Internazionale, nessuno ferma più Bolt



Nine-point-seven-two. Anche se all'inizio lo speaker dell'Icahn Stadium lasciava echeggiare "seven-one", come da tabellone elettronico. Il primato del mondo di Usain Bolt (9.72, appesantito di un centesimo rispetto alla primissima indicazione dopo l'arrivo), ha caratterizzato l'attività internazionale, transitata anche per Berlino, prima tappa stagionale della Golden League.

 

L'uomo della rivoluzione

 

All'alba della domenica italiana Usain Bolt ha stabilito il nuovo record del mondo dei 100 metri, in quella che nelle settimane precedenti era stata annunciata come la sfida principale dei Reebok Games di New York. Il ragazzo giamaicano, da anni protagonista dell'atletica mondiale in virtù di una post-adolescenza all'insegna di titoli e primati mondiali juniores, era atteso all'esame di Tyson Gay.  Indipendentemente dai risultati ottenuti in precedenza (9.76 e 9.92), per Bolt la gara di New York era anche il primo impegno contro un campione degno, anzi degnissimo, delle aspettative. A Kingston ed a Port-of-Spain, Bolt era sfrecciato davanti a Rodgers, Collins, Patton, ed altri velocisti di chiaro spessore e ricco palmarès, tuttavia non paragonabili all'impatto che può offrire uno come Gay, campione del mondo su 100 e 200 ed atleta dell'anno passato.

 

Il primato del mondo è giunto in condizioni tutt'altro che favorevoli: pista bagnata, ritardo sul programma, falsa partenza. In Bolt, invece, ha funzionato tutto, a cominciare dalla partenza, che per un Golia come lui (quasi due metri) non può essere così esplosiva come per un velocista di taglia medio-piccola. Non doveva perdere troppo da Gay allo start, e così è stato (soli tre millesimi in favore dell'americano). Dopo i primi appoggi era già davanti, ed ha vinto la gara lì. L'accelerazione dopo i 30 metri ha fatto il resto, gli ultimi venti metri di bellezza assoluta. Gay, all'altezza della sua fama ed a solo un centesimo dal primato personale in 9.85, è rimasto dietro senza appello. 

 

A Bolt non mancano le ragioni per perdere: ha l'altezza atipica per un velocista, una certa fragilità muscolare che fa capolino ogni tanto, non ultima ragione quella di essere giamaicano. Già, perché nell'isola nessuno è mai tornato con al collo una medaglia d'oro Olimpica o Mondiale sui 100 metri. Ora, col peso della responsabilità di un record del mondo così straordinario, avrà il dovere di provarci. E se vincerà non sarà perché all'improvviso si scoprirà che gli uomini alti due metri possono competere alla pari con gli sprinter di un metro e ottanta, né perché l'ampiezza di ogni suo passo coprirà dieci centimetri in più degli avversari, ma semplicemente perchè in quel momento, se continuerà a correre così, sarà stato semplicemente il più forte, proprio come ora.

 

Il resto del Reebok

 

Nonostante le condizioni climatiche poco favorevoli, a New York ci hanno dato dentro di brutto, ad iniziare da Veronica Campbell-Brown che, dopo aver messo la faccia davanti a tutte le migliori statunitensi a Carson, concede il bis nella semi-oscurità di New York sfrecciando in 10.91 (mondiale stagionale) su Marshevet Hooker (10.94) e Muna Lee (10.97). Solo quinta la Felix in 11.13, preceduta per millesimi anche da Lauryn Williams. Ottima anche la serata di Bianca Knight, 22.43 di gran rilievo con le prime quattro sotto i 22.70. Sanya Richards ha vinto i 400 in 50.04 avvicinando il suo standard migliore, e Jennifer Stuczynski ha effettuato due soli salti: il primo, a 4.65, le ha assicurato la vittoria, poi il 4.80 buono per le statistiche ed i tre assalti vani a 5.02. Per la Dragila forse il definitivo canto del cigno, con tre errori all'ingresso a 4.25.

 

Mentre LaShawn Merritt si apprestava a digerire Wariner a Berlino, altri due grandi nati nel biennio '85-'86 davano il meglio di sé all'Icahn Stadium: Kerron Clement sui 400 ostacoli (48.40) e Xavier Carter sui 400 (44.70). Nelle siepi mondiale stagionale per Paul Kipsiele Koech in 8:01.85, corsi praticamente da solo. Bene anche Spearmon, che ha vinto i 200 in 20.07, secondo crono della stagione, benissimo Trammell (13.11) in assenza di Liu Xiang, che ppotrebbe saltare anche il PreFontaine di Eugene, ultimo appuntamento nell'agenda del cinese prima delle Olimpiadi.

 

Berlino all'insegna delle sorprese

 

Nella prima tappa della Golden league sono caduti Jeremy Wariner ed Irving Saladino, ma non solo. Il cubano Robles, al debutto stagionale, si è lasciato sorprendere da David Oliver (vincitore di un centesimo); il campione olimpico del giavellotto Thorkildsen ha incassato la prima sconfitta stagionale del consueto leit-motiv contro Pitkämäki. Le strafavorite dei 100 ostacoli (la Kallur neoprimatista mondiale indoor, all'esordio, e la Jones), hanno lasciato la copertina alla spagnola ex-nigeriana Onyia, che in 12.50 ha migliorato il record nazionale. Tutto molto bello ed improntato ad un sano agonismo battagliero, con gare decise al centesimo o al centimetro, tranne una: quella di Pamela Jelimo.

 

Phenomena

 

Lungo il rettilineo che l'approssimava a metà gara (passata in 56 secondi e spiccioli), Pamela Jelimo era già venti metri avanti alle avversarie. Nella storia dell'atletica raramente si è vista una simile supremazia nell'arco di una gara di 800 metri. Quattro secondi di margine sulla seconda classificata sono uno spoposito, specialmente se si considera l'assoluta novità che è la Jelimo. Il mondiale junior è stato abbassato per la seconda volta in una settimana (ora è a 1:54.99, 77 centesimi meglio che a Hengelo). I mortali sperano ora di vederla alle prese con una gara tattica. Ammesso che lei sia capace di farsi imbrigliare tatticamente.

 

Tra le battute Janeth Jepkosgei, la superstar dell'ultima stagione, la Petlyuk, la Popescu (più forte però sui 1500). Disintegrata l'australiana Lewis, che a Valencia pescò il jolly dell'oro indoor per gentile concessione delle avversarie, che interpretarono la gara a sua immagine e somiglianza. L'1:54.99 colloca la Jelimo al sesto posto delle graduatorie di ogni tempo, ed è il tempo più veloce corso dal 1997. Solo otto volte nella storia una donna ha corso più velocemente il doppio giro, e per tre volte fu in occasione di una finale olimpica. 

 

Diverse le somiglianze con l'altra storia-choc del 2008, quella di Usain Bolt. La Jelimo viene dai 200 e dai 400 metri, e prima di tre mesi fa non aveva mai corso un 800, almeno così trapela dalle informazioni disponibili. La scorsa stagione correva (al suo meglio) i 400 metri in poco meno di 55 secondi. Ora passa alla campana in 56 secondi e mezzo e corre la seconda metà di gara in 58.  La Jelimo ha diciotto anni e mezzo, e sia per l'età che per i precedenti (pochi, e nessuno ad alto livello) sta prendendo a schiaffi le logiche e le gerarchie della specialità, alla ricerca di una nuova regina dopo il tramonto della Mutola. Anche per Bolt c'è la novità di una gara inizialmente sofferta e mai messa sul piano dell'ufficialità, i cento metri. L'anno olimpico è iniziato nel segno degli junior e degli under 23, ma soprattutto sul fiorire, definitivo (Bolt) o improvviso (la Jelimo), di talenti di dimensioni immense. 

 

Colpito e affondato

 

Raggiunto all'uscita dall'ultima curva da LaShawn Merritt, Jeremy Wariner ha decelerato più dell'avversario negli ultimni 60 metri del rettilineo e non ha trovato l'ossigeno per impedirne la vittoria. Wariner non perdeva sui 400 metri dal World Athletics Final del 2005 a Monaco, ma quella fu più un incidente che una sconfitta (finì ultimo). Pochi mesi prima perse sul serio contro il britannico bianco Benjamin al Crystal Palace. Siamo all'inizio di giugno, e i due migliori del mondo corrono rispettivamente già a 44.03 e 44.07. 

 

Masai

 

Aldilà del fatto che erano assenti gli etiopi migliori (c'era il solo Tariku Bekele) il 22enne Moses Ndiema Masai è andato fortissimo, e con 12:50.55 ha migliorato il mondiale stagionale dei 5000 metri e realizzato la tredicesima prestazione all-time per atleta. Non è tra i più conosciuti, ma la scorsa stagione nel solito diecimila da sogno di Bruxelles aveva corso in 26:49.20! Bekele ha perso nonostante il primato personale di 12:52.45.

 

Danza iraniana

 

Le urla di gioia ed un sorprendente balletto di felicità hanno accompagnato la nuova favolosa bracciata di Ehsan Hadadi, protagonista di un'altra bellissima avventura di quest'anno olimpico che sembra tutt'altro che avaro di novità. Con 69.12 Hadadi ha migliorato per l'ennesima volta il record dell'Asia e piegato per la seconda volta in otto giorni il duo Alekna-Kanter. Mancavano gli americani, ma sembra che per loro ci sarà poco spazio nel disco in prospettiva olimpica, al contrario che nel peso. Hadadi ritroverà Kanter a Tallinn oggi stesso.

 

Tutti i numeri degli States

 

Quattro sedi per le fasi regionali degli NCAA: Tallahassee, Lincoln, Northridge e Fayetteville. Iniziamo da Tallahassee: miglior risultato quello della sempre più convincente Queen Harrison, 20 anni, scesa sui 100 ostacoli a 12.70 (ed a 54.69 sui 400 ostacoli). Nella gara dei 110 maschili tocca il miglior risultato della carriera Jason Richardson con 13,21 controvento, trascinando la fresca novità Ash (un ventenne buon competitore da un paio di mesi) che scende a 13.44.  C'è anche Padgett (9.96 quest'anno), che vince i 100 in 10.09 (controvento anche lui), nonché l'altro talento Dix (terzo dietro Padgett con 10.21), eccellente primo sui 200 in 20.10 sul giovane Clark, secondo in 20.22, e sullo stesso Padgett, che si consola col personale di 20.32. Shana Cox fa suoi i 400 in un ottimo 50.84.

 

Fayetteville: c'era Richard Thompson, l'uomo del 9.93 di due settimane fa in Texas. Grandi risultati nelle batterie grazie al vento fisso a 4 metri al secondo e più, ma non fanno molto testo, a parte il 200 proprio di Thompson (20.18), l'unico con Rubin Wiliams a beneficiare di vento entro i limiti.  In finale è uno sconquasso: il trinidegno centra la doppietta con 9.97 e 20.21. Ottimi risultati un po' per tutti: Holliday corre in 10.07, Evander Wells (21 anni) corre in 10.08 (10.01 ventoso in batteria) e 20.25, J-Mee Samuels dà segni di vita con 10.08 e 20.32. Tra le ragazze vanno forte Nickiesha Wilson (vince entrambe le gare di ostacoli con 12.63 ventoso sui 100 e 55.71 sul giro di pista) e l'altra stella di Trinidad Kelly-Ann Baptiste (10.97 sui 100 ma con una mezza bufera in suo aiuto e 22.67 con vento nei limiti).

 

Lincoln: conferma per il saltatore pallido Dusty Jonas (2.31) e per Porscha Lucas, che guida il mondo dei duecento metri femminili. Qui in Nebraska vince una bellissima finale in 22.67, appena un centesimo silla giamaicana Anderson. Sui 400 uomini un altro ottimo risultato del ventenne Betters (45.04) e vittoria in 40.53 sui 400 ostacoli per il baby Griffin.

 

Northridge: meno da segnalare, ma vanno ricordati il 20.60 di Whiting nel peso ed il 13.47 di Kevin Craddock sui 110 ostacol. Lionel Larry meno bene di qualche giorno fa sui 400 (45.70), si rifà sotto la 21enne Leach sui "quattro acca" in 55.67.

 

Altro dagli USA

 

Al caldo della Florida (dieci giorni fa a Clermont) in evidenza alcune velociste di media e alta notorietà. Con un inatteso 11.03 Gloria Asumnu ha preceduto Alexis Joyce (ha 25 anni ma corre ad alto livello da quando era sedicenne), seconda in 11.09. Riecco Me'Lisa Barber (11.24), prima di approdare a New York per correre nella serie B dei 100 in 11.13. Sempre a Clermonf buono il 10.13 di Capel. Sui 200 (vinti in 20.40 ventoso dal semisconosciuto Lockett), fa presenza il redivivo Bernard Williams (20.70).

 

Europa: la Sestak ai vertici

 

A Lubiana, in Slovenia, mondiale stagionale nel triplo donne per Marija Sestak-Martinovic, che al secondo turno di salti ottiene 14.85 e chiude in anticipo la gara. Nell'asta femminile vittoria per Anna Giordano Bruno con 4.20, nel peso uomini 20.43 di Vodovnik. Ancora dall'ex-Jugoslavia: nel meeting di Belgrado record nazionale per il pesista canadese Armstrong (20.92). Ucraina, lanci a Kiev: il miglior risultato viene dal disco maschile (65.40 di Oleksiy Semenov) e dal giavellottista Tertychnyy (80.40).

 

Altri italiani all'estero 

 

Escluse le riunioni di Ginevra, Saragozza e Berlino, ampiamente rese nelle news: Micol Cattaneo ha gareggiato a Koenigs Wusterhausen cogliendo un bel successo sulla norvegese Vukicevic e soprattutto sulla fortissima giamaicana Golding-Clarke, nel tempo di 13.19 (vento +0.3). Due giorni dopo ha corso a Belgrado in 13.78 contro una parete d'aria pari a 5,7 metri al secondo. Ad Algeri 2.24 di Giulio Ciotti (terzo) e 2.21 per Talotti (quarto). Trentin secon nel lungo con 7.66, Lingua vittorioso ancora con una grande misura (77.98).  

 

Leantsyuk 19.79

 

Pechino chiama, la Bielorussia risponde: nella coppa nazionale di Brest gran gara di peso femminile con la Leantsyuk che si migliora fino ad un impensato 19.79, seguita da Natallia Mikhnevich (19.61), che altri non è che la campionessa d'Europa in carica Khoroneko, sposata con l'ex-iridato del peso maschile Andrei Mikhnevich. Si è rivista anche la campionessa olimpica dei 100 Nesterenko, autrice di un discreto 11.25 sui 100 e di 23.21 sui 200. Nel amrtello 79.01 per Aleksander Vashchilo.

 

In Germania doppio impegno in due giornate per la campionessa del mondo di lancio del martello Heidler: 74.11 sabato a Wiesbaden, 72.76 domenica a Frankisch-Krumbach (Esser con 78.50 ha vinto la gara maschile). Sempre in tema-martello da segnalare il 78.80 del turco Apak a Izmir, il 73.09 di Manuela Montebrun a Chelles, il 72.77 della slovacca Hrasnova a Ostrava, ed il record moldavo di Marina Marghieva (70.81). In Polonia 4.60 di Monika Pyrek a Biala Podlaska. Nella Coppa di San Pietroburgo fa ancora notizia la 40enne Tatyana Ter-Mesrobyan, che ottiene 6.64 nel lungo.

 

Una Kleinert mai vista

 

Nadine Kleinert, colossale ragazzona tedesca di lunga militanza nell'élite mondiale del peso, è partita con la "spalla" giusta quest'anno. Dopo le vittorie di Dakar e Hengelo, eccola sfiorare i 20 metri con 19.89 a Neuwied-Engers (seconda misura della carriera). E' la vicecampionessa olimpica ed è salita sul podio per tre volte ai mondiali. Da undici stagioni consecutive lancia oltre i 19 metri. Sempre in Germania il meeting di Dessau, dov'è iniziata la campagna tedesca di Sergey Makarov: per il giavellottista russo esordio con battuta d'arresto (82.53) per mano dello specialista di casa Steding (82.66). Miglior risultato tecnico dal disco femminile, un magnifico 65.59 della russa Pishchalnikova.

 

La Kibet sulle orme della Kiplagat

 

Hilda Kibet, olandese da pochi mesi, ha corso un diecimila in 30:55.61 a Utrecht, terza prestazione mondiale stagionale. Seconda l'inglese Hayley Yelling in 31:49.29. L'altra ex-kenyana naturalizzata olandese, la celebre Lornah Kiplagat, era anche lei in pista ma si è ritirata a tre quarti di gara.

 

Russi protagonisti a Götzis

 

Russi, ma anche kazaki ed ucraini, in breve l'area ex-sovietica. La giovane Tatyana Chernova, iridata junior a Pechino 2006, ha vinto l'eptathlon dall'alto dei suoi 6.618 punti grazie a performances quali, ad esempio, 6.78 nel salto in lungo, ma più nel complesso grazie ad una straordinaria rimonta operata nella seconda giornata. La russa ha battuto nientemeno che l'argento mondiale Lyudmila Blonska (Ucraina), in affanno già dalla seconda prova (l'alto, sbagliato con appena 1.79).

 

Nel decathlon nuovo successo del kazako Karpov, già tre volte sul podio tra Olimpiadi e Mondiali (sempre al bronzo), ed al gran ritorno dopo il ritiro di Desenzano.  Successo col brivido finale, però, in entrambe le competizioni. Karpov era in vantaggio di oltre 200 punti sul russo Sysoyev a due prove dal termine, ma ha reso incandescenti i 1500 metri grazie al "flop" nella nona prova (il giavellotto), dopo la quale ha sentito sul collo il fiato di Sysoyev, avvicinatosi fino a soli due punti! Le stessa cosa si è veirficata nell'eptathlon, con la Chernova davanti alla Blonska, ad una gara dalla fine, per due punti. I 1500 metri maschili e gli 800 donne si sono trasformati in un duello al sole, col kazako che è riuscito a prevalere in 4:37.93 sul russo (4:38.82), ed a tenerlo al secondo posto per sette risicati punti. Più netto il margine della Chernova sulla Blonska sugli 800.

 

Sorprese positive dell'edizione 2008 dell'Hypomeeting di Götzis, il cubano Suarez (quarto nel decathlon con 8.366 punti e davanti perfino al giamaicano Smith, aspirante all'oro olimpico) ed il canadese di origini italiane Massimo Bertocchi (a soli 4 punti dal personale). Le negative sono per lo più nell'eptathlon: personaggi famosi quali la tedesca Schwarzkopf, la lituana Skujyté, e l'altra ucraina Dobrynska hanno chiuso ben lotano dalle posizioni di vertice cui aspiravano, mentre la fortissima inglese Ennis si ritirata dopo i 200 metri. 

 

Ancora russi

 

Nella due giorni della coppa caucasica a Sochi, 21.01 di YUshkov nel peso e 4.70 della Golubchikova nell'asta femminile. Grande progresso per il 22enne lunghista Plotnikov (8.10), e debutto così così per Andrey Silnov nell'alto (2.24). Chiudiamo con una martellista nuova di zecca a grandi misure: si tratta dell'argento mondiale junior Bulgakova, che èer la prima volta supera i 70 metri assestandosi a 73.03.

 

Giappone

 

Samuel Wanjiru ha corso un diecimila a Niigata domenica in 28:02.41, finendo terzo (vincitore l'altro kenyano Kuira in 27:51.92), mentre Noriko Matsuoka ha vinto i 10000 femminili in 31:31.45, ma ha beneficiato di un pacemaker di sesso maschile. 

 

Rock and Roll Marathon

 

Nella maratona di San Diego successi di stampo africano tra gli uomini (Simon Wangai 2:10:07) ed europeo tra le donne (Yuliya Gromova, già seconda a Los Angeles, in 2:28:23). 

 

Coming soon

 

Oslo (secondo step della Golden league) è in calendario venerdì: gli organizzatori stanno tentando di trattenere la Jelimo per farla correre al Bislett, ma la giovane kenyana ha un impegno con un camp pre-olimpico organizzato dalla sua federazione. Intanto già da oggi la settimana riparte a Tallinn e in Grecia, col meeting di Kalamata, dove sarà in pista Dwain Chambers. Altri nomi di élite: Fani Halkia, Marija Sestak, ed i saltatori Lewis e Tsatoumas.  

Domenica nuovo clou negli USA, a Eugene, con grandi gare sui 100 donne (Felix, Edwards, Simpson, Lee), la Mutola sugli 800, Mottram, Lagat e Shaheen sulle due miglia, il doppio tentativo-mondiale di Bekele e della Defar.

 

Marco Buccellato  


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