Internazionale, nei canali sfreccia il maratoneta



Edizione delle news dall'estero dedicata quasi completamente alle maratone, come avviene da qualche settimana, ma stavolta in misura ancora maggiore. Le piste sono desolate, fatta eccezione per quelle giapponesi, in attesa della ripresa dell'attività in Sud Africa ed in Australia. Un'altra perla dal Kenya Era stato presentato come l'evento della settimana, e la maratona di Amsterdam non ha tradito le attese. L'annunciato e "forzato" protagonista, quel William Kipsang che vinse la scorsa edizione della corsa olandese in 2h06'39", si è trovato costretto a ripiegare sul bis di Amsterdam per via del mancato ingresso negli Stati Uniti per mancanza del visto, avendo programmato da tempo la partecipazione alla velocissima maratona di Chicago che abbiamo raccontato la scorsa settimana. Il bis a tutti i costi però non è riuscito a Kipsang, che ha onorato in ogni caso l'ingaggio chiudendo al secondo posto in 2h08'41", ma è stato battuto dall'ennesimo atleta del Kenya che polverizza il proprio precedente limite. Succede a molti in questo bellissimo autunno delle maratone, e stavolta è toccato a Robert Cheboror. Conosciuto come stradaiolo con qualche buon risultato nelle ultime due stagioni, 2002 e 2003, Cheboror aveva ben corso a Boston sulla distanza classica dei quarantadue chilometri, in aprile, terminando al secondo posto in 2h11'49" dietro quel Timothy Cherigat che a Chicago, la scorsa settimana, ha parzialmente scombinato i piani tattici di Evans Rutto portando la frequenze ed i passaggi ai primi chilometri a ritmi eccessivamente veloci. Cheboror, con il clamoroso crono di 2h06'23", si colloca all'undicesimo posto nella graduatoria di tutti i tempi, al terzo della lista stagionale. William Kipsang, dal canto suo, aveva già corso una maratona più veloce nel corso della stagione, correndo a Seoul in marzo in 2h07'43", sconfitto dal sudafricano Gert Thys. L'uomo delle acque Ben conosciuto in Italia (molti lo ricorderanno come il vincitore dell'edizione 2003 della maratona di Venezia), El Hassan Lahssini, francese da alcune stagioni ed un passato da cittadino ed atleta del Marocco, è andato a conquistare ad Amsterdam un ottimo terzo posto a suon di primato personale (2h10'10"), dimostrando una particolare predilezione per le passeggiate di corsa lungo le città d'acqua e d'arte. Amsterdam vanta ben 42 musei (un record mondiale) e, come Venezia, sorge sulle acque. Hanno mancato invece l'appuntamento col grande riscontro cronometrico Rodgers Rop (autore di una storica doppietta Boston-New York la scorsa stagione) e Titus Munyi (2h06'15" a Berlino 2003). Rop ha chiuso con un modesto 2h13'58" (nono), Munyi ha abbandonato nel corso della gara, non essendo del tutto guarito dal recente infortunio al ginocchio che gli ha impedito di prendere il via nella maratona di Berlino di fine settembre. Debuttava anche Philip Manyim, siepista ben noto, lontanissimo con 2h18'17". La slovena Helena Javornik, decima ad Atene sui diecimila e vincitrice in aprile a Torino con 2h31'13", si era ben preparata. Veniva dal successo nella mezza maratona lussemburghese di Remich-Grevenmacher (1h09'22", record sloveno), e ad Amsterdam ha migliorato il primato nazionale della maratona vincendo in 2h27'33", alla bella età di trentotto anni e mezzo. L'esperta trentenne Emily Kimuria ha colto il secondo posto in 2h29'46", e la junior etiope Abidi è stata la terza damigella a salire sul podio per i festeggiamenti: per lei 2h33'26". Incredibile Sun La sorprendente Sun Yingjie, l'unica atleta al mondo che corre senza l'ausilio dinamico del movimento della braccia, ha colpito ancora, e stavolta sorpreso ancora di più. Che la terza affermazione consecutiva nella maratona di Pechino fosse scontata era prevedibile (2h24'11"), sorprendente è invece sapere che ad Atene, dove è stata sesta sui diecimila metri, ha corso semi-infortunata, e che non ha ancora recuperato appieno dall'infortunio (frattura) occorsole nello scorso dicembre. La maratona di Pechino è stata una corsa, a suo dire, di allenamento. Tra un allenamento e l'altro, in ogni caso, ha avuto il tempo di laurearsi campionessa mondiale di mezza maratona a Nuova Delhi. Sun Yingjie fu la terza atleta della storia a scendere sotto le due ore e venti proprio a Pechino, nel 2003 (2h19'39"). Della corsa pechinese ricordiamo il secondo posto di Zhou Chunxiu in 2h28'42" ed il terzo di Dai Yanyan (due secondi sotto le due ore e trenta), che è, al momento, la migliore atleta sotto la guida di Ma Junren, l'uomo della rivoluzione gialla del '93 e della sua appendice (la rivoluzione d'ottobre del 1997 di Shanghai). In secondo piano la gara maschile, dove l'Africa si è comunque fatta sentire, grazie a James Moiben (2h10'42") ed al tanzaniano Christopher Isegwe (2h10'56"), già vincitore sei mesi fa a Belgrado. Moiben aveva vinto in marzo la maratona di Xiamen in 2h10'54", segno che la Cina gli calza a pennello. In Europa si è corso a Reims, in Francia, dove Joseph Nguran si è imposto in 2h13'32", davanti agli altri kenyoti Henry Serem e Francis Kipketer, mentre la vittoria femminile è andata alla 31enne etiope Emebet Abossa (2h35'26"), già vista in aprile a Zurigo, dove fu terza. America al passo Si correva anche in Ohio, a Columbus, dove i risultati non sono stati di quelli indimenticabili. Emily Chepkomi ha vinto in 2h38'39" la corsa femminile davanti ad una vecchia volpe della pista come l'ucraina Tatyana Belovol, mentre Eliud Kering, trentunenne stradaiolo esperto, ha chiuso in 2h18'39". A Baltimora, infine, debutto da maratoneta per John Itati, ottimo "miler", che ha vinto in 2h14'51". Numeri certi Sono giunti i risultati completi dei Giochi PanArabi di cui abbiamo accennato la scorsa settimana: i dubbi espressi sul 13"21 del sudanese Todd Matthews Jouda sui 110 ostacoli erano fondati. Il responso ufficiale parla di 13"45, e pur sempre si tratta di primato nazionale. Matthews, da statunitense qual era fino a metà del 2003, ha un personale di 13"36 risalente al 2002. Io Mari, tu Jane Mari Wangari e Jane Wanjiku (quest'ultima decima al mondo sui diecimila metri nelle liste mondiali stagionali grazie al 31'04"34 di aprile), erano presenti nei 10000 di Kobe di sabato scorso. Jane ha fatto onore alla sua reputazione, bissando sulla stessa pista l'exploit primaverile in 31’38"95, mentre Mari ha deluso le attese ed ha lasciato il passo ad un'altra Mari, la giapponese Ozaki, scesa per quarantacinque centesimi di secondo sotto i trentadue minuti. A fine pasto, l'amaro L'inchiesta sul caso Kederis-Thanou prosegue. L'indagine preliminare pare aver accertato che i due atleti greci simularono un incidente motociclistico per sottrarsi all'ennesimo controllo antidoping a sorpresa. In ogni caso, fonti greche parlano di ulteriori dettagli a partire da oggi. Per quanto riguarda le altre vicende degli atleti privati dell'oro ai Giochi, il discobolo Fazekas ha annunciato ricorso. Cosa dovrebbe fare allora Alekna, sconfitto per pochi centimetri a Zurigo dal magiaro? La sconfitta, ad opera di un atleta squalificato dopo tre settimane, privò il lituano della possibilità di continuare a concorrere per il jackpot della Golden League, diviso poi fra Christian Olsson e Tonique Wiliams. Nella prossima settimana sono in programma i campionati europei per club di mezza maratona a Guadalajara (Spagna), maratone a Losanna, Lubiana e Dublino, antipasti di ciò che seguirà, cioè le corse di Francoforte e New York. Per noi l'appuntamento fisso per parlare di ciò che è accaduto è sempre nel tardissimo lunedì sera, o se preferite martedì. Marco Buccellato


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