna tutta di corsa Oltre al cross, anche le strade delle città spagnole hanno ospitato gare di corsa: a Mataro mezza maratona nel segno dell'Africa, grazie a James Mibei (1h05'49") ed alla marocchina Kenza Wahbi (1h14'45"). Marocchino anche il vincitore della mezza maratona di Cieza (Murcia), Abdelhadi El Mouaziz (da non confondere col celebre maratoneta Abdelkader), in 1h04'35". Ancora marocco a Jerez, grazie alla vittoria di Mytahar Edchadli, su tempi più modesti. Appendici Titolo canadese di corsa campestre, per la quarta volta consecutiva, a Simon Bairu; tra le donne Carmen Douma-Hussar, migliore mezzofondista nordamericana, non ha avuto rivali per la vittoria. La Nuova Zelanda schiererà tutti i suoi migliori atletiai Giochi del commonwealth di Melbourne: la squadra è stata annunciata con largo anticipo, e ne faranno parte Valerie Vili-Adams, Beatrice Faumuina, i mezzofondisti Adrian Blincoe e Kimberly Smith, per un totale (provvisorio) di ventuno atleti che hanno già conseguito il minimo di partecipazione. Sempre in Nuova Zelanda, è stata annunciata la presenza di Craig Mottram per il miglio di Wanganui, in programma il prossimo 11 febbraio. La notizia ha grande risonanza in Oceania perché la manifestazione, alla prima edizione, si è assicurata la presenza dell'unico atleta non africano capace di vincere una medaglia mondiale sui 5000 metri negli ultimi diciassette anni. Nel prossimo week-end: ancora Asia, con i "West Asian Games" a Doha, in Qatar, la maratona di Honolulu, i Giochi Francofoni di Niamey (nel Niger), alla quinta edizione, e soprattutto i Campionati Europei di cross, in programma a Tilburg, in Olanda. Marco Buccellato


Condividi con
Seguici su: