Internazionale, la Russia muove le regine
La rubrica dedicata all'attività internazionale torna ad esaminare, dopo una settimana di stop, quanto accaduto oltre confine negli ultimi giorni: nel ricchissimo calendario trovano spazio meeting di grande respiro e campionati di area e nazionali, in particolare quelli conclusi domenica in Russia.
Una corazzata in rotta su Pechino
Dai campionati russi di Kazan esce una squadra olimpica, specificatamente al femminile, in grado di migliorare il bottino di venti medaglie delle Olimpiadi di Atene. Se nel settore maschile le ragioni per pensare al podio sono essenzialmente legate a Borzakovskiy, ai marciatori ed ai salti in elevazione (a proposito, assieme a Rybakov e Voronin ai Giochi andrà Tereshin e non il campione d'Europa Silnov), per le ragazze le chances di arrivare a medaglia sono infinitamente più consistenti.
Isinbayeva a parte (le sono stati risparmiati i campionati, come alla Lebedeva nel lungo, che però doveva conquistarsi il posto nel triplo), ecco uscire dalla quattro giorni del Tartastan una Soboleva strepitosa, capace di scegliere il percorso più difficile (visto il “passo” della kenyana Jelimo), gli 800 oltre i 1500. La russa, in inverno laureatasi iridata indoor sui 1500 e per ben due volte al primato del mondo al coperto, ha vinto la finale degli 800 in un favoloso 1:54.85 (tutte le finaliste sotto i due minuti, in quattro sotto l'1:57!). La aspettano chilometri da macinare, cercando di emulare quanto fece Svetlana Masterkova.
Il mezzofondo è tutto da incorniciare: Liliya Shobukhova ha centrato il primato europeo dei 5000 in 14:23.75, la Tomashova (che quando è il momento di entrare in lizza per le gare che contano c'è sempre) è scesa sotto i 4 minuti sui 1500 in 3:59.42. La Samitova (ora signora Galkina) ha vinto le siepi in 9:08.21 (terzo crono di sempre) e sui 5000 ha guadagnato il secondo posto in 14:33.13. Anche la Abitova è tornata grande: la campionessa europea dei 10000 ha vinto la sua specialità in 30.46.70.
Un po' meno propositiva sugli ostacoli, la squadrone russo torna micidiale in tema concorsi: Slesarenko e Chicherova hanno valicato i 2.03, la Kotova ha vinto il lungo con 6.86, la Lebedeva il triplo con 14.92. Nei lanci non temono rivali, forti anche dell'eleggibilità della Sadova, tornata dall'esilio per doping giusto in tempo per aspirare ai Giochi ed assicurarsi il titolo nazionale ai danni della giovane e fortissima Pishchalnikova. Nel martello, le sopravvissute alla falcidia della squalifiche hanno trovato nuova linfa in misure come 75.07 (Khanafeyeva) e 74.81 (Konevtseva). Stupisce la 22enne Abakumova nel giavellotto (65.71), mentre l'ultima nomination va ad una grande esclusa, Olga Kuzenkova, 38enne che ha tentato di rientrare in ballo nella specialità in cui ha fatto la storia per dieci anni, il martello: è finita onorevolmente quinta, con 67.70.
Robles, mondiale sfiorato
Il cubano Dayron Robles ha quasi eguagliato il suo fresco primato del mondo dei 110 ostacoli stabilito a Ostrava, correndo a Parigi in 12.88, ad un solo centesimo dal limite. A differenza del cinese Liu Xiang, suo grande rivale ed amico, offre l'impressione di una minore frenesia tra gli ostacoli e di una classe addirittura superiore a quella del cinese. Se Robles non peccherà di ingenuità, come nella fantozziana eliminazione patìta ai mondiali indoor, a Pechino sarà una sfida tutta da gustare, una delle più emozionanti dell'intero programma di atletica dei Giochi Olimpici.
Stoccolma è già oggi
Nel frattempo, già oggi sarà possibile gustare la sfida tra il cubano ed il numero uno statunitense David Oliver a Stoccolma. Per gradire, anche il primo faccia a faccia tra Yelena Isinbayeva e Jennifer Stuczynski, e una nuova puntata della saga dei 100 tra Usain Bolt (reduce dal fantascientifico 19.67 di Atene) e Asafa Powell, pronto al rientro. Non solo: sui 400 donne atteso scontro Richards-Felix, ed ancora Klueft, Holm e, finalmente, Olsson nel salto triplo. Nel preludio di ieri sera (il peso, disputato fuori dallo stadio nel centro della città), la Ostapchuk ha vinto con 20.33 la gara femminile, mentre Adam Nelson si è aggiudicato quella maschile con un lancio di 20.75.
Parigi, Jelimo schiacciasassi
Con tre secondi e mezzo di vantaggio, Pamela Jelimo ha scavato un solco abissale tra sé e le umane. La giovane kenyana (al terzo mondiale junior della stagione sugli 800 metri in 1:54.97) è transitata ai 600 in 1:25.16 (a Berlino aveva fatto meglio in 1:24.59, nonostante non avesse beneficiato dell'aiuto della lepre-battistrada Thiam), prendendo sempre più il largo ad ogni falcata. Resta l'interrogativo di come si comporterà con un'avversaria capace di correre sui suoi stessi tempi (l'unica appare la russa Soboleva). Gare tattiche? La Jelimo, finora, ha dimostrato di conoscere bene una sola strategia.
Mi riprendo il trono
Jeremy Wariner ha gestito benissimo le due batoste infertegli da LaShawn Merritt a Berlino ed ai Trials di Indianapolis: a Roma è riuscito a resistere al ritorno del connazionale fino al verdetto del photofinish, a Parigi ha giocato al gatto col topo correndo nella corsia interna a Merritt (come al Golden Gala, ma stavolta con ben altra convinzione). Wariner è sceso a 43.86, dando mezzo secondo all'avversario. All'ombra dei due giganti, continua a brillare la stella di Christopher Brown, bahamense 30enne pedissequamente terzo, sempre in attesa di un'occasione che al momento non si è presentata.
Barcellona
Aboubaker Kaki ha chiesto ed ottenuto di correre la serie meno impegnativa degli 800 metri. Il sudanese era reduce dal titolo mondiale junior, e si è comunque espresso in 1:44.93. Nella stessa serie è tornato a gareggiare (dopo un 600 di assaggio pochi giorni prima) Andrea Longo, che ha chiuso al nono posto in 1:50.90. Nella prima serie si è imposto (come a Roma) il marocchino Laalou in 1:44.85,che due giorni dopo il successo al Golden gala era andato a vincere anche a Tangeri in 1:44.75, nella prima edizione del meeting internazionale marocchino patrocinato da Hicham El Guerrouj.
Strepitosa Veronica Campbell: forte del recente 10.92 di Atene, è straripata sui 200 in un fantastico 21.98, a soli quattro centesimi da quanto realizzato nei Trials di Kingston. In rialzo anche le quotazioni della cubana Calatayud (1:59.16), che sembra aver ritrovato la forma di tre stagioni fa, quando toccò il vertice della carriera col titolo mondiale di Helsinki.
Nuova dimensione per Marta Dominguez: la spagnola, asfissiata dalla concorrenza etiope sui 5000 metri, cerca spazi sui 3000 siepi, e al secondo capitolo della nuova saga centra un favoloso 9:21.76, record spagnolo e sesta prestazione europea di sempre (al ventesimo posto c'è Elena Romagnolo, forte del primato di 9:31.19 stabilito ad Atene). Bella la gara del triplo femminile, concentrata sull'asse Savigne-Devetzi-Mbango. L'ha spuntata la rinata camerunense, campionessa olimpica, che al quarto salto ha raggiunto i 14.95, non sufficienti però per la vittoria, perché la Savigne ha eguagliato la misura al turno successivo riprendendo il comando per il secondo miglior salto (14.91 contro 14.89). La Mbango ha consumato il capolavoro in extremis, centrando il 14.93 che l'ha restituita al primo posto.
Sul fronte spagnolo va anche ricordato che dieci giorni fa si sono svolti i campionati nazionali dei 10000 metri, vinti da Juan Carlos de la Ossa in un eccellente 27:28.31, e che domenica Concepcion Montaner ha saltato 6.89 ad Avila. Tornando al meeting di Tangeri, invece, primo assaggio di cinquemila metri per Rashid Ramzi, due volte campione del mondo su 800 e 1500 ad Helsinki: per l'ex-marocchino 13:10.72, e una nuova frontiera da esplorare. Un brutto cliente per chiunque, in gare sul piede dei tredici minuti.
Heusden-Zolder
Nel meeting belga di domenica scorsa ottime siepi (oltre che per l'azzurro Villani) per Paul Kipsiele Koech (8:00.57), il miglior interprete del momento che ha sbagliato l'ultima riviera ai Trials di Nairobi dove nella finale è precipitato dal primo al quarto posto. Affollatissime le due serie dei 5000 maschili, entrambe di stampo africano, dove però segnaliamo il 13:04.06 del belga Rizki, decima prestazione europea all-time. Ben 31 atleti hanno corso in meno di 13:30. In campo femminile si è riaffacciata a quota due metri Tia Hellebaut, superati al terzo tentativo.
Murofushi in forma, Devyatovskiy anche
Oggi a Toyota Koji Murofushi ha infilato una serie degna delle sue stagioni d'oro: 80.77, 80.88, 81.87, nullo, 80.71 e 80.87. Sabato in Bielorussia grandi lanci per Davyatovskiy (81.70), e per le martelliste (Tsander 74.75, Smolyachkova 74.65, Matoshka 73.83). Dall'Uzbekistan l'1.98 nell'alto femminile di Nadezhda Dusanova, 21 anni, che eguaglia il limite continentale della connazionale Radzivil e della kazaka Yevseyeva, risalenti allo scorso mese di maggio.
Campionati dei Balcani
L'8.12 del lunghista bulgaro Bozhinov ed il 64.58 della romena Grasu nel disco sono state tra le cose migliori della gare di Kastoria. Due greche oltre i 70 metri nel martello: sono la Papadopoulou (70.90, ma lancerà a 72.10 il giorno dopo a Nikiti) e la Papayeoryiou (70.38). A squadre vittoria della Romania in entrambe le classifiche, ma tra i maschi per la miseria di mezzo punto.
Campionati Nord e Centroamericani under 23
La sede era Toluca, in Messico, con l'altura a favorire le prestazioni nella velocità. Successi per gli statunitensi Samuels (10.09), Wells (20.34 con 20.40 dell'honduregno Palacios) e Betters (44.75). Il quartetto USA della 4x100 ha estratto un ottimo ed inatteso 38.39. Componenti: Jeremy Hall, Teddy Williams, Chris Dykes e J-Mee Samuels.
A ritroso
Risultati vari dall'Europa, datati di qualche giorno: in Ungheria, a Székesfehérvar, l'ucraino ventenne Protsenko ha superato quota 2.30 nel salto in alto. Lucerna: progressi per i quartetti veloci di Canada e Ghana, che chiudono in 38.72 e 38.91. Sotto i 39 anche gli olandesi, in 38.92. Nelle gare individuali, notevoli il 12.58 di Sally McLellan sui 100 ostacoli (incenerito il record continentale), il 44.99 dell'australiano Milburn sui 400 metri e l'11.06 della 37enne Sturrup sui cento femminili. In Portogallo, Naide Gomes ha saltato 6.93 a Lisbona, poi 6.84 ai campionati nazionali di Seixal, domenica.
Ultim'ora I
n extremis la kenyana Peninah Arusei ha ottenuto il limite richiesto per l'ammissione ai Giochi di Pechino. Sui 10000 di Steen wijk, in Olanda, ha chiuso in 30:57.8. La Arusei aveva concluso al secondo posto la gara dei Trials di Nairobi, ma senza il minimo non è stata selezionata. Ora spera di essere aggregata alla selezione per i Giochi. Ultime da Cuba: 17.50 di Alexis Copello nel triplo e 17.43 del sempre più bravo Fuentes.
Squadre olimpiche: i ceki
Repubblica ceka: spedizione composta da 16 uomini e 12 donne. Tra i nomi di maggior peso Roman Sebrle nel decathlon e la Spotakova nel giavellotto. Ci sono anche Baba e Janku nell'alto, e la Badurova nell'asta (appena ristabilita da un infortunio). Curiosità per Svoboda, ostacolista sceso a 13.29. La Scerbova è iscritta sia nell'eptathlon che nel salto in lungo. Ci sono anche Vesely, giavellottista allenato da sua maestà Jan Zelezny, ed un paio di astisti (Janaeck e Kudlicka) da 5.70.
I britannici
Escluso Dwain Chambers nonostante la battaglia legale-amministrativa, in squadra con propositi di medaglia troviamo la Ohuruogu (iridata a Osaka sui 400) e la compagna di specialità Sanders, il triplista Idowu, la 4x100 (con Williamson, recentemente sceso a 10.03) e la giavellottista Sayers. Sull’aereo anche il lunghista rosso Rutherford, e per la prima volta due fratelli: Alex Nelson sui 200 e Ashlee Nelson con la 4x100 femminile. Selezionata da tempo anche la Radcliffe, nella maratona. Approda ai Giochi sull'onda dell'entusiasmo la 22enne nera Montell Douglas, che giovedì a Loughborough ha fermato i cronometri ad 11.05, abbattendo il vecchissimo primato britannico della Cook. La Douglas ha corso con due metri esatti di vento alle spalle, dopo che in batteria aveva passato la barriera degli undici secondi (10.95), ma con vento oltre i limiti.
Etiopa: corazzata numero 2
Permangono ancora indecisioni sulla competitività di Haile Gebrselassie. Un infortunio gli impedisce tuttora di allenarsi in pista, e la sua presenza nei 10000 olimpici è incerta. Tra le maratonete si è invece arrivate alla lite, a quanto riferiscono i giornali locali: un’accesa discussione mattutina tra Bezunesh Bekele e Dire Tune (vincitrice a Houston e Boston e neoprimatista dell'ora su pista) è degenerata fino al contatto fisico. Ragione dello scontro, il criterio di merito del posto (l'unico disponibile) in squadra, visto che sicure di partecipare sono solo le due superstars Gete Wami e Berhane Adere.
Questa la squadra etiope per Pechino (le ultime decisioni in merito alle esclusioni saranno prese alla vigilia dell'inizio dei Giochi): per gli uomini sono stati selezionati sui 1500 Derese Mekonnen, Mulugeta Wondimu, Mekonnen Gebremedhin e Demma Daba, sulle siepi Nahom Mesfin, Roba Gar e Yacob Jarso, sui 5000 Kenenisa Bekele, Tariku Bekele, Abraham Cherkos Feleke e Ali Abdosh, sui 10000 ancora Kenenisa Bekele (doppierà?), Sileshi Sihine, Haile Gebrselassie (in dubbio) e Ibrahim Jeylan Gashu. Nella maratona Tsegaye Kebede, Deriba Mergia, Gudisa Shentema e Gashaw Melese.
Altrettanto impressionante la squadra femminile: solo due iscritte sui 1500 metri (la fortissima Gelete Burka e Meskerem Assefa), e nomi fantastici sui 5000 (Tirunesh Dibaba, Meseret Defar, Meselech Melkamu e la riserva Belaynesh Fekadu), sui 10000 (Mestawet Tufa, di nuovo Tirunesh Dibaba, Ejgayehou Dibaba e Wude Ayalew), e nella maratona (Gete Wami, Berhane Adere, Bezunesh Bekele e Dire Tune). Per le siepi ci sono Zemzem Ahmed, Mekdes Bekele e Sofia Assefa. Ad occhio, previsioni ottimistiche stimano in 8-10 medaglie il bottino preventivato. Ad Atene furono sette, di cui due d'oro.
Germania: fiducia alla Dietzsch
35 donne e 28 uomini rappresenteranno la Germania a Pechino. C'è la Dietzsch nel disco, nonostante l'assenza da lungo tempo per problemi di pressione sanguigna. Nella maratona c'è la Mikitenko, vincitrice a Londra (appena inaugurato il suo nuovo sito web), la Friedrich nell'alto e tutte le migliori lanciatrici.
Marco Buccellato
Condividi con | Tweet |
|
Seguici su: |