Internazionale, le due anime di New York
La rubrica internazionale accende i riflettori sulla maratona di New York, che ha consacrato un nuovo brillante protagonista e nello stesso tempo ha probabilmente offerto l'ultima apparizione del protagonista più grande di tutti, in pista e su strada, degli ultimi tre lustri. Oltre alla corsa americana, in sommario un'ottima maratona di Seul ed il consueto panorama agonistico estero a 360 gradi.
Il bello dei debuttanti
La vittoria a New York di Gebre-egziabher Gebremariam, ex-delfino di Kenenina Bekele e Sileshi Sihine, i dioscuri dell'Etiopia della pista e del fango, è frutto della freschezza leggera di un ottimo atleta che, dopo anni di piazzamenti, ha scoperto di poter essere un vincente, anche su palcoscenici illustri. Dopo il trionfo mondiale del 2009 nel cross, ha preparato l'esordio nella maratona ambientandosi negli States e facendo bella figura già a Philadelphia, nella mezza maratona disputata due mesi orsono. Ha segnato anche il miglior tempo newyorchese degli ultimi otto anni, e si è consacrato subito abile e arruolato per un posto tra i migliori nel vasto e qualificato mondo dei marathoners.
Nel miglio conclusivo ha lasciato dietro di sé l'ombra di Emmanuel Mutai, leader per gran parte della gara, per presentarsi al traguardo con oltre un minuto di vantaggio. Gli ex-vincitori Keflezighi e Dos Santos sono finiti sesto e settimo (Ramaala si è ritirato), mentre nono si è piazzato un campione del mondo, Abel Kirui. Etiopa in festa e nello sconcerto nello stesso giorno, per l'infortunio e soprattutto per le dichiarazioni di ritiro dall'attività di Haile Gabrselassie. Una maratona festante e dolorosa allo stesso tempo.
L'imperatore
Ventisette primati (ma solo venti riconosciuti ufficialmente e altri sette "world best" o migliori prestazioni non omologate). Una quantità-record di medaglie d'oro e di podi, ma soprattutto una presenza costante, che dura da diciannove anni, ai vertici mondiali. Le dichiarazioni di Gebrselassie relative al suo ritiro dall'attività, rese spontaneamente e senza preavviso, sono realiste ma conseguenza emotiva della delusione per l'esito della sua prima partecipazione a New York. E pensare che solo 72 ore prima, intervistato da un portale USA specializzato, aveva dichiarato che l'obiettivo di Londra 2012 non avrebbe coinciso con la fine della carriera, che sarebbe proseguita anche ad Olimpiadi concluse.
L'altra Africa
Edna Ngeringwony Kiplagat aveva conosciuto il sapore del successo solo in giovane età, conqiustando due podi in altrettante edizioni dei mondiali juniores, nel 1996 e nel 1998. Poi, un quarto posto ai mondiali di cross (categoria under 20), un tredicesimo tra le senior, e una attività su strada mai troppo luminosa con due stagioni di fermo totale. E' tornata in sella con alcune buone mezze maratone, fino all'exploit del marzo scorso, quando si è assicurata l'Honda Marathon di Los Angeles in 2:25:38. In 2:28:20 ha vinto la prima maratona di livello mondiale della carriera, superando la bravissima debuttante Flanagan (2:28:40) e soprattutto l'altra esordiente Mary Keitany, la numero uno della mezza maratona, il cui debutto era atteso con grande interesse (terza in 2:29:01).
La Flanagan ha anche vinto il titolo nazionale (i campionati USA erano "inglobati" nella maratona di New York), davanti a Katie McGregor (undicesima in 2:31:01). Tra i grandi del passato più o meno recente, trentaquattresimo posto per l'ex-primatista europeo dei 3000 siepi Vroemen, cinquantunesimo posto per lo spagnolo Roncero, ottantesimo per Martin Fiz, mentre sul fronte femminile l'ordine d'arrivo incasella Franca Fiacconi al settantasettesimo posto (in 3:04:23) ed Elizabeth McColgan al centoventovesimo.
Seul
Nella Joongang Marathon di Seul vittoria del kenyano David Kemboi Kiyeng in 2:08:15. Curiosamente, nelle due più importanti maratone della settimana si è vinto con lo stesso tempo. Molte le novità uscite dalla corsa coreana, ad iniziare dagli sconosciuti Mohamed El Hachimi, marocchino trentenne arrivato secondo, che ha tolto molti minuti al primato personale scendendo a 2:08:17, a Wegaye Girma Tefera (terzo in 2:08:25), e ai due giovani coreani Hwang Jun-Hyeun (2:10:43) e Jeong Jin-Hyeong (20 anni, 2:10:59). Ottimo l'esordio in maratona del sudafricano Mokoka (proviene dai 1500 metri), che è giunto quarto in 2:08:33. Nell'altra maratona importante del fine settimana, a Beirut, vittoria di due etiopi: Mohammed Teman in 2:16:43 e Etaferahu Tarekegn in 2:41:15.
Pista, pedana e marcia
In vista degli imminenti Giochi Asiatici di Guangzhou, ultimo test per la pesista cinese Li Ling, campionessa uscente e quarta ai mondiali di Osaka. Ha finalizzato la stagione in funzione della kermesse dei prossimi giorni. In un piccolo meeting di lanci in Nuova Zelanda ha raggiunto la misura di 19.26, undicesima prestazione mondiale stagionale. A Guangzhou sono attesi alcuni grandissimi dell'atletica internazionale, quali l'ex-recordman mondiale dei 110 ostacoli Liu Xiang, Youssef Saad kamel, campione del mondo dei 1500 metri a Berlino, e le altre iridate Bai Xue e Mariam Jamal.
Sempre in tema asiatico, il pesista di Taipei Chang Ming-huang ha migliorato il record nazionale con 20.37 in un piccolo meeting fuori stagione negli Stati Uniti, battendo nientemeno che Adam Nelson (19.82). In Siria (Giochi Sportivi militari arabi) è tornato a gareggiare il sudanese Kaki, che ha vinto gli 800 metri in 1:45.05. Marcia: in Giappone 3:56:22 di Arai sui coreani Byun Young-Jun (3:56:40) e Oh Sei-Han (3.56:43). Al femminile 1:32:46 della Otoshi.
Notizie varie
L'eptatleta britannica Kelly Sotherton lascia le prove multiple e proseguirà l'ultima parte della carriera dedicandosi ai 400 metri, dove vanta un buon 52.16. L'obiettivo è l'Olimpiade londinese, e la selezione nella 4x400 nazionale. Un'altra grande dell'atletica europea, la spagnola Marta Dominguez, è in attesa di un figlio e tornerà nell'anno olimpico.
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