Internazionale, l'oro di un altro mondo
I risultati provenienti da Melbourne hanno tenuto banco nella settimana che si è conclusa 48 ore fa. Oltre ai Giochi del Commonwealth, la nostra attenzione va al mondo delle corse su strada, alla marcia ed al resto dell'attività outdoor. Games over Si sono conclusi a Melbourne i Giochi del Commonwealth, con un bilancio trionfale per gli australiani: ben 35 medaglie, di cui 14 d'oro, sono state conquistate dagli atleti di casa, ma attenzione: dieci medaglie (sulle dodici disponibili) sono venute dalla marcia, con la conseguenza di uno scarto meno vistoso verso britannici (22 medaglie) e giamaicani (21) nel medagliere. Gli australiani hanno collezionato due en-plein (su entrambe le gare sui venti chilometri di marcia), e si sono assicurati l'oro sia al maschile che al femminile nell'asta, nel martello e con la staffetta del miglio. Ai giamaicani va l'oscar dello sprint (oro su 100, 200, ostacoli alti e staffetta veloce con gli uomini e con le donne). Ai britannici spettano il purgatorio per la latitanza nella velocità, un tempo territorio di saccheggio, e l'ottimo bilancio nelle prove multiple, grazie agli ori della sempre più autoritaria Sotherton e del redivivo Macey. Altri teams protagonisti: il Kenya con sette ori (e la solita tripletta nelle siepi maschili), il Sud Africa con cinque. Le (ultime) cinque giornate di Melbourne Dopo i primi due rounds, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, vediamo cos'è successo nel proseguimento della manifestazione: annunciato da una grande stagione e dall'ottima impressione destata nei turni eliminatori, John Steffensen (primo frazionista ad Atene in occasione dell'argento olimpico della 4x400 australiana) è sceso a 44"73, soffiando l'oro al più quotato (sulla carta) Alleyne Francique. Steffensen ha gareggiato diverse volte anche in Italia, nel 2003, e nell’immaginario collettivo sta reincarnando (la specialità ed il colore della pelle sono i medesimi) i ricordi che ha lasciato da questa parti Cathy Freeman. Il Kenya ha incassato due medaglie del metallo più pregiato in entrambe le gare di ottocento metri: se il pronostico maschile era tutto per Alexis Kipchirchir, è invece andata ben aldilà delle aspettative la sinuosa Jepkosgei, che ha monetizzato al meglio la stanchezza della Mutola (appena al bronzo), la quale era reduce dalla kermesse indoor di Mosca di meno di due settimane orsono. La sconfitta della Mutola ha fatto il paio con quella di un'altra candidata all'oro, Tonique Williams, infilata dalla freschezza della nera britannica Ohuruogu sui 400 metri. Magnifica l'impressione fornita dal ventenne Van Zyl, erede di Llewellyn Herbert sui 400 ostacoli, che ha sfiorato il muro dei 48 secondi. Nella gara femminile, la Pittman ha gettato (letteralmente) le polemiche interne oltre l'ostacolo ed ha convinto dopo le disavventure fisiche che ne hanno condizionato le ultime due stagioni. Ha convinto anche il britannico Idowu, 17,45 nel salto triplo, finalmente tornato al suo standard migliore. L'ugandese d'Italia Inzikuru ha realizzato un grande crono (9'19"51) che nella breve storia delle siepi femminili si colloca all'ottavo posto dei migliori risultati assoluti. Eroe della marcia Nathan Deakes, autore di una doppia impresa in stile Korzeniowski (1h19'55" e 3h42'53"), e dulcis in fundo vogliamo ricordare la serie della lunghista Brownyn Thompson, una delle migliori viste nelle ultime stagioni: 6,97 (il top) accompagnato da 6,93, 6,91 e 6,83. Le gare di atletica dei Giochi del Commonwealth di Melbourne saranno ricordate anche per il capitombolo di Craig Mottram sui 1500 metri, per il potente dinamismo della neozelandese Vili-Adams nel peso (19,66) e per il rientro roboante (vedi la scorsa edizione delle news) di Asafa Powell, primo essere umano a chiudere un cento metri "al passo" in 10"03. Uno sguardo agli USA Debutto stagionale di un campione titolato: Jeremy Wariner ha corso il primo duecento metri della stagione a Waco, segnando un 20"59 di buon viatico in vista dei prossimi impegni sul giro di pista. Ad Austin si è rivisto dopo una lunga assenza dalle pedane Germaine Mason, bronzo mondiale indoor 2004 nel salto in alto: l'ex-giamaicano, alla prima seria uscita con la nuova nazionalità britannica, ha superato i 2,28. Ancora un saltatore europeo di colore impegnato negli Stati Uniti, e precisamente a Los Angeles: il triplista francese Kapek si è fermato a 16,90 nella gara vinta dal portoricano ex-statunitense Allen Simms (17,05). A Clemson primato del Sud America per la martellista argentina Jenny Dahlgren, con sessantotto metri esatti. Per finire segnaliamo i grandi progressi (quasi due metri sul vecchio personale) da parte di Jason Young, discobolo 25enne, approdato a Lubbock ad un ottimo 64,65. Cuba: i campionati Tre giorni di rassegna nazionale a L'Avana con titoli assegnati a stelle di prima grandezza: è il caso di Osleydis Menendez (giavellotto) che ha lanciato a 64,32 nonostante un forte raffreddore, di Yumileydis Cumba (19,52 nel peso) e del duo Crawford-Moreno, le reginette del martello: ha prevalso la prima con 71,92 (Moreno 70,73). Nelle altre gare 13"70 del fresco argento iridato indoor Robles (ostacoli), 2,31 di Moya nell'alto, ottimi salti con Camejo (8,11 e già ad 8,34 nel corso della stagione) e Betanzos (17,29 con il giovane Copello a ruota con 17,21). Nota per il rientro dell'ex-campionessa del mondo Pernia (400 ostacoli in 58 secondi). Corse su strada A Dallas il simpaticissimo Sammy Kipketer ha vinto la Uptown Run (otto chilometri) in un ottimo 22'12", a dieci secondi dalla migliore prestazione mondiale di Ismael Kirui, lasciandosi alle spalle connazionali del calibro di Chebii e Kosgei. Tutta russa la otto chilometri femminile, con (nell'ordine) Alevtina Ivanova, la Chulakh e la Denisova. In Cina, a Xiamen, successi per il kenyano Steve Kamar in 2h10'46" e per Sun Weiwei (2h26'32"). Zhou Chunxiu (2h19'51" quindici giorni fa a Seul) si è ritirata nel corso della gara. Lisbona chiama Londra Per rientrare in Europa, ecco la mezza maratona di Lisbona, che ha fatto registrare i consueti eccellenti riscontri (non omologabili per via dei quasi 70 metri di declivio del percorso) ad opera di specialisti dal carnet eccezionale: Martin Lel (vincitore a Londra 2005, quattro maratone in carriera, quattro podi) 59'30", Robert Cheruiyot 59'35", Samuel Wanjiru (fresco ex-primatista del mondo ed ancora primatista junior) 59'37", Paul Tergat (trentasette anni per il campionissimo) 59'42", Felix Limo 1h01'12". Nono Jaouad Gharib, due volte iridato nella maratona. Il cast al completo sarà protagonista (con Gebrselassie, Baldini, Ramaala e tutte le superstar della 42 chilometri) della maratona di Londra, in programma tra meno di un mese. Selina Kosgei e compagne hanno replicato al femminile la tripletta kenyana dei colleghi maschi, precendendo in 1h07'52" Susan Chepkemei e Rose Cheruiyot. Marcia atto primo Jefferson Perez, olimpionico ed iridato della venti chilometri del tacco e punta ha rispettato il pronostico debuttando con un successo nel primo appuntamento del challenge IAAF di marcia, tenutosi a Tlalnepantia del Braz, a Nord di Città del Messico: L'ecuadoregno ha vinto senza strafare in 1h23'17". Al cinese Gadasu Alatan il successo nella cinquanta chilometri, ed alla romena Stef quello della venti femminile. Contemporaneamente, in Europa, si gareggiava a Dudince, in Slovacchia: discreto debutto del polacco Sudol (3h50'24") ed inusuale affermazione per un coreano, lo specialista Kim Hyun-Sub, che ha chiuso la venti chilometri in 1h22'06". In arrivo un'onda. Africana. Venerdì e sabato a Fukuoka si svolgeranno i mondiali di cross: ecco la squadra etiope, citata nei suoi migliori rappresentanti: Kenenisa Bekele correrà cross corto e lungo, così come Dinkesa, Sihine e Gebremariam. Bekele junior correrà con gli under 20, mentre tra le donne saranno della partita le sorelle Dibaba, la Melkamu e la Burika. Il rivale di sempre, il Kenya, presenta le stelle Choge, Limo, Ebuya, Kibowen e Mathathi, e per le donne la Ochichi e la Wangui. In calendario ancora marcia (a Rio Maior), la mezza maratona di Berlino, e la consueta attività primaverile in pista dagli States. Marco Buccellato
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