Internazionale, primati con Tamgho e Keitany



Il bilancio dell'attività internazionale del fine settimana è di quelli da ricordare, con quattro primati del mondo (equamente distribuiti tra indoor e corse su strada), varie migliori prestazioni mondiali junior, under 18 e under 17, un primato europeo indoor, e ancora tre migliori prestazioni mondiali ancora dall'attività su strada. Non sono mancate, record e migliori prestazioni a parte, i grandi risultati e le gare avvincenti. Iniziamo dai primati, poi a seguire le cronache salienti del week-end e dei giorni precedenti.

Tamgho ancora mondiale nel triplo

Il francese Teddy Tamgho ha migliorato di un centimetro il primato del mondo indoor di salto triplo che gli apparteneva dalla finale mondiale di Doha della scorsa stagione, portandolo a 17.91. Si tratta del secondo record mondiale stabilito nella corrente stagione indoor, dopo quello di Ashton Eaton nell'eptathlon. Tamgho appare una volta di più il candidato più serio per la medaglia d'oro nell'Europeo da giocarsi in casa, condizione che in passato non lo ha favorito. Progressi importanti per un altro giovane specialista, Yoann Rapinier, atterrato a 17.02.

Poker di Mary Keitany

Il primato del mondo della mezza maratona femminile era in pericolo da diverso tempo, dall'apparire sulla scena della specialità di Mary Jepkosgei Keitany, già accreditata di quattro delle migliori nove prestazioni di sempre, ottenute nell'arco di un triennio. L'exploit definitivo si è compiuto a Ras Al Khaimah, dove la kenyana ha tolto a Lornah Kiplagat il primato mondiale di 1h06'25" (risalente ai mondiali di Udine del 2007), abbassandolo di ben venticinque secondi fino a 1h05'50".

Al transito del ventesimo chilometro, la Keitany ha migliorato un altro record mondiale della Kiplagat (1h02'57"), portandolo a 1h02'36". Come se non bastasse, la corsa degli Emirati ha visto assegnare alla Keitany anche due migliori prestazioni mondiali, ottenute di passaggio sugli otto chilometri (24'30", otto secondi meglio di Paula Radcliffe) e nelle dieci miglia (un incredibile 50'05" che fa impallidire il 50'39" di Linet Masai di due stagioni fa). La Keitany è ora attesa al banco di prova della maratona di Londra, in aprile. Ha debuttato sui 42 km a New York, dove è giunta terza in 2h29'01". Le altre top-runners della gara, Dire Tune e Mare Dibaba, si sono classificate in quest'ordine rispettivamente in 1h08'52" e 1h08'57".

Anche per Merga c'è gloria

Nella gara maschile di Ras Al Khaimah ottima prestazione dell'etiope Deriba Merga, che si è imposto in 59'24" sui kenyani Bernard Kiprop Kipyego (59'44") e Leonard Langat (59"52), e che all'ottavo chilometro si è ritrovato tra le mani un "world best" anche lui, un 21'51" inferiore di undici secondi al tempo del kenyano Githuka risalente a quindici stagioni fa. Di Merga si apprende anche un recentissimo 41'54" in una gara sui 15 chilometri corsa in Etiopia. Solo dodicesimo lo spauracchio kenyano Patrick Makau Musyoki, l'altro favorito della vigilia.

Campionati nazionali indoor in Europa: la Russia

Buoni ma non eccelsi risultati a Mosca, con il consueto epilogo da primato del mondo indoor nella staffetta femminile 4x800 metri. Nella prima giornata il risultato di punta è stato ottenuto da Olesya Syreva, vincitrice dei tremila metri in 8'41"35, mondiale stagionale, dopo un bel testa a testa con la ritrovata Yelena Zadorozhnaya (8'41"64). Nella velocità maschile discreto 6"63 della seminovità Shpaer, prossimo ad allungare nei 400 metri, in quella femminile è bastato un 7"30 per assicurarsi il titolo.

Seconda giornata: è il giorno della Rusanova, che pianta un ottimo 1'58"14 nella finale degli 800 metri, dodicesima prestazione di sempre al coperto. Nell'impresa è stata accompagnata dalla Zinurova (1'58"83) e dalla sempre più competitiva Arzhakova (1'59"35, meglio del personale outdoor, all'ennesimo primato under 23). L'altro mondiale stagionale arriva dalla finale dei 400 donne ad opera della stagionata combattente Krasnomovets-Forshina, una specialista che dà il meglio di sé negli anelli indoor, capace di fermare il cronometro a 51"22. Seconda la Zadorina in 51"38, terza la Vdovina in 51"81. L'oro parigino della 4x400 è prenotato, e c'è da aggiungere che non ha corso la finale la più forte di tutte, la Krivoshapka, fermata da un malanno alla schiena. Pedane: il lungo alla bellissima Klishina con 6.74 (un centimetro meglio di Anna Nazarova), il peso alla Adveyeva con 18.81. Nell'alto è bastato 1.94 per assegnare il titolo alla Shkolina.

Uomini: dopo aver impressionato in qualificazione con 20.42, la novità del peso Kokoyev ha ceduto il passo in finale al più esperto Sidorov (20.70) ed a Yushkov (20.46, una sola gara alle spalle dopo il rientro da un infortunio). Per Kokoyev il terzo posto con 20.19. Senza Ukhov e Rybakov, l'alto è andato al ventunenne Mudrov, regolarissimo da inizio stagione, cui è bastato 2.30 per aver ragione di Shustov e Silnov, rispettivamente campione d'Europa e campione olimpico. Senza Borzakovskiy (niente indoor) e Bogdanov (ritiratosi) gli 800 lanciano Ivan Tukhtachev, capace di scendere a 1'46"89.

Epilogo con record

La conclusione nella terza giornata: oltre sei secondi di miglioramento per il quartetto della squadra moscovita formato da Bulanova-Zaytseva, Martynova, Kofanova e Balakshina, che ha abbassato il limite mondiale della staffetta 4x800 a 8'06"24. Il precedente primato era stato stabilito nello stesso impianto (Vladimir Kuts Hall) in chiusura della scorsa edizione dei campionati nazionali indoor. Solo la Kofanova succede a se stessa: le altre tre neo-primatiste non erano incluse nella formazione che stabilì il primato nel 2010. L'incremento avrebbe potuto essere ancora più massiccio se la Martynova, esausta dopo aver vinto la finale dei 1500 metri, non avesse coperto la seconda frazione in un poco entusiasmante 2'03"1. Le altre frazioni: 2'01"8, 2'00"4, conclusione in 2'00"6.

Sangue e arena

Dicevamo della Martynova, campionessa nazionale dei 1500 metri in 4'07"67 dopo una gara che ha visto soccombere la favorita Zolotova a circa 100 metri dal traguardo per una caduta causata da una ferita a un piede. Sul podio la solita Arzhakova in 4'08"81 e anche la Korobkina in 4'09"55. Nel triplo femminile vittoria con 14.38 della rientrante Bufalova (da sposata si chiama Zabara), al primo impegno dopo la maternità.

La russia per Parigi

Nella selezione russa per i Campionati Europei indoor balza agli occhi l'assenza delle velociste, degli astisti, e del giovane lunghista Menkov (8.17 quest'anno), autore di una prova non convincente a Mosca. Tra i grandi nomi c'è la Isinbayeva e non la Feofanova, mentre nell'alto uomini la star Ukhov farà trio col campione europeo all'aperto Shustov e col campione russo Mudrov. Selezionati tra gli altri (circa 50 atleti nella lista non definitiva) anche Borisov sugli ostacoli, la Rusanova sugli 800, la Krasnomovets sui 400.

Gli altri campionati nazionali indoor in Europa

Nella rassegna ucraina di Sumy emerge la figura massiccia di Andriy Semenov, autore di un getto di 20.62 nel peso. Sempre dai concorsi, 2.28 di Nartov nel salto in alto. In pista, buon 2'01"64 della Petlyuk sugli 800 metri. Assenti le nuove star della velocità femminile Povh e Ryemyen. La specialità del salto triplo accende le polveri: oltre al mondiale di Tamgho ed alla gran gara di Birmingham (di cui parleremo tra poco), a Bucarest si segnala il ritorno di Marian Oprea, campione nazionale con 17.30. Fuori concorso ha gareggiato la bulgara Veneva (37 anni) nel salto in alto: occhio al suo 1.97. Pedana brillante anche in Lituania, con Mikolaitis al titolo del lungo maschile con 8.03, e mondiale stagionale nel pentathlon per Austra Skujyté con 4.578 punti.

Svoboda 7"48

L'ostacolista ceko ha messo la firma nei campionati nazionali di Praga, vincendo il titolo dei 60 ostacoli in 7"48 dopo aver già impressionato in batteria con 7"51, pur se condizionato da un raffreddore. Oltre gli otto metri il lunghista Novotny (8.01). In Polonia conferma del neo-primatista dell'asta Wojciechowski (5.86), che con 5.70 ha vinto il titolo nazionale a Spala, e vittoria semiscontata per la Rogowska nella gara femminile con 4.61. Interessante 1500 per Mateusz Demczyszak (3'41"01).

Francia e Spagna

Non solo l'exploit di Tamgho: Lemaître ha finalmente convinto sulla distanza che per caratteristiche fisiche gli va un po' stretta (i 60), vincendo il titolo nazionale in 6"58. L'enfant-prodife Guy-Elphège Anouman (sedici anni compiuti nello scorso giugno) si è laureato campione francese sui 200 in 21"13, migliore prestazione mondiale indoor under 17. Nelle altre gare, in vista i nomi più attesi, da Djhone (46"13 sui 400) a Bascou (7"52 sui 60 ostacoli). Molto buona la prova nello sprint breve della Soumaré, al titolo in 7"19. Nella norma le vittorie di Lavillenie nell'asta (5.85, ottimo Mesnil secondo con 5.80), di Sdiri (8.06) e della ostacolista Decaux, scesa a 7"97. Dal peso il primato personale della nera Cérival con 17.99.

Spagna: progredisce in sala anche Eusebio Caceres, primatista europeo outdoor di salto in lungo. Dopo essere tornato alcuni giorni fa alle origini con una gara di prove multiple, ha riabbracciato il lungo in occasione dei campionati nazionali di Valencia assicurandosi il titolo con 8.08. Buon test per Espana sui 3000, vinti i 7'50"70. Sul fronte femminile 1.95 di Ruth Beitia nel salto in alto.

Tsátoumas 8.21

Grecia: ancora un centimetro per l'astista Filippidis, che ha portato ad Atene il record nazionale a 5.72 (ed un serio assalto non lontano dal successo a 5.82, ma la star dei campionati greci è stato Loúis Tsátoumas, anch'egli al primato greco indoor con 8.21, miglior prestazione mondiale stagionale di salto in lungo. Ancora primati: nell'asta femminile sale a 4.55 Kiriakopoúlou. Buoni risultati anche dal triplo (Dimítrios Tsiámis 17.06, Paraskeví Papahrístou 14.28, Athanasía Pérra 14.20). Si rifà viva la sprinter Kokloni, prima sui 60 metri in 7"28.

Altri record nazionali: in Finlandia la Nikkanen sale a 4.36 nell'asta. In Norvegia Cathrine Larsasen porta il limite nazionale a 4.35. Ungheria: bene la pesista Anita Márton, che a Budapest ha migliorato il record nazionale under 23 portandolo a 17.80. Cresce nel peso anche la discobola croata Perkovic, che a Fiume ha migliorato il primato indoor fino a 16.99. Slovenia: 14.11 della triplista Rodic e rientro della Sestak con 13.73. Irlanda: assente per ragioni precauzionali l'ostacolista Derval O’Rourke, all'Odyssey Arena di Belfast il protagonista è stato il marciatore Robert Heffernan (5000 in 19'09"56). In Spagna record nel pentathlon per Bárbara Hernando con 4.381 punti.

Mini-star

La 17enne svedese Angelica Bengtsson ha portato la miglior prestazione mondiale junior e under 18 indoor del salto con l'asta a 4.52, nel corso dei campionati junior svedesi. Si tratta anche del record svedese assoluto. Breve sguardo sugli USA: negli ultimi giorni sono da segnalare il 20.31 del lanciatore Zachary Lloyd e il 7"56 di Jarret Eaton sugli ostacoli (omonimo del primatista del mondo di eptathlon). L'astista Jennifer Suhr-Stuczynski ha superato i 4.71 in una gara indoor in Canada.

Il pieno d'Europa

Sono ben quarantanove le rappresentative nazionali continentali che porteranno almeno un atleta ai Campionati Europei incoor di Parigi tra meno di due settimane. All'appello europeo manca solo il Liechtenstein.

Birmingham, primato europeo di Farah

Ottimi risultati mel mezzofondo nonostante le assenze di star degli ostacoli quali Jessica Ennis, David Oliver e Dayron Robles, iscritti e poi non scesi in pista. Il risultato di maggior prestigio lo ha centrato Mo Farah, che ha migliorato il limite europeo indoor dei cinquemila metri detenuto del francese Tahri in 13'11"13, portandolo a 13'10"60. Farah è in partenza per gli States, dove si allenerà alla corte di un grande maratoneta del passato, Alberto Salazar. Nei 5000 di Birmingham secondo posto dello statunitense Galen Rupp in 13'11"44, con sottrazione di un primato nazionale indoor a Bernard Lagat. 

Le altre gemme del meeting inglese sono state ottenute da Kaki (2'17"76 nei 1000 metri), Sentayehu Ejigu (8'30"26 sui tremila femminili), dalla etiope Aregawi (4'03"28) e da Augustine Choge nei 1500 (3'33"23 su Mekonnen, secondo in 3'33"97). Mondiali stagionali anche nella velocità, con Bianca Knight che ha fermato i cronometri a 22"89 sui 200 metri, col tedesco Ernst che in 20"58 ha pareggiato il crono del grenadino James, e con l'altro statunitense Rodgers che in 6"50 ha eguagliato la leadership mondiale del "vecchio" Kim Collins, qui secondo in 6"53. A concludere lo spettacolo, 17.57 di Idowu nel triplo con Olsson a 17.20, 1'59"22 di Jenny Meadows sugli 800 donne e 7"49 di Aries Merritt sui 60 ostacoli.

Risultati di metà settimana

Ancora altissimo Ivan Ukhov nella Pedro's Cup di Bydgoszcz. Il russo, già due volte a 2.38 nel corso della stagione, ha vinto con 2.36 dopo aver commesso due errori a 2.27 quasi compromettendo una scontata vittoria, lasciando la testa della classifica parziale al bahamense Thomas, poi secondo con 2.32. Nell'asta femminile la polacca Rogowska si è imposta con 4.76 all'ultima prova disponibile, per l'entusiasmo dei circa cinquemila spettatori accorsi nell'impianto della "Luczniczka Hall". Seconda, con un po' di rammarico, Svetlana Feofanova con 4.70 (forfait in extremis della tedesca Spiegelburg). Ukhov ha vinto anche il successivo impegno di Anrstadt (sabato in Germania), salendo a 2.34 (bel ritorno ad alto livello del tedesco Spank, 2.31 alla pari col campione europeo Shustov).

Due giorni di gare a Potsdam: venerdì asta femminile con la tedesca Gadschiew che tocca il nuovo personale con 4.66 (ancora in crescita la svedese Dahlström, che sale a 4.50). Sabato gara maschile con Malte Mohr che aggiunge un centimetro ai limiti personali raggiungendo quota 5.86. Stessa misura per il secondo classificato, l'ucraino Mazuryk. Il lunghista svedese Michel Torneus ha vinto con 8.10 a Mustasaari, nell'ambito dei Botnia Games. A Tallinn ritorno a buon livello della campionessa europea indoor di salto in lungo Balta (6.73).

Ozaki 2h23'56" a Yokohama

La medaglia d'argento mondiale Yoshimi Ozaki ha vinto la maratona di Yokohama in 2h23'56", un crono mai registrato in una maratona femminile corsa a febbraio. Con questa vittoria, decisa dallo strappo inferto dalla giapponese a tre chilometri dall'arrivo, la Ozaki ha ottenuto la selezione per i Campionati Mondiali di Daegu. Seconda Remi Nakazato, miglioratasi di un'enormità fino a 2h24'29". Terza la portoghese Barros in 2h25'04". Ottime prestazioni anche per le piazzate Nagao, quarta all'esordio sulla distanza in 2h26'58", pe per la polacca Jarzynska, quinta in 2h27'16".

Un secondo d'oro

Janet Jelegat Rono ha sorprendentemente vinto la maratona di Hong Kong in 2h33'42", primato della corsa migliorato dopo dieci anni per un solo, preziosissimo secondo. La sorpresa risiede nel fatto che la 22enne kenyana non è stata iscritta tra i concorrenti della sezione "élite", ma si è pagata il biglietto aereo (mille dollari, ma ne ha incassati trentaquattromila grazie alla vittoria ed il primato) ed ha partecipato nell'anonimato dei diecimila iscritti. L'ultimo atleta che si ricordi autore di una impresa simile fu Robert Kiprono Cheruiyot, che alcune stagioni orsono pagò di tasca sua il biglietto per l'Europa e sbancò Francoforte. Nella gara maschile successo di Nelson Kirwa Rotich in 2h16'00". Per le informazioni, un ringraziamento è rivolto a Pat Butcher.

Outdoor, esordio della Semenya

Nella prima tappa della serie di meeting "Yellow Pages" (Potchefstroom, sabato), la campionessa del mondo degli 800 metri Caster Semenya ha esordito senza avversarie di calibro vincendo in 2'04"12. Molto più interessante il rientro dal limbo degli infortuni del giavellottista Oosthuizen (83.82). In una serie dei 200 metri terzo posto di Oscar Pistorius in 21"83.
Campionati invernali di lanci in Bielorussia: nelle gare di martello, modesto Svyatokha (73.54), più pungente Alena Matoshka (70.63).

Cuba, la Savigne mette la freccia con 14.92

Dall'amico Alfredo Sánchez Barrios apprendiamo che a L'Avana Yargelis Savigne ha riscattato la sconfitta patìta all'esordio stagionale mettendo agli archivi una serie di altissima qualità: 14.47, 14.92 (vento nullo), 14.69, 14.75, e due rinunce finali. Gara strepitosa, con la ventunenne Ribalta a 14.61, la ventenne Alcántara a 14.56, Yarianna Martinez a 14.42 e la Bicet a 14.30. Crescono le astiste: record nazionale per Yarisley Silva (4.55), ottimo 4.45 per Daylis Caballero. Novità nel lungo con un ultimo salto da 6.61 per la poco conosciuta Suslaidys Girat. Tra i maschi 17.05 del triplista Revé, mentre Osniel Tosca è andato k.o. dopo un salto nullo. Nel martello 75.78 di Roberto Janet.

Hoffa agli antipodi

Debutto outdoor per Reese Hoffa: il pesista statunitense ha esordito a Hobart con 21.08. Nelle altre gare 16.91 del triplista Frayne. In Australia era in palio anche il titolo nazionale dei 20 km di marcia. Vittoria in famiglia per Jared Tallent (due medaglie olimpiche in bacheca) in 1h20'18". Altro successo per la moglie Claire, prima nella gara femminile in 1h33'38", e per la sorella Rachel, che ha vinto una gara giovanile sulla distanza dei 10 chilometri. Sempre dalla marcia altri campionati nazionali per "ventisti": 1h30'38" della portoghese Henriques, neo-campionessa nazionale, e a Kobe (Giappone) 1h21'13" di Suzuki e 1h29'11" della Otoshi.

Maternità

La campionessa olimpica di salto in alto Tia Hellebaut ha dato alla luce la seconda figlia. A quanto è dato sapere la saltatrice belga non esclude un rientro in pedana, come già successo dopo la prima maternità. Madre per la seconda volta anche l'altra olimpionica Astrid Kumbernuss, vincitrice dell'oro nel getto del peso ad Atlanta '96.

Stoccolma

Yelena Isinbayeva non gareggerà, come precedentemente annunciato, nell'XL-Galan indoor di Stoccolma di oggi. La scelta è dovuta a ragioni tecniche, in accordo col suo coach Petrov. La primatista del mondo di salto con l'asta sarà nuovamente in pedana in occasione dei Campionati d'Europa a Parigi. Stasera in Svezia invece sono confermate le presenze di Meseret Defar (alla caccia del suo record mondiale sui 3000 metri, 8'23"72) e del sudanese Kaki (nuovo assalto al limite mondiale del chilometro su pista, detenuto da Wilson Kipketer con 2'14"96). Nel ricco programma attenzione al triplo maschile, con Idowu, Olsson, Evora e i più forti cubani.




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